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Lettera pubblicata il 6 Giugno 2015. L'autore ha condiviso 10 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore chaponine.
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Andrea_The_Original
dici sempre che se femminismo dev’essere, dev’esserlo fino in fondo: e quindi è giusto che anche la donna paghi. E fin qui posso anche essere d’ accordo. come mai allora quando si tratta di adottare la visione femminista – ad esempio – nello scegliere come compagna di vita una donna molto emancipata sessualmente, allora lì il femminismo non vale più ? La parità deve esistere solo quando conviene all’ uomo ? ma poi… nell’ ottica di un rapporto COSTRUTTIVO e durevole nel tempo, conviene VERAMENTE all’ uomo scegliere una compagna inesperta ( sia del sesso che della vita in generale ) ? io non credo proprio. Ma questa è una mia opinione e ovviamente potrei sbagliarmi…
Tornando al tema principale, sono dell’ idea che snaturalizzare del tutto i rispettivi ruoli ( ad esempio accettando che la donna appena conosciuta e con cui si esce offra la serata ), sia deleterio quanto per le donne tanto per gli uomini. L’ emancipazione femminile non dev’ essere vista come un qualcosa che renda la donna UGUALE ALL’ UOMO IN TUTTO E PER TUTTO, ma ne valorizzi i caratteri distintivi. Per la mia esperienza personale, posso dire che più una donna si prodiga per soddisfare un uomo, più verrà trattata male. Più si comporta da stronza capricciosa, e più cadranno ai suoi piedi. Le donne questo lo sanno, e spesso SI SFORZANO di essere stronze anche se non è esattamente nella loro natura. Vi sembrerà strano.. ma tra chi corteggia ed elargisce e chi deve stare fermo a farsi desiderare, colui che sta meglio è quello che CORTEGGIA. il corteggiamento implica azione, iniziativa, fantasia. Lo stare FERMA implica invece AUTOREPRESSIONE e ANNIENTAMENTO dei propri impulsi. In pratica è una violenza che le donne fanno a se stesse pur di farsi desiderare! è tremendo. ma queste sono le “regole”, e anch’ esse fanno parte di quel codice non scritto cui accennava golem.
In conclusione: i rispettivi ruoli nel corteggiamento vanno mantenuti sopratutto perchè l’ uomo non vada in crisi! noi donne ne faremmo anche a meno!
Trovo invece che uomini e donne dovrebbero COMPLETARSI VICENDEVOLMENTE: gli uomini avrebbero bisogno di prendere spunto dall’ elasticità mentale e dalla versatilità delle donne; le donne, a loro volta, dovrebbero imparare ad assorbire un pò della razionalità, del cameratismo e del senso pratico tipico degli uomini. Invece si perdono in inutili manfrine e schermaglie senza senso che sottraggono tempo ed energie.
Bravo Golem.
Quando invitavo una donna a pranzo, a cena, al cinema o in qualsiasi altro posto, lo facevo per il piacere di farlo, perché ho sempre considerato questo modo di fare come una manifestazione di gentilezza, stando sempre attento a non creare imbarazzo.
Gesti gentili che hanno sempre stati presenti nel mio bagaglio comportamentale, e che sono sempre stati, e ancora lo sono, rilevati e apprezzati.
Così come, quando riaccompagnavo a casa una fidanzata o un’amica, ho sempre avuto l’accortezza di aspettare che entrasse nel proprio appartamento prima di andarmene via.
Anche nei confronti di una mia carissima amica che pratica boxe ad alti livelli.
Galanteria? Mia insicurezza? Mia manifestazione di un maschilismo che non riesco a celare, o semplicemente un po’ di cervello unito a semplice educazione?
Nessuna delle donne transitate nella mia vita mi ha mai rimproverato una vena maschilista.
Lo ha fatto un uomo. Cosa alquanto curiosa.
Ognuno di noi si comporta seguendo un codice che rispecchia il proprio modo di essere.
Le mie regole sono facilmente riconoscibili da parte di chi conosce il mondo dal quale le ho imparate.
Tutto il resto è noia, e la lascio volentieri ai noiosi. Di loro non mi occupo.
Golem. Confermi ciò che dico, la paura di apparire sfigati ad una donna. E anche se fosse? Sarebbe un problema suo.
A me piace offrire quando mi va di farlo, sia ad amici che fidanzata, ma non deve essere né un’imposizione, né un atteggiamento conformista.
Ciao Maria Grazia! Come stai?
Personalmente, il mettere mani al portafoglio in nome del piacere di farlo e di una educazione che credevo fosse terra terra, non mi ha mai portato a pensare a questo mio gesto come un atto negatorio del valore della donna, o come una manifestazione maschilista mista a insicurezza personale.
