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Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, LAD, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Professore, proprio qui ho avuto un forte picco glicemico questa mattina, intorno alle 10 e 30.
Meno male che avevo “Malomondo” a portata di mano per compensare con “l’insulina” di un paio di aforismi ad hoc. Giusto per comunicarLe che non sono stato disponibile per qualche tempo presso il mio laboratorio
Comincio a temere il piede diabetico, cosa che mi preoccupa perchè mi impedirebbe di usarlo come vorrei in certi casi. Ossequi.
Lo usi, Dottore, lo usi. L’impiego da Lei sotteso per il piede diabetico è di grande giovamento, allo spirito e al corpo. Prenda però fiato e rincorsa e non si sforzi eccessivamente, dopo, per il recupero delle calzature che, inevitabilmente, tendono a incastrarsi con incaglio spesso non reversibile. Una piccola noia, anche se decisamente lercia e maleolente, ma può dar nocumento al quadricipite. Quanto a “Malomondo”, se non erro, ne comprai copia dopo una Sua citazione anni ad-dietro (che poi, vedasi come è piccolo il mondo, è dove si smarrisce la calzatura). Merita.
Non capisco. Nella serie U.F.O. non sono mai comparsi robot, ad eccezione – latu sensu – di quella sonda del c.... che veniva colpita ogni volta e stava a metà strada tra la Terra e la Luna e faceva annunci tipo imbarco navi traghetto. Diceva: “UFO in avvicinamento a gradi quindic…” Pooom! E finita lì, oggi con Arduino facciamo di meglio con meno di 10 euri. Che poi la Rossye fosse un bot, lo sostenevo quasi un lustro fa, anche se l’uso della lavatrice per un bot sarebbe una bazzecola. Quindi il dubbio ora ce l’ho.
Rossana, ti ringrazio molto per il bel pensiero. Siamo intrinsecamente attratti dagli opposti in quanto noi stessi presentiamo delle contraddizioni. Pertanto è ragionevole avere il desiderio di poteli “abbracciare” entrambi e di poter sperimentare tutte le possibili sfumature in termini di sentimenti ed emozioni: profonda amicizia, affetto sincero, amore puro, passione travolgente. Fortunato chi nella vita reale (unica e limitata) riuscirà a trovare un’intesa perfetta con il proprio partner coniugando tutti questi aspetti e trovando l’incastro ottimale. Per chi non ci riuscirà, l’immaginazione offre luoghi “sicuri” e infiniti nei quali smarrirsi per alcuni momenti e provare una piacevole ebbrezza.
Ieri notte ho sognato che ero a casa di M. C’erano anche la mia migliore amica e mio marito e chiacchieravamo a tavola normalmente. Ad un certo punto M. mi diceva di andare nella sua stanza a cercare sotto il suo letto dei vecchi giocattoli: ma io trovavo solo dei soldatini di plastica gialli rovesciati. Allora lo chiamavo e lui arrivava di là in accappatoio, con aria provocante, ma allo stesso tempo beffarda. Io pensavo che era bellissimo, ma ero consapevole che in quella situazione non avrei potuto fare nulla. Poi mi sono svegliata ed ero contenta di averlo sognato. A volte mi chiedo se i sogni (notturni) abbiano o meno un significato…Comunque ho visto che basta “allentare la presa” su D. che tac! mi rispunta fuori (da sotto) M.
Oggi fortunatamente ho intravisto D. per qualche secondo (in tutto il suo “sfolgorante splendore”). Lui è spesso da solo: vorrei sedermi vicino a lui, ma non ho il coraggio e poi io sono quasi sempre in compagnia. Lo guardo… e non mi basta più.
Acqua, vuol dire solo che hai sempre in mente la “stessa cosa”, non ci vuole la Smorfia per interpretare il sogno. Il bi-sogno (M e D) di consumare si fa nevrosi ma puoi sempre attaccarti alla poesia come ti è stato consigliato. È un po’ come il fumo dell’arrosto con cui Bertoldo “imbottiva” il panino non potendosi permettere il companatico, ma come vedi c’e chi, in mancanza d’altro, se lo fa bastare.
