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Lettera pubblicata il 15 Giugno 2007. L'autore ha condiviso 12 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore PATTY1982.
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ti incollo questi pensieri (non miei ma li condivido):
Ho trascorso tutto il giorno parlando con persone differenti, ed essendomi fatta un’idea sulla situazione della loro pratica, mi sembra siano emerse alcune tematiche comuni. Una di queste è il dolore: come lavorare con il dolore, come stare in agio con il dolore.
Il problema fondamentale è che abbiamo l’aspettativa che non ci debba essere alcun dolore, e che ci sia qualcosa di sbagliato quando c’è .
In molte situazioni della nostra vita siamo molto bravi nel cambiare posizione, nell’aggiustare e nello spostare, in modo tale da non dover sperimentare la scomodità e il dolore. Ma in situazioni quali quelle di un ritiro, potremmo ritrovarci un pochino nei guai. Entriamo nella sala di meditazione e sediamo, con il proposito di non muoverci fino a che non suoni la campana. Così sorge il dolore nel corpo o nel cuore; come possiamo lavorare con questa situazione?
Ci sono molti mezzi abili che si possono applicare. Il mezzo abile del lavoro sul respiro – rilassandosi nel respiro. C’è il mezzo abile del sapere semplicemente dove porre la nostra attenzione. Tale esperienza potrebbe essere spiacevole, ma ci sono modalità di porre l’attenzione che sostengono un approccio gentile all’incontro con l’esperienza del disagio.
A volte si può portare l’attenzione proprio nel centro del dolore e dopo un po’ scoprire che in realtà non c’è dolore, ma solo una sensazione. La qualità della spiacevolezza può scomparire completamente, rimanendo semplicemente con l’energia. Quando ciò accade si sperimenta un senso di libertà perché non si oppone più resistenza al dolore. Non c’è più il dolore. C’è solo l’esperienza.
Qualche volta possiamo vedere che il dolore non è direttamente collegato al corpo, anche se lo sperimentiamo come tale. In realtà proviene dalla contrazione, dalla resistenza o dalla paura. Possiamo quindi esplorare la mente e vedere come la mente stessa si manifesti nel corpo, e come noi sperimentiamo la mente nel corpo come dolore.
Abbiamo la possibilità di vedere e comprendere tutto ciò. E nello scoprire tutto ciò sperimentiamo un momento di risveglio. Ci svegliamo e vediamo la relazione tra il corpo e la mente, tra il corpo e il respiro. Vediamo la relazione connessa a ciò di cui abbiamo paura, o a cui ci opponiamo.
Così un senso di libertà sorge dal ‘mollare la presa ’ dal dolore alle ginocchia. La libertà viene dal fatto che non abbiamo bisogno di curare il dolore, né di farci intimorire, né di farci destabilizzare da esso. Va bene, possiamo semplicemente farne esperienza. Non è un problema. Il disagio è un qualcosa che possiamo prendere come una maledizione o come un maestro. Può essere un’opportunità di aprire i nostri cuori a qualcosa di difficile. Alle volte, meditando possiamo sentire che possiamo bloccare il dolore. Possiamo essere capaci di bloccare il dolore fisico e quello nel cuore. Ma così facendo, la meditazione corre il rischio di diventare un modo di fuga dalla vita.
Così, imparare ad aprirsi a ciò che è difficile, spaventoso, e spiacevole è parte importante del lavoro che stiamo compiendo. Non è un lavoro ispirante, non è quel tipo di situazione eccitante, ma è un lavoro molto potente e con un effetto liberatorio.
Quando diventiamo capaci di vivere nel mondo senza farci impaurire, senza farci dominare da tale paura e non opponiamo più resistenza al disagio, acquistiamo il coraggio di rimaner fermi e di affrontare qualunque cosa necessiti di essere affrontata.
E’ una libertà meravigliosa. E ci sono molte occasioni in cui questa libertà può fare la differenza.
Cara dolce Patty, ho letto i tuoi post e mi unisco al coro di quanti ti hanno già scritto, non ci sono parole che possano lenire questo tuo dolore. Per tutta la vita ricorderai il tuo papà, e lo farai vivere nel tuo cuore. I nostri cari non ci abbandonano mai, coltiva la fede, è un balsamo per l’anima ferita.
