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Lettera pubblicata il 2 Febbraio 2014. L'autore, skar1982, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Io mi ritiro. Credo in tutta onesta’ di aver analizzato la situazione di Fabrizio sotto tutti gli aspetti, cercando di essere più chiara possibile. Non credo di essere più in grado di sostenere l’ultima chiosa di Luna e dei dettagli che propone, compresa la storia dello zio, che apre, una volta di piu’, scenari di crescita delle visuali di lettura esponenziali, da sistema frattale: pressoché infinite.
Due persone si sono frequentate, forse amate, per non ritrovasti più sugli obiettivi da perseguire. Uno di questi ha lasciato, male, per divergenze sui principi che attengono al proprio modo di interpretare la voce” libertà” e realizzazione di se’. Non c’e molto più da dire dopo quanto ho espresso per chiarire questi fatti.
Grazie per l’attenzione prestatami e vi auguro una buona vita,
Laras
Laras, grazie a te. Ammetto di non aver capito a cosa ti riferisci. Credo comunque che al di la’ dello specifico caso di Fab, da analizzare o meno, sotto il topic “chi li capisce gli uomini” (o donne che siano) siano emersi vari spunti, visioni, opinioni, considerazioni e anche racconti di esperienze ecc com’e’ proprio nel forum, soprattutto con argomenti che riguardano le relazioni umane. intendo dire, se si dovesse fare “un bilancio”, se, da questo punto di vista proprio in linea con le diverse ragioni per cui questo spazio esiste, Lad, mi pare positivo. Per quanto riguarda Fab lui fa comunque le sue rielaborazioni, sulla sua storia, si dara’, anche col tempo, le sue risposte. quelle, alla fine, che servono, di solito a guardare avanti, pur con una personale integrazione/collocazione di cio’ che sta dietro. Non credo che si tratti, per il resto, di apertura di “scenari esponziali”. Ma non capito davvero a cosa ti riferisci. Rispetto ovviamente la tua opinione per te che il perche’ conti piu’ del come. puo’ darsi anche che nelle tue esperienze personali il “modo” sia stato meno rilevante. puo’ darsi, dico. per questo forse (e’ solo la mia sensazione) nel riassumere i fatti il riassunto si chiude su un certo punto. Lo comprendo nel senso che in diverse esperienze anche personali il “modo” non e’ qualcosa che abbia avuto un impatto cosi’ forte da divenire un aspetto persino “a se'”, sebbene legato a quelle battute, ragioni precedenti. Non a caso, infatti, mi riferisco, comunque sia andata, e quali i perche’, a persone che non considero aliene ne’ loro me, non si evince un surplus di accanimento, violenza, destabilizzazione. pur con il ritorno all’individualita’, pur non con un rapporto di “dipendenza”, con la necessita’ di una rielaborazione dal noi al separarsi e anche coi possibili momenti piu’ complessi iniziali. ma no alieni nel senso dello zio (esempio di una certa modalita’, e dell’effetto che fa, l’ho citato per questo). Come, anche Corvirio, cita certi atteggiamenti della ex, che vanno credo al di la’ della divergenza di opinione, del concetto di liberta’ e realizzazione personale. Per il resto, Fab, una volta palese che lei ha un’altra vita trovo sano un no contact nel presente che ti permetta di rielaborare un distacco, quello sano, per il recupero di un tuo equilibrio. ma perche’
