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Lettera pubblicata il 2 Febbraio 2014. L'autore, skar1982, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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quant’altro. Ma mai e poi mai pensavo che lei potesse cessare di amarmi per un qualcosa per la quale ti ho fatto una “testa tanta”
D’altra parte Kid, o si ama o non si ama. L’amore se davvero esiste non finisce.
Tu dici di essere stato chiaro nel non volerti trasferire in un’altra città. Lei lo sapeva ? Ok. Lei voleva trasferirisi invece. Cioè te l’aveva già detto all’epoca ? Sei lei era d’accordo con te e lei ti ha lasciato per questo è condannabile eccome. Tanto più se te l’ha detto di sguincio. Perché avrebbe dovuto parlarti chiaro anche lei.
Maximum, con te in questo caso sono direi d’accordo su quasi tutto. Anche se non accetterò mai quello che tu hai detto in merito alla durata dei rapporti. In realtà quando mi sono sposato sapevo si che le cose fossero cambiate. Ma ancora riuscivo a dare fiducia ad alcune persone. D’altra parte lei mi parlava di amore eterno. Salvo poi dirmi, quando ci siamo lasciati, che il fatto di essere stati sposati per tanto tempo è un bel traguardo, poiché i matrimoni in genere durano in media tre o quattro anni. Ha rinnegato se stessa anche in questo.
Laras, te lo dico con affetto, ma lo sai che molto spesso non sono d’accordo con quanto scrivi. Soprattutto con il fatto che continui a ribadire che nel passato molte donne vivevano situazioni angoscianti. Forse ai tempi dei nostri nonni, forse. Ma già all’epoca dei nostri padri tutte queste angosce e insoddisfazioni….mah ! Anzi, e l’ho scritto più volte, le coppie di oggi sembrano molto ma molto più insoddisfatte di quelle di un tempo. Il divorzio è giusto si, ma in alcuni casi. Non sempre andrebbe applicato
Tu stessa parli del tuo rapporto come di un rapporto che funziona. E ti auguro di cuore che possa funzionare in eterno, così come dovrebbe essere. Ma nello stesso tempo metti in conto “l’eruzione vulcanica incontrollabile”. Eh no ! O ami o non ami. Le eruzioni vulcaniche non devono accadere, per il semplice motivo che si vuol bene all’altra persona, alias la si ama. (ricordi il connubio amore/bene + attrazione ?)
Nello stesso tempo esalti il tuo compagno che ha esaudito un tuo “bisogno”. Ma perché se non lo esaudiva voleva dire che non ti amava ? O se non lo esaudiva smettevi di amarlo ? Allora l’amore esiste finche si esaudiscono i propri bisogni ? A volte può capitare di non riuscire nell’intento di esaudirli. Ma non per questo l’amore deve finire. Che senso ha scusa ? E torniamo sempre a mia moglie: “non ha avuto questa esperienza e ha deciso”….ripeto…che…
…senso ha ?
Luna scrivi: “Due possono cambiare delle idee nell’arco di una vita”. Si certo, per carità. Ma non è detto che le debbano cambiare entrambi. E non è detto che uno dei due non vada in difficoltà. Ora qui la questione è particolare perché si tratta di figli si, figli no.
Ma se ad esempio un uomo sposa una donna e stabiliscono che a lavorare sia solo l’uomo mentre la donna pensa alla casa e alla famiglia. E entrambi sono d’accordo senza costrizioni e ne parlano convinti per anni, e su quelle basi si fonda il loro presente e futuro, non è che arriva lei e, dopo anni, cambia le carte in tavola. E magari lui, perché la ama (come scrive Laras) deve essere d’accordo e accettare questa cosa. Lui potrebbe accettarlo come non accettarlo ma senza per questo apparire despota o no. Perché nessuno te l’ha imposta una cosa del genere. E cambiarla significa modificare l’equilibrio di una coppia e/o di una famiglia.
Ecco perché continuo a ripetere, e non mi stancherò mai di farlo, che un matrimonio va fatto con serietà e non pensando alla possibilità che comunque si possa cambiare e modificare proprio tutto. Oggi si vive troppo in funzione di questi cambiamenti. Ma i cambiamenti, e lo ribadisco, non sono quasi mai giusti. A volte necessari, ma quasi mai giusti.
