Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, LAD, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
Pagine: « Prec. 1 … 726 727 728 729 730 … 2.291 Succ. »
Pagine: « Prec. 1 … 726 727 728 729 730 … 2.291 Succ. »
Max 2 commenti per lettera alla volta. Max 3 links per commento.
Se non vedi i tuoi ultimi commenti leggi qui.
Golem, pur non essendo “credente”, la tua visione del Divino è del tutto analoga alla mia attuale, soprattutto nella concezione di un Amore che, nella sua forma terrena mortale, si innalza, quando diventa autentico e Unico, verso l’eternità, cogliendone, in tal modo, alcuni tratti altrimenti ignoti. Insomma, un vero e proprio “assaggio di Dio”.
Suzy, non sto negando l’effettiva dipendenza di ciò che accade dalla nostra volontà: sto semplicemente affermando che il contesto esterno (gli altri, l’ambiente) e quello interno (fisiologico) influenzano il nostro modo di sentire e di agire e di riflesso la nostra forza interiore. In questo momento io mi sento “debole” perché non ho sufficienti energie mentali né per far fronte ad una spinta erotica (non desiderata) della quale appunto mi sento “in balia”, né per affrontare una discussione aperta con mio marito su alcune incompatibilità riscontrate nella nostra vita di coppia.
Acqua,
qualsiasi amore, se spontaneo, sincero e profondo, tende all’IDEALE del “per sempre” ed eleva a un “assaggio di Dio”, a un alito d’eternità.
secondo me, niente di più ROMANTICO ed illusorio, in quanto, a quel livello, resta per qualche anno soltanto o in alcuni casi persino per la sola luna di miele. la realtà MORTALE diventa poi la quotidianità, che gran parte delle coppie, nel tempo, finisce per sperimentare.
si è voluto applicare alle regole di natura, standardizzabili in 5-7 anni di unione di coppia (il tempo di crescere un cucciolo), un granitico sistema sociale, con il risultato di sovrapporre cachi a ciliege.
la PERFEZIONE di coppia, quella che esula dalla simbiosi, dal bisogno, e rappresenta il massimo di felicità per ENTRAMBI i coniugi, finché morte non li separi, rientra in una casistica di rarità pari a quella degli elefanti bianchi.
porla come obiettivo “sine qua non” significa annientare crudelmente la maggior parte dei sentimenti amorosi UMANI, che ognuno declina come meglio sa e può, arrecando sofferenza a molte persone incapaci di identificare con chiarezza i propri impulsi e le proprie emozioni.
ogni verità assoluta contiene i germi dell’intolleranza. difficilissimo e forse impossibile classificare da parte di terzi la gradazione di un legame amoroso, che a malapena ognuno conosce per sè.
mi dispiace di averti infastidita, esprimendo, a modo mio, dissenso. succede spesso quando viene detto quanto non si desidera sentire…
Acqua, ci inteniamo anche perchè non devi dimenticare che progettavo acquedotti, e il “fil rouge” dell’intesa era inscritto nel destino che rappresentano quei due nomi hahaha.
Comunque, battute a parte, io credo che nessuno che abbia un minimo di sensibilità e cultura possa negare che esista una realtà ineffabie che ci circonda, e che trasmette bellezza e “divinità”. Si tratta di avere la capacità di percepirla, e in questo caso sì che quella percezione sarà solo un’esperienza soggettiva. Ma è certo che per quanto riguarda i rapporti d’amore questa percezione proverrà solo da una “ricerca”, a volte lunga, all’interno di quel rapporto, non certo dalla folgorazione dei sensi o della fantasia e dall’aberrazione delle “immagini” che queste producono.
Stai serena, e risintonizzati su te stessa con i tempi che riterrai più opportuni. Quando la tempesta ormonale si placherà tutto ti apparirà più chiaro. Non è retorica, è sempre cosi.
Scorri bene lungo questo weekend. Io domani sarò davanti alle spiagge del Salento, e anche quell’acqua mi trasmette sensazioni ineffabili. Da tutta la vita.
Bye.