cio’ avvenga deve anche avvenire via via quello “scatto” di smettere di analizzare convulsamente il passato. cosa che ad un certo punto non serve a capire di piu’, ma e’ solo una centrifuga che continua a girare su se stessa. Io penso che, proprio per come sembri funzionare tu, tanto piu’, il “modo” abbia inciso non poco, oltre alla fine, sul fatto di andare in “centrifuga”. Ad un certo punto pero’ i fatti sono che lei non e’ piu’ in quella relazione che ti ostini ad analizzare: quando si e’ in due il senso puo’ essere costruttivo; quando si rimane soli lo e’ perche’ sia una sana autocritica che un’osservazione dei fatti e delle sinergie o meno ecc cmq e costituire rielaborazione esperienza. ma oltre un certo limite… se valuti che questa persona abbia avuto infine degli atteggiamenti egoisti e che non stimi e che comunque stesse pensando alle sue chiappe quando ti sciorino’ addosso una serie di atteggiamenti e parole ha senso dare corda a quell’egoismo e anche a cio’ che non valuti vero continuando a pensarci per sei anni? avendoti letto anche anni fa ti leggo cmq piu’ ricentrato su te. il fatto poi di non sentirti pronto per un’altra relazione mi sembra fisiologicamente piuttosto naturale dopo un divorzio, non e’ che tutti l’indomani siano yeye e aperti in tal senso; ne’ un nuovo amore cresce sugli alberi. e che sei anche un tot incazzato mi sembra piu’ sano e una fase anche quella rispetto a quando la tua rabbia e il tuo fastidio erano piuttosto repressi a favore di una totale autoecolpevolizzazione e idealizzazione. detto cio’, al di la’ di ogni possibile analisi piu’ i meno condivisibile comprendo ilnconveto “felicita” psgata con gli interessi”; anche se lei non ha voluto fartela pagare ma il modi ecc sono stati solo conseguenzadel pensare alle sue chiappe o dove la portassero il cuore e le ragioni che si e’ data. L`esperienza dela fine di un Amore, se ti arriva addosso all’improvviso (indipendentemente se l’altro lo sapesse gia’) e’ pdicologicamente, ma soprattutto emotivamente e snche fisicamente pesaantissima. E ci mette parecchio a risolversi, con gradi di malessere altissimim Banale? Ionmi sono resa conto che avevo l’empatia delle persone e anche nella loro paura del puo’ succedere. ma le persone a cui non era effettivamente successo dopo (durante) una Vita insieme non conoscevano da dentro quella “malattia” che ti arriva addosso.abbiamo avuto altri dolori durante, grandi.e pensavo mi rincuora non conoscano questo. spero davvero mai.
comunque Fabrizio, il voltafaccia è purtroppo cosa frequente nelle persone.. pure da chi non ti aspetti e che ti voleva bene fino a un minuto prima e a cui tu volevi bene… è brutto accettarlo, specie da chi non ti aspetti.. ma tant’è .. che possiamo fare? a volte penso che è solo questione di fortuna, trovare quello o quella che non si trasformano a un certo punto. ciao, buona fortuna
Laras, Luna, Camy, buongiorno.
Comprendo la bontà delle vostre risposte e anche le divergenze di opinioni. Che comunque non sono poi tanto tali.
Tu Laras, a mio parere sembri attenerti molto ai fatti. Nel senso cioè come dati di fatto. E dici “ok é avvenuto, poteva accadere”. Ti attieni a ciò che non é modificabile. Poi tutto il resto é possibile. Certo che é così. Ma esiste il giusto e lo sbagliato. E anche se nessuno di noi é giudice abbiamo comunque la capacità di valutare. Chiaro che come dici tu bisogna sempre sentire l’altra campana. Ma a volte non é possibile perché l’altra campana non c’é. Riguardo lo zio di Luna ad esempio io non lo conosco. Ma dai fatti esposti da Luna non posso non accusarlo. É lui che ha sbagliato, senza se e senza ma. A volte Laras nella vita ci sono situazioni che vanno valutate in base ad una regola che vale più di qualsiasi legge. Si tratta del BUON SENSO. Il buon senso non cambia con le leggi. Rimane tale sempre e comunque. E ti fa dire che la schiavitù é sbagliata anche quando ci sono leggi che la tutelano. E che il tradimento é sbagliato anche se non é reato.
