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Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, LAD, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Suzanne,
grazie per l’accenno che mi riguarda. i bulli ci sono anche qui, sia nella connivenza che nell’indifferenza.
Uno degli EFFETTI dei forum, oltre a quello di far interagire i partecipanti tra loro e con l’utenza di passaggio, ha quello di ritrovarsi più o meno inevitabilmente tra “frequent writers”, che oltre a divenire delle figure di riferimento di natura “caratteriale” e stilistica, nel tempo offrono, o dovrebbero offrire, una linea di pensiero che normalmente è “riconoscibile” attraverso un filo conduttore che si mantiene nel tempo, tramite il quale si formano le varie opinioni sull’affidabilità del soggetto in questione.
La necessità di offrire al lettore, stabile o occasionale, una coerenza intellettuale riconoscibile, al di là dei contenuti della medesima, oltre ad essere la prima forma di vero rispetto per gli altri (cosa di cui spesso si parla con abbondanza di retorica moralistica) è soprattutto necessaria a chi sta cercando risposte “chiare” a problemi che li affliggono. Più di una volta in questi anni si è parlato della necessità di una chiara continuità “filologica” su certi temi fondamentali, per far sì che il sito non sia un mero palcoscenico ove “mostrarsi” ma un luogo dove interagire, ANCHE violentemente, ma con l’intento di portare avanti delle linee di pensiero personali sulle quali confrontarsi per trarre, e far trarre, delle>>>
>>> conclusioni credibili da quanto viene scritto e SOSTENUTO, che al di là del valore intrinseco che ognuno vorrà dargli abbiano almeno il crisma della coerenza per essere ritenute VALIDE.
È naturale che se un nuovo utente, alle prese con un problema serio, per il quale sta cercando una risposta attraverso le opinioni di “sconosciuti”, nota con ingenuo candore un “problema” più volte richiamato sul sito, che riguarda proprio quella caratteristica NECESSARIA in un ambito relazionale come questo, e la nota nel giro pochi post, dimostrando che certi antichi “richiami” alla coerenza non erano campati per aria, (avendo io ricevuto per questi direttamente e indirettamente epiteti offensivi documentabili in ogni sede) come si può restare zitti, e non pensare che i rapporti tra le persone sono rovinati e confusi proprio da questi stili ondivaghi, spesso confenzionati con elegante retorica demagogica. Il richiamo finale era al “plurale” e non a caso, perchè il mondo è ancora pieno di quella che alla fine risulta come un’artificialità dell’immagine che si offre (e la politica ne è un esempio) che non potrà mai essere la cosa che renderà questo mondo un posto migliore, come spesso gli amanti di certa retorica amano dire.
Spero di essere stato chiaro.
Golem,riguardo a la tua curiosità, a me sembra evidente ma se ne hai bisogno, provero a spiegarti:
Quando ho scritto:
“trovo che il parallelo col credente sia sufficientemente esplicativo…Che tipo di dialogo è possibile con un cristiano, se questi è già convinto di possedere la verità?
L’ho fatto in risposta al 7679 (in chat) di Rossana che rivolgendosi a ME parlava di TE, avessi voluto continuare avevo mille sponde aperte ma ho invece chiuso. Scrivendo null’altro di quello già detto precedentemente e direttamente.
—
In merito al “Ah I nostri vecchi scambi illusori e perditempo…” (se non erro l’ha scritto Suzanne ma poco importa), bada bene la differenza:
– Certo, si perculava I tuoi voli pindarici (ed insulti)i sugli altrii, ma non certo il tuo vissuto, una differenza abissale non trovi?
-lo si faceva qui in chat, dopo la millionesima volta in cui hai dato degli illusi patetici perdenti al vissuto di chiunque non ti dia ragione.
—
Puoi mischiare le carte fin che vuoi, il fatto resta: il thread di Giovy era pieno di commenti di diversi utenti, ma solo uno ha portato il suo, sentendosi in obbligo di irridere quello altrui attraverso non la critca all’argomento ma alla persona.
Indovina chi è?
Ciao Suzanne
Cuba fatta in un periodo dove era necessario oltre ad esplorare anche ricaricare le batterie,quindi vista ma non tantissimo
Tappe:
Varadero (turistica ma volevo anche relax e caraibi)
Havana (bella)
Vinales (ricordo un tour a cavallo tra le coltivazioni di tobacco molto carino)
Santa Clara (cittadina colonica)
Trinidad (spiaggie ma piu’ selvaggie)
Affitto auto o Mezzi?
Per me soluzione ibrida:ho preferito viaggiare coi mezzi ma tramite collectivo: in pratica taxi ma da dividere con altri passeggieri (si viaggia di solito in 4 cosi da far scendere I costi)ma so che noleggiare un auto è relativamente facile (ho amici che l’hanno fatto e sono rimasti soddisfatti) Per usare gli autobus invece credo occorra armarsi di pazienza
In generale, quando possibile amo la libertà di prendere a noleggio un mezzo proprio per muoversi con completa autonomia, ma Cuba è stato anche un viaggio da “scarico “ed è arrivata la scelta “senza pensieri”
Volevo evitare casi come quello poi successomi, recentemente: l’auto noleggiata per visitare il Libano, ha deciso di bucare in mezzo al nulla,anzi di fronte ad un ridente campo di cannabis…
Chiudo per me:
Cuba bella scelta, ma dimentica il Peru’ o c’è il rischio di aspettarsi troppo.