Certo Acqua, il contesto esterno ed interno ci predispongono a selezionare determinati tipi di accadimenti piuttosto che altri. Se, in una fase della vita si ha bisogno di fantasticare, si trasformano zucche in carrozze e viceversa. Però anche l eventuale optare per un’apparente stasi è una scelta che, come nel gioco del domino, produce tutta una serie di piccole scosse dentro e fuori di noi. Non esiste la condizione di inerzia, anche se a volte ciascuno di noi desidera sentirsi immobile, per poter riprendere fiato e guadagnare tempo…
Assimilare tutti gli “amori” alla esperienza della trascendenza divina o quasi, è come pensare che tutti quelli che vanno in chiesa siano realmente e consciamente veri fedeli. La candida “buona fede” non basta per “sentire” la divinità infusa nelle cose umane. Men che meno seguendo pedestremente le regole del “catechismo” ordinario, che in questo caso riguarda la classica vulgata di un fenomeno emotivo come quello amoroso. Solo chi quella sensazione la raggiunge davvero, e in maniera perdurante nel tempo, può sapere quanto questa sia diversa da quell’ordinarietà alla portata di tutti.
Gli elefanti bianchi esistono, ma vanno cercati con pazienza; con la “fede” in parole povere, sia pure con l’iniziale “minuscola”. Il “divino” in amore è una conquista che si persegue con la volontà, non è un semplice regalo della vita, e alla fine diventa una vera opera d’arte; ma non basta avere “tela e pennelli” per sentirsi un artista, anche se l’entusiasmo ci induce a pensarlo.
Cercare di far “notare” che esiste questa differenza non annienta nulla, semmai aiuta a sapere che esiste “quell’oltre” in amore, che una volta acquisito non potrà morire mai. Questo mi appare molto più umano e sincero che non crogiolarsi con le fiabe credendo che queste siano praticabili nella vita vera.
Purtroppo non è ben chiaro il concetto che il vero amore è RARO per sua stessa definizione, ed è quindi giocoforza che non possa essere definito amore qualsiasi rapporto viviamo nella nostra vita che prima o poi giunge a una fine.
Non c’ entra niente la presunta intolleranza verso le visioni altrui ( sentir parlare di intolleranza dopo che in questo forum si sono espressi per anni giudizi arbitrari sugli altri, oltretutto è abbastanza singolare ). E non centra nemmeno la PERFEZIONE perchè è chiaro che nessun rapporto umano sarà mai perfetto ed esente da crisi o da problemi di percorso.
Centra semmai la volontà di costruzione proiettata al mantenimento di quello che si è raggiunto, che non si vuole chiudere PER NESSUNA RAGIONE AL MONDO perchè lo si ritiene ciò che di più prezioso abbiamo. Quando invece una relazione finisce prima che la nostra esistenza terrena giunga alla sua conclusione, che ne siamo consapevoli o meno questo accade perchè quel rapporto non è per noi una priorità ( o non lo è per l’ altro, o per entrambi ). Quella situazione affettiva non ci rispecchia e non ci appartiene, e quindi la si ritiene “sostituibile”. Possiamo pensare di aver amato qualcuno perchè per un certo tempo gli abbiamo dedicato il nostro investimento emotivo, ma ai fatti sarà soltanto la tenuta di quel legame a decretare il risultato oggettivo di quell’ interazione, cioè a decretarne la valenza in termini amorosi. Una relazione che finisce non ha valenza in questo senso, non può averla..
Altrimenti non finirebbe.
Alcuni accettano la “sentenza” della vita. Altri no. Ma la realtà non cambia. Essa continuerà, implacabile, la sua opera di selezione, separando ciò che è autentico da tutto ciò che era farlocco. E questo vale anche e sopratutto nei rapporti sentimentali. Con buona pace dei “tolleranti”, che però non tollerano l’ assunto secondo il quale gli ammmori NON SONO Amori. E noi sappiamo il perchè.
