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di LAD
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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23.276 commenti

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  1. 7901
    Rdf -

    Beh ma mg io non faccio altro che rispondere alle tue insinuazioni e sterili certezze sui maschi, poiché nel mio caso invece la situazione è ben diversa da come le racconti

    Tu vedi me come quello “mazzuolato’, mentre nella realtà dei fatti sono io che , accortomi sempre subito con chi avevo a che fare , mi deludevano intellettualmente e spiritualmente e non sono più riuscito ad innamorarmi e varie castronate con cui il vulgus si riempie la bocca

    Io esamino la realtà , la mia ricoprirà un 5% delle analisi, che sul resto si basano statisticamente su esperienze altrui che presentano sempre le medesime dinamiche (basta leggere solo questo forum x rendersene conto)

    Te la puoi cantare come vuoi ma qui quella che scrive più degli altri ad ogni ora ed in ogni chat non sono certo io. Io mi diverto ad intervenire perché la ipocrisia generale che regna sovrana mi diverte , come mi sollazza rilevare le tue presuntuose certezze

    domandati invece quali siano le tue insoddisfazioni che ti spingono a così frequenti interventi !

    Ma perché poi cerco di parlare con una donna sec logica portando dati oggettivi ? non porta da nessun parte, è inutile che io insista… non ho bisogno di convincere nessuna , parla la rdf al posto mio 🙂

  2. 7902
    maria grazia -

    Analisi incontrovertibile boss, come sempre. I contenuti da te espressi mi hanno fatto ripensare alla biografia di mia mamma. Prima di sposarsi era una ragazza “all’ antica” di poche pretese, nata e cresciuta nel profondo sud rurale, non aveva istruzione, aveva cominciato a lavorare a 10 anni come contadina, non aveva la patente ed era stata allevata nella convinzione che il marito ideale dovesse avere una sola, unica caratteristica: essere in grado di mantenerla economicamente e di provvedere anche a tutto il resto della famiglia che si sarebbe venuta a creare. Così, quando ha incontrato mio padre ( un ragazzo semplice e non particolarmente affascinante, che veniva dalle sue stesse zone e dal suo stesso background ma che poteva contare su guadagni sicuri ) mia madre non esitò a fidanzarcisi e ad eleggerlo come l’ uomo della sua vita. Mia madre aveva allora poco più di 20 anni e non era mai stata con altri uomini.
    Dopodichè i miei ( ancora fidanzatini ) si trasferirono a Milano. E qui mia madre si trovò di fronte a una realtà completamente diversa rispetto a quella “arcaica” dalla quale proveniva: luci stromboscopiche per le strade, ragazze libere che giravano in minigonna, cinema aperti anche di notte, “movida”, arte,…

  3. 7903
    maria grazia -

    ..cultura. Una vera Milano da bere degli anni 60, insomma. Di lì a poco i miei si sposarono, ma mia madre da quel momento cominciò a sviluppare una sorta di insofferenza nei confronti di mio padre e della vita matrimoniale. Diceva sempre che si sentiva “incompleta”, che fare solo la madre e la moglie la limitava, che si annoiava a morte perchè mio padre non la faceva “sognare” ( diceva proprio così ) non la portava da nessuna parte e non si divertivano mai. In parte era vero, mio padre non è mai stato un uomo particolarmente romantico e premuroso, era un tipo terra terra e per lui la massima dimostrazione d’ affetto era provvedere materialmente a tutti noi. Ma credo anche che mia madre avesse cominciato ad andare in crisi e a sentirsi inadeguata nel confrontarsi con un modello femminile futurista e rivoluzionario. E finì per rimanere angosciosamente combattuta tra la voglia di emancipazione e il timore del giudizio di parenti e conoscenti se avesse trasgredito a certe tradizioni radicate nell’ ambiente da cui arrivava. Sviluppò allora una vera e propria “schizofrenia” che sfogava su noi figli e in particolare su di me, che invece con la mia sfacciata indipendenza rappresentavo tutto ciò che lei non sarebbe mai riuscita ad essere.

