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Chiedo la vostra opinione

di Mau

Leggo spesso lettere che parlano della ricerca di un amore che non arriva mai, uomini e donne disperati e in lacrime che cercano consigli su come riaddrizzare situazioni personali e sentimentali diverse e disperate, persone che descrivono la loro difficile, spesso impossibile, vita quotidiana esprimendo rabbia e volontà di farla finita, e che dice di averci provato davvero e che riproveranno fino alla morte.
E ancora..uomini e donne allla ricerca di loro stessi, persone che, davanti a problematiche apparentemente banali, vanno in tilt e non sanno cosa fare…ecc….ecc…
Chi più ne ha ne metta.
Mi sono accorto, ma anche voi credo, che chi scrive su tali diversissime problematiche e chiede aiuto e pareri perchè nel panico più assoluto non sapendo più che pesci prendere, sono talvolta le stesse persone che, a lettere di altri utenti su similari tematiche, lascia commenti di sani principi, coerenti determinati e illuminati suggerimenti su come superare ogni asperità della vita, su come conquistare o riconquistare un amore, incitamenti a non mollare mai, razionali esortazioni a vedere le cose in maniera positiva e non negativa, ecc….ecc… Cioè..i cavoli loro non nè gestirli nè risolverli, ma sanno benissimo come affrontare quelli degli altri.
Ora mi chiedo, e vi chiedo, qualora anche voi abbiate notato questa contraddizione di fondo, se non ci sia, da parte di questa minoranza di utenti una specie di doppia identità, dei commedianti del blog, attori nella descrizione della loro vita, che si svestono e rivestono nel giro di una pagina, assumendo poi le vesti di sapienti dispensatori di avveduti consigli per ogni argomento o questione che sia.
La vostra opinione. Grazie.
Mau.

Lettera pubblicata il 9 Giugno 2011. L'autore ha condiviso 23 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 14 commenti

Pagine: 1 2

  1. 1
    christopher -

    il discorso è molto semplice.

    Qualsiasi persona sa qual’è la retta via per risollevarsi dalla depressione/infelicità (e chi ne ha più ne metta) causati da rotture amorose, vite tristi etc.

    Peccato che tra il dire e il fare…

    Ci siamo capiti. Tutti, più o meno, sanno cosa dover fare. Il problema è riuscirci. Serve dello sano egoismo, amore per se stessi e sì, anche del menefreghismo.

  2. 2
    Aria85 -

    Caro Mau,
    “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”
    Questo è il punto.
    Ti porto il mio esempio.
    Agosto 2010.Il mio uomo mi lascia,stroncando nel giro(ti giuro!)di meno di ventiquattro ore la nostra vita insieme e lasciandomi senza più casa,lavoro,senza un soldo bucato in tasca,e,ovviamente,senza di lui.
    Crollo.Scopro per caso questo blog,pubblico la mia storia,leggo le altre,ecc.ecc.
    Leggo,tra le altre,una lettera che mi colpisce molto,per le mille analogie con la mia storia,e rispondo puntualmente all’autore cercando di infondergli coraggio,di confortarlo.Lui fa lo stesso con me.Se sono io ad essere a pezzi,è lui a tirarmi su e viceversa.
    Come mai,allora,ciascuno dei due non è in grado di tirarsi su da solo,o di mettere in pratica per primo i consigli che da all’altro?Sai quante volte siamo finiti a ridere di noi stessi perchè con questo perenne scambio di ruoli finiamo per darci l’un l’altro gli stessi consigli?!
    Perchè abbiamo bisogno degli altri,questa è la verità!
    Perchè abbiamo bisogno di non sentirci soli,soprattutto se dobbiamo affrontare un cammino tortuoso.Perchè si fa presto ad incoraggiare qualcuno a non arrendersi al dolore quando non siamo noi a sentirlo,ma soprattutto perchè rispecchiarsi negli altri,nelle loro storie,ci aiuta a codificare le nostre.Perchè spesso,parlando con gli altri,parliamo a noi stessi.
    Ed è quello di cui abbiamo bisogno.