Siamo creature con un’anima eterna, quando il nostro compito finisce, veniamo chiamati, ma lasciamo qui solo il nostro corpo, come fosse un abito vecchio. Leggi qualche libro di argomenti spirituali, vai in libreria e lasciati ispirare, scegline uno a caso fra i tanti che troverai sugli scaffali. Ti aiuterà ad accogliere il tuo dolore e trasformarlo giorno dopo giorno in una nuova dolce consapevolezza: i nostri cari non ci lasciano mai, anche se fisicamente non li possiamo più vedere, vivono in una dimensione a noi invisibile. Stai vicino alla tua mamma, ne avete bisogno entrambe. Un abbraccio ed una carezza
Noi tutti ti vogliamo un gran bene. Se ti occorrerà qualcosa siamo pronti ad offrirtela perlomeno Carlalberto ma sono certo anche degli altri.
Ho provato quanto stai provando e comprendo benissimo. Noi, il nostro babbo (così lo chiamavamo) l’abbiamo perso all’età di 51 anni.Ma questa è altra storia.
Ciao Carlalberto
Ciao patty ,
Avevo la tua stessa eta’ quando persi mio padre .. Con la differenza che lui l’ha fatto come piaceva a lui ..dormendo tra le mie braccia ..ha deciso di dormire per sempre … Lasciandomi in eredita’ quanto tu hai scritto dei tuoi ricordi … Non mi dilungo ..voglio essere skietto …tutto dipende da te !!! ..consigli …suggerimenti ..spalle a cui appoggiarti ..fede ..psicologi ..insomma un po’ di tutto e tutto serve .. Adesso …ma alla sera e alla mattina sei li’ da sola …e capisci che tutto dipende dalle tue scelte ..passato il momento iniziale dopo devi devi reagire .. E quello che sono i ricordi di tuo padre …trasformali ..in azioni… Scelte .. Anche sbagliate .. Xche’ adesso inizia la tua maturita’ di adulta.. Arrivera’ senza che tu stessa te ne accorgerai .. E se non fai cosi …. E’ solo discesa .. Giu’ giu’ … Sempre piu’ giu’ …. Allora perdi anche la tua vita …!!!!!!!!!!
Gli amici (pochi) sono energia .. Usali (nel senso buono) .. Ma tieni il timone a dritta .. La tua direzione e non mollare …xche’ e’ la tua vita’ … Ed questa la cosa piu’ importante che voglio dirti … . E’ la tua vita… Non quella di tuo padre … Adesso ..!!!
… Tra qualche anno … Avrai un sorriso nostalgico … Ma ricco di gioia ….. Credimi !!
… Appena ti senti pronta .. Guardati allo specchio … E ripeti ….. E’ la mia vita ,, !!
Ciao un abbraccio ….andrea
Ciao Patty,
leggendo la tua lettera e quelle di risposta mi sono sentita un gran nodo in gola. Non ci sono parole in grado di confortare. Almeno io non le conosco.quello che ti posso dire è che non sei sola.
Io ti sono vicina.
Belle le parole di energia. Mi hanno rapita veramente.
A presto.
Lilli.
Cara Patty,
sono sette giorni che vedo la tua lettera e che dopo averla letta… non riesco a risponderti! Ora provo a farcela!
Dello “speciale” rapporto tra te e il tuo papà ne sai solo tu! Ma dell’amore e dell’educazione che ti ha trasmesso ci hai reso partecipi tutti! Da come ne parli, si sente quanto meno che tu hai “riconosciuto” nei tempi giusti il valore e la “grandezza” dei tuoi genitori, e di tuo Papà in particolare, nel momento stesso in cui il vuoto si è fatto sentire!
Ognuno di noi ha vissuto o vive rapporti “complessi” con i propri genitori, che non sono fatti con lo stampo e sono più o meno fallibili, più o meno presenti e più o meno “genitori”!
Allora sii fiera di essere stata davvero “figlia”!! Non capita tutti i giorni, non capita spesso!
Ho perduto (anche) mio padre 17 mesi fa, un tempo vicinissimo! Lo ho perduto anch’io abbastanza repentinamente (correva su per le scale e guidava come un centauro, nonostante i suoi 83 anni, ed in venti giorni si è spento esattamente come una candela!) e tutto ad un tratto è come se si fosse rotto un equilibrio.