Bene Adam, le “riflessioni” le hai scritte entrambe tu. Ricordandoti poi che l’irrisione ha molti modi di manifestarsi, e non solo quelli “palesi” che ami far notare, dobbiamo quindi ritenere che per quelle “ragioni” che hai portato, le tue “superflue” ironie su Golem sarebbero da considerarsi lecite, e quindi diverse dai “mezzucci” di quest’ultimo -che in definitiva delle tue erano solo la replica- oppure sono a loro volta mezzucci solo più eleganti. Solo sì lo sono o no non lo sono, grazie.
“Grazie vostro Onore. Non ho altre domande”.
Golem, mi riallaccio al tuo commento 7718 e al mio 7716. L’illusione degli 11/12 anni che ricordi tu non credo sia la stessa che si possa avere a 20 o a 30 anni. Lì davvero si sogna ad occhi aperti. Diverso è vivere una storia in età adultae da innamorati e poi rimanere delusi in una maniera o in un’altra.
Invece si Mare, e si può essere illusi anche a 80 anni se non si sono vissute le esperienze amorose veramente e nella realtà. Il fatto è che in assenza di quelle esperienze, noi attingiamo spontaneamente a quello che conosciamo, e quello che vediamo indirettamente è la cultura corrente, intrisa di quella morale cattolica, il Romanticismo che ne è la derivazione intellettuale e tutta la retorica favolistica che accompagna l’immagine dell’amore illusorio. Che già è tale per le manifestazioni dell’innamoramento che di per sè altera quanto ci accade, magnificandolo oltre il reale appunto. La delusione in età adulta, come la definisci tu, non è altro che la “redde rationen” che ci presenta la realtà quando i fumi dell’illusione lasciano il posto alla verità. Allora ecco i “ho bisogno di una pausa”, “non simo più quelli di una volta”, “Non so se ti amo” e via discorrendo. A 20/25 anni è normale che accada, proprio perchè non si ha nè l’esperienza nè la freddezza di capire il peso dell’attrazione sessuale nel rapporto sentimentale. Rapporto che diventa amore, se lo diventa, solo dopo che sia scemata la fase “epica” che ne è solo l’innesco. Ma questo richiede una maturità “lucida”, non anagrafica, quella non dice nulla …
Miseria Umana, capiscimi, dove tu senta il bisogno di mettere accenti è un problema esclusivamente tuo, mica nostro, perciò se hai questo impulso all’amore universale… arrangiati.
La narda non la “sponsorizzo”, ma come tutti me ne sfondo e la tracanno a 20 €/l più o meno a seconda del contesto e comunque nuoce meno di un comune neurolettico, e non mi metto alla guida dopo la benefica sgargarozzata perché il reddito di un Professore (nota la maiuscola, qui non si parla di scuole secondarie superiori) non è certo quello di un muratore e con un paio di carte da 50 trovi con un cenno elegante della mano sinistra gente sobria e fidata che ti riconsegna a casa senza fare domande se non l’indirizzo, di solito li chiamano Taxi, ma vanno benone anche gli NCC.
In fondo, io rialzo il PIL, prima di attraversare la strada anche se sono imbutito della chiarissima bedagna guardo a sinistra e a destra e mi accerto se ci sono strisce pedonali a meno di 100 m.
…nei termini di “conoscenza” della questione se si è privi di esperienza. Vivere l’amore “reale” e trasformarlo in un’esperienza di vita “vera” di coppia, significa iniziare un percorso a due che si sa lungo, nel quale si “costruisce” un giorno dopo l’altro l’intesa sessuale, che sarà il risultato della stima, della fiducia e del piacere di vedere il VERO di quella persona. Ma come ho detto spesso, quel momento non si presenta al termine del volo delle farfalle gastriche, perchè dissolti i fumi dell’illusione si ha spesso di fronte una persona diversa da quella che si immaginava, e di conseguenza ci si dice: “è finito l’amore”. In realtà non è mai iniziato quelllo a cui io penso, e che succede? Che spesso si finisce per cadere in un altra illusione senza riflettere su cosa appunto significhi quell’abusato termine e così via.
Servirebbero settimane per capire perchè ancora oggi si è a questo punto, tieni solo presente che la nostra è comunque una società che punta TUTTO sull’illusione per “funzionare”, a partire dalla speranza del Paradiso, sino all’amore da romanzo. In mezzo c’è la vita vera, con le sue difficoltà e banalità quotidiane, nelle quali si può coltivare l’amore vero, ma bisogna VOLERLO non sognarlo.