Appena vedi D solo prendi un bel respiro e sieditici vicino esordendo con un: “buongiorno, ci salutiamo sempre ma non ci conosciamo: io sono Acqua, piacere…”
Sennò c’è sempre Rousseau a cui ricorrere, compresa l’omonima piattaforma del M5S.
Ciao Acqua,
Ho trovato molto centrato il tuo commento 6322, sul non trovare l’incastro ottimale e l’entrata in gioco dell’immaginazione.
Ora scrivi “lo guardo… e non mi basta piu”, mi permetto una considerazione riallacciandomi a quando hai raccontato di aver surrogato il non vedere D mangiando alimenti compensativi, con risultato finale: l’arrivo di due brufoli…
Sbagliero, ma credo che anche se andassi oltre al solo guardare con D l’effetto sarebbe lo stesso: momentanea soddisfazione di un bisogno dall’ esigua durata e con indesiderati effetti collaterali.
Insomma non penso proprio sia al centro ne la fame nel primo esempio ma ancor di meno l’attrazione nel secondo… chiudo ritornando al tuo post sul mancato incastro: a volte le nostre insoddisfazioni si incanalano naturalmente nei bisogni primari che si,sono presenti ma sono valvole di sfogo e non la fonte della situazione.
Ma credo tu questo lo sappia già molto bene
Ciao
Golem, io dovro’ per forza accontentarmi del fumo: e’ per il mio bene. Anzi di quel D-eterminato pro-fumo del quale mi inebriero’, proprio come fece Rousseau, fino a confondere i miei sensi…Per quanto riguarda l’approccio a D. non e’ cosi’ semplice perche’ non e ‘ proprio vero che non ci conosciamo affatto. Abbiamo anche lavorato per qualche anno nella stessa azienda seppur con contatti lavorativi infrequenti ( a me all’epoca non interessava affatto e non lo avevo preso in particolare considerazione : le nostre erano solo brevi interazioni tra colleghi). Poi lui dieci anni fa ha cambiato citta’ e lavoro ( all’epoca mi aveva anche chiamato per chiedermi alcuni consigli per il suo nuovo lavoro attinenti al mio campo). Dopodiche’ “e’ riapparso” tre anni fa tornando a lavorare qui vicino. Io sono restata indifferente fino a un paio di anni fa, poi ho inziato a metterlo al centro dei miei pensieri, forse per eliminare il pensiero M.
A questo punto ho inziato a notarlo spesso e a cercarlo con lo sguardo. Ho scambiato con lui qualche parola in un paio di occasioni (le uniche favorevoli). Suppongo che lui sappia il mio nome per cui non devo presentarmi. Dovrei semplicemente avvicinarmi e dirgli ” Ciao . Sei da solo? Posso sedermi qui?” (Lui: Si’ certo) ” Grazie. Allora come stai? Come va il lavoro?” (Lui: bla bla bla) ” . Lo sai che il nero ti dona particolarmente? Anche quegli occhiali nuovi ti stanno benissimo.(Lui: Grazie) “Bene allora ciao e buona giornata quando vuoi ci beviamo un caffe’insieme te lo offro io volentieri anzi MOOOOLTO volentieri…” (Lui: Ok…???)
Non sapevo di quella conoscenza pregressa. Bè allora è ancora più facile, una parte di ghiaccio è rotto. Però Acqua, io temo che la maggior parte del fascino “Deesco” nasca proprio dal fatto che lui non ti “calcola”. Che mantenga cioè un atteggiamento “neutrale” e senza strategie. Bè, è proprio quello che spesso è capitato a me, che non sono mai stato un “death of pussy” geneticamente. Cosa che sommata al non sgradevole aspetto innescava film spettacolari nelle femminili menti, che si incuriosivano a morte. “Ma come passa il tempo, che gusti avrà, chi frequenta, come sarà a letto”. Tutte cose che mi furono confessate da chi poi quel letto lo frequentò, e alle quali dopo la “giacitura” chiesi il perchè
di tanta curiosità. Tutte erano affascinate dal “mistero” che si erano create in testa, che mistero non era, ma che gli appariva tale solo perchè non le broccolavo come la maggior parte degli uomini.
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