  4. 7904
    Golem -

    Normale MG. Se la Masai, che pensa alle vacche e alle capre nel suo ambiente, la porti a Milano in età “plastica”, integrerà il suo “programma” e comincerà a rivedere certe posizioni. Magari, con un po’di titubanza assaggerà persino il gorgonzola e pian piano lo troverà gradevole, e così, arricchendosi di nuove informazioni “emotive”, per la regola generale “buono, no buono” aggiusterà il tiro sulle proprie aspirazioni e desideri. È chiaro che se vivi fissa a Roccacannuccia, oltre a non trovare il famoso psicologo, per l’ovvia emarginazione
    geografica del luogo (?) i parametri di riferimento saranno quelli imposti dalle “dimensioni” di quei limiti fisico culturali, è inevitabile. E attenzione, questi “limiti” permangono anche oggi nonostante la diffusione dei mezzi di comunicazione come questi che stiamo usando, che danno “l’illusione” di essere “circondati dal mondo” per l’opportunità che questi offrono riguardo contatti extralocali. Ma non è cosi, perchè l’interazione virtuale è monca di tantissimi altri messaggi e comunicazioni che il contatto reale invece fornisce. Per esempio -per fare un’altro esempio banale- è come ascoltare Bruce Springsteen da un disco seduti sul divano invece di andare ad un suo concerto. Le sensazioni>>>

  5. 7905
    Golem -

    >>> che avremo “dentro” il concerto non sono neppure lontanamente paragonabili a quelle da divano, e non c’è bisogno che spieghi il perchè. Ma chi non è mai stato ad uno di quei concerti, o vive per 365 giorni l’anno a Roccacannuccia non sa che c’è altro che si può provare. Questo spiega in parte perchè qui si sono verificate guerre bibliche su “certe” convinzioni messe in discussione anche senza volerlo fare. Peraltro è difficile abbandonare quelle convinzioni con le quali e per le quali si è vissuti per la maggior parte della propria vita, e che si sentono assolutamente come nostre, quando spesso e volentieri sono solo il frutto di un’azione di subpersuasione culturale che ha formato il nostro IO, che tuttavia sarà sempre relativa, per le ragioni che ho esposto, ma che comunque diventa inevitabilmente la pietra di paragone per giudicare il mondo. Anche se quella pietra che ci sembra enorme -forse anche per l’età raggiunta- nei fatti è solo un granellino di sabbia. L’ho capito durante la famosa “revisione”, dove (come dovrebbero fare i famosi psicoterapisti) ho dovuto sottopormi ad un’autoanalisi proprio mentre affrontavo quella della persona che mi interessava per poterla capire. Fossi rimasto sulla mia pietruzza oggi sarei ancora lì. Solo.

  6. 7906
    maria grazia -

    Rdf io non faccio alcuna insinuazione sui maschi in generale ( come invece fai tu ripetutamente sulle donne ). io mi sono espressa su quello che TU hai scritto, e basta. e ne ho tratto le mie personali considerazioni.
    Che io scriva qui in continuazione è assolutamente falso visto che due o tre commenti ogni due tre giorni è pochissimo. o comunque è una media normale di frequentazione.
    Ribadisco che in base a ciò che scrivi sei semplicemente un maschio rabbioso con le donne perchè queste non sono/non fanno come tu vorresti. Ma sputare veleno a destra e a sinistra non risolverà i tuoi problemi nel concreto.

  7. 7907
    maria grazia -

    Anche stavolta ci hai preso completamente boss. Mia mamma, oltre che le orecchiette alle cime di rapa e il sugo di involtini di cavallo, sa cucinare egregiamente anche il risotto e la cass’la. Il punto da te sollevato è cruciale: quanto la nostra capacità di essere emancipati mentalmente è ancora più importante del poter viaggiare fisicamente? Direi che è vitale. E’ da questo che dipende tutto! Potremmo girare il mondo e rimanere dei pecorari ( e qui sul web ne abbiamo avuto molti esempi, anche in questo sito ), così come potrebbe essere che rimaniamo sul divano di casa nostra e sviluppiamo una mente estremamente poliedrica e un pensiero molto dinamico. Tutto secondo me dipende da una nostra predisposizione interiore a liberarci facilmente di sovrastrutture e schemi consolidati, guardando il mondo non con gli occhi di chi pensa di sapere già tutto, ma con quelli di chi ha ancora voglia di sperimentare, scoprire, imparare. Certo è che per riuscire in questo bisogna spogliarsi del proprio ego e delle proprie inibizioni culturali e accostarsi alla vita con animo semplice e genuino. Una cosa questa che per alcuni è impraticabile, quand anche fossero in completa buonafede. Ed ecco che allora si assiste a tutte le violente…

