Ciao Piccola. Non ci sono parole per la brutalità di cui sei stata vittima da uno, che non si può definire “Uomo”, che ti ha visto nascere e crescere.
Dirò una preghiera per te affinché nostro Signore possa regalarti la gioia eterna e dirò una preghiera per i tuoi familiari perché la nostra Mamma celeste possa sorreggerli ed aiutarli a sopravvivere al dolore.
Mi rivolgo a tutti coloro che in questo sito cercano conforto, speranza, consigli: stasera diciamo una preghiera per Sarah. Chiediamo tutti insieme che il suo possa essere l’ULTIMO caso di queste tragedie.
Lilli.
Lettera pubblicata il 7 Ottobre 2010. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore lilli.lilli2.
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Categorie: - Attualità
ieri sera segui’ la storia di sarah con ansia, perche’ credo che sia una cosa orrenda…non si puo’ aver paura anche di stare con i propri famigliari e non e’ giusto che una mamma veda sua figlia uscire di casa per andare al mare e poi si ritrova un cadavere…e’ un ingiustizia troppo grande…
faro’ anche io una preghiera per te…
ciao sarah
Tutti ci sentiamo partecipi del dolore della famiglia di Sarah. L’unica cosa che mi rattrista è vedere tutti quei programmi che, giustamente, hanno dedicato l’intera pagina giornaliera all’accaduto. Dico che mi rattrista perchè ho visto lì il fratello della ragazza ascoltare i vari specialisti (assolutamente privi di tatto) descrivere o ipotizzare minuziosamente tutto quello che era stato fatto alla ragazzina, senza nemmeno avere l’accortezza di scusarsi col ragazzo per la crudezza delle loro parole se non in rarissimi casi. Ho visto conduttori precisare “questa cosa è stata detta a un NOSTRO giornalista”. Come se una tragedia fosse una scusa come un’altra per dare prestigio alla redazione. Dico però “giustamente” perchè, in effetti, tutto era diventato un reality show. Dire alla madre il nome dell’assassino della figlia in diretta tv, dire alla donna già distrutta che si trovava nella casa dell’uomo che stava confessando… no, questo no! Avrebbero dovuto dirglielo in privato e poi, se la donna si fosse sentita, avrebbe continuato a partecipare alla trasmissione. Poi, come se non bastasse fanno tutti gli psicologi: “la madre non piange quindi è anaffettiva, è fredda, è distaccata”. Io direi a tutti questi vip che vanno a sedersi sulle poltrone che, per fortuna loro, non hanno forse nemmeno la più pallida idea di cosa voglia dire perdere una figlia in queste circostanze. Io non lo so e spero di non saperlo mai, ma di certo non mi metterò mai a spettegolare e a sindacare sull’intimità di una persona stravolta. E’ proprio sintomo di poca intelligenza… e poi dicono che sono quelle famiglie a provenire da un ambiente arretrato e chiuso su se stesso. Ma si guardassero loro che non vedono al di là del loro naso e della loro ovattata realtà di gossip e veline.
mi spiace sul cuore cosa e sucessio con lei.io sono una ungherese qui in
italia,ma mi sono rimasta male,lei era una ragazzina 15 enne,chi ancora
non sapeva come e cosa la vita.
chi l’ha visto guardo sempre,ma non meritava nessuno/a morire cosi
cmq vero sua madre fredda,forse sapeva che molestava suo zio,chissa,non
so,ma una persona strana.ne lacrime ne niente.bho
Ciao Sarah..
Agora estais ao lado do nosso Senhor!!!
Cara Wilma,
sono davvero vicina alla tua opinione.
A questo si aggiunge che tra pochi giorni il caso di Sara sarà archiviato come tutti i casi che diventano notizia avidamente contesa dalla gogna mediatica e poi cala il sipario. Mi vengono in mente i tanti funerali trasmessi in diretta, tutti i volti collettivi affranti, fiumi di fiori, le solite belle frasette di circostanza “resterai sempre con noi”, “Non ti dimenticheremo mai”, “Sei il nostro angelo” ecc.. però poi tutto tace. Sembra il carnevale del dolore, dove i carri sfilano. Vince chi versa più lacrime, chi porta l’abito più nero. Il giorno dopo passano gli operatori ecologici, puliscono i residui e con loro il dolore, la disperazione che vedevi svanisce. Ovviamente mi riferisco alla collettività, per la famiglia presumo che la scomparsa di Sara in questo caso, ma in generale di un caro, sia un dolore che si perpetua. Ma un dolore che ogni madre e ogni padre, ogni fratello e ogni singolo amico ha il diritto di vivere come gli viene. Il dolore di chi ha conosciuto quella ragazza personalmente, di chi l’ha amata, di chi ci ha condiviso qualcosa e adesso ne sente il vuoto.
E anche a me fa tristezza pensare che si abbia bisogno di questi episodi per unirci un pò per mezza giornata in un “lutto di massa”. Ma dai, nemmeno un bambino ci crede. O meglio, forse un bambino riesce ancora con i suoi occhi non abituati a questo sfacelo, a rendersi conto che non è possibile soffrire la mancanza di qualcuno se non lo conoscevi; il dispiacere e la sincera solidarietà sono ben altre cose.
