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Lettera pubblicata il 2 Febbraio 2014. L'autore, skar1982, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Maria Grazia,
“Le persone si conoscono guardandole negli occhi, non attraverso quello che dicono da un monitor” – tu concordi; io, invece, mi permetto di dissentire: può capitare che nemmeno in un’intera vita si abbia modo di conoscere veramente una persona, sia nel reale che nel virtuale, se questa continua a presentarsi come vorrebbe essere e non come di fatto è. esperienza vissuta, non millantata.
qui ci sono soltanto due uomini vincenti e felici, con punti di vista ineccepibili e vite meravigliose. c’è da chiedersi cosa vengono a cercare qui, oltre al gusto di mettersi in mostra (niente a che vedere con le idee) e al considerare dall’alto tutti gli altri come miseri “casi umani”… mah!
Rossana, come non concordare con i tuo post 839 e 841? C’è qualcosa di strano in tutta questa felicità di coppia millantata… Tra l’altro mi ricorda, questo, un certo Lorenzo.. 🙂
M. MG, Golem: “in uno spazio virtuale contano le idee e non la persona che ci sta dietro, per cui è lecito utilizzare più di un nick per ribadirle, poiché il centro son le idee e non i nick che le espongono” Sbagliato! Se non c’è una concordanza tra ciò che si esprime e ciò che si è, le proprie idee valgono come un soldo bucato. Perché le idee non sono invenzioni ma si fondano su ciò che noi siamo e sulle nostre esperienze. Se un Kid viene qui a scrivere che le donne sono inaffidabili ecc.. esprime una idea che si fonda sulla sua esperienza di vita, e sul suo modo di essere di non accettare raggiri o inganni ma volere dagli altri la massima trasparenza (in quanto anche lui con gli altri si comporta così). Dunque un’idea basata sulla propria esperienza e sul proprio modo di essere.
Se viene qui Topo Gigio a scrivere le stesse cose di kid non è credibile perché è un topo e quindi non può avere esperienza di donne, e perché è un pupazzo, quindi non esiste e non ha un modo di essere.
MG se tu fossi venuta a scrivere con più nick femminili diversi sempre la stessa idea che le donne sono attratte dai bastardi, per esempio, saresti stata contraddetta ugualmente da chi non la pensa con te. Se invece usavi nick maschili per dire la stessa cosa, la stessa assumeva una luce diversa perché detta da un uomo stavolta e avrebbe causato l’accodarsi di uomini che la pensano in questo modo (ma loro perché ne son stati feriti). Vedi come cambia un’idea a seconda di chi la esprime? Se la esprimi da donna passa come un punto di vista di una donna basato sulla propria esperienza e sul proprio modo di essere, ed esprime una preferenza verso gli uomini, se la esprime un uomo passa come una critica alle donne che vogliono il bastardo perché di uomini non bastardi che vengono mollati dalle donne ce ne sono e questo genera rabbia e critica verso quel modo di fare.
Visto che le idee cambiano a seconda di chi le esprime?
Infine volevo aggiungere che inventarsi cento nick per sostenere una propria idea è volersi imporre in ogni modo possibile, non è dibattere una propria idea pure all’infinito volendo, per il qual scopo basterebbe un nick solo. Dunque c’è dell’altro in questo fingersi tremila nick diversi che, guarda caso, la pensano tutti in quel modo senza cambiare una virgola, e su questo non posso che dare ragione a Rossana quando dice che è una volontà di predominare e imporre e indottrinare. Dunque nulla di più lontano da un sano dibattito.
È una “ragione” per chi la vuole riconoscere come tale, che proviene da una riflessione logica, inattaccabile in quanto logica. Come un teorema matematico.
Io cerco quello che cercano tutti credo. Parlare, discutere ma non per fare “carriera”.
Quanto alla “Santuzza” di Southampton, c’è da immaginarla frustrata e sottomessa dall’autoritarismo del marito padrone italiano. Quella svergognata.
Cancellare un sentimento? Riconoscere un’illusione, e non sai quanto le e’ servito per crescere. E io con lei.
rossana
vedi io cerco sempre di mantenere un certo distacco emotivo dietro alle persone-nonpersone che si celano dietro un nick. quando mi infervoro, mi infervoro unicamente per quello che viene scritto ( come nella questione degli amori non-corrisposti ), per le opinioni espresse, e non già per il “personaggio” che quel nick rappresenta. invece ho l’ impressione che su LAD avvenga generalmente il contrario. non mi riferisco a casi specifici ( come il tuo ) sia chiaro ! il mio è un discorso in generale. Ora, se questo meccanismo è già discutibile nella vita reale, figuriamoci in uno spazio virtuale dove le “identità” sono un concetto astratto per definizione. coloro che usano un nick anonimo e non ricollegabile ad un individuo concreto, e che al contempo si preoccupano del loro “onore” qui su LAD, o di tacciare a tutti i costi “chi gli sta antipatico”, secondo me, come dice golem, sono ridicoli, e non hanno compreso assolutamente nulla della vera funzione di questi forum.
