Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, LAD, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
Pagine: « Prec. 1 … 826 827 828 829 830 … 2.287 Succ. »
Pagine: « Prec. 1 … 826 827 828 829 830 … 2.287 Succ. »
Max 2 commenti per lettera alla volta. Max 3 links per commento.
Se non vedi i tuoi ultimi commenti leggi qui.
Oh…in quest’oscuro colle mani gelate distinguo il mio viso…mi vedo abbandonata nell’infinito…
Golem, già!.. Il pregiudizio!.. L’ ho visto deflagrare nella sua massima potenza due volte nella mia vita: la prima volta, quando a 23 anni da Milano mi trasferii in una piccola località di mare dove vigeva all’ epoca – e credo viga tuttora – una mentalità da piccolo paesino, e agli occhi degli autoctoni io ero la “bottana di città e figlia sregolata” che era scappata dalla famiglia per dedicarsi, secondo loro, ad una vita dissoluta ( a quel tempo lavoravo come operaia e per tutto il resto del tempo stavo a casa o al massimo passava un paio d’ ore nel barettino a pochi metri ). E poi anni dopo nei forum e nei social, dove la frustrazione della gente emerge in maniera violenta, senza nemmeno quei pochi ed essenziali filtri che nella vita fisica preservano almeno un minimo di civiltà.
Cos’ hanno in comune queste due situazioni con il dibattito sul tema amoroso che qui trattiamo ormai da anni? Per quanto mi riguarda, in tutte e tre i casi si può evincere chiaramente l’ insoddisfazione esistenziale di chi sostiene una certa linea, coloro i quali vedono probabilmente nell’ altra parte un’ autonomia ( sia di vita che di pensiero ) che loro forse non hanno e che disperatamente…
..e che disperatamente desiderano.
Il pregiudizio è il comodo rifugio di chi ha una mente pigra e ha bisogno di comode e rassicuranti certezze. Ma per essere veramente liberi ( e quindi di conseguenza anche felici ) bisogna indagare la realtà con gli occhi sereni e lucidi della ragione, scevra da ogni ideologia e sovrastruttura dogmatica dettata e/o imposta dall’ ambiente.
io comunque per i passanti non ci sono tagliata. preferisco i passatelli.
In realtà non è questione di “pigrizia” MG, il pregiudizio è figlio dell’ignoranza, intesa proprio come mancanza di “conoscenza”. Gli ambienti “circoscritti” tendono a creare un “equilibrio etico” che è il risultato della media della “cultura” che vi si “respira”. E da questa “etica” non sfuggono neppure le persone “studiate”, se le loro esperienze sono principalmente concentrate in quell’ambiente. Non serve il viaggio una volta tanto, il libro una volta al mese o il teatro una volta l’anno, serve “vivere” in un ambiente “aperto” per aprirsi, altrimenti si ricorre ai famosi stereotipi per le ragioni che ho citato. E ripeto, ci sono i pregiudizi dell’analfabeta come i luoghi comuni “dell’intellettuale”. Solo che se i primi sono palesi gli altri sono più celati.
Senza voler proporre mie collocazioni politiche, essendo io un anarchico costituzionale, uno dei principali stereotipi da “intellettuali di provincia” è quello che vuole che chi è di sinistra sia più colto e intelligente, a prescindere. Ovviamente non è possibile che esista il 33% di gente intelligente e (anche meno) che sia “colta”.
In realtà, è uno dei tanti stereotipi rifugio di molta gente che si sente “più”, ma che non potendo “apparirsi” in un modo, lo fa in un altro
Qualsiasi esperienza facciamo nella vita ( anche quando negativa ) è “arricchente”, perchè ci da modo di conoscere sia noi stessi che la realtà che ci circonda. Ma questo non cambia il fatto che l’ amore, per essere davvero definito tale, deve basarsi su determinati presupposti. Tutto il resto è appunto “esperienza”, che può essere più o meno piacevole o spiacevole nella misura in cui noi la viviamo e in cui gli altri si rapportano con noi. Quest’ ultimo punto è comunque molto legato all’ idea che in quel momento abbiamo di noi stessi. Una persona strutturata che ha compiuto un determinato percorso difficilmente accetta comportamenti scorretti, mi pare ovvio. Ma l’ evoluzione di se stessi passa anche attraverso la sofferenza, a patto però di rielaborarla nel suo vero significato. Senza pregiudizi, appunto.