  3. 3
    tragicommedia -

    Ciao Mau, ho notato anch’io questa e penso, seppur non sempre, di far parte della categoria!
    In realtà è estremamente più semplice lasciar commenti e far ipotesi circa la vita degli altri, per due semplici motivi:
    – si è esterni alla situazione, e quindi si ha una visione maggiormente oggettiva; si ha una visione disinteressata!
    – metter in discussione gli altri è sempre più semplice che metter in discussione se stessi!

    Eppure ho notato anche un’altra cosa. Per esempio tra la fine di un amore e la rinascita c’è un momento di “stallo” in cui tutti i commenti, i consigli, etc… vengono dati in base alla propria storia: nasce quindi nella persona sofferente che però suggerisce consigli una sorta di identificazione con l’altro; e solo una volta usciti dal dolore e dopo esser rinati ci si rende conto sia dell’oggettività della situazione, sia dei consigli palesemente personalizzati che si ha dato.

    Che dire… quando non si vede via d’uscita, quando ci si sente con l’acqua alla gola, senz’aria, si è annebiati e dunque impossibilitati di fare qualunque cosa, perché il dolore è il proprio, la vita è la propria, e qualunque azione porta a delle conseguenze nella propria vita; invece i consigli dati ad un altro non portano a nessun tipo di conseguenza, né rinnovo del dolore nella propria vita.
    Logicamente sto generalizzando…

  4. 4
    Stefano614 -

    Non ci vedo nulla di sccandaloso, è più facile dare consigli che metterli in pratica.. 🙂

    Stefano

  5. 5
    T.D._ -

    Ho notato, ho notato… e a volte mi ci metto anch’io.
    Però condivido solo in parte questa tua durezza su questo atteggiamento, apparentemente contradditorio, ma forse non sempre tale.

    Mi spiego: ok, leggendo da fuori in un’ottica razionalizzata ti sembra che la coerenza degli autori sia sotto i piedi. Potrebbe essere davvero così. Anche a me non fa piacere, ma ognuno è fatto a modo suo. Ho imparato a non prendermi queste cose a cuore, come invece facevo qualche tempo fa, giungendo alla conclusione che l’importante sia non perdere i contatti con la realtà, siamo pur sempre in anonimato, in una situazione virtuale. E per quanto certe esperienze, vissuti, sensazioni e stati d’animo siano simili, paragonabili e condivi, altrettanto significante è il dato di fatto che qui come nella vita reale ognuno è diverso, entità soggettiva che si moltiplica in mille e altre mille sfumature.

    Secondariamente, beh, secondariamente posso parlarti di me.
    Sono pessimista, estremista, vedo tutto nero (e qualche volta bianco). Questo quando si tratta di me stessa.
    Quando scrive un’altra persona riesco a vedere spesso aspetti positivi di una situazione difficile, dolorosa che, se invece vivessi introspettivamente non sarei capace di notare o soffermarmici con attenzione.

    Scrivere consigli, opinioni e quant’altro non significa sempre vestire i panni dei saccenti, dei santoni o psicologi di turno, dei giudici o dei banali. Può essere voglia di evadere dai propri problemi, o magari altruismo, o può essere bisogno di condividere un pensiero, anche se magari “imposto” in una maniera innapropriata, può essere cercare di tirare fuori una parte bella e buona di noi che non sappiamo indirizzare al contrario. Ti sembra così strano? A me no. Sono stata tante volte contenta dando, forse anche più che ricevendo.

    Non dimentichiamoci che quello che scriviamo è sempre e solo un punto di vista personale. Che uno lo scriva con modesta o umiltà o che lo faccia con arroganza e straffottenza, siamo sempre dei piccoli, insignificanti -per quanto straordinari!- puntini in mezzo a tanti altri.

