Per te………
“Col tempo sai…
col tempo tutto se ne va,
non ricordi più il fuoco,
non ricordi le voci della gente da poco
e il loro sussurrare
“non ritardare copriti col freddo che fa”.
Col tempo sai,
col tempo tutto se ne va
e ti senti il biancore di un cavallo sfiancato,
in un letto straniero ti senti gelato,
solitario ma in fondo in pace col mondo
e ti senti tradito dagli anni perduti,
allora, tu, col tempo sai….. non ami più.
Col tempo sai
(Medail, Leo Ferrè)
Lettera pubblicata il 18 Agosto 2013. L'autore, Petali secchi, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Me stesso
A me piace molto la prima parte del testo di questa canzone.
O forse è meglio dire ‘poesia’.
Mi torna sempre in mente questo inciso:
“….non ricordi le voci della gente da poco
e il loro sussurrare
“non ritardare copriti col freddo che fa”.
Preoccupazioni, ansie, gelosie.
Un modo di esserci che illude sulla portata dei sentimenti.
E invece sono solo beffe, il divertimento di chi vive il presente in modo persino enfatico, a volte.
Fregandosene del fatto che, qualcuno, con le parole buttate lì, in quel presente, costruirà le basi di un futuro che non ci sarà mai.
Per me, il tempo, si è fermato.
La conclusione di questa poesia è solo un’ambizione.
Ho cercato varie volte di dare un significato certo a questa poesia di Ferrè.
Anche confrontandomi con altri mi è rimasta sempre la sensazione che si potesse leggerla cercando argomentazioni diverse da quella alla quale ero giunto.
Grazia Deledda scrisse che la mutazione dell’uomo … la sua anima, il suo essere, il suo presente.. dipende da quella legge inerosabile del tempo che, per la natura di inconsapevoli evoluzioni, finisce per variare, cancellare, ciò che prima sembrava scritto nel destino.
Di fatto però, almeno per quanto mi riguarda personalmente, la ‘memoria’, il ‘ricordo’, fanno rivivere certe sensazioni, certe emozioni.
Si, certo, in qualche maniera oggi anch’io sento che gli anni trascorsi a far vivere, a proiettare nel tempo un futuro mai realizzato, mi abbiano ‘ingannato’ fino a rendermi ciò che oggi sono.
Ma le ‘inconsapevoli evoluzioni’ della Deledda non sono solitarie e spontanee, ma frutto di una razionalità spinta oltre misura dalle emozioni e dalla frenesia.
Ma è questa la chiave di lettura? Se leggo ciò che scriveva Seneca riguardo il ‘tempo’ mi rendo conto di come possono esserci interpretazioni diverse.
Accennavo che la parte che mi emoziona di più è la prima parte del testo:
‘ ti lascio andare…forse è meglio così..’
E dopo…’ogni cosa appassisce e mi scopro a frugare in vetrine di morti, quando il sabato sera la tenerezza rimane senza compagnia..’
Ricordi. Ma certamente anche rimpianti.
Il tempo ha cancellato? No, non c’è riuscito.
Si è vero, in qualche maniera anche per me il tempo si è fermato. Anni fa.
E forse è vero….’ col tempo sai..non ami più..’.
Però, ti chiedo, la conclusione di questa poesia è solo ambizione?
Di cosa?
Ambizione di ‘dimenticare’ o ambizione di essere ‘solitario’ ma ‘in pace con il mondo’?
Io la trovo una conclusione amara, verghiana, leopardiana, di una struggente rassegnazione.