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di LAD
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 22.860 commenti

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  1. 8311
    Golem -

    Acqua, quello che dici spiega perchè questo sito, potenzialmente utile allo scambio di idee, produca più dialoghi tra sordi che altro.
    Il fatto è che per condurre discussioni “serie” e non seriose, bisognerebbe avere gli stessi livelli di cultura, che sottintende la capacità di comprensione al di là dell’espressione verbale. Più di una volta una metafora non viene intesa nella giusta accezione, con casi comici di lettura alla lettera come accadeva all’esperto di termoidraulica. Ma se è naturale in “chi ignora” ignorando, diventa grottesco in chi ignora ma crede di sapere, per una sua soggettiva convinzione che probabilmente proviene dal solo confronto coi primi. È la solita metafora del più alto dei sette nani.
    C’è poi l’identificazione di sè in realtà parallele che spesso sono le uniche nelle quali si può avere “voce”, e la “reputazione” che ne può nascere, o che si cerca in quel relativismo relazionale, diventa un riferimento di un sè che finisce per diventare oggettivo, pur provenendo da un ambito “relativo”, come lo è quello “virtuale”, dove cioè si può essere e mostrarsi per quello che si vuole, purchè lo si sappia fare.
    Inevitabile che in quei casi la reazione diventi “personale” se la l’immagine virtuale si è fusa con quella reale.

  2. 8312
    rossana -

    Mare,
    alcune conoscenze con utenti abituali con cui ci si relaziona qui NON sono solo virtuali.

    altre, invece, pur essendo rimaste tali, sono state approfondite PIU’ che con incontri di persona tramite un intenso interscambio di lunghissime mail, corredate di foto, rivelatesi autentiche, a un livello d’intimità possibile forse solo con provati amici di lunga data, con psicologi o confessori.

    come la trasposizione di profonde sintonie virtuali nel reale è quasi sempre frutto di amichevoli benefici, un armonioso inizio virtuale, capovoltosi poi in profonde distonie, non può che aver dato luogo ad acrimonia e risentimento. che avrebbero dovuto potersi esaurire in circa 4 anni di pesantissimi confronti-scontri.

    così sembra non essere. quasi certamente soprattutto perché il continuare a esprimere e sostenere una visione amorosa in contrasto rende ardua la certezza di aver ottenuto rassicuranti invisibili risultati.

    potrebbe andar meglio se si avesse MENO tempo a disposizione, MENO interesse al tema o si intervenisse SALTUARIAMENTE.

    d’ora in poi, però, trarrò vantaggio dal saper non più rivolti solo a me i continui strali denigratori riservati sia a un certo tipo di idee che di persone, indipendentemente da reazioni od opportuni silenzi altrui.

  3. 8313
    Golem -

    Giovy, anche se non centrato perfettamente sul tuo caso, il 249 contiene un messaggio fondamentale su quanto sia importante saper riconoscere i propri fallimenti e i propri limiti. Perchè senza questa capacità, il resto della vita, di fallimenti, ne sarà inevitabilmente costellata, pur volendoli umanamente quanto inutilmente ignorare.
    Quindi il consiglio che aggiungo modestamente è: occhi aperti, e sii sempre lucido, e non “illucido” nel giudicare le tue scelte, la tua oggettiva realtà e i tuoi limiti. Le sovravvalutazioni di sè e della realtà che si sta vivendo, dovute a visioni illusorie delle medesime, indotte o congenite che fossero, daranno sempre risultati reali insufficienti, per ovvi motivi.
    Auguri

  4. 8314
    Suzanne -

    Acqua, ma che stai a di’??? La modalità di interazione con il prossimo è modulabile a seconda dei vari attori che vi partecipano. Per quel che mi riguarda nello specifico, se la conversazione non è onesta ( ad esempio mettendomi in bocca parole mai espresse come nel caso di Psyco) perdo ogni interesse. Anche lo scontro deve avere un valore, altrimenti è una grandissima perdita di tempo volta a scaricare le proprie frustrazioni.

