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Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, LAD, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Acqua, per riprendermi dal malessere fisico che provo quando qui mi capita di leggere profluvi di retorica ovvia in prosa ottocentesca, ho appena finito di leggere un libro che parla di Seneca e Lucrezio scritto da un noto latinista italiano, che mette a confronto i pensieri sul senso della vita dei due filosofi latini, il primo di scuola stoica, il secondo epicurea. In quest’ultimo ritrovo molte delle riflessioni che ho spesso espresso su queste pagine, ed oltre ad aver ritrovato la visione “asciutta” che ho del rapporto sesso/amore e della follia che contraddistingue quella diarchia, mi è rimasta impressa una frase che in fondo è la chiave di volta della mia filosofia di vita, che è quella della ricerca della verità nelle cose. Te la riporto in italiano: “Se togli la ‘maschera’, le cose appaiono in tutta la loro evidenza. La verità è un’operazione di sottrazione, non di cumulo”. >>>
>>>Non ho bisogno di dirti quanto questo autorevole pensiero si avvicini al mio quando parlo della sovrapposizione di quelle sovrastrutture che paludano certe nostre emozioni, e quanto queste confondano le vere “forme” di alcuni aspetti della nostra vita, più o meno inconsciamente. Non che voglia paragonarmi a quelle menti, ma il fatto di aver raggiunto le stesse conclusioni, seguendo il filo della logica naturalista, mi conforta riguardo la bontà della scelta degli “occhiali” con cui osservo le cose. Lucrezio, nel dialogo con Seneca, aggiunge anche un pensiero sull’amore quando dice: “Anche l’amore, che noi travestiamo da sentimento, passione, ideale, in verità non è altro che sesso, fisiologia…”.
Non sembrano parole dette da me in tempi non sospetti, visto che questo libro è uscito un mese fa?
Questo per dire che quando parlavo di aver cercato una “certa” verità, non mi basavo su una verità di “comodo”, trovandomi ad hoc i pezzi che mi facevano gioco, come fanno alcuni. Volevo quella “vera” e basta.
Per D see you alle 14
Acqua,
– non esiste una verità assoluta e congelata nel tempo sull’Amore e sui meccanismi dell’ attrazione e del piacere.
– l’uomo è un animale pensante nel quale istinto, immaginazione e razionalità si fondono e confondono in continuazione.
in perfetto accordo, parola per parola.
Acqua, facendo una breve digressione sulle tue dichiarazioni sulle quali hanno concordato terzi, è superfluo che ti dica che non concordo su quelle considerazioni che, anche sulla base di quanto riportato sui post precedenti, appaiono come una facile soluzione per chi non ha avuto la fortuna di provare quell’Amore che taglia la testa al toro riguardo quale sia la “verità” su quel concetto, escludendone automaticamente i pur gradevoli altri. Se così non fosse io avrei provato una sessantina di amori, a occhio e croce, cosa che ovviamente non può essere possibile, giacchè non basta un dolce sentimento “soggettivo”, normale in un rapporto umano maturo, per poter definire in quel modo un sentimento importante, che invece richiede il concorso di mille aspetti da parte di entrambi per fare UN solo amore. E non pensare di avere vissuto mille amori -magari fatti del solito “bisogno” e di altri immaginari- che chi altro non ebbe ci aggiunge come “glutammato” romantico, pur di dargli “quel” sapore che vorrebbe sentire. La solita storia insomma>>>
>>>Detto ciò, tanto per restare coerente al mio profilo filosofico, mi chiedi se D potrebbe “capire” e intervenire per amore di Patria. Non lo so, ma è possibile se mantenesse un profilo realistico intuendo la tua condizione. Ma il rischio che la sottovaluti declassandola a livelli volgari è concreto. Servirebbe in lui una certa sensibilità che non sappiamo se ha, è un po’ di conoscenza di te come quella che ci hai fornito sul forum. Per farla breve uno come me, non avendo pesi morali da onorare, sarebbe l’amico per i momenti ricreativi di cui abbisogni, ma sarebbe pure necessaria da parte tua altrettanta sobrietà emotiva, dove il piacere si nutre delle illusioni che ti hanno portato a tanto, sapendo che di illusioni glutammatiche si tratta. Is not easy, perchè 90 donne su 100 scivolano verso “l’ammore”, specie quelle “oligoesperte”. Come lo era la bisteccona, che dopo la terza volta mi amava già e voleva che fuggissimo, a Gallarate magari. Quello rovina il VERO piacere di quel tipo di rapporto di puro e sano sesso. Cià.