    Ciao

  6. 6
    CASADOLCE -

    eccomi!!! io sono la prima ad avere queato tipo di comportamento..
    Aspetta!! non del tipo che scrivo che mi voglio ammazzare e poi nelle risposte di chi scrive che si vuole suicidare scrivo: mannòò la vita è bella! 🙂 non a questi livelli di certo.. e davvero esisistono? dai, nn credo.
    Ma mi sono ritrovata anche io qualche giorno fa a scrivere una lettera di disperazione( di confusione, non di desiderio di morte)..e poi di sentirmi anche meglio nel ritrovarmi utile a dare consigli su cose che avevo passato.. certo, tutte solo ed esclusivamente esperienze vere..e che bello! Che bello poter lasciare qualcosa di vero, che bello sentirsi dire “grazie”.
    Sai, la scoperta che fai leggendo questi forum è che ” siamo un po’ tutti la stessa persona!”
    Anche chi risponde alle lettere di disperazione, non è detto che stia bene, anzi! magari risponde proprio perchè ci si riconosce.. e poi, sai quanto siamo complessi!
    Recentemente ho scritto una lunghissima lettera sulla categoria “me stesso” .. ma come far entrare tutto in quelle poche righe!
    certo che avevo anche cose belle, ma lì mi sentivo di dire tutte quelle brutte, ero giù e avevo tanto bisogno di essere ascoltata.
    Il bello di questo forum credo che sia proprio questo: scrivere una lettera perchè ti senti disperata e poi vedere che c’è chi sta pasando situazioni simili. e poi magari il Giorno successivo scrivere un’altra lettera dove sembri un’altra persona perchè la scrivi su altri punti dellan tua vita, su altre esperienze, magari spirituali, o sessuali, e lì sembri un’altra persona.
    Dunque la contradddizione che vedi creso che sia il risultato della grande complessità della nostra unica persona, e che non si possa ridurre assolutamente ad una etichetta del tipo: quello è il depresso, oppure: quella è la sfigata, oppure: quella è la disperata.
    E non si può neanche ridurre ad una lettera.
    Apprezzo molto che tu abbia colto questo aspetto, è stata un’acutissima osservazione.
    baci 🙂

  7. 7
    Mezzaluna -

    Si l’avevo notato anche io. Ma mi sembrava ordinaria umanità.

  8. 8
    Ely -

    Ritengo che sfogarsi su questo blog sia molto più utile che parlare con chi ci sta vicino e ha,a volte, difficoltà a dirci le cose come stanno senza illuderci.Io personalmente, confrontandomi qui con le esperienze altrui, sono riuscita ad avere una visione più obiettiva della mia situazione. Infatti dopo la fine di una storia importante ho inizialmente cercato conforto nelle amiche alle quali raccontavo il mio dolore e queste per non ferirmi mi dicevano di stare tranquilla che probabilmente era solo un periodo, che magari era un periodo di confusione e che sarebbe tornato!
    Niente di più sbagliato…io aumentavo le mie illusioni e invece di uscirne stavo peggio di prima. O meglio finchè ascoltavo le loro parole mi sembrava di stare meglio e poi quando non succedeva niente mi sentivo frustrata!!
    Mi è stato molto utile leggere i pareri dati in modo spassionato a persone nella stessa mia situazione e a me e da lì ho aperto gli occhi…
    Ho ridimensionato la catastrofe che pensavo di aver subito, ho iniziato a considerarla normale e quindi affrontabile.
    A poco a poco ne sono uscita.
    GRAZIE a tutti coloro che scrivono su lettere al Direttore!
    Anch’io ogni tanto scrivo per portare il mio contributo perchè mi sembra il modo migliore per esprimere tutta la mia gratitudine.
    GRAZIE

  9. 9
    Adele. -

    Caro Mau perché il cardiologo più bravo al mondo non può operare suo figlio al cuore? Eppure è il migliore, nessuno più bravo. Perché è coinvolto, perché non è obiettivo, perché nn saprebbe gestire una situazione critica, ma questo non mette in dubbio le sue capacità. Qui tutti siamo stati male e nello stesso tempo abbiamo incoraggiato gli altri e non perché siamo degli imbroglioni, ma perché è quello che veramente vorremmo anche per noi stessi, solo che a volte non ci riusciamo. Come non ci riescono le persone a cui magari diamo i nostri consigli. Ognuno se la deve vedere con la propria vita. Io mi preoccuperei di più se i consigli non fossero buoni 🙂

  10. 10
    lillilafioraia -

    concordo in pieno con mezzaluna-
    è solo normale ed umano che ciascuno di noi veda i difetti (in questo caso) i problemi degli altri e non i proprri.. Nessuno ti ha mai raccontato la favola delle due bisacce?

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