Cinica, rispondo alla tua domanda “perchè avete iniziato una storia di cui non eravate convinti e che sapevate bene come sarebbe andata a finire? Suppongo che uno/a ad una certa età si conosca piuttosto bene, sappia cosa vuole, quali compromessi può accettare e quali no, perchè avete deciso di percorrere una parte della vostra vita con una persona con cui sapevate non esserci un futuro?”
Rispondo per me ovviamente: “perché non sapevo che non ci fosse futuro. Ti ho scritto che ho provato a dar retta ai consigli di chi mi ha detto che con il tempo l’attrazione avrebbe potuto esserci. Ma non era così. Io ci ho provato senza però illudere la persona che avevo a fianco. Mai fatto questa cosa in vita mia. A volte invece ti accorgi semplicemente che questa persona ha un carattere che mal si adatta al tuo. E anche lì c’è poco da fare. Se non ti piace non ti piace. Ci provi ma non va. Le relazioni sono fatte appunto per conoscersi. E la mia storia insegna che è molto meglio lasciarsi prima che dopo.
Per quanto riguarda il figlio, quello che tu scrivi è quello che ripeto da tempo. Io il figlio non lo volevo. Ma sono certo , ed ero certo all’epoca, che se avessi avuto un figlio sarei stato un padre….
Laras, anche l’idea che il benessere dell”altro valga piu’ del tuo di danni ne crea parecchi. Anche perche’ prima o poi i nodi vengono al pettine se ti vai veramente contro, ma veramente, per far felice l’altro e anche in questo possono entrare desideri egoistici oltre che altruistici. Infatti il mondo e’ pieno di gente che rinfaccia anche sacrifici mai richiesti. Se una persona violentasse se stessa per far contenta me non lo vorrei affatto. Non credo affatto che amare sia questo. A Mr Smith in se’ non cambiava che ti laureassi, ma neanche gli hai chiesto un sacrificio estremo. Fosse stato veramente estremo avrebbe fatto bene a dirlo. / @giusto o sbagliato che sia@ ma poiche’ Fab non ha detto “si :)” tipo scena da romanzo o spot della Chicco non si puo’ neppure biasimarla. Perke’ lei si sarebbe ricordata ql momento “epifanico” tutta la vita e senno’ se anche lui POI diceva si lei cmq poteva legarsela tutta la vita, perche’ e’ sensibile e femmina (anche se la donna aggiunge). A me pare che con queste idee dai ragione a Kid eh! Cosi’ era normale che ragionasse. Anche con femminile prepotenza. “Non mi accontenti? Anzi, non sei stato reattivo come voglio io immediatamente? Sono troppo sensibile! Cancello tutto il bene che mi hai dato per anni e la tua lealta’ e mi offendo con il pieno diritto di trovare un’alternativa per sta lesa maesta’”. Ma e’ lui che non e’ stato capace di farle il DONO. Stigrancazzi. Quindi essere femmina vuol dire dirsi piu’ evoluta e sensibile e restare invece allo.stadio narcisista infantile in cui “devi fare quello che voglio io e indovinare immediatamente come comportarti o sei un mostro”? Ecc”. Qsto e’ culturale quanto il maschilismo eh oltre che “genetico” e “strutturale”. Io sono una donna ma culturalmente non penso chese vai da un uomo che ha sue resistenze che sai a diventare padre e non ha la reazione che tu esigi in quel momento e’ la mamma che non ti compra il giocattolo che vuoi o il cavalier servente che poiche’ non ha l”utero e’ un passo indietro. E’ una persona pari a te e su un piano di realta’ puo’ essere preso in contropiede e aver bisogno di riflettere. Anche uomini ragionano come hai scritto. Il fatto e’ che le donne la chiamano “lato femminile e sensibilita’”. Stopaiodipalle.Quando una donna ti rinfaccia per 16anni la volta in cui dimenticato gli auguri di compleanno non e’ piu’ sensibile e dolcemente complicata, quando magari poi se lo scorda lei. Da donna che non…
…perfetto. Lo diceva anche lei.
