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Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, LAD, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Quindi, Beetle, il sesso c’entrerebbe poco in definitiva. Quel “bisogno” ansiogeno è voglia di “coccole”. Ma a quel punto basterebbero le attenzioni di un amico, persino di una amica oso dire. C’è un maschio invece, e una femmina che vorrebbe essere “cercata” da questo, con tutta la liturgia “amorosa” e le ansie del desiderio sessuale non soddisfatto.
Vabbè, ho già detto come la penso al riguardo nel mio post precedente.
Dobre vece
Certo Professore, pezzo suonato da quel cantautore bolognese nato il 4 marzo del ’43, di cui al momento mi sfugge il nome.
Il sesso c’entra sempre, ma se fosse solo questo, basterebbe farne di piu’. Non puo’ essere solo insoddisfazione sessuale. E’ piuttosto un desiderio di andare oltre, di curiosare, di evadere che si accentua perche’ non placato da sufficienti ascolto, affetto, comprensione, attenzione e conferme d’amore. E’ forse solo voglia temporanea di leggerezza e di liberta’.
E’stato un errore translare la mia fantasia impossibile da M. a D. perche’ era meglio volteggiare in alto, lontano dal terreno, invece che rischiare questi voli radenti, sfiorando elementi tangibili su cui c’era il rischio di impigliarsi. Comincio ad essere disorientata e ad avere anche un po’ paura perche’ mi sento troppo “presa” e debole in certi momenti e se lui dovesse fare un qualsiasi “passo” verso di