Ecco le verità di cui parlavo. Fornite dal buon senso. Che non é legge né fisica né penale né morale. Ma che se tutti noi l’applicassimo saremmo in grado di valutare e, perché no ? Di giudicare.
Caro Fabrizio, non mi sentirai mai dire che quello che dici NON sia vero, ma come ti ripeto c’è chi non la pensa come te e come noi. La schiavitù e’ sbagliata ma c’era chi la praticava, tua moglie NON doveva comportarsi così ma lo ha fatto, e nessuno può farci niente, se non constatarlo.
Bisogna accettare che ci sia chi NON la pensa come noi. Lo chiamano ” libero arbitrio”.
Un saluto cordiale.
Fab, credo che il discorso sia che ognuno di noi ha comunque un proprio concetto di accettabile/inaccettabile, di giusto/sbagliato ecc che non riguarda solo un’idea sua teorica, ma anche i suoi bisogni personali e la sua emotivita’ e il suo limite tra equilibrio e cio’ che considera un pericolo al suo equilibrio. Tu quando hai scoperto che tua moglie ti aveva tradito in quel momento, per quanto pensi che tradire per te sia sbagliato, hai messo sulla tua bilancia quella cosa e in quel momento sei, in qualche modo (consentimi il termine se pure improprio) riuscito ad accettarlo, perche’ non andava oltre un tuo limite di tolleranza riguardo il tuo equilibrio mentre altro ti risultava piu’ intollerabile. Un’altra persona di fronte a quell’azione l’avrebbe vista superiore come “sbagliata” e intollerabile rispetto a qualsiasi altra istanza, un altro avrebbe magari detto “presentami il tuo amico e facciamo tre cuori in affitto o un triangolo”. Lo zio, per me, non solo per me, si e’ comportato di stramerda, anche perche’ io amo le persone con cui lui si e’ comportato di m. E ho visto da vicino le difficolta’ che ha creato. Pero’ lo zio ha vicino una persona per cui quel comportamento non e’ grave quanto lo sia per me, lo vede dalla sua angolazione. Per lei, dopo un tot di relazione intercorsa e avviata tra loro, lui sarebbe stato uno stronzo se la piantava e restava in famiglia e continuava la sua vita. Secondo una “regola” per te probabilmente lei non avrebbe avuto alcun diritto di lamentarsi, lui era sposato e lo sapeva. Ma dal suo punto di vista, dopo un bel po’ di relazione da lui impostata come vera e comunque centrale e da lei vissuta come tale (indipendentem che non si sapesse) lui sarebbe stato una merdaccia se avesse mollato lei, non la moglie. Idem mio zio ha ancora dei parenti, per quanto ne so, che lo frequentano e hanno tagliato invece i ponti con la zia e avra’ amici nuovi i quali magari sapranno pure da dove e cosa viene ma non per questo non gli rivolgono la parola. Io non so che farei se lo zio un giorno risbucasse. Certamente non direi a mia zia se perdonarlo o dargli un calcio in culo, perche’ riguarda lei, non me. O i suoi figli. Io personalmente non sono stata colpita dal fatto che abbia scelto di andarsene, di separarsi quanto da .come. E dall’aver visto come abbia trattato le persone che gli volevano bene, senza alcuna empatia e lasciandole ma anche mettendole in difficolta’, facendo un danno (sotto vari aspetti)…