Questa è la società dove tutto viene mercificato, la compravendita dei sentimenti a parole subisce gravi condanne, ma a ragion di fatti viene stimolata, incoraggiata.
La colpa secondo me è della gente, di quel concetto-massa dove la collettività è un pretesto dove affogare l’individualità. Oggi non esistono pensieri autonomi, se non in singole, isolate eccezioni.
“Il giorno in cui avrò abidicato al pensiero, avrò abdicato a tutto”.
cara wilma e t.d invece di fare polemica su ciò che vi fa schifo dei media,considerato che non fate parte del concetto massa collettività,e palesemente dimostrate il contrario,perchè non fate un minuto di silenzio e vi aggregate al dolore “collettivo”
accendendo una candela nella vostra chiesa o casa e ringraziate Iddio che tragedie cosi grandi non debbano mai toccarvi da così vicino!!!
Miadc,
per quanto mi riguarda sono le persone come te la gravità.
Sei semplicemente l’emblema del “faccio così perchè mi è stato insegnato”.
Tu inviti gli altri a stare in silenzio e ringraziare Iddio. Innanzitutto Iddio ringrazialo tu se è quello che senti di fare, io mi astengo. Punto primo.
Per quanto riguarda quella che tu chiami “polemica” è semplicemente scrivere una propria opinione su un blog pubblico. Nè più nè meno. E di certo l’intervento da maestrina si rivela completamente fuori luogo se partiamo dal presupposto che qui si scrive per confrontarsi e non per ricevere insegnamenti. Wilma ha scritto quello che pensava, io se lei non mi avesse preceduto sarei stata la prima.
Se tutti stessero zitti, come decidi di fare tu, per un minuto, ma probabilmente sarà quello che farai per tutta la vita..ahimè, non esisterebbero nemmeno le voci fuori dal coro. Tutti uguali, tutti bravi, composti, commossi, è dogma, no?
E la lezione di vita di sicuro non la colgo da un/a perfetto/a sconosciuto/a. Non ho bisogno di stare in silezio per rendermi conto della gravità del gesto dell’omicida o per rispettare la memoria di quella ragazza, nè tanto meno perchè me lo dici tu. Nel mio ribadire di ritrovarmici nel pensiero di Wilma è compreso anche quel “tutti ci sentiamo partecipi del dolore della famiglia di Sarah”. Ci credo, bastava aprire la televisione o leggere un quotidiano: la loro festa, i loro ascolti, i loro guadagni; il tuo abbassarti al loro livello, aver bisogno di loro, dipendere da loro per dare un tuo giudizio in merito alla vicenda e sapere i nuovi risvolti delle indagini. E come potrei non dire che è triste?
Sentirsi partecipi è la reazione più facile che si inneschi nei telespettatori, non “quasi-vittime” come ti fanno vedere alla tv. E come vedi continuo a scrivere quel che mi pare.
Tra l’altro credo di rispettare molto di più la famiglia di Sara invitando “la piovra” a starsene a casa sua anzichè andare ai funerali a giudicare la reazione della madre o del cane. Hanno per caso bisogno del vostro “pseudo-dolore”? O dei vostri giudizi? Dei vostri pettegolezzi? Dei blog come questo? No, ed è proprio per questo che non proseguo. Sarebbe entrare nello squallore del gioco.
E qui mi fermo perchè è ovvio che con certe regole, anche se insensate, radicate nella zucca non si ragiona.
cara t.d.mi lasciano totalmente indefferenti le tue insinuazioni,tanto più che chi per primo ha scritto,ha chiesto gentilmente una preghiera…non un confronto,che per forza non deve essere rivolta al Dio in cui credi o non credi tu o al mio.
vuoi un confronto?esponi il dolore che provi per quella povera vita umana,per ciò che i genitori hanno perso,l’odio per l’aguzzino,non per i media,se mi parli di loro hai scoperto l’acqua calda.
ti ritieni una voce fuori dal coro?
ci sta…ma non in questi giorni,dove per alcuni il dolore misto a vomito è forte.
stasera pregherò anche per te.
Fermiamoci tutti.Fermiamoci a pensare.
Qualcuno,ne’ per la prima ne’ per l’ultima volta,ha strappato alla vita un fiore ancora chiuso.
Guardiamo negli occhi gli adolescenti, i bambini, le persone più indifese che incontriamo e cerchiamo di vedere nei loro occhi gli occhi di Sarah.
E’ dovere di tutti essere più attenti,meno omertosi se capita.
Torniamo ad essere una comunità non un branco troppo nutrito di indifferenti.
Perchè non esistano più epiloghi come quello di Sarah,o per chi lo ricorda,del piccolo Tommaso Onofri.
ciao Sarah….cercavo una lettera che parlasse di te, altrimenti l avrei scritta io. ogni volta che parlano di te al tg mi viene un nodo in gola, oggi (alla tv) ho visto la camera ardente la tua bianca bara e ho pianto….eppure non ti conosco però quel che ti è successo è sconcertante, so che hai sofferto anche dopo la tua morte….la tua anima innocente ha visto ciò che è stato fatto al tuo corpo. non voglio aggiungere altro. riposa in pace piccola stella….ciao sabri