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LAD
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Riflessioni di una mente argillosa.
Ho appena finito di leggere un paio di post a soggetto geriatrico che mi hanno lasciato un senso di angoscia mortifera, cosa rara a verificarsi in un mostro dal cuore di terracotta quale sono. Si tratta di “preziosità” che viste da vicino, e freddamente, si distinguono per le tragiche condizioni di “lucidità” in cui si trovano. E questo a proposito di una certa “affidabilità”, e da come, e da chi, questa viene giudicata. È il classico esempio della relatività della “norma” cui si è abituati. Come dire che se tu fai l’ora giusta, ma entri in un villaggio in cui la torre dell’orologio -con la quale tutti si regolano- fa l’ora sbagliata, sei tu ad avere l’ora sbagliata.
Esther,
grazie per il riscontro nel commento 20.
PER ME, senza pretesa di condivisione:
– si ama quando si è mossi da un sentimento incondizionato, come quello fra innamorati che si fanno reciprocamente dono di sé o come l’amore che buona parte delle madri riservano ai figli. tutto si dà e niente si chiede in cambio. in tal caso, le persone da noi amate conservano per sempre un posto speciale nel nostro vissuto/ricordo. così credo ti abbia amata tua nonna.
– si vuole bene quando si chiede di avere ritorni, di qualsiasi tipo, o quando si sta con altri per condividerne modi e visione di vita. basta che un inconveniente turbi o rompa questo equilibrio per far sì che la persona non sia più quella che si credeva di conoscere e a cui si era legati da affetto. se questo è stato il tuo modo egoistico di amare tua nonna, si spiega il rifiuto e il risentimento. più che GIUSTIFICABILI quando eri piccola e bisognosa di tutto; meno ora, benché lei ti sia mancata troppo presto.
Rossandra: “gran parte dei maschi, già poco dotati d’intelligenza emotiva in gioventù, diventano spesso repellenti a livello interiore in vecchiaia, quanto le femmine possono diventarlo nell’aspetto esteriore.”
Forse è la seconda volta che condivido in pieno la tua visione. Soprattutto per l’ultima parte di questa, anche se ci sono le solite fortunate essendo state già brutte anche da giovani. Comunque, il limitatissimo riscontro all’ipotesi “uno e bino” è dovuto solo ad una palese evidenza che non si farebbe fatica a notare se non si facesse trottare libera e spensierata la fantasia.
P.S. stavo pensando per differenza a quei maschi dotati di “intelligenza” emotiva da giovani, e a cosa diventano da vecchi. E addirittura, se i genii emotivi non diventano per caso degli “emoticon” viventi. Sarebbe bello no?
segue per Esther
“appena mi fanno qualcosa, subito mi accendo, sono fumantina e vendicativa. Spesso distruttiva anche in maniera pesante e prolungata nel tempo.” – se tale è il tuo temperamento, appesantito da quanto ritieni ti sia stato addossato in passato ingiustamente, non è che tu possa far molto per cambiare. chi ti ama, ti dovrà accettare come sei, con pregi e difetti.
una riflessione e qualche minimo ritocco, volendo, puoi farli anche in questo contesto.
a mio avviso, fai parte delle persone che desiderano, o non possono fare a meno, di avere sempre il controllo. persone intelligenti, molto sicure di sé e con attitudini predominanti.
prova a lasciarti andare un pochino di più sull’altro versante, quello di chi sa di poter sbagliare, accetta la propria fragilità e si rende conto che non tutto e tutti sono sotto il suo volere/dominio.
la serenità sta nella via di mezzo fra i due orientamenti, e nel mitigare quello preponderante a favore del meno congeniale.
@Rossana
Avevo già risposto al tuo precedente commento ma per l’ennesima volta mi è stato cancellato dalla Direzione.
Già l’ho scritto in precedenza; si vuole evitare lo scontro ? D’accordo. Però la cosa deve essere equa.
Non si possono cancellare solo i miei commenti e tenere in piedi quelli di certi altri, soprattutto, come fai notare giustamente tu, quando c’è un palese attacco ad altre persone.
