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Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, LAD, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Acqua no, quello non era un giudizio di valore. Ma comprenderai che non si può accomunare un rapporto che dura tutta la vita con qualche storia di passaggio o anche con una lunga relazione che a un certo punto, per ragioni varie, giunge al termine. A volte, pur partendo con tutte le migliori intenzioni, in una coppia non si riesce però a fare quel “salto di qualità” che suggella la prospettiva volta al “per sempre”, il quale salto implica necessariamente l’ evolvere sia all’ interno della relazione che come singoli individui. Se l’ intento iniziale è quello di far durare un certo rapporto, e possibilmente per tutta la vita, se ciò poi non si verifica è chiaro che non si può che parlare di fallimento, a prescindere da ciò che quel legame ci può aver dato mentre lo si viveva. La differenza sta in questo e non nel valore o meno di un sentimento emozionale che potremmo aver provato in un determinato momento. E’ questo secondo me che si continua a non comprendere. Ovvio però che la persona compiuta e consapevole, e quindi realmente in grado di AMARE, difficilmente riversa il suo investimento emotivo su qualcosa che si è già dimostrato ai fatti non prolifico ai fini di un’ autentica condivisione affettiva.
Suzanne,
– “onestamente non la vedo proprio come una differenza tra sicuri e insicuri.”: nemmeno io. sicuri di cosa? di un proprio sentimento o del sentimento del partner? che non ci saranno mai burrasche in grado di provocare naufragi?
– “Credo sia più una profonda differenza nell approcciarsi all esistenza, che implica in questo caso il rifiuto di tutto ciò che è Verità assoluta.”: la verità di un’esperienza amorosa resta valida nei termini dichiarati da chi afferma di provarla o di averla provata, senza che se ne possa trarre alcuna prova concreta. si può credere solo con un atto di fede nella persona in questione.
– “a ciascuno la propria forma di arte!”: proprio così! Michelangelo, superdotato, ha avuto successo nel suo modo di comunicare mentre Van Gogh, artisticamente non meno dotato, ha venduto un solo quadro in tutta la vita.
la maturità, gli incontri fortunati, la capacità di captarli al volo, il momento, il substrato d’insieme da cui si parte per raggiungere la più alta forma umana d’interscambio psicofisico, non essendo uguali per tutti, non possono garantire gli stessi risultati.
prima di sostenere una verità amorosa “vita natural durante” si dovrebbe almeno attendere la morte di uno dei partner oppure aver superato insieme un grave impedimento, quale, ad es., la condivisione della malattia invalidante di un figlio.
per me, altrimenti restano belle parole e nobili intenti, da valutare secondo i gusti e secondo il logorio del tempo.
Sicuramente lasciare tutto indefinito è un ottimo sistema per giustificare ogni evenienza si dovesse verificare riguardo quelli che sono i obiettivi, relazioni sentimentale comprese. Io invece sono certo che se quelle persone “sentissero” profondamente il legame arriverebbero alle stesse conclusioni di cui parlo spesso. Acqua parla di “fede”, ma non è simile a quella per la divinità teologica, è una fede umana che “sconfina” nel divino quando il rapporto raggiunge livelli di intesa che spesso non richiedono neppure le parole per comunicare.
Sicuri o insicuri in quel caso non sono aggettivi che attengono a dati caratteriali, ma solo relativi al rapporto. Quando è “totale” la sicurezza sull’amore è automatica, se restano lati oscuri non resta che attaccarsi al day by day. Ripeto, ogni scarrafone è bello a mamma sua, e la necessità si fa virtù.
“prima di sostenere una verità amorosa “vita natural durante”…”. Non trascrivo tutto il resto ma è compreso, sino alla “tragica” descrizione del dramma familiare.