Maria Grazia,
se si è in sintonia, tutto ok, ma in questo non c’è alcun merito.
se non lo si è o non lo si è più, niente di più “normale” passare dalle idee, sulle quali non si predomina in assoluto, a denigrare ed esautorare la persona. dal più al meno lo fanno quasi tutti.
esempio standard: M.! appena si è (per così dire) semichiusa la discussione sull’amore non ricambiato, si è fiondato su un altro thread, facendo comunella con Esse, che prima aveva bistrattato, pur di attaccarmi sul fatto di essere stata un’amante. lui stesso mi aveva chiesto dettagli in merito e sul momento non aveva espresso nemmeno un mezzo commento.
poi, invece, ha fatto del suo meglio per demolirmi asserendo che mi ero dichiarata sensibile (cosa mai affermata) e criticandomi per non essermi dimostrata “sorella” nei confronti della moglie del mio amante.
tutto questo c’entrava qualcosa con le idee, a cui dà (a suo dire) la sola reale importanza? più che ammissibile che dicesse la sua prima che entrassimo in conflitto; a mio avviso molto meno dopo, pur asserendo che poteva fare l’uso che desiderava di quanto avevo scritto. bella coerenza davvero affermare un concetto e poi comportarsi in modo esattamente opposto!
per il poco che vale un interscambio in rete, per me può avere un interesse relativo soltanto se c’è un minimo di collegamento credibile fra quello che si scrive e quello che si dichiara di essere. altrimenti si tratta di nick/persone inaffidabili, sia che si comportino così nel reale che nel virtuale.
opinione personale, ovviamente.
camy
io penso solamente che i nick di un forum sono una cosa, le PERSONE REALI UN’ ALTRA. se io intendo conoscere un utente al di fuori di questo forum, non mi baserò solo su quello che ha scritto ( con cui potrei essere più o meno d’ accordo ) ma cerco di frequentarla per un tempo ragionevole che mi permetta di conoscerne il reale trascorso e il reale stile di vita. se per me questo è importante.
questi spazi virtuali non possono consentire, per ovvi motivi, una certificazione dell’ attendibilità di una persona. per cui se qui viene espressa un’ opinione, io posso solo concordare o meno con quell’ opinione, ma non posso pretendere che il nick che la espressa mi dia prova delle sue generalità! anche perchè sennò qui non scriverebbe più nessuno, ti pare? sopratutto chi tratta argomenti delicati sul suo vissuto, si nasconde dietro uno pseudonimo, e dietro quello pseudonimo può celarsi chiunque. è assurdo pretendere di conoscere REALMENTE una persona solo per quello che scrive in un forum. così come è assurdo pretendere che un utente riveli nome, cognome, sesso reale di appartenenza e storia vera della sua vita inn uno spazio in cui la gente si viene a confessare perchè sa di essere protetta dall’ anonimato, o in uno spazio in cui le persone decidono – per loro libera scelta – cosa raccontare o non raccontare. quindi rimango della mia idea, pur concordando con te che la miglior cosa sarebbe sempre la trasparenza. ma dato che molte idee, come dici, assumono valore o non valore a seconda di chi le scrive, tanta gente preferisce rimanere anonima e non rivelare particolari di sè per cui verrebbe comunque lapidata, anche quando esprimesse concetti condivisibili. è un’ esigenza che francamente comprendo molto bene, dato che spesso nella vita sono stata giudicata in base a un preconcetto nei confronti della mia persona, e non per quello che esprimevo o che facevo.
Camy,
– “Se non c’è una concordanza tra ciò che si esprime e ciò che si è, le proprie idee valgono come un soldo bucato.”
– “inventarsi cento nick per sostenere una propria idea è volersi imporre in ogni modo possibile, non è dibattere una propria idea pure all’infinito volendo, per il qual scopo basterebbe un nick solo.”
– “è una volontà di predominare e imporre e indottrinare. Dunque nulla di più lontano da un sano dibattito.”
la percepisco anch’io così. forse non è un modo di far “carriera” (chissà poi quale?) ma nemmeno un atteggiamento sano. se si vuole portare avanti una crociata per superconvincere se stessi, bisognerebbe avere il coraggio di farlo alla luce del sole, non nascondendosi dietro ridicole ombre.
asserire che non ci si vuole imporre quando si cala con 14 nick diversi su tutte le donne che presentano la minima concordanza con l’amore non ricambiato della ormai ben nota favola rosa, e poi negare che lo si fa, perchè non si è immediatamente identificabili con un solo nick, a mio avviso, rappresenta qualcosa di anomalo e di falso. cosa può spingere a un tale comportamento? non certo il piacere dell’interscambio!
Lorenzo intriga parecchi utenti abituali e nessuno è ancora riuscito a smascherarlo. più di uno suppone possa trattarsi di Sarah, ma usa un frasario troppo comune perché di possa collegarlo a qualcuno in particolare… in ogni caso, è un troll per certi versi persino simpatico!
buona serata!