Suzanne, infatti non esiste la condizione di inerzia perenne, per nessuno. E se facciamo in modo che debba esistere, è perchè siamo affetti da una devianza. La vita è un continuo indivenire, è un continuo cambiamento. E’ un “fluire”. Chi si AMA affronterà in coppia questi moti esistenziali, e VITA NATURAL DURANTE. tutti gli altri dovranno farlo da soli.
per me, l’amore, nel suo nucleo originario, da alimentare e conservare gelosamente, è esperienza, non costruzione.
la ragione arriva dopo la scelta emotiva, prelogica, ed è umano che si debba poi scendere a compromessi, soprattutto per conciliare quanto è spontaneo e instabile con quanto, in aura ottocentesca, si vorrebbe sicuro e permanente.
in base a contratti, con tanto d’impegno sottoscritto, si costruiscono società commerciali o famigliari, non affinità o sintonie di coppia. queste posano su altre basi.
se l’amore non è condiviso, non darà luogo alla mattonella sociale chiamata famiglia ma resterà sentimento per chi lo prova con grande intensità. così come, nel caso in cui uno dei partner si allontani per qualsiasi ragione, non è affatto scontato che l’altro cessi di amarlo, venendo a mancare presenza o convivenza.
nei decenni anche le coppie meglio assortite non possono che perdere lo smalto della sensualità, riducendosi a ruoli d’amicizia o di tenera fraternità. È amore anche questo, seppur di diversa natura.
attenzione a non cadere nell’inganno dell’apparenza: sia in gioventù che in vecchiaia si è indotti a suscitare invidia, dissimulando dissidi e adattamenti, dell’uno o dell’altro partner. ho conosciuto una coppia che, avendo convissuto per 65 anni, ha festeggiato la ricorrenza, in pubblico ammirata da tutti, mentre in privato volavano spesso piatti e minacce…
opinione personale: tutto è relativo, difficilmente catalogabile in assoluti.
È inutile parlare delle ipocrisie dei vizi privati e delle pubbliche virtù di tanti rapporti ultradecennali, è ovvio che vi siano. È un’altra delle tante finzioni e equivoci che nascono intorno a quel sentimenti. Ma è assurdo confrontare amori ultradecennali funzionanti e appaganti con sentimenti “d’amore” a senso unico. Un’esperienza d’amore “reale”, frutto di una costruzione concreta, non può essere messa sullo stesso livello di una “cresciuta” dentro… di sè. Sono due mondi diversi, dove quest’ultima può disinteressarsi della realtà, mentre la prima non può farlo. Credo che nessuno possa negare che un vero, seppur raro, rapporto d’amore che dura una vita sia da considerarsi non “un” ma “il” successo in amore. Il fatto che la “passione” fisica sfumi negli anni per ragioni fisiologiche è naturale, nessuno ne è esente e nessuno può farci niente, ma se col tempo nella coppia è cresciuto il piacere di condividere gli spazi mentali e fisici, la passione non scema, viene solo indirizzata e si esprime in modi diversi. L’amore umano nasce col sesso ma diventa adulto con la mente.
Si può restare “innamorati” di chi è sparito, certo, ma l’amore perchè sia ontologicamente riconoscibile necessita della presenza fisica dei protagonisti. Sennò è speranza, o nostalgia d’amore. Profumo di arrosto insomma, non arrosto.
Ma chi ha parlato di contratti! figuriamoci. io poi sono pure costituzionalmente contraria al matrimonio. Come al solito si travisa completamente il senso di ciò che viene scritto. La costruzione volontaria in amore è anch’ essa un’ esperienza umana, se vogliamo ben più strutturata e incisiva delle semplici emozioni istintive che danno luogo a quell’ attrazione necessaria all’ inizio di una storia.
il cosiddetto amore verso qualcuno che ci ha lasciato e che non ci corrisponde, non è amore vero ma semplice fissazione, ossessione. Non si può amare nel vero senso del termine qualcuno che non ci ritiene adatti a lui/lei. E’ un ossimoro. L’ amore autentico implica per forza di cose una corresponsione dell’ altra parte, proprio per quegli aspetti legati alla costruzione di cui parlavamo prima, senza la quale non ci può essere prosequio.
ovvio che con il passare dei decenni qualsiasi coppia datata perde lo slancio passionale iniziale, infatti per amore vero non si intende quello, cioè la fregola ormonale ai massimi livelli, che ha sempre una scadenza.
sono in tanti a vivere di facciata. e non solo tra gli accoppiati. Lo sappiamo.