Rispondo anche al tuo post n. 570 Laras. Tu continui a ripetere che il tuo compagno è rimasto interdetto di fronte alla tua richiesta di avere un figlio. E io ti ribadisco che un conto è rimanere interdetti e un conto è farsi prendere dal panico. Tu la vedi troppo come “dono”. Fare un figlio è una cosa normale cara Laras. Gli uomini tentennano, ma poi lo fanno. Un po’ come il matrimonio, cambia poco. E non è che sposarsi sia un “dono” che si fa alla propria compagna che si vuole sposare.
I doni d’amore sono altri Laras. Te l’ho già scritto ma tu, purtroppo, scrivi meravigliosamente bene, ma hai il difetto di non leggere molte cose che vengono scritte.
Se ricordi bene scrissi che quando ero in auto per lunghi viaggi, pensavo a cosa avrei potuto fare per salvare lei se ce ne fosse stato bisogno, magari a causa di un incidente. E pensavo che buttandomi addosso a lei l’avrei salvata pur rischiando la mia vita. Ma non mi sarebbe importato nulla. Basta che salvavo lei.
Eccoli i gesti d’amore Laras, i “doni” di cui tu parli. Il tuo compagno ha accettato la paternità più come un dato di fatto che come gesto d’amore credi a me. Perché l’avrà vista come una normale prosecuzione della vita in coppia.
Per tua e sua fortuna non aveva le titubanze estreme e le paure altrettanto estreme che avevo io. Altrimenti avrebbe avuto anche lui le sue brave “vere” difficoltà.
E d’altra parte anche io le stavo superando. A differenza di lui ci ho messo più tempo. E, forse, avrò pronunciato, perché preso dal panico, qualche frase che avrei potuto evitare. Niente di trascendentale, ma a volte si apre bocca e gli si dà fiato.
Ma te lo ribadisco ancora una volta: accettando di fare un figlio non avrei fatto nessun “dono”. Solo accettato un naturale fatto di vita.
D’altra parte se tutti quelli che fanno figli fanno doni d’amore vivremmo davvero in un mondo d’amore. Si da il caso però che fanno figli anche i delinquenti, che magari i bambini li sciolgono nell’acido.
Fabrizio, non so più come fartelo capire. Tua moglie ha smesso di amarti e ti ha lasciato a prescindere dalla questione figli. Lo dico anche a Kid che è uno intelligente e mi stupisce che non ti scriva un concetto analogo. Tua moglie ha scelto un altro perchè gli piaceva di più. Punto! Come ho già scritto la storia del figlio è solo il casus belli. Fidati. Non voglio fare il sapientone, ma a me sembra chiaro che la differenza in tutta questa storia l’abbia fatta l’altro uomo, non la mancanza del figlio. Quella è la storia che lei ha tirato fuori per uscirne in qualche modo a testa alta, ma è solo una scusa. Una scusa anche potenzialmente credibile, ma solo se per 20 anni lei ti avesse supplicato in ginocchio di fare il figlio e tu glielo avessi negato sino alla fine. Tieni presente che poi i figli non è che generalmente uniscano così tanto moglie e marito, anzi, spesso ne acuiscono i contrasti, quindi non è così scontato che costruivate la famiglia del mulino bianco. Ma mi sembra di capire che per te sia quasi meglio pensare di avere una qualche responsabilità in tutta la vicenda. Forse inconsciamente il tuo ego preferisce pensarla così (cioè che lei sarebbe rimasta con te se tu avessi…, se non avessi,..), ma ti faresti solo del bene ad accettare che probabilmente anche si ti fossi comportato diversamente le cose sarebbero finite male comunque.