Ecco un’altra prova di come ci si confezioni una propria visione delle cose intorno alle personali vicende per dare una giustificazione a un flop. Ho già avuto modo di dire che è superfluo discutere sul fatto che un rapporto d’amore debba essere corrisposto, e mi sembra evidente che un problema serio all’interno di quel rapporto diventa inevitabilmente una prova del nove del valore ‘reale” del medesimo. Ci mancherebbe che l’amore funzionasse solo come nei sogni romantici; sono anni che sostengo che quella è solo l’illusione, non l’amore. Ma ripeto, se anche umanamente comprensibile cercare di giustificarsi, un fallimento resta un fallimento. Pensare di non esserne stati parte attiva, ma solo vittime, è solo una penosa giustificazione che si dà a se stessi.
Mi pareva di aver chiaramente specificato che il riferimento al genio di Caprese era irriguardoso, ma utile come metafora estrema. Il parallelismo artistico tra Michelangelo e Van Gogh c’entra come i cavoli a merenda, sono imparagonabili, senza nulla togliere al valore relativo del secondo, serve solo per mettere l’accento su certi “tormentati” geni” incompresi.>>>
>>>Il primo mirava in “alto”, per offrire il “suo” capolavoro d’Amore universale al Divino, il secondo in “basso”, in una visione “solo” sua e “particolare” del mondo, soprattutto “fisica”. Assoluto contro relativo quindi. E un amore che dura una vita, attraverso gioie e dolori, è assoluto, checchè se ne pensi relativamente. Vorrei conoscere chi, da innamorato, non lo vorrebbe.
La prova del “nove” ovvero la dimostrazione della verità assoluta si potrà avere solo alla morte di uno o entrambi i partner, tuttavia trovo incoraggiante che qualcuno testimoni in vita di ritenere di aver raggiunto un livello di sicurezza e condivisione assoluti riguardo la propria relazione. Questo non è necessariamente rende di categoria superiore le sue “capacità artistiche” , ma lo fa sentire sicuramente “realizzato” e quindi sereno.
C’è chi, per sua indole, preferisce invece “tormentarsi” e non riesce a raggiungere determinate certezze (io stessa mi colloco in questa categoria):questo non sminuisce la sua capacità di amare, ma lo rende più esposto alle intemperie e forse quindi meno sereno o “sereno a tratti”.
– in qualsiasi rapporto prima o poi arriva una qualche “burrasca”. se c’è vero amore la si supera.
– l’ ammmore è una cosa, l’ Amore un’ altra. è una Legge immutabile e bisogna saperlo accettare.
– i veri artisti sono rari, così come i veri amori. e oltre ad essere rari, difficilmente i veri artisti si fanno finanziare da amanti o fidanzate.
– cambiano le circostanze di un incontro e di un nascere di una relazione, ma l’ amore vero lo si riconosce quando c’è, lo si coglie “a fiuto”. E se c’è, ambo le parti non vogliono più lasciarlo andare.
– il vero amore fa superare qualsiasi difficoltà oggettiva, come ad es. la malattia invalidante di un congiunto, problemi economici, ecc..
– il vero amore non è fatto di nobili intenti e di belle parole, ma di fatti. spesso anzi gli amori veri nascono nel “torbido” e non li si esprime con sofismi poetici, ma con il crudo linguaggio della concretezza e della ragione.
Umanamente però comprendo che sono concetti di difficile ricezione per chi non ha potuto vivere un amore pieno e completo sotto ogni punto di vista.
Ciao Acqua,
Ho riso di cuore per la tua comunicazione radio dal campo base,hai tutti i mezzi tecnici per uscire ed iniziare la scalata, una cosi bella ironia,ancor di piu’ auto-ironia,sarà l’isolante perfetto per resistere alle intemperie e fredde temperature.
Sull’argomento generale,mi ritrovo nelle parole di Suzanne:non è questione di sicuri ed insicuri,ne come persone ne come aggettivi relativi al rapporto.E’ una profonda differenza nell’approcciarsi all’esistenza.
Che non vuol dire mancanza di progettualità ma consapevolezza che si vive in continuo movimento (anche se ci piace raccontarci di essere solo e sempre in evoluzione)come individuo, come coppia e come società con tutti i suoi elementi esterni.