  8. 7908
    maria grazia -

    discussioni che possiamo leggere nei forum e nei vari social sui diversi punti di vista di ognuno.
    Hai pienamente ragione. Il virtuale da solo non basta ad integrarci con il mondo, e se oltre a questo non ci adoperiamo per vivere la nostra esistenza anche sul piano reale e fisico non potremo mai andare da nessuna parte. Il virtuale è senz’ altro un mezzo utile per metterci in contatto con persone che altrimenti non avremmo mai incontrato nel nostro quotidiano, ma la sua funzione secondo me dovrebbe limitarsi solo a questo, mentre vedo che tanta gente ha ormai completamente sostituito la vita reale con i cyber-“rapporti”. Che, essendo a portata di click, sono senz’ altro molto meno impegnativi ma anche infinitamente meno appaganti e significativi. Ci sono addirittura persone che hanno rinunciato completamente al sesso fisico per dedicarsi esclusivamente a quello virtuale! Lo trovo inquietante..
    Anch’ io nel “revisionare” sia me stessa che i miei vissuti, non ho avuto bisogno dei “pissicolochi”. E’ successo attraverso altre vie. E modestamente ritengo che il risultato di questa mia “ricerca” e di questo confronto con una nuova prospettiva, sia stato ben riuscito. Se non altro per raggiungere finalmente serenità e pace

  9. 7909
    Golem -

    MG, in realtà il comportamento umano è riconducibile, ridotto ai minimi termini, in linguaggio binario” 0;1. Dove le due cifre significano quel “buono-no buono” cui ho accennato in un precedente commento. Ogni nuova esperienza “buono” è tale perchè ci ha fornito un “piacere”, la “no buono” un “dis-piacere”. Intorno a questa semplice espressione binaria ruota tutta la costruzione che gli eventi della vita ci hanno creato, comprensiva dei limiti relativi di cui ho parlato. Banalmente siamo SOLO le nostre esperienze. In realtà però non è del tutto vero, perchè le nostra capacità intellettive eminentemente umane, con la capacità di “pro-jettarci” (gettarci in avanti) sono facilmente condizionabili da esperienze “indirette” in mancanza di quelle dirette. Quando facevo l’esempio dei romanzi Harmony come modello per molte donne, o ai supereoi di qualunque natura -compresi quelli armati di katana, pensavo a tutti quei soggetti che deprivati di esperienze reali per tutta una serie di limiti contingenti, perdurano anche in età adulta ad identificare in questi un’obiettivo identitario che non ha trovato riscontro nella realtà.
    C’è quindi chi per evadere dalla realtà si “sente” come la romantica Francesca dei Ponti di Madison County >>>

  10. 7910
    Golem -

    >>> chi come una Anna Karenina, o chi come il fiero difensore della Legge che obbedisce alle “maschie” regole del Bushido, e come questi altri mille altri esempi di identificazione “prospettica”. Insomma la solita fuga da una realtà che non si è rivelata per quella che quelle esperienze indirette facevano credere possibile.
    Il problema è che per molti di questi l’dentificazione con la “proiezione” diventa l’unica possibilità di “sopravvivenza” disponibile di fronte ad un consuntivo reale negativo. È un po’ come il debito pubblico, frutto cioè di un errore di valutazione tra la prospettiva di certi investimenti e la capacità di raggiungere certi risultati e quindi ripagare il “prestito”, qui inteso come differenza tra la valutazione delle proprie qualità, umane e intellettuali, e del vedersele poi riconosciute dalla realtà dei fatti.
    Alla base di queste situazioni c’è una delle tante illusioni della nostra non solo recente cultura dell’immagine, dove a ognuno viene promesso il famoso quarto d’ora di notorietà, a fronte invece della stragrande maggioranza che vive tutta una vita di anonimità, che ci spinge a un continuo bisogno di riconoscimenti, anche minimi, come minimo riconoscimento di identità e di un vero IO mai trovato. Fine car…

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