Sinceramente tutte queste seghe mentali non me le sono mai fatte. E vivo bene.
L’unica aspettativa che ho sempre avuto e che sempre avrò, è quella di non venire mai meno alla mia natura di uomo. Questa mia natura comprende il comportamento che ho descritto, quindi rimango fedele a me stesso, e nulla mi importa se qualcuno giudica questo mio modo di fare come chissà che cosa.
Ripeto: questi gesti di galanteria sono apprezzati.
Quando sarà la donna a regalare un mazzo di fiori ad un uomo, allora potrei essere disposto a cambiare questo mio comportamento, ma quando questo accadrà sarò, fortunatamente, già morto.
Ciao!
Io credo che al giorno d’oggi,non è più necessario pagare il conto come si faceva una volta.
Di solito io pago il conto quando mi sento di farlo,indifferentemente se esco con un amico per una birra o con una ragazza per un aperitivo,non lo considero un obbligo,ma solo un atto di cortesia.
Poco tempo fa sono uscito con una ragazza per un gelato e abbiamo fatto conti separati,senza problemi,al giorno d’oggi certe ragazze si sentono sminuite se insisti a pagare per entrambi,come se non accettassi la loro indipendenza economica,retaggio di altri tempi che ponevano l’uomo come unico detentore del denaro.
Credo che ormai sia giusto smetterla di pensare che sia un obbligo maschile,anzi,insistere su questa linea evidenzia che la parità dei sessi è ancora lontana,bisognerebbe pensare che l’offrire la cena è solo una cortesia che si fa senza obblighi ma solo per il piacere di farlo.
Io credo che ormai l’essere cavaliere è un modo comportamentale superato,la gentilezza,l’altruismo e la cortesia non dev’essere indirizzato unicamente al genere femminile,ma anche a quello maschile in pari misura e senza nessun genere di costrizione.
Andrea, riprendo il ragionamento di M al riguardo, aggiungendo che l’attenzione all’ospite nei termini che ho spiegato non è un bisogno di “apparire” per coprire il famoso timore di essere sfigati che forse si teme di essere. Come dici tu, che si tratti di un amico o di un’amica, se io li invito da qualche parte, per quanto mi riguarda è sottinteso che mi fa piacere farlo, pertanto il pagare la cena non potrà mai essere un obbligo, ma una naturale conseguenza di quell’iniziativa. Altra cosa è l’essere usciti in compagnia e fare “alla romana” come sarà sucesso a tutti. Ma ripeto, se esco con una donna è pacifico che mi piace “come persona”, quindi non essendoci nessun ulteriore secondo fine, non mi sento defraudato comunque finisca la serata. Non so se mi sono spiegato. Non è mai successo, quando era il tempo, che invitassi a cena una femmina “che mi volevo fare” ma che non trovassi interessante come donna. Per mia fortuna non ho mai avuto bisogno di fare tutta la pantomima per sedurre questa o quella. Quando arrivavo ad uscire per socializzare ulteriormente e approfondire la conoscenza, era perché si era già creata una certa intesa intellettuale e una simpatia reciproca, che non poteva escludere l’avvenuta valutazione delle reciproche intelligenze. E quando si è tra persone intelligenti non c’è bisogno di sapere come comportarsi. Non nascono nè equivoci, nè fraintendimenti, neppure quando c’è da pagare il conto.
Andrea_The_Original,
sono in sintonia con il tuo post 17: la galanteria non si riscontra nel portafoglio ma in ben altri aspetti. a mio avviso la “sfiga” non è riscontrabile in una carenza di disponibilità economiche. anche se offrire può essere vissuto come un piacere, resta pur sempre in sottofondo l’aspetto di voler apparire.
fino a ieri, quando la donna non aveva redditi propri, era più che logico che fosse l’uomo ad sostenere piccole spese per due. oggi nella maggior parte dei casì non è più così, e la pretesa femminile di essere “omaggiata” in tal senso spesso diventa una forma di squilibrio in un sano rapporto di coppia.
a me, che cerco da quando avevo vent’anni di fare la mia parte a livello economico, è rimasta una debolezza: quella di essere trasportata in auto o in moto, in quanto mi piace che, come nel ballo, sia in quei contesti l’uomo a “dare di più”. se si condividono viaggi lunghi, però, cerco di bilanciare con qualche altro contributo alle spese.
“e la pretesa femminile di essere “omaggiata” in tal senso spesso diventa una forma di squilibrio in un sano rapporto di coppia.”
