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Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, LAD, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Acqua perdona la curiosità ma quando dici…”relazione che alla fine “scelto” di vivere tra le due “potenziali””, che significa? A me sembrava di aver capito che M non ha mai saputo che tu ne fossi invaghita, o sbaglio? E se così fosse, puoi mai pensare che lui ti avrebbe assecondata nel caso l’avessi “scelto”, visto che tra l’altro oggi non vuole neppure incontrarti?
Se cioè tra voi non c’è stato nulla che potesse far “sperare”, siamo nel campo della fantasia pura. Grosso modo come se io immaginassi una relazione con Sharon Stone che mi è sempre piaciuta. Sono fuori strada?
Golem, ho finito da un po’ i due libri di De Botton che avevo comprato in libreria. Dovrei ora cercarmi “il piacere di soffrire ” e quell’altro sul sesso di cui non ricordo il titolo, ma siccome se li acquisto su Amazon mio marito se ne accorge, sto temporeggiando per vedere se li trovo prima in biblioteca . Se non erro mi avevi suggerito anche un titolo di Carver… qual era? Poi cercherò anche queste “allucinazioni”. Suzy, mi puoi ricordare anche il titolo della raccolta di poesie?
Inoltre, Rossana mi avevi anche tu consigliato un autore /filosofi sull’altro thread che non mi ero appuntata… Scusatemi, me li dovrei segnare subito con carta e penna perché altrimenti si disperdono nelle interminabili discussioni del Forum.
Golem, confermo che sono perfettamente consapevole che i sogni , una volta realizzati, “puzzeranno” come tutti gli altri, ma intanto, finché rimangono nella loro dimensione inconsistente, l’attesa profuma di un’inebriante fragranza. È’ come l’attimo prima ti raggiungere l’orgasmo che è estremamente più eccitante e coinvolgente dell’orgasmo stesso.
Acqua, il tuo racconto mi ha riportato molto indietro nel tempo, agli anni dell’ adolescenza, quando mi innamorai follemente e senza speranza di un ragazzino mio coetaneo che rincontravo tutti gli anni in estate, durante le vacanze, perchè in quel periodo la sua famiglia veniva nella nostra stessa località di villeggiatura e lui frequentava la mia stessa comitiva di amici. Mi ricordo che passavo il resto dell’ anno a fantasticare sul momento in cui lo avrei nuovamente rivisto, e tutte le volte mi preparavo sempre al fatto che il successivo incontro sarebbe finalmente stato forriero di un grande amore. Amore che ovviamente non si è mai nemmeno lontanamente concretizzato. Anche perchè quando finalmente trovai il coraggio di dichiararmi, lui mi fece capire senza tanti complimenti che non avrei mai avuto alcuna possibilità. Quindi DOVETTI rassegnarmi e ripiegai su un’ altra persona, un altro ragazzo che al contrario era molto innamorato e premuroso con me. Ma mi misi con questo nuovo ragazzo unicamente nel tentativo di dimenticare l’ altro. Tentantivo che però si rivelò del tutto inutile. Dovetti attendere i 23 anni per togliermelo definitivamente dalla testa. Tieni conto che quando lo vidi la prima volta avevo 15 anni. Sbagli se pensi che io ritenga “banale” questo genere di situazioni. Le emozioni interiori che sentiamo per determinate persone, così come le cause che le provocano, NON SONO MAI BANALI. Questo però non significa non dover riconoscere i fatti per ciò che sono, quindi non c’era nulla di offensivo in quella mia constatazione, ma solo l’ appurare di un dato di fatto in base a quello che tu stessa ci hai scritto. Leggendo la tua vicenda, mi sorge spontanea una domanda, che certamente ti sembrerà scontata, ma che non posso fare a meno di farti: cosa mancava – se mancava – nel tuo fidanzamento per indurti a spostare i tuoi pensieri su qualcun altro che non fosse il tuo partner ufficiale? E come mai – sempre in base a ..