“Concordanza tra ciò che si dice e ciò ché si è”. E tu chi sei Camy? Pensi che solo perché dici di essere Camy qui siamo tutti sicuri? Sai che si potrebbero trovare anche per te decine di nick simili? Se trovo il tempo te lo dimostro. E questo prova una sola cosa, che qui non si è sicuri di niente se non di quello che di legge. Guardati un bel film che si chiama ” American Hustle” e capirai meglio.
Infatti questa pratica multi nick e’ seguita ed è stata seguita da decine di scrittori e giornalisti tra i quali Pessoa, con diversi eteronimi, Craxi con Ghino di Tacco, Ferrara con l’Elefantino e se guardi su internet ne trovo quanti te ne servono. Ma nessuno si scandalizza, proprio perché scrivere vuol dire PRESENTARE idee, non la propria figura. Quello che dici serve proprio a dimostrare il contrario di quello che sostieni, e cioè che è il culto del nome che conta per qualcuno e non la validità delle idee. Ed con quel “culto” che si dichiara l’obiettivo sotteso, dove le idee sono strumentali alla bisogna, per essere riconosciuti e farsi “un nome” appunto. Infatti quando questo virtuale nome lo si vede messo in pericolo DALLE IDEE, poi si reagisce come abbiamo visto, chiamando a raccolta la “truppa” pensando che il numero possa compensare gli argomenti mancanti.
La ricerca dei nick sta facendo un favore a Golem quando dichiara che non si vuole apparire, e non il contrario. Dimostrando che per chi si scandalizza, “più nomi” significa più successo, quando è vero il contrario come vedi.
Infatti la grande Elicia da Saragozza diceva sempre ” Fatti il nome, e poi vendi aceto” (invece del vino)
Non è distribuendo le idee su cento nick che si vincono le “elezioni” se è questo che si vuole in realtà, ma per affermarle indipendentemente dal nome. Quindi non si condiziona nessuno verso un personaggio, ma verso quello che dice. Semmai domina e predomina l’idea, non chi la esprime. Quindi, tu sei qui per le idee o perché sei Camy? E se fossi Ymac? Non vali più niente?
Capisci quanti pregiudizi sui nomi? E quante mafiette per appoggiare questo o quello in caso di bisogno anche se sta sparando castronerie? Allora, e’ un luogo per dibattiti o un “prive'”?
Qui dovremmo tutti chiamarci Nessuno più un numero. Allora si che scomparirebbero i personalismi ed emergerebbero le idee, e con queste ci si “distinguerebbe”. Ti accorgeresti, Camy, come il nome non condizionerebbe più nessuno ne’ questo nessuno si preoccuperebbe di coltivare il suo personale giardino delle vanità.
Camy, vuoi un esempio concreto dei guai che crea questo equivoco di cui ho parlato che ha portato me e Rossana a questo punto? Le false aspettative.
Se Ross non avesse avuto con me una corrispondenza privata, con la quale ha supportato l’apice della mia crisi, traendone della vera stima da parte mia, non avrebbe reagito in quel modo che sappiamo, perché ero diventato una “sicurezza” per il suo patrimonio di amicizie virtuali. Ma quelle pur utili discussioni le ho dovuto rivedere alla luce della MIA storia, di quella di mia moglie e di quanto sopravviveva di quella antica vicenda. E una storia seria non è tale se vi sono strascichi di una precedente. E c’erano evidentemente se una volta accettata l’illusione il rapporto e’ decollato. Ma questo non inficia nessun altro rapporto di nessuno altro al mondo, se pure simile per non essere stato ricambiato, se la o il protagonista ne è comunque soddisfatto. Ma come non pensare che nella reazione di Rossana non abbia pesato il nome e l’idea che si era fatta di me, A CAUSA DELLA SCARSA O LIMITATISSIMA conoscenza dell’una verso l’altro? Ma di chi è la colpa? Di questi mezzi? No, sono solo mezzi. La colpa e’ di chi vuol vedere piu’ di quello che si dovrebbe.
Ci sono stati altri casi analoghi, di delusioni e litigi, dei quali tutt’ora leggiamo ancora gli strascichi, perche’ NON si e’ riusciti a capire a cosa serve LaD, e mi dispiace ovviamente. Questo non puo’ essere un posto dove fare amicizie e neppure utile per la propria autostima. Anche se mi pare che Sarah invece ha avuto fortuna . Ma quella è stata: fortuna. La maggior parte sono delusioni perché questo è e restera sempre il meraviglioso mondo di Amelie, ma quello vero e’ un’altra cosa. Funziona diversamente.
Allora prima di giudicare una situazione come sbagliata, si guardi invece quali aberrazioni può aver messo in luce, e vediamo chi è l’ha vista lucidamente.
Perché è vero che se vivi in un villaggio dove tu fai l’ora giusta, ma tutti si regolano con la torre dell’orologio che fa l’ora sbagliata, sei tu che fai l’ora sbagliata. Ma non per questo diventa giusta quando quel resto degli abitanti va in città. E prima o poi in ” città” si deve andare.
Ciao