O la Direzione da a queste altre persone la possibilità di difendersi con le stesse armi oppure qualcosa non torna.
Ma poi lascia stare il discorso della presunta superiorità del soggetto. Ma quale superiorità. La sua superiorità sta solo….lasciamo stare altrimenti mi cancellano anche questo commento.
Esther, seriamente. Tu sei laureata in medicina o ho frainteso? E se sì, hai una specializzazione?
Grazie per la risposta.
SempreSecondo,
hai ragione: non c’è superiorità reale ma tendenza al predominio virtuale sì, eccome, soprattutto sui più fragili e sui meno capaci di autodifesa.
da anni c’è qui un esimio Professore, a cui un esperto omopatologo sorprendentemente sempre s’inchina, con il massimo rispetto e in perfetta sintonia, riconoscendogli (fatto inconsueto) la direzione di un’assurda Clinica per tubi digerenti e casi umani.
sono loro i semi-dei sul sito. quasi tutti gli altri non sono che polvere da calpestare, anche quando alcuni utenti danno per qualche tempo filo da torcere al pallone gonfiato più appariscente.
gli scivola via tutto di dosso, refrattario com’è dal guardarsi, almeno di tanto in tanto, dall’esterno. non c’è che da averne pena, anche se talvolta, a lungo andare, si è indotti a reagire, se non altro per non essere inclusi nella massa silenziosa.
miserabile teatrino a due voci, del tutto privo di “captatio benevolentiae”. non so come si possa non provarne vergogna.
“Volse il Secondo lo sguardo, ed il lamento, a chi qui offre ascolto e lenimento.
Giustizia chiese, e pari trattamento, per l’armi che d’usar ha esperimento.
Di carisma bisogno ha gran tormento, ma dimostrar lo quale è soffrimento.
Dice del Golem : “…quello è nocumento, che in ne la teca non v’ha niun sentimento”.
Ecco sentenza senza documento, fatta di fiato e voce data al vento.
Resta secondo, e senza spostamento, e questo dona grande godimento, perché si sa di certo che seconda piazza, più della prima val, ma sol per una, ed una sola razza.”
Dai, Sec, questa è simpatica, ammettilo. Al vero Passy piacerebbe. Sono queste le armi con le quali dovresti combattere. Quindi lascia l’ascia, e accetta l’accetta.
Vede, Dottore, mi consenta di confermare il suo pensiero con una glossa autorevole e, secondo certo pensiero che gira qui in clinica, autoreferenziale.
Il termine “cocktail” in realtà vuol dire “coda tagliata a ca**o”, come viene viene, il termine è attestato dal sec. XV per indicare la ‘potatura’ cui erano sottoposti i cavalli da niente, meticciame ributtante frutto di incroci spesso degeneri come sempre avviene quando si mescolano le razze.
Equini da sfilacci, buoni al più per mangiarci i subiotti in trattoria con un filo di forte olio pugliese, giusto per definire il perimetro dell’osservazione.
Ai cavalli di razza la coda, e Lei lo sa, viene tagliata crine per crine con l’Opinel n°2, ai bastardi si dà un colpo di roncola e via.
Il cocktail è appunto una bevanda a ca**o, una bedagna bastarda e impudente, i puristi è chiaro che preferiscono bagnarsi alla fonte della narda cristallina o immergersi in limpide polle di birra artigianale tipo quella che troviamo, ma mica sempre, in via Saterna.
Rossana,
“prova a lasciarti andare un pochino di più sull’altro versante, quello di chi sa di poter sbagliare, accetta la propria fragilità e si rende conto che non tutto e tutti sono sotto il suo volere”:
ci sto provando. e significa anche “fidarsi” a volte. come potrei migliorarmi? mi comporto molto bene con le persone che vivono con me nelle varie Case. Al punto da sembrare “falsa” , “finta”. ma non mi interessa. voglio essere come mi aspetto di essere, eguagliando per quanto possibile il mio ideale, e credo di riuscirci abbastanza bene.