…sempre in base a quello che tu stessa scrivi – a un certo momento dici che HAI DOVUTO scegliere quello che poi è diventato tuo marito? Perchè da come parli sembra quasi che tu ti sia sentita “obbligata” a proseguire questo fidanzamento, e questo sarebbe molto sbagliato in quanto certe decisioni dovrebbero essere dettate unicamente da sentimenti autentici e spontanei e da nient’ altro. Mi permetto di dirlo solo perchè leggendo quello che hai scritto ho avuto determinate impressioni, e non certo perchè ho l’ intenzione di urtarti. Dici poi, riguardo all’ altro uomo “della tua vita”, quello che non puoi avere accanto a te, che è proprio il fatto che lui sia inafferrabile a renderlo ai tuoi occhi così desiderabile. Ma ALLA LUNGA, e specie per una donna ADULTA ( quindi con tutto il suo bagaglio personale di vita vissuta e le sue esigenze ) tutto questo non diventa troppo frustrante da “gestire”? A un certo punto non si sente il bisogno impellente di spingersi OLTRE la semplice “fantasia”? A meno che, naturalmente, il tuo non sia nemmeno un interesse VERO E PROPRIO verso la persona, quanto il puro e semplice compiacimento nel “cullarsi” in determinati “viaggi con la mente”, che in questo caso assumono i contorni di una vera e propria FUGA dalla realtà che ti circonda ( quindi dal tuo rapporto ufficiale con tuo marito). E io ho proprio l’ impressione che l’ ipotesi più accreditabile sia quest’ ultima. E qui torniamo alla domanda di partenza: perchè hai ritenuto di DOVER RIMANERE accanto a un uomo che non risponde alle tue istanze e non riesce a suscitare in te alcun tipo di slancio emozionale? E perchè semmai non provi a intraprendere CON LUI ( con tuo marito ) un percorso “risolutivo” in questo senso?
Se ti sembro troppo indiscreta me ne scuso, e ovviamente non sei tenuta a rispondermi se non te la senti. Ciao.
Ciao Maria Grazia, la storia che mi hai raccontato tu e’, in effetti, come tipo di coinvolgimento, simile alla mia. La grossa differenza e’ , tuttavia, che io non ho mia “ripiegato”, poiche’,quando mi sono invaghita dell’Altro, ero gia’ da un anno insieme al mio allora fidanzato-oggi marito a cui tenevo molto. All’epoca (18 anni) ricordo di aver avuto un intero anno di forte crisi interiore (con degli strascichi nei 4-5 anni successivi) dettata dall’indecisione se continuare la mia relazione (allora “idealizzata’ anch’essa e quindi imperfetta rispetto alla realta’) o interromperla per provarne un’altra, al punto che avevo condiviso tale problema sia con il mio ragazzo con con l’Altro (che conoscevo appena) comunicando ad entrambi, da subito, qual era la mia scelta . Quindi, in sostanza, volevo dall’Altro solo rassicurazioni sul fatto che tale infatuazione fosse del tutto priva di fondamenta e sbocchi per il futuro e dal mio attuale marito che lui mi volesse indipendentemente da questa “sbandata”. Uso il termine ho dovuto” scegliere” perche’ ovviamente non potevo vivere due storie parallele, in quanto gia’ da allora concepivo l’Amore come qualcosa di assolutamente esclusivo nei riguardi di un’unica persona e frutto di una scelta che doveva andare oltre “una passione spontanea e momentanea”. Confermo la tua ipotesi piu’ accerditata, ovvero che probabilmente non si tratta di “VERO E PROPRIO interesse verso la persona , quanto il puro e semplice compiacimento nel “cullarsi” in determinati “viaggi con la mente”, che in questo caso assumono i contorni di una vera e propria FUGA dalla realtà che ti circonda”.
Non definirei, infatti, l’ Altro “uomo della mia vita”; inoltre non e’ vero che mio marito “non risponde (del tutto) alle mie istanze” e non riesce a suscitare in me “alcun tipo di slancio emozionale”.
Ciao Acqua.