Un equilibrio che spesso io sottovalutavo, non sapevo apprezzare e al quale non rendevo sufficente omaggio!
In qualche modo, si può dire, che io ho avuto esattamente 20 gg per mettere a posto “casini” ed incomprensioni durate una vita. Ma quei 20 giorni credo di averli sfruttati tutti, nel senso migliore del termine!
Tu invece, da quanto ci dici, hai avuto l’onore e la fortuna di avere un tempo molto più lungo per godere di questa presenza unica ed irripetibile che è un padre, per tutti noi.
Non sono mai stato retorico ma cerca di capire, davvero, che tu hai davvero avuto un padre e ne devi essere fiera e felice, perchè per molti anni ti è stato davvero accanto. Certo, sei giovanissima e non era nelle previsioni una perdita in questo momento ma ora, come in molti ti hanno suggerito, cerca di lasciarti scorrere addosso tutte le emozioni che una cosa come questa richiede. Lasciati avvolgere dai ricordi, piangi, ridi anche pensando ai momenti belli e meno belli passati assieme, e cerca di rendere onore a lui con la consapevolezza che si è compiuto un destino tra i più “naturali” del mondo, benchè arrivato senza preavviso e in un tempo “prematuro”!
Parlane più che puoi allora, difendi il suo nome e il suo ricordo, se ce ne fosse bisogno e cerca dentro te e da chi ti sta al fianco le ragioni di un evento così “totale”! E soprattutto, se puoi, continua a fare ciò che ti rende libera e fiera, nel suo ricordo e sapendo che un vero padre desidera “soltanto!” che un figlio sia se stesso, ben sapendo che non è “proprietario” ma soltanto colui che ha dato una vita nuova, libera ed autonoma!
Tuo papà lo sapeva!
E da qualsiasi posto egli ti stia osservando sarà veramente felice se ti vedrà felice, felice di sapere che lo porti sempre dentro di te, non come un santino, ma come colui che ha svolto il suo compito di educatore fino in fondo!
TI abbraccio con tutto il cuore, non aver paura!!
GRAZIE A TUTTI!grazie a te Paolo,la tua lettera mi ha commosso..è vero io sono stata figlia e lui un padre fino in fondo e pure d più,lui sapeva eseere padre,amico,confidente,ha svolto al meglio il suo ruolo con me e con mio fratello!sAI io lo sento qui dentro di me,sento il suo affetto in ogni momento….è VERO lui non ci sarà alla mia laurea,al mio matrimonio…il suo corpo non ci sarà ma ci sarà il suo sorriso,il suo ricordo,la sua gioia di vivere e mio padre sopratutto era già fiero ed orgoglioso di me…grazie a tutti
cara patty che destino infame… mi sono imbattuta per caso nel tuo commento anche io come te ho da poco perso mio papà per un’infarto fulminante esattamente il 20 giugno scorso … abbiamo lo stesso nome e lo stesso destino vorrei poterti consolare con qualche parola speciale ma… non l’ho neppure per me… volevo solo dirti che forse un giorno qs dolore lancinante passerà e rimarranno i ricordi dei ns papà e magari pensando a loro sorrideremo vorrei che fosse già quel giorno
anche se nn ti conosco ti mando un’abbraccio forte forte
Ciao patty….anch’io appena un mese fa’ ho perso il mio papi….se’ ne andato improvvisamente dopo appena un mese dall’avere scoperto la sua malattia ….la leucemia delle peggiori naturalmente….sono ancora intontita il mio papi la mia vita non c’e piu’….e’ stato anche lui un padre meraviglioso per me, ha dato tutta la sua vita al lavoro e a noi per non farci ma i mancare nulla ….capisco ogni tua sensazione e anch’io penso adesso che non potra’ vedermi sposare, conoscere i miei figli, consigliarmi quando non sapro’ dove sbattere la testa, e sopratutto stringermi la mano come quando mi sedevo accanto a lui e appoggiavo la mia testa sulla sua spalla e come per incanto bastava questo per dimenticare tutti i miei problemi e ritornare bambina ….se vuoi puoi scrivermi la tua e-mail e sentirci….mi farebbe piacere condividere questo momento anche se’ doloroso con qualcuno….ti abbraccio …luna