Ciao Fabrizio, ma quel desiderio non è uno qualunque, e’ IL desiderio. Noterai che ho scritto che il desiderio di maternità e’ qualcosa che si sente nel sangue, non è una condizione mentale, è qualcosa di più, che un maschio, per ovvi motivi, non può immaginare. Se, come penso, tua moglie ha avuto quella “chiamata”, per darti un idea e’ come se avesse sentito la vocazione religiosa che certi provano senza aver mai minimamente pensato ad un evenienza del genere, e puoi immaginare con questo esempio cosa possa significare rinunciarvi, e’ come un sequestro di persona. Ma come chi ha la pancia piena non può capire chi ha fame, allo stesso modo un uomo NON potrà mai capire cosa muove quel desiderio dentro una donna, e non lo capisce in buona fede, pensando che quella rinuncia sia tollerabile quanto lo è per lui. No, non è così. Se mio marito avesse tenuto duro, il mio dover rinunciare come donna e come femmina, sarebbe stata una frustrazione profonda alla mia possibilità di realizzazione ma, per quanto ho scritto nel secondo post, anche della sua realizzazione, come della famiglia e di quel l’amore, che a mio avviso si poteva completare e crescere solo con la nascita di nostra figlia. Sono sicura che il mio rapporto con lui sarebbe stato meno ricco di quanto non lo sia diventato con la nascita di nostra figlia, e non è escluso che potesse anche deteriorarsi, perché, ripeto, quel l’istinto è fortissimo, ma non posso considerare questo desiderio femminile come una forma di egoismo se poi, come nel mio caso, e non solo, ha solo migliorato il rapporto.
Lui va matto per quella bella figliola e, seppure dopo di me, ha capito a sua volta cosa significhi avere un figlio, e se oggi ne volessi un altro, potendolo avere, lui lo farebbe subito.
Sai Fabrizio, le nostre intenzioni non sono scolpite sulla pietra, e si cambia, a tutti succede, fa parte della naturale evoluzione della personalità di ognuno di noi. E una promessa fatta in tutta onestà può essere disattesa, specie se quel cambiamento e’ ritenuto SANO, e avere un bambino può essere un peso e un sacrificio, ma dà un senso alla vita che nessun’altra cosa potra’ mai dare. Lo dico perché alla mia età ci credo e l’ho costatato, e me lo dice anche lui ora, anche se alla mia richiesta di allora resto’ scioccato. Oggi sa che avrebbe fatto un errore, ma per scoprirlo ha dovuto diventare padre.
Accettare il cambiamento di una promessa quando si sa che è SANO, anche con un sacrificio, è amare.
Ciao e buon week end.
Ma no Fabrizio leggo, credimi, ma come ha detto, credo, Alessandra, tu hai la pervicace convinzione che le tue idee, che sono rispettabili ma anche opinabili, in quanto soggettive, poiche’ sono corrette per te in quanto dette in buona fede, debbano esserlo per tutti. Purtroppo non è così, e non puoi farci niente, puoi solo sperare che qualcuno sia d’accordo con quelle idee, ma già qui, dove tutti ti vogliono aiutare, le visuali sono praticamente tutte diverse, e sono state fatte almeno dieci ipotesi sul perché tua moglie abbia preso quella decisione per te inspiegabile.
John ha parlato di una possibilità, io di un’altra, Luna ha elaborato varie possibilità, Kid e stato ancora più drastico in certi momenti. È un casino Fabrizio, perché potrei dirti che quelle varie ipotesi potrebbero persino essere tutte valide, e ogni scenario potrebbe vederle in atto nei vari momenti della vicenda. Ma chi può dirlo.
Posso dirti però che il DONO come lo immaginavi tu è una visione molto bella del rapporto con lei, ma un po’ romanzesca. C’e’ il naturale desiderio di NON perderla. C’è il BISOGNO di lei della sua presenza, di cui tu avevi bisogno a tua volta. Il dono di cui parlo io è quello che si fa SOLO per la felicità dell’altro, ma dalla quale si trae la propria felicità. Solo per lei, o per lui. Non so se mi sono spiegata.
Ora, è ovvio che io parli per quella che è la mia esperienza, ma dal momento che con me ha “funzionato” non vedo perché dovrei pensarla diversamente.
Lo ripeto, io e lui ci siamo ” accontentati'” a vicenda, anche quando poteva sembrare che stessimo facendo un sacrificio, ma non sentivamo questo, per i motivi che ho già spiegato in merito a quel ritorno che avevamo, ma che tuttavia NON cercavamo. Si dava per il piacere di farlo, già quello era bello e ci faceva star bene. La felicità e il completamento dell’altro, la ciliegina sulla torta.