Il Libro di Raymond Carver si intitola ” Di cosa parliamo quando parliamo d’amore”
Sono 17 racconti, che descrivono situazioni amorose “particolari”, nelle quali si possono riscontrare quelle che per me si potrebbero definire “anomalie di sistema”. Una mi ha colpito in particolare, dove una donna “normale”, serenamente accoppiata, ricorda con struggente nostalgia la passione di un uomo che la maltrattava sino alla violenza e che poi si suicidò. Quindi il libro non è un saggio, ma un prodotto artistico, straordinario però, in quanto utilizza nel racconto delle vite dei protagonisti certe sfumature di quella cultura occidentale (americana) di cui spesso ho accennato, trasposte nella realtà quotidiana guidate da certe “emozioni”, e reinterpretate da quella cultura di cui sopra.
Riguardo la tua domanda, forse ti riferisci a “Come pensare (di più) il sesso” Di De Botton? E’ uno dei più recenti sull’argomento.
Guarda, ti elenco la sua bibliografia, che spazia oltre i luoghi comuni con i quali siamo abituati a “leggere” le situazioni. Cioè spiegano il perché “l’acqua si scalda”, non si limitano a constatarne solo l’evidenza secondo gli stereotipi correnti, giungendo alle REALI ragioni di certi comportamenti, che ci sembrano “scontati”. Non li ho letti tutti neh.
-Esercizi d’amore (Essays in Love) (1993) Guanda, 1995
-Il piacere di soffrire (The Romantic Movement) (1994) Guanda, 1996
-Cos’è una ragazza (Kiss & Tell) (1995) Guanda, 1997
-Come Marcel Proust può cambiarvi la vita (How Proust Can Change Your Life) (1997) Guanda,
-Le consolazioni della filosofia (The Consolations of Philosophy) (2000) Guanda,
-L’arte di viaggiare (The Art of Travel) (2002) Guanda,
-L’importanza di essere amati (Status Anxiety) (2004) Guanda,
-Architettura e felicità (The Architecture of Happiness) (2006) Guanda,
-Lavorare piace (The Pleasures and Sorrows of Work) (2009) Guanda, .
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Maria Grazia, la mia, oltre che una precisazione, era una richiesta, educata (per favore) di non mettere in mezzo persone con le quali avevo già chiarito di non voler avere nulla a che fare.
Per cui , se non ritieni di voler accogliere la mia richiesta, me lo dici e chiudiamo l’argomento che stiamo trattando, così io rispetterò il tuo punto di vista e tu rispetterai il mio.
Premesso ciò, nemmeno io penso che vuoi darmi contro per partito preso, però se stiamo parlando di me e di un mio caso specifico, cosa c’entrano gli altri uomini ?
Personalmente non ho mai incontrato una donna che mi facesse “ca.... sotto dalla paura”. Figuriamoci !
Parli di donne in gamba, intelligenti, determinate e che sanno cosa vogliono. Te l’ho già scritto: magari a trovarne ! Dove sono ?
Mi accusi di fare gli stessi discorsi che fanno gli uomini che descrivi come “perennemente soli”. Se leggi i miei ultimi post ti accorgerai che ho scritto che dall’età di 17 anni ho sempre avuto una compagna accanto a me, con brevi pause che non superavano il mese.
Non capisco tra quali “righe vuoi leggere”. In che mare devo immergermi per dire che cosa ? Per paura di essere scoperto da che ?
Ho parlato molto semplicemente di questioni che mi sono accadute: molto semplicemente non si incastra il binomio sesso/condivisione. Probabilmente e molto più “semplicemente” le donne che casualmente mi attraggono, altrettanto casualmente non ci vado d’accordo, semplicemente perché non si hanno gusti in comune. Ti sei fatta un’altra idea nei miei confronti ? Tu riesci a farti un’idea di una persona attraverso un pc ? E beata te ! Io non ci riesco neanche frequentandola nel reale pensa un po’.
Teoricamente potresti essere anche un uomo e mi faccio un’idea come donna ? A me Acqua ha fatto delle domande e le ho dato delle risposte. Non vedo perché dovrei inventarmele ? Che senso ha ?
A me cosa credi che non dispiace di trovare difficilmente l’incastro giusto ?
Però non pensare che nella mia vita non abbia avuto delle relazioni serie, visto che mi accomuni a uomini che si dicono pronti per una relazione seria e poi sono immaturi mammoni e quant’altro.