Golem, sono d’accordo sulla necessità di “togliere le ombre” per far luce sulla verità. Ma se i travestimenti e le sovrastrutture che molti di noi si creano ed indossano, fossero parte integrante dell’essere umano e del suo modo di “sentire l’altro” e di arricchire (e non travisare) la “spoglia” verità scientifica? Guardare il mondo solo attraverso quegli occhiali monolocali permette certo di osservare con distacco se stessi e gli altri, ma preclude l’ipotesi che l’animo umano si muova su altri piani, non così prevedibili e analizzabili. Usare dei filtri può servire non tanto per costruirsi realtà alternative”di comodo”, ma per viaggiare oltre dei confini che possono risultare per molti opprimenti e limitanti.
Acqua, capire i meccanismi che regolano l’ attrazione e comprendere la differenza tra amore vero e .. tutto il resto, non significa pretendere di dettare verità assolute. Significa solo riconoscere le cose nella loro essenzialità e avere un riferimento, una “cartina tornasole” che ci serve per regolarci di volta in volta nei nostri rapporti con gli altri, gestendo nella maniera più opportuna le varie situazioni in base a ciò che sono, non in base a quello che vorremmo che fossero. Ma mi pare che quest’ ultima tu la stia già facendo, quindi il problema per te non si pone, o non si dovrebbe porre.
Il problema sono tutte quelle persone ( la maggior parte donne ) che si ostinano a vedere l’ amore dove non c’è, o non dove non c’è realmente stato.
Confondere le rape con il filetto non è utile a nessuno, se non forse agli scrittori di romanzi rosa che cercano ispirazione dalle vicende altrui.
Relativamente alle mie reali possibilità con D., tieni conto che anch’io sono alta e slanciata, ma rispetto alla tua bisteccona di allora, io ho: due figli in più, circa due lustri di anni di matrimonio in più, due taglie di reggiseno in più e soprattutto quasi due decenni di età in più. Vabbè che anche lui non è un ragazzino ma ho come l’impressione che tutto questo sovrappiù non giochi esattamente a mio favore.
In fondo io non voglio concludere niente. Penso di voler bene a mio marito e di nn desiderare di “cambiare” la mia vita. Voglio solo giocare col fuoco e so che se mi dovesse succedere di toccarlo, so che le conseguenze potrebbero essere soltanto due: spegnerlo e rimanere solo con un pugno di cenere oppure evaporare e volare molto in alto, per poi ricadere giù. “rinfrescata”, sottoforma di pioggia.
MaryG, forse infatti non stiamo parlando di Amore, ma del piacere che da esso ne deriva. Nel caso dell’amore vero e completo questo piacere si autoalimenta e non esistono più insoddisfazioni da colmare. Questa affinità perfetta, sostenuta da entrambi gli amanti, fa sì che essi si muovano in simbiosi, siano felici di essere insieme e si sentano unici. E’ vero, molte persone confondono, talvolta, delle fugaci passioni con un sentimento più autentico che parte dalla testa più che dal cuore, ma ciò non significa che le loro emozioni siano fittizie e dolorose, sono solo “diverse”.
Io, comunque, sono conscia della differenza, ma non so esattamente come gestire questo piacere “naturale” che mi disorienta e mi pone in contrasto con le mie sincere intenzioni e volontà di impegno nel mantenere stabile la mia relazione. Non so se è meglio sfogarmi una volta per tutte o reprimerlo e resistere chiudendo gli occhi e superando questa tentazione.
Acqua, è vero che il “paludamento” della verità fa parte dell’essere umano. La pubblicità conosce bene questo meccanismo e lo usa brillantemente per convincerci della “sua” verità. Quante volte vediamo spot nei quali automobili tirate a lucido viaggiano solitarie in panorami immacolati dalla bellezza struggente. È il sogno segreto della maggior parte di pendolari che si fanno ore di coda andando al lavoro. Che quando compreranno quell’auto resteranno pendolari che si fanno ore di coda con l’auto dei…sogni. Fino a quando questi lentamente svaniranno sotto il peso della realtà. Quindi la tua riflessione, proiettata sul tuo caso conferma la mia tesi. Come lo è confermata dalle donne che ho conosciuto il “quel” senso, ma anche da quelle di cui anche solo qui hanno parlato di loro, mostrando quella carica immaginativa nella ricerca -anche ossessiva e protratta per anni- dello “speciale” in certe loro esperienze. Che somiglia alla ricerca di Diogene per “l’uomo”, ma con aspettative opposte rispetto a quelle del filosofo>>>