John e’ pragmatico e ti suggerisce, con la sua ipotesi, uno scenario terribile, che sottintende una visione del tuo rapporto meno idilliaco di quello che credevi o che immagini tu, mentre dici che era tutto meraviglioso, quando all’improvviso e’ successo il patatrac, che io non posso immaginare, se non perché non era consapevole. Ma su una cosa sono d’accordo con lui, e cioè che sembra che tu cerchi di trovarli delle colpe, che giustificherebbero in parte i fatti.
Te l’ho detto nel momento in cui mi sono ricreduta: non ne hai, perché la tua buona fede è CERTA. Ma quella non è bastata. È il vero perché che manca
John
Sì è come dici tu , l’ho detto più volte che aveva la coscienza sporca . Poi il figlio fosse il pretesto oppure la causa non è dato saperlo .
Fabrizio, per ora mio marito posso dire di conoscerlo, e quello che fece quando accondiscese al mio desiderio di maternità fu una decisione consapevole, di cui, come ti ho detto, non solo non si è pentito ma addirittura di arrivare a dirmi di desiderare un altro. Credo che mi sarei accorta di una sua “sopportazione”, ma non posso dire che questa vi sia stata. È un periodo magico questo per noi e ci godiamo la nostra intesa, nostra figlia e in fondo, la consapevolezza di esserci comportati bene uno per l’altra. La figlia l’abbiamo fatta con quelle modalità dell’amore, e ha funzionato. Altri li fanno come i topi e li sciolgono nell’acido? Certo tutto e’ possibile: dipende sempre dalla qualità della persona e di come questa si relaziona con gli altri. Soprattutto quando l’altro e’ quella persona con cui ha deciso di passare la vita
Laras, da donna non sono d’accordo. Non sono d’accordo con l’idea che sia un desiderio sempre solo sanguigno e non egoistico e proiettivo, non sono d’accordo perché ha ragione Fabrizio, i figli li fanno anche persone che poi se ne fregano, che li usano con la sindrome da alienazione parentale contro il coniuge, i figli li fanno donne che credono che sia socialmente necessario farlo, li fanno per non deludere altre aspettative, li fanno perché ad un certo punto, pur non essendo convinte sul serio, dicono “Magari poi me ne pento”, li fanno e se ne occupano più i mariti di loro, che hanno con i figli un rapporto più viscerale di quello materno anche se non li hanno avuti in grembo, i figli li fanno donne che poi vanno in depressione post partum, e non è una colpa, ma proprio anche per istanze culturali come quelle che tu scrivi, i figli li fanno donne frustrate che li considerano la medaglia di cui fregiarsi perché altre non ne hanno prese, mai avuto il coraggio o la capacità di guadagnarsele (non che nella vita servano medaglie, ma alcune ragionano così), i figli le fanno donne che in realtà rinfacciano, e non troppo inconsciamente persino, ai figli di aver tolto loro delle cose, li fanno per proiezione di se stesse, non di un naturale desiderio, e quando i figli sono veri, concreti, sono troppo diversi da come dovevano essere, un’appendice di sè. Io non sono assolutamente d’accordo che sia IL desiderio, non è sempre così. Poi (purtroppo non sempre) capita che quando un figlio nasce, quando è una parte di te che viene da te, padri e madri provino emozioni e legami incredibili, ma succede anche a genitori adottivi, con figli che arrivano con l’aereoplano, anche se non hanno gli stessi geni. Un figlio è un legame d’amore (se una persona sa amare) e un legame viscerale come quello verso gli affetti più cari di sangue, con il fatto che viene da te è ancora un’altra cosa, ma non sono assolutamente d’accordo nè che sia un dovere dell’uomo o un dono che la donna deve ricevere per forza perché sempre animato da naturali ottimi propositi e sensazioni, nè che la femmina sia questo centralmente e che la donna aggiunga. Lo trovo anzi molto più maschilista che femminista, e neppure veramente maschilista, perché sono idee delle donne, con cui anche fanno del male a se stesse e altre donne, piuttosto che degli uomini