Poi parlarmi di mammone di mi fa salire la bile. Ho avuto una relazione di 17 anni con una donna che cinque giorni su sette doveva passare dai genitori per non parlare poi di opportunismo.
In finale vorrei sapere da te quali sono “…gli “argomenti” che hai finora riportato come “risposta” ai miei quesiti non li ritengo convicenti ed esaustivi, e non chiariscono in maniera analitica ( quindi non superficiale )…”
Golem confermo che siamo nel campo della pura fantasia, ma che appare rispetto a “Sharon Stone” piu’ raggiungibile e quindi piu’ utilizzabile nell’autoinganno, in quanto Lui esiste, abita nella mia stessa citta’ e ‘potrei’ rincontrarlo in futuro.
Questo stato corrisponde meglio a quello che Suzanne aveva definito in un suo vecchio post come “nostalgia di un non vissuto” o ” insufficienza della realta’ rispendo alle potenziali situazioni vivibili da noi desiderate”.
Riporto la poesia che Suzanne mi aveva postato quando discutevamo di questo e che mi era molto piaciuta:
” Credi che il tuo sguardo
comprenda un ampio orizzonte, forse,
in realtà stai solo guardando intorno
all’interno della tua botte.
Non puoi tirarti su fino al bordo
e vedere all’esterno il mondo delle cose,
e nello stesso momento vedere te stesso.
Sei sommerso nella botte di te stesso —
tabù e regole e apparenze,
sono le doghe della tua botte.
Spezzale e dissolvi l’incantesimo
di credere che la tua botte sia la vita!
E di conoscere la vita!
Edgar Lee Masters
I motivi per cui non voglio discutere di questo “stato” com mio marito sono:
1) ritengo che tale “tendenza” a fantasticare ‘altrove” sia qualcosa di non risolvibile perche’ profondamente e da sempre connaturata in me.
2) Non mi provoca “sofferenza’, ma solo “momenti di svago” seppur non del tutto appaganti e potenzialmente utili per afforntare con un’altra vision problem reali
3)Non voglio riaprire una questione gia’ affrontata in passato che ha fatto probabilmente soffrire mio marito allora e che potrebbe far fraintendenere ora i miei sentimenti nei suoi confronti (attuali e passati).
>>>
-Una settimana all’aeroporto (A Week at the Airport) (2009) Guanda, .
-Del buon uso della religione. Una guida per i non credenti (Religion for Atheists) (2011) Guanda,
-Come pensare (di più) il sesso (How to Think More About Sex) (2012) Guanda.
-L’arte come terapia (Art as therapy) Guanda (2013)
Il libro di Sacks tratta della fisiologia cerebrale e dell’architettura che si crea nelle nostre menti, e di quanto anche un minimo squilibrio elettrochimico (che certi ormoni provocano) le possa alterare, sino a far vedere “vere” cose inesistenti.
Quindi tornando a te Acqua, tu giustamente dici: “È’ come l’attimo prima di raggiungere l’orgasmo, che è estremamente più eccitante e coinvolgente dell’orgasmo stesso.”
E non è il buon vecchio Sesso che ti chiama all’appello Acqua, per vedere se hai “fatto i compiti”? Una forma di raffinato “autoerotismo” femminile alimentato dall’immaginazione. Quello che vado ripetendo qui da tre anni. Ma solo quello però. L’amore è altro. E’ “oltre”.
Infatti trovata la “quadra” in casa mia, e superate le fisime puritano-moralistiche con le quali lei lo osservava, e eliminata la confusione tra desiderio sessuale e sentimenti, “lei” ORA non ha più necessità di ricorrervi più per raggiungere “quei momenti”.
La mia teoria non vale per tutti? Bene. Conta che sia valsa per me e lei. Se però qualcuno vuole vederci “chiaro” in quello che ci succede “dentro”, al di là di come si manifesta “fuori”, è utile. Poi si può sempre continuare a fantasticare e a credere a Cupido. La Perugina ha fatto una fortuna abbinando una “dolcezza” ad un altra, figuriamoci.
Ciao.