  5. 8315
    maria grazia -

    Acqua, il motivo è semplice. Se qualcuno partecipa a determinati spazi virtuali per “reinventarsi” un’ esistenza che nella vita non ha, cioè un’ esistenza nella quale ci sia un “pubblico” che lo “applaude” e gli fornisce quel consenso di cui sente necessità, chiaro che poi di fronte a chi non lo asseconda e lo smonta con la logica, si sentirà minacciato e reagirà come vediamo. Certe risposte infantili che si possono leggere sono il segnale chiaro che gli interscambi, da parte di alcuni, non sono affatto generati dal desiderio di confronto, come invece a parole dichiarano.
    Golem, ma infatti anche chi non ha vissuto storie di sofferenza estrema da un punto di vista emotivo ( come poteva essere la mia ) e ha attraversato invece crisi di tipo più “comune” ad ogni coppia, penso possa apprendere elementi utili dalla tua esperienza. Credo che qualunque persona con una mimina capacità di comprensione lo capirebbe, ma mi rendo conto che di fronte a una platea di un certo tipo si avverte la necessità di doverlo evidenziare.
    il bisogno di riconoscimento – anche solo in minima parte – penso sia insito in ognuno di noi, non c’è nulla di male. Se però la preoccupazione per il giudizio altrui diventa una vera e propria ossessione…

  6. 8316
    maria grazia -

    ..allora c’è qualcosa che non va e su cui evidentemente occorre riflettere. Credo che molti nostri detrattori ( così come molte persone che conosciamo anche nella vita ) siano soggetti a questi meccanismi.

    Riporto un’ affermazione di Suzanne tratta da un altro thread:

    “Smettiamola con questa visione dell’uomo come padre amorevole ed autorevole verso la sua donna-figlia incapace di gestirsi autonomamente.”

    Suzy, adesso ho capito dove sta il tuo cruccio! Vedi in ogni donna che da retta al parere di un uomo ( specie se quest’ ultimo è più maturo di lei in termini anagrafici ) il rapporto conflittuale che tu avevi con tuo padre. Ma è chiaro che questa tua trasposizione è irrazionale, non è applicabile a tutte le situazioni e dovresti lavorarci.

    Il sapersi confrontare argomentando è cosa diversa dal paternalismo. Non puoi discutere con chichessia in maniera razionale se hai interiorizzato la figura del “mostro prevaricatore” in chiunque non ti dia ragione.

  7. 8317
    J.J Bad -

    Vabbè ma allora per stare qua tutti i giorni dovete proprio avere un handicap mentale serio!
    Quindi non solo Golem, ma un po’ tutti quelli che si ritrovano quotidianamente in questo topic…

    Ci pensate mai che un bel giorno vi chiederete quanti discorsi, quanto quanto QUANTO tempo avete sprecato inutilmente qui dentro ad interagire e litigare con anonimi?
    Tempo che non vi restituisce nessuno, sappiatelo.

    Pensateci.

    Traduzione per il King of Nerds: cassa, carisma, Baddu. 😀

  8. 8318
    Suzanne -

    Maria, e invece pensa che Golem mi sta pure a tratti simpatico perché mi ricorda mio padre, a cui voglio un gran bene, nonostante i suoi macroscopici difetti. Massí dai, un po’ di affetto anche verso Golemuccio lo provo…

  9. 8319
    rossana -

    Suzanne,
    “Smettiamola con questa visione dell’uomo come padre amorevole ed autorevole verso la sua donna-figlia incapace di gestirsi autonomamente.” – la penso esattamente come te, anche se non ho per niente avuto un rapporto conflittuale con mio padre.

    vezzo, comunque, degli uomini del passato, che hanno adesso per lo meno 60/70 anni. oggi troverebbero ben altro filo da torcere!

  10. 8320
    Golem -

    MG, sai che io sono “impermeabile” al giudizio altrui, specie quando questo è specioso e sottende la “protezione” un proprio vissuto fallito, contro un altro che è vivo e vegeto e lotta con noi. Si può essere certi quanto si vuole delle proprie convinzioni, ma una “storia” che si è esaurita non è confrontabile con una che continua BENE -e meglio di prima- malgrado le crisi vissute.
    Trascurando le personali sensibilità, che in quanto tali non fanno testo per via della “mammasuità” che spesso diamo alle nostre “creature”, resta CHIARO che quei due “stati” sono oggettivamente OPPOSTI, o no? È solo merito della fortuna?
    Detto ciò, sai che quando porto il mio di “esempio”, non è nè per “autoconvincermi”, come viene puerilmente paventato, nè per battermi tronfio il petto, ma solo per ricordare come l’illusione porti inevitabilmente alla delusione. Fare i professori di Architettura dopo che ti è crollata una casa e mezza non è proprio un bel palmares per insegnare Scienza delle Costruzioni, e pretendere che chi sa di quei crolli possa dar credito alla perizia del docente in parola.
    Comunque, sia noto che il batrace era un “perdente” nato, Sally sais at the end of is “peto” therapy. Ma si sa che questi piacciono a molte “adolescenti”, di ogni età.

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