SQUILIBRIO ??? ADIRITTURA??? ma per favore.. non diciamo assurdità. se esco con un uomo la prima volta io mi aspetto che lui offra almeno la cena. E non perchè io sia una squilibrata, è una pura questione di GALANTERIA. Lo ripeto: nel corteggiamento ci sono dei RUOLI da rispettare, e nessuna rivoluzione culturale o sociale li potrà mai debellare. e il rispetto di questi “ruoli”, come dicevo, servono sopratutto all’ equilibrio psicologico del maschio. che altrimenti si vedrebbe defraudato della sua veste naturale di “cacciatore”. per il resto, sono d’ accordo con quanti dicono che a volte si offre e si paga per altri, anche solo per il puro piacere di farlo, senza vederci dietro necessariamente chissà quali scopi reconditi..!
ciao M.
Ben ritrovato! so che la tua “latitanza” è dovuta sopratutto ai lieti eventi familiari che ti riguardano. perciò ti faccio le mie più vive felicitazioni 🙂
a parte la mia ulcera, sto abbastanza bene 🙂
per rispondere alle tue osservazioni, posso dirti che non intendevo dire che “offrendo” si nega alla donna il suo diritto alla parità, anzi! sostenevo più che altro che in un reale contesto di parità, le donne dovrebbero essere libere di cercare, di offrire e di corteggiare quanto gli uomini. Ma questi comportamenti non sarebbero apprezzati dai nostri corteggiatori, i quali – come dicevo – si vedrebbero privati del loro ruolo di MASCHIO. a me non pesa affatto farmi offrire le serate quando un uomo è disposto a farlo, e non vedo perchè dovrei sentirmi “sbagliata” per questo. Mi pesa solo un pò il fatto, a volte, di dover nascondere i miei desideri e i miei sentimenti per non sembrare troppo coinvolta ( atteggiamento, questo, a cui gli uomini sono allergici ).
La stessa rossana che oggi afferma che anche la donna si deve prodigare per l’ uomo, è la stessa che tempo addietro, in un thread, ha scritto che i rapporti che funzionano davvero sono quelli in cui LUI ama di più di LEI ( anche in termini pratici ).
si vede che ha cambiato idea…
Walk,
se una ragazza si sente sminuita da un gelato significa che c’è qualcosa che non va.
Se io fossi una donna e dovessi uscire con un uomo che mi interessa, e si andasse al bar a prendere un caffè, o al cinema, o semplicemente a mangiare un panino al parco sdraiati sull’erba, sinceramente mi aspetterei che sia l’uomo ad offrire, e non mi sentirei una donna ferita nell’orgoglio o una taccagna.
Tu dici che ci sono comportamenti da superare, e io invece credo che ogni persona dovrebbe assumere comportamenti in linea con la propria personalità, e quindi non esiste OBBLIGO.
Io questi comportamenti non li supero, perché la gentilezza non ha mai ucciso nessuno, e viene notata e apprezzata.
Si è gentili per essere gentili, e non per voler apparire.
Io non appaio. Io sono.
Apparire come, poi? Magari come il riccone di turno? Magari pagando un gelato da 2.50€?
Suvvia.
Saluti
Golem,
in nome dell’ospitalità (sacra) io ero uno di quelli che cedeva il proprio letto e la propria stanza ad amici o parenti, e dormivo sul divano.
Questa volta non sempre per piacere visto che il divano dei era più corto di me.
Ma tanto è.
Saluti interista.
Punti di vista M..
chiaramente ne io ne te possiamo entrare nella testa di una ragazza per sapere cosa pensa quando esce con un uomo,credo che dietro certe tradizioni ci sia solo un modo di vedere l’appuntamento con una ragazza,forse dalle tue parti si esce solo se si ha un interesse serio,dalle mie invece si esce anche solo per curiosità,per conoscersi e magari non si ha nessun interesse.
Nella mia esperienza ho notato che molte volte,se non nella maggior parte,se insisti per offrire la cena o il gelato,la ragazza ha un espressione infastidita,alle volte è anche accompagnata anche da “perché devi pagare te?”
Molto probabilmente è una conseguenza della indipendenza economica che mette nello stesso piano l’uomo con la donna.
Il tuo esempio del gelato può essere tranquillamente ribaltato e visto da un angolazione diversa,la ragazza in questione poteva offendersi pensando che non la considerassi nemmeno in grado di permettersi un gelato.
Ribadisco però che non è una regola fissa,dico questo solo perché credo che non ci sia più l’obbligo da parte dell’uomo di offrire la serata,ma in tempi moderni è una libera scelta.
Se ci pensi bene il mio discorso ha un filo logico,dobbiamo cominciare a considerare le donne pari a noi e come tra uomini si offre la bevuta o la cena solo se si sente la necessità,dal mio punto di vista è anche questa una forma di rispetto.