Sicuramente non sono altri a dover definire la mia esistenza “arricchita” oppure “avvilita”. Questo posso saperlo SOLO IO. Così come il mio valore in quanto persona non è commisurato a quanto io risponda o meno a certi canoni pensati da altri.
Alisea, a me, dopo 30 anni, mia moglie mi attrae sempre sessualmente, e viceversa. Sarà un’eccezione ma è così. Giusto per la statistica.
MG, le esperienze hanno senso e insegnano SOLO se si riesce a essere obbiettivi con sè stessi. Ma molto spesso questo non accade, e si resta ancorati a convinzioni che sono proprio la causa di quell’ “esperienza”, e che malgrado questa non ci scalfiranno di un’unghia. Leggevo del tizio che “piange” sconsolato perchè dopo 6 anni è stato lasciato da una donna più giovane di lui, avendo “leccato la terra” dove chiaramente quella lei camminava. Non ci vuole Freud per capire quanto fosse sbilanciato un rapporto dove uno deve “umiliarsi” in quel modo. Ma stai tranquilla che non capirà MAI che è proprio quel comportamento che l’ha rovinato. Il “luogo comune” del quale è vittima però lo assolve, perchè quel “modus” è assimilato alla “dedizione” che si ritrova in una certa visione dell’ammore. E una volta consolato adeguatamente si sentirà “vittima” di una donnaccia che non ha capito il suo ammore, quando invece è vittima di sè stesso e di tutta liturgia melenso-romantica intorno alla quale lui, come milioni di altre e altri illusi, hanno impostato le loro relazioni “sentimentali”.
Tanto per chiosare adeguatamente sorge spontaneo il luogo comune che “chi è causa del suo mal pianga sè stesso”, e in aggiunta “non c’è trippa per gatti”. Bye
Niente Golem,
Hai estrapolato l’unica frase che ti permetteva di distrorcere il discorso altrui.
Ma questo non sposta I fatti di un millimetro, quindi escluso il mio post 7800 dove rispondevo polemicamente all’ennesima provocazione (ennesima)
C’è tutto il pregresso, ci sei tu che insulti il vissuto altrui sistematicamente.
Insomma, tu svicoli,ma la situazione è sempre quella, incambiata
Se tu scrivi di Caio”patetico, perdente, illuso e sognatore,la tua vita è un fallimento”.
E Caio,disinnesca gli insulti dicendo:“ah I nostri illusi e perditempo scambi”
Caio,Non sta attacando il tuo di vissuto,sta ridicolizzando l’insulto ricevuto.
———-
VISSUTO di Caio ≠ Irrisione degli INSULTI ricevuti sul vissuto da Caio
——–
Vissuto≠insulti
Chiaro?
Come sempre Golem la tua analisi è incontrovertibile. Non me ne voglia qualcuno se anche stavolta mi trovo d’ accordo con te.. In realtà il focus di tutta la questione credo che si incentri su questo aspetto: fa paura e non si comprende ciò che non si conosce o non si è vissuto in prima persona. E quindi si tende inevitabilmente a bollarlo come pericoloso, sbagliato, deviante e deviato, ecc… Probabilmente si tratta di un istinto primordiale che ogni essere umano ha sviluppato in epoche remote per ragioni di “sopravvivenza” ( è sempre stato più facile adattarsi al branco piuttosto che seguire la propria strada, con tutte le incognite che ciò comporta ). Oggi però viviamo in un mondo individualista e altamente tecnologico, e non più arcaico e fortemente comunitario. Quindi il pensare in maniera indipendente è dettato non solo da motivazioni “filosofiche” e “idealistiche” ma anche proprio di carattere pratico. Forse è questo che sfugge a chi continua ostinatamente a vivere di stereotipi. Il quale non si spiega perchè, ad esempio, talvolta un libertino può avere molto più senso morale ( che è cosa diversa dal moralismo ) di un’ asceta o perchè un cosiddetto “fascista” può avere molta più sensibilità e apertura mentale di…
..di una sardina.
Fortunatamente il mare è pieno di pesci. Di ogni tipo.