Ora il presidente George W.Bush alla maniera degli esploratori s’avvede che il nemico è così efficiente che un mutamento di strategia militare è assolutamente necessaria, in quanto s’è originata l’escalation della violenza ? Ora mi chiedo, ma la glorificata intelligence americana in quale luogo sostava ? Ma il Vietnam non dovrebbe aver istruito alla maniera dei mujhaeddin che contribuirono in modo decisivo al dissolvimento dell’Urss ? In Iraq mai si riuscirà ad ottenere risultati vittoriosi, pertanto è mio parere ritenere ragionevole il ritorno. Troppe, diventerebbero ancora le vite umane perse.
Lettera pubblicata il 21 Ottobre 2006. L'autore ha condiviso 140 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Carlalberto Iacobucci.
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Categorie: - Attualità
Anche io sono propensa al ritorno.. ma per quanto sbagliata possa essere stata questa guerra (alla fine pagano sempre i poveri civili indifesi) andarsene ora sarebbe ancora più un danno che un beneficio.
Ormai che ci sono devono fare in modo che si instauri una sorta di democrazia dove il governo possa quanto meno governare autonomamente.
Bisognerebbe imparare dalla storia .. ma a quanto pare non è così…
Cara Matilde, quanto affermi è certamente da lodare. Ma la realtà oggettiva cosa fa notere dopo anni di guerra e guerriglia la situzione è divenuta insostebile ed anche Bush ne prende atto. Per il capo di Stato Maggiore inglese è stato indubbiamente sbagliato l’intervento perchè correlato al troppo ottimismo. Ora però si rischia che altre truppe siano richiamate in Iraq, e per molti di loro non ci sarà ritorno. La cultura dell’intevento militare non è come il nostro indi convenzionale, loro non hanno nessuna paura di morire piuttosto il contrario. E se hai questa cognizione della vita ne uscirai sempre vincente.
Ciao Carlalberto