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LAD
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Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, LAD, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
23.264 commenti
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Max, io amo Leone di Lernia and is Orchestra. E per le letture i tre porcellini resta il mio libro preferito, oltre che unico, con buona pace degli Elvezi e degli artisti chianini. Multi vocati, pauci vero electi!
Qui vengono rimpianti i colti come vedi. Oggi ci sono, certo, ma sono solo quelli…sul fatto.
LinuX, guarda, sinceramente se vado avanti di questo passo nel cercare di sopportare di finire sempre fraintesa e presa per i fondelli, finirò per consumare tutte le risorse farmaceutiche per il “Maalox Plus”, garantito.:-)
Continuate pure a non voler capire, se volete. Però dopo non lamentatevi se un giorno non vi sentirete capiti. Ciao…
Max, le mia canzoni preferite sono queste: Luciano Ligabue-almeno credo. Credo a quel tale che dice in giro che l’amore chiama amore…
Franco Battiato-tutto l’universo obbedisce all’amore…
Eeemh, veramente quella è una lettura “di comodo”, a proposito di comprensione dei testi secondo quello che CI piace capire. L’estratto critico che pubblico (preso dal web neh, non mio. Io i tre porcellini leggo) forse è un po’ più affidabile.
“…secondo Pirandello, ognuno indossa un numero indefinito di maschere, una per ogni situazione e ambiente in cui si trova…Luigi Pirandello, in questo romanzo, ci dà una grande lezione di vita che riesce a scuoterci e a far vacillare le nostre convinzioni e la considerazione che abbiamo di noi stessi.” Altro che il Sarto di Panama. Se non ci credete informatevi e vedrete che è così, cosa che sapevo e constato da tempo. Rassegniamoci ad essere quelli che siamo, non quello che crediamo di essere, su.
Il “leggiamo come magnamo” si impone prepotentemente in certi casi.
Stasera? Brodo.
Dottore, immagino che Lei stia leggendo “I tre porcellini” nela versione originale di James Orchard Halliwell-Phillipps, quella – per capirci – che termina con i tre porchi suini ben adagiati sul desco sotto sembianze di prosciutto di Parma 24 mesi, porchetta della Val di Landro e costesine al sugo di Ortisei (con i crauti, perché no).
Le suggerisco comunque, dopo il brodo, una versione vegana più politically correct: “Le tre porcelline”, il testo non saprei dove reperirlo anche perché la trama – sempre quella – è banale e scontata, ma il video si trova con due click e direi che merita, anche se onestamente non è un capolavoro.
Non so quale sia l’etimo Professore, io “buzzi” la uso sempre, anche con la mia biondazza che da ex ballerina è una silfide ancora oggi. Chi se la prende non capisce che è un aggettivo affettuoso, e chi non capisce con me si facesse pure una cassa che io la inchiodo. Non sono il tipo che si spreca in imbarazzanti complimenti sdolcinati; in fondo di terracotta sono fatto, che vuoLe.
Per esempio, io non La saluterei mai con “Cari saluti, un abbraccio”. Mai
Francè: “Inganno: ottenere la fiducia di qualcuno con l’inganno per poi pubblicare o condividere con altri le informazioni confidate via mezzi elettronici.”
Questo è un estratto preso dal tuo egregio link. Pensaci con calma. È lì pronto per chi vorrà dargli un’occhiata, cara la nostra cybergiovannadarco de ponte Mammolo.
Intanto, tié, beccati questa https://lamenteemeravigliosa.it/falso-altruismo-trappola-narcisista/amp/
Francesca,
grazie! sta diventando quasi divertente!
se parlo di ricche biblioteche, a breve esce un numero ragguardevole di libri, con la precisazione che si tratta in gran parte di saggi…
poi, si accenna a testi antichi e preziosi, e a favole per bambini. di tutto, di più! e si commenta in negativo qualsiasi cosa racconti, magari pure parlando di un confronto fra utenti di una ventina d’anni fa…
la mia riposta a Eva era in sintesi: “34 anni… e ancora così senza meta?”. non mi veniva di aggiungere niente di più serio, sulla base del suo scritto, ma, ovviamente, quasi tutto viene spesso sintetizzato con una delle abituali superficiali canzonature.
basta farci il callo, comprendere l’ipersensibilità allergica nei miei confronti e resistere alla tentazione di ricambiare con le stesse modalità.
eppure è così facile intuire che quasi tutto quello che si addebita al prossimo potrebbe essere più che naturalmente respinto al mittente come un boomerang.
buona notte!
A parte la suggestiva interpretazione della morale pirandelliana, che è un ulteriore indicatore di affidabilità, si tratta di una mia antica ipersensibilità a un certo “seduzionismo” demagogico, fin troppo frequente nella nostra Societá, che di “immagini” ci vive. È come con la suggestione pubblicitaria, quando si decodifica il reale obiettivo di certi messaggi, tutto diventa più chiaro. Alan Touring lo sapeva. Si trattava “solo” di decriptare il testo per vincere la guerra. Ci ha messo anni ma ce l’ha fatta.
÷÷÷÷÷÷÷
Tutto esatto Professore. Come sempre con Lei non c’è bisogno di dilungarsi oltre il necessario. E grazie per il suggerimento postprandiale che non incide sul livello dell’LDL, anzi.
Dottore, ho recuperato la scheda: non ricordavo male, il termine “buzzicona” ha un certo interesse etimologico.
Ovviamente si parte da una radice sanscrita: puy, la stessa da cui deriva “puzzare” attraverso il latino putére.
Singolare il fatto che Delfi in origine si chiamasse Pito (“la puzzolente”), il toponimo è infatti da porre in relazione alla singolare morfologia del luogo: esso si trova tra due rocce ove all’epoca c’era una profonda crepa nel terreno (oggi scomparsa) da cui fuoriuscivano vapori nauseabondi.
“Buzzicona” (da pronunciarsi: bbuzzicona) è di fatto una variante del termine romanesco “buzzona”, con traslazione di significato perché ai cattivi segnali olfattivi si fa corrispondere di solito un’obesa. Da notare che “buzzico” in Lazio indica un recipiente di latta usato per versare l’olio (con miasmi connessi).
Alberto Sordi, ne “Il tassinaro” (di cui l’attrice Anna Longhi era la moglie grassona) sdoganò definitivamente il termine.
Tanto Le dovevo.