Non sono mai stato fedele, fedele ad un ideale, fedele a me stesso. O meglio, lo sono stato, poi non più, poi forse ora si. E mi dispiace, perché nella vita essere fedeli a se stessi è importante, l’aspetto più importante?
Alzo gli occhi e vedo una coccinella appesa alla mia tenda, mi fa simpatia. Mi sono sempre state simpatiche le coccinelle, un po’ come a tutti credo. Altri coleotteri no, eppure sono coleotteri anche loro, ma nell’immaginario collettivo sono tra i pochi insetti amati. Ciò che si dice nascere fortunati.
In ogni caso non mi domando come sia finita sulla mia tenda, sono solo contento che sia li.
Mi consolo pensando che se trovo del bello in una cosa del genere io non sia in fondo tutto da buttare. Intanto trasmettono un film di un tizio che per lavoro rintraccia i parenti di chi è morto in solitudine. Il tizio è accompagnato da una musica leggera e malinconia come un soffio su una candela. Similitudine inflazionata ma che rende l’idea. Penso a quanta delicatezza debba esserci in un lavoro del genere.
Mi sento bene e anche un po’ poetico, approfitto di questo stato d’animo per buttare giù queste due righe.
Penso anche che sarebbe bello morire durante uno di questi stati di grazia, essendoci obbligati intendo.
Quando verrà la mia ora da qui a chissà mi auguro che avrò questa sensazione dentro, poi magari, chissà, se da qui a chissà passerà tanto tempo cambierò idea. Nel caso magari lo scriverò.
E nel mentre magari riuscirò a conoscermi un po’ di più e ad essermi fedele sempre, finché morte non mi separi.
Io credo nelle scelte,immagino l’uomo come una creatura libera, ragion per cui mi resta difficile immaginare un Dio che ha bisogno di curatori dei nostri interessi,di ragionieri.Non mi riferisco a bisogni materiali, perché tutti dovrebbero avere la possibilità di vivere in maniera dignitosa, mi riferisco a scelte personali in cui il servizio è svincolato dall’amore. Tutti desideriamo essere presi in considerazione, ma non sempre questo bisogno coincide con la volontà degli altri di donarsi o con il nostro entusiasmo. E’ sempre stato così. Io, ad essere sincera, mi sentirei più soddisfatta a percorrere la strada del piacere e delle comodità senza il sostegno di qualcuno che mi preclude la possibilità di riuscire a contenere il mio ego. La vita è fatta anche di modi di vedere, io mi metto nei panni di chi non accetta il continuo ripetersi di angherie nei suoi confronti. Purtroppo quando capita di stare nella prova si ha come la sensazione che tutto ti si rivolti contro. E’ brutto sentirsi commiserati. Ma gli uomini amano in questo modo quando non hai niente da offrire. Il brutto è comprenderlo. Ma da questa comprensione scaturiscono la fede e la speranza. Ma non speranza nei termini in cui se ne parla oggi. Speranza di conoscere l’amore puro verso Dio e il prossimo per mezzo di Dio. Detto questo ritengo che tutte le persone dovrebbero avere il diritto di essere felici alle loro condizioni. La sicurezza che ti viene da un appoggio non è un bene. Questo si vede in maniera palese.
Bellissimi pensieri. La felicità sta proprio sotto i nostri occhi, basta saperla riconoscere e “sentire”.Continua scrivere…
Se è il film che penso, è uno dei più dolci e tristi abbia mai visto. Qualche giorno fa mi sentivo bella e fortunata, in armonia col mondo. Sono sensazioni che ti sfiorano, impalpabili e poi subito svaniscono. Rari momenti di splendore… Essere fedeli a se stessi significa accettare di cambiare, la cosa più difficile!
Quando sarà la tua ora spero per te, vivamente, che non ti metterai a scrivere su ‘sto sito.
Comunque non ne avrai il tempo e del fatto che tu sia stato fedele ad alcunché non gliene fregherà a nessuno.
Persino alla coccinella.
Ma io mi chiedo sinceramente se questo “piacere” dello struggimento nostalgico che si percepisce non sia una forma di compiacente vittimismo.
L’ho visto quel film, amando la filmografia francese e i loro attori, ma era mortifero diciamoci la “veritè”. Preferisco ovviamente il sorriso di un Omar Sy in “Quasi amici”, con quel’ ironia e umanità vitali, che irridono, non sorridono alla morte.
Io del mio momento me ne fotto. Anche perché non sarà il “mio”. I miei stanno qua su questo mondo, e per questo che domani sarò in un elegante Riad di Marrakesh a godermi il piacere di vedere il mondo vero e le altrui culture. Solo le esperienze aggiustatano il tiro nella vita, non le fantasie. Se poi troverò una coccinella sulla tenda della suite, tanto meglio. A chi non piacciono.
Però dott. Golem, vedrà che la cultura magrebina ha dei limiti vistosissimi. Non nego che il the verde rinfreschi. Non nego che l’apparato, pur polveroso, sia degno.
Però il fatto di poter essere fustigato per il mero possesso di una boccia di narda mi manda in confusione.
Golem, certi tuoi commenti mi fanno più tristezza del finale del film in questione. Continui a non capire che ogni persona è fatta di diverse consistenze; non curerai nessuno col tuo cinismo, semplicemente perché nessuno vuole guarire. Non credo tu sappia goderti la vita più e meglio dell’autore di questa lettera, anzi, tutt’altro.
Che tu sia seduto sulla tazza del gabinetto di casa tua o del super lussuosissimo hotel su Marte non può fregare a nessuno.
Quanto amo mio Marito: ogni cosa è per Lui. La mia anima è per Lui. Il tempo non esiste e tutto è fissato in Lui, in Eterno.
Lo so. E si figuri che siamo capitati in pieno Ramadan. Comunque Professore, non ci crederà ma in attesa della suite ci hanno offerto proprio un delizioso the alla menta.
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Suzy mi dispiace, io non voglio curare nessuno, fornisco punti di vista. Sono solo un anatomopatologo infondo, anche se il Beethoven degli anatomopatologi. Faccio “autopsie” come fossero “Inni alla Gioia” La mia prima di tutto.
(A te però un po’ frega, si capisce, e mi spiace anche quello. Ciao)
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L’Incoronata continua coi suoi deliri mistici peggio di Teresa d’Avila con le sue estasi, e questo mi fa sentire a casa.
Al contrario, dottor Golem: il the alla menta è il leit-motiv di tutto il Nord Africa.
Si goda la vacanza, e se la goda da benestante. Come vede, anche la pacata Suzanne sbrocca di invidia, figuriamoci l’altra congrega.
Del resto, che gusto ci sarebbe a permettersi una certa vita se non si potesse apprezzare il travaso di fiele negli occhi altrui?
Non è cinismo, è realtà.
Anche Benny è sbroccata definitivamente, adesso fa l’incoronata de noantri: non so cosa troverà al rientro…