Non è nemmemo questione di essere ottimisti o meno,mi ritengo fiducioso verso il futuro,anzi forse proprio per questo non sento il bisogno di sentirmi rassicurato da un futuro già scritto.
Mi interessa il presente, il quotidiano in cui ogni sera nell’abbraccio di coppia in cui poi ci ritroverà e ci abbracciera a sua volta morfeo, ogni mia singola cellula grida di gioia e serenità,
Nessun capolavoro eppure c’è il mondo in un gesto d cosi semplice ma anche cosi pieno e importante.
Ma ripeto, rispetto troppo me,lei e noi per dare quell’istante come certo (e quindi come scontato) anche nel nel futuro; e ci rispetto troppo per sapere che il ricordo di tante giornate cosi finite non potrà essere riscritto da qualsiasi evento futuro
–/–
-/-
Ma questo vale per il mio,il nostro micromondo, non c’e’ nessun insegnamento ne regola generale e nessun intenzione di farne un paragone con gli altri.
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Golem,scrivi:
“Quando è totale la sicurezza sull’amore è automatica,se restano lati oscuri non resta che attaccarsi al day by day. Ripeto, ogni scarrafone è bello a mamma sua, e la necessità si fa virtù”
Ma quali lati oscuri? e scrivi anche:
“Io invece sono certo che se quelle persone “sentissero” profondamente il legame arriverebbero alle stesse conclusioni di cui parlo spesso”
Arrivi persino ad esssere certo di quello che dovrebbero pensare gli altri??
Sai, io trovo centrato il parallelo di Acqua con I credenti convinti verso dio.
Perchè sebbene tu sia ateo, le considerazioni sono le stesse
Quanti integralisti cristiani ho sentito ripetere:
Solo chi ha sentito la presenza e l’amore di Dio puo capire (se non si percepiscono certe senazioni è difficile, anzi impossibile capirlo)
Solo attraverso Dio possiamo sperimentare il vero senso dell’esistenza.
E via coi:
Poverini i non credenti (che devono accontentarsi e farsi di necessità virtu’)
Bè, sostiuisci” Dio” col tuo “Amore Vero”, io non vedo differenze.
—
@ Suzanne,
La meta scelta, è Cipro,piu’che voluta è arrivata, ma ora non vedo l’ora di bagnarmi nel mare di Afrodite
“Mi interessa il presente, il quotidiano in cui ogni sera nell’abbraccio di coppia in cui poi ci ritroverà e ci abbracciera a sua volta morfeo, ogni mia singola cellula grida di gioia e serenità…”
Me cojoni Adam, come si fa a non innamorarsi di te dopo frasi come quella che ho appena riportato. Pure Morfeo hai citato, con una vis poetica che scioglierebbe (quasi) ogni cuore femminile. Non sembri neanche vero per quanto appari un surreale principe azzuro, con una ere. Non so se hai studiato sul manuale degli innamoratini di Peynet, o tutto quello che dici è frutto del tuo sensibile cuore. Ma chi ti ha detto che mentre dico che chiunque provasse quello che provo io per la mia donna, questo sia meglio del tuo di amore. Anche tu adesso ti senti chiamato in causa? A me non interessa niente che tu la provi o no quella sensazione, ma in che cosa sarebbe diversa la tua assoluta, ostentata, felice e vagamente decadente quotidianità dal mio “per sempre”? Forse vuoi ricordarci che solo chi “mostra” il dubbio è suscettibile di essere intelligente, o c’è qualche altro clichè da intellettuale paleoprogressista o da protobuonista similveltroniano a cui ti vuoi rifare? Perchè ti senti colpito da quel mio sicuro “per sempre”, che riguarda solo me? Ti disturba perchè non è contiguo a quell’aria da malinconico sognatore che si immergerà tra non molto nel mare che vide la nascita di Afrodite?
E infine, anche se il parallelo di Acqua fosse azzeccato, dove sarebbe lo scandalo? >>>