Ma lasciando agli altri di occuparsene e gestolirlo. Nella fattispecie lui sapeva per esempio che i suoi figli in quel momento, dovendo anche chiudere un’attivita’ (un figlio non lui), avevano problemi economici e il loro bilancio famigliare, anche con una nuova creatura da sfamare. Ma sapeva anche che se lui avesse lasciato sua moglie nella m. anche a rischio di non avere piu’ un tetto (legato al lavoro di lui) per andare a fare “l’americano” i suoi figli si sarebbero fatti in 100 per risolvere anche tutte le questioni abitative, burocratiche, economiche ecc che lui aveva mollato dietro a se’. Non solo “c.... suoi”, ma anche “in fondo so che qualcuno se ne occupera’”. Conosceva troppo la sua famiglia per non sapere che, in qualche modo, si sarebbero messi a correre come criceti sulla ruota per gestire la sua totale irresponsabilita’. Anzi, gli e’ stato pure sulle palle che l’avvocato gli abbia dettoche volens o nolens dei doveri lui li aveva. Anche se l’avvocato di lui diceva: la signora a 58 anni puo’ ancora andare a lavorare. Certo, si potrebbe discutere che e’ meglio che una donna lavori ecc, ma che lei non lavorasse (e non per questo era una donna passiva, mantenuta, esosa, dipendente) lo avevano deciso insieme, anche perche’ per molti anni il lavoro di lui lo portava a trasferirsi e lei con i figli lo seguiva e rimetteva in piedi con lui, e anche piu’ lui, da parte sua, ogni volta, la loro stabilita’ tra casa, scuole ecc. Gli anni duri, poi piu’ stabili e sereni. Voglio dire che credo che ognuno possa scegliere per se’, certo, ma la mentalita’ per cui “posso fare quel che mi pare, in nome della mia Liberta’, tanto qualche fesso o semplicemente piu’ responsabile ecc si occupera’ di cio’ di cui mi sarei dovuto occupare io” oltre a la visione “utilitaristica” degli altri (ti resetto, vaffanculo) per me e’ un modo di essere e non di fare. E che, per i miei codici, non per forza universali, e’ una vera schifezza. Colpisce tutti? Non e’ detto. Ea me in particolar modo. Se lui se ne fosse andato anche con una soubrette ma preoccupandosi, di nascosto che fosse, di non farla cadere nel vuoto ecc… So di gente che lo ha fatto persino prima di suicidarsi. Ha pensato a chi restava. Lui no. Ed e’ per questo che probabilmente io, che non sono nessuno per giudicare un altro, ma io in quanto tale a mio zio non saprei dare alcuna stima e fiducia, al di la’ della sofferenza che abbia causato ad altri. quali ragioni lui si dia.
Ciao Luna, scusa il ritardo.
Bè non è proprio così. Non è che sia riuscito ad accettarlo il tradimento. Tutt’altro. Facevo fatica a crederci. E comunque volevo bene a quella donna.
Per quanto riguarda la donna con il quale tuo zio è scappato bè….è tutto dire. Una donna che definisce “normale” abbandonare moglie e figli…..che donna è ?
Ecco quello che cercavo di far capire a Laras. Dobbiamo imparare a dire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Perchè spesso non sono punti di vista. E non si può sempre dire che ciò che è giusto per te può esssere sbagliato per me.
Proprio perchè deve prevalere quello che è il Buon Senso. Che vale più di ogni regola, legge o altro.
Il buon senso, semplicemente il buon senso ti fa capire che tuo zio è in torto. E che la donna con cui è scappato tuo zio sta in torto anche lei. Perchè lo stesso buon senso avrebbe dovuto far capire anche a lei che se si fosse trovata nei panni di tua zia come avrebbe reagito ?
Fab, ciao, buongiorno. Non so ovviamente se se lo sia mai chiesto, ma molte persono non lo fanno questo ragionamento. Lei non e’ nei panni dellazia, punto. Sta nei suoi e lui ha lasciato per lei. Il dramma suo era il contrario. Lei poi nei panni della zia nonci starebbe mai. La zia e’ stata con lui una vita, i figli cresciuti insieme, lo ha visto ragazzo negli anni duri, i figli grandi, i nipoti. La sua e’ un’altra storia con lui..io ti capisco sull’immedesimazione. Poi, sai, il punto di vista puo’ anche essere: l’ha lasciata per i loro problemi.e non per me. Ma comunque io dico: e’ un nonno che non ha mai piu’ visto i suoi nipoti. Anzi uno mai. Anche non l’abbia fatto per te…