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LAD
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Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, LAD, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Insomma, ciascuno di noi sceglie quali piccole o grandi illusioni possono rendere più intensa la propria vita, l’unico vero problema è quando questo meccanismo ci sfugge di mano e ci ritroviamo vittime delle nostre stesse costruzioni mentali, perdendo l’ancoraggio con ciò che si può definire realtà ( e anche qui si potrebbe aprire una discussione infinita su come definirla).
Insomma, siamo tutti sulla stessa barca, che ci piaccia o meno.
Beetle,
non metto in dubbio che dall’esterno si possano trarre deduzioni o conclusioni sulla persona o sulle sue “illusioni”. spesso lo si fa anche su chi non si conosce che per via indiretta o per sentito dire…
per quanto mi riguarda, penso che se non si sono vissute le stesse esperienze, o almeno vagamente affini, preferibilmente nella stessa epoca, sia pressoché impossibile centrare le sensazioni e i sentimenti del prossimo.
ciò vale anche per le amicizie, come tu stesso hai affermato. ognuno è un mondo a sè, con il proprio modo di essere e di sperimentare/valutare quanto lo circonda, a cui dovrebbe potersi accostare senza l’impegno di mettere TROPPO in azione il raziocinio: altrimenti, a mio avviso, si può parlare di buon senso, di rispetto della parola data e dei sentimenti altrui, approcci più affini al dovere che al volere.
Beetle, siamo sempre lì, è questione di esperienze. Per quanto possa sembrarti presuntuoso, io SO, senza poterlo dimostrare, per le ragioni appena accennate, che la mia storia sarà per sempre. Il perchè lo so io e lo sa lei, è un aspetto della nostra coppia che potrebbe essere compreso solo se si fossero vissute le fasi della costruzione del rapporto che ci unisce. Non è quella “certezza” emotiva che fa fare dichiarazioni eterne a chi è in preda di quel trip ormonale, ma nasce da una consapevolezza di natura più profonda, che include la personale libertà e volontà di amare (ti VOGLIO amare, e amo farlo) e esclude le suggestioni effimere che NON possono superare quel patrimonio di intesa, stima, affetto, desiderio e piacere umano e sessuale che si è accumulato nel tempo.
Quando si raggiunge quel raro “climax”, lo mantieni per anni, e ogni giorno lo constati con piacere, tutto diventa chiaro, e capisci la differenza tra la speranza illusiva e la verità. Ma ripeto, ci vuole fortuna e poi volontà .
Suzy. “…ciascuno di noi sceglie quali piccole o grandi illusioni possono rendere più intensa la propria vita, l’unico vero problema è quando questo meccanismo ci sfugge di mano e ci ritroviamo vittime delle nostre stesse costruzioni mentali…”
E’ chiaro. Ma succede spesso che si arrivi a vivere “solo” di quel meccanismo credendolo vero, se si ha solo quella realtà a disposizione. E a quel punto è come vivere in un sogno, dove in un momento sogni di volare e ti senti capace di farlo solo volendolo. in quel momento, la perdita di contatto con la famosa realtà ontologica può prendere due direzioni, o diventando un poeta, o uno spostato. Ma è più facile che accada la seconda ipotesi credendo di appartenere alla prima.
Proprio ieri guardavo una retrospettiva su Alda Merini, che è passata alternativamente da entrambe le fasi, sino a chiedere essa stessa di essere internata in manicomio, per quanto era preda di quella alternanza tra veglia e “sonno” dell’anima.
Ma era Alda Merini.
Beetle. Trovo sempre interessante come alcuni di noi imparino con apparente soddisfazione dall’esterno, attraverso letture o esperienze indirette, e lo stesso ambito, esterno, non lo si ritenga adatto ad insegnare alcunchè in altri momenti. In quel modo le ragioni pregiudiziali che evidentemente agiscono in quel discrimine -in positivo o in negativo che fossero- non possono insegnare nulla. Confermano solo quello che si pensa di sapere giá o che preferiamo sentire.
In definitiva, e per chiosare in parte l’aspetto relativo alle variabili umane cui accenni, se la gente fosse davvero un mondo a sè, e quindi quasi “impossibile” da decifrare, le mode e la pubblicitá non esisterebbero come fenomeni sociali. Siamo noi che pensiamo di essere unici quando invece siamo banalmente prevedibili e, ripeto, condizionati dal “software” che la vita e gli istinti ci hanno fornito. Che noi spesso elaboriamo e magnifichiamo nella realtà come un unicum assolutamente ed esclusivamente “nostro”. Un’altra illusione?
Crearsi delle aspettative è un meccanismo insito e naturale nell’indole umana. Si tende, inizialmente, a proiettare in modo istintivo sulla persona amata i propri desideri. A seconda dell’effettivo grado di corrispondenza tra il reale e l’ideale si potrà parlare o meno di idealizzazione e illusione. Alcuni induvidui sono realisti e vedono l’altra persona persona per quella che è, accettandone di buon grado le discrepanze col proprio “ideale”, altri tendono ad ignorare (anche per molto tempo) tali discrepanze continuando a sperare che nel tempo si possano progressivamente attenuare. Un certo grado di cambiamento e reciproco adattamento è auspicabile e positivo, ma è ovvio che i tratti principali della personalità ed i valori di base della persona rimarranno immutati.
Di conseguenza una scelta di amore consapevole andrebbe fatta attraverso dialogo/confronto, nel momento in cui cala o cessa l’effetto “dopante” dovuto all’attrazione fisica/fisiologica iniziale (che tende ad indurre automaticamente l’idealizzazione o la convinzione della sussistenza di”affinità mentali”). Il più delle volte è raro essere così sincronizzati e quindi alcune persone preferiscono continuare ad illudersi per evitare sofferenze e distacco o rinuncia del proprio sogno o ideale.
Di conseguenza una scelta di amore consapevole andrebbe fatta attraverso dialigo/confronto, nel momento in cui cala o cessa l’effetto “dopante” dovuto all’attrazione fisica/fisiologica iniziale (che tende ad indurre automaticamente l’idealizzazione o la convinzione della sussistenza di”affinità mentali”). Il più delle volte è raro essere così sincronizzati e in generale alcune persone preferiscono comunque continuare ad illudersi per evitare sofferenza o allontamento dai propri sogni iniziali.
Insomma, Agua, l’illusione in fondo potremmo assimilarla metaforicamente a quella famosa “sabbia” nella quale spesso si ficca la testa per non farsi “vedere”… dalla realtà. Cioè dalla vita in definitiva.
Io non voglio più illudermi di niente ormai perché sono stanca. Quindi ho solamente bisogno di prendermi una bella vacanza rilassante, voglio restare sola e in santa pace, solo questo desidero…staccare la spina da tutto quello che per me è opprimente…