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LAD
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Golem
Non sembrerebbe un dettaglio per Recalcati, piuttosto un fondamento:
“L’amore è l’esperienza di questa esposizione assoluta al rischio della perdita ”
“L’amore assoluto esige l’esposizione assoluta e questo espone al rischio della perdita”
“Esige” No, proprio non parlerei di dettaglio.
E non si riferisce solo a scelte del destino (come nel caso di cui parli)
anzi le sue parole che ho citato sono specificatamente riferite ad un esempio da lui portato della fine di una coppia per separazione.
La fine di un amore che Recalcati definisce comunque un grande amore parlando del passato della coppia, durata negli anni con progetti, speranze gioie e dolori condivisi.
Continua a sembrarmi diametralmente opposto alla certezza dell’oggi sul domani, e alla rivisitazione del passato fatto con le lenti odierne.
–/–
No la semplificazione “l’amore vero non può finire” non sembra essere presente in Recalcati.
Che per inciso conoscevo poco, è stato interessante documentarsi e ho trovato diversi spunti interessanti, altri punti sono a me più lontani.
—–
Ho letto i tuoi commenti, bella retorica, traspare siano cose per te sentite.
Bello.
“Prometeo, Ulisse, gli dei”, sono concetti che, immerso nel micro e nel quotidiano,io sento lontani,ma ad ognuno il suo, nulla da dire.
Se non un chiarimento su quando scrivi:”c’è più “Eternità” che non nella mera infinita sopravvivenza ”
E’ un bel concetto, ma non credo sia certo questo quello a cui ti riferisci nelle migliaia di interventi in cui scrivi:
“amore vero non può finire” da qui i miei due commenti e la citazione di Recalcati.
Adam, qui abbiamo la carta annonaria dei 2mila caratteri, quando ne servirebbero 20mila e forse più per spiegarmi. Intanto torno a ripetere che quello dell’amore vero, così come lo vedo io, è una MIA riflessione, che contiene tutte le mie esperienze, dirette e indirette al riguardo. In secondo luogo mi sembra evidente che Recalcati non possa esprimere dei concetti così assoluti come il mio che me lo “gioco” nella mia vita. Immagina quanta gente si ribellerebbe a una dichiarazione così “tranchant” che lui ha fatto dire a Benigni tra le righe, poco prima che terminasse il monologo con la poesia che ho riportato che personalmente ho “sentito” perfettamente calzante al mio caso, che trasmette quel sottile, consueto piacere di stare insieme che io ho citato più volte con parole ovviamente meno efficaci. La filosofia -e Recalcati è filosofo oltre che psicanalista- non da risposte perentorie, e quello dell’esporsi in amore contiene ovviamente il rischio di sconfitta. Lo è stato per>
> Prometeo che volle rubare il “fuoco” agli dei per amore di conoscenza. E lo fu per Icaro, che volle superare i suoi limiti. Ma queste allegorie non hanno impedito all’uomo nè di dominare il “fuoco”, inteso come la tecnologia, nè di volare sino alla Luna. Ci dicono però che il loro “amore” non si è realizzato proprio per ECCESSO di cieca passione, ma ci dice ANCHE che l’anelito che ci muove come esseri umani è sì costellato di fallimenti, ma che non ci fermano nella ricerca del “divino”. Perchè ogni “Amore”, a quello tende. È l’unico tratto di “divinità” che intravedo nell’essere umano, peraltro grandiosamente richiamato da Dante con quell'”Amor che move il Sole e l’altre stelle”.
Dante fa dire a Ulisse “nati non fummo a viver come bruti ma per seguire virtute e canoscenza.” Ulisse è “l’uomo”, con le sue debolezze e tentazioni, ma è anche colui che sa vedere il VERO senso di quella MORTALE ETERNITÀ nell’Amore per la SUA donna. E da LEI torna.
(..tacci dei caratteri finiti)
Io invece ti parlo del dopo. Non ci piove, le storie o finiscono o durano per sempre. E diamo per scontato che in quelle che finiscono non c’era vero amore. E in quelle che durano per sempre c’è vero amore ?
Come te anche io mi affido a ciò che vedo, o che ho visto. E non mi riferisco a films romanzeschi.
Vita vissuta. Coppie ultratrentennali finite causa mortis. E i restanti in vita quasi liberati. Che addirittura si riaccoppiano in breve.
Poi la coppia che va avanti per inerzia, o per comodo. O in cui é presente l’amante. Tanto non se ne accorge nessuno. Poi ci sono i figli e si va avanti per loro, per la famiglia. Poi quelli che sembrano perfetti. Ma uno dei due ricorda con nostalgia un amore passato che non ha avuto sbocchi. E poi qualcuno che davvero rappresenta la coppia perfetta. Ma quanti sono ? E chi può dirlo ? Possiamo garantire per noi e neanche tanto.
Mare, ma ti pare che sia il caso di portare le coppie che stanno insieme tutta la vita per inerzia come esempio di coppia che si ama? È ovvio che quelle non solo non fanno testo, ma sono all’ultimo posto. Qui si parla di “VERITÀ”, non di apparenza. Di verità alterata nell’innamoramento -che spesso porta a convivenze illusorie contando su quell’entusiasmo ormonale- e di “verità vera”, nei rari casi di amore vero. E quando uso questa definizione la intendo come SCELTA che si fa “nella piena facoltà di intendere e di volere”, con tutto quello che significa questa condizione. Quella cioè sfrondata da tutta la prosopopea culturale e sottoculturale che circonda l’amore e il suo “sfruttamento”, anche…consumistico. Ci riescono in pochi? Non mi sorprende.
Le coppie “compagni di cella” non sono previste in questa discussione, per motivi evidenti.
Ciaò le mokò
Adam,
no, Golem NON è mai retorico ma quasi sempre sbrodolante e distorcente. se messo all’angolo, sommerge con una marea di parole e di accostamenti alternativi, così da riuscire a confondere e da risultare superiore, quindi credibile.
—
Mare,
“qualcuno che davvero rappresenta la coppia perfetta. Ma quanti sono ? E chi può dirlo ? Possiamo garantire per noi e neanche tanto.” – in più di 70 anni ho avuto modo di conoscere due o tre coppie che ai miei occhi rappresentavano la QUASI perfezione amorosa, pur non essendo tutte inserite in situazioni di convivenza o di eterna durata.
per me, è la spontanea sintonia e il reciproco profondo riconoscimento a fare la differenza. senza bisogno di declamare ai quattro venti la meraviglia dell’incontro e del sereno interscambio, le unioni davvero felici brillano di luce riflessa, soprattutto nei gesti e negli sguardi, senza bisogno di parole. come il profondo dolore, la grande gioia è muta, e vive nel timore della perdita.
Golem, normalmente, tutte le coppie (o quasi) ed in particolare quelle che decidono di convivere, sposarsi e fare dei figli, lo fanno attraverso una SCELTA che DOVREBBE portare ad un amore senza fine.
Poi però succede che si incappa in una di quelle situazioni che ti ho elencato (non solo l’inerzia bada bene).
“Possiamo garantire per noi e neanche tanto”
Ha un senso questa frase. Infatti solo noi stessi possiamo garantire a noi stessi (ma neanche tanto come sottolineavo) l’amore che proviamo per un’altra persona. La garanzia dell’altro non l’avremo mai. Possiamo sperare che sia altrettanto e nulla più.
Ecco perchè sono pochi quelli che ci riescono. A prescindere da culture e sottoculture che pure hanno il loro peso.
Il sentimento che si prova l’uno per l’altra lo conosce solo il diretto interessato.
Ecco perchè ti scrivevo prima che, dato per scontato che gli amori che finiscono non siano veri amori, chi può dirci “che quelli che restano in piedi lo siano ?”
Capito…
Rossana, temo che quella di Adam non fosse una critica, la retorica di cui accenna mi è parsa proprio quella che riguarda l’eloquenza come disciplina del parlare o dello scrivere e non quella che abusa della ricerca dell’effetto facendo ampio ricorso ai luoghi comuni. Non sono io quello specializzato in quella “branchia” dell’espressione scritta o verbale. Ma forse sbaglio. Chiedi ad Adam.
Quanto ai richiami che “confonderebbero”, ci sarebbe anche la remota possibilità che sia tu a non vederne il collegamento. Certo che se pensi che tutto debba passare attraverso il tuo sapere per essere “validato” come attendibile, allora siamo in un altro ambito della comunicazione. La “communicazione”.
Quella con le famose due “Emme”.
Mare, ho capito, e il post precedente lo spiegava. In uno dei post ho detto che le conclusioni a cui sono giunto riguardano le mie esperienze, e in particolare quella che vivo attualmente. Che pur avendo avuto quei problemi di cui tu accenni li ha superati con la “volontà” di entrambi, tanto che non solo il rapporto è migliorato in modo incalcolabile, e posso dire senza esagerare che durerà così per sempre. Presunzione? No, sicurezza che proviene da certi percorsi di “CONOSCENZA” reciproca che mantiene la coppia dentro un “legame” che non consente di immaginare di meglio “fuori” da quello. Siamo felici e appagati ogni giorno, ti basti questo. Ed è quello a cui dovrebbe tendere l’amore VERO, o no? O è quello delle farfalline? Chi non lo ha provato non capirà mai cosa significhi quell’intesa MATURA, che non ha niente a che fare con le emozioni “spontanee” adolescenziali che condizionano tanti riguardo il senso dell’amore.
Qui parlo di come lo vedo io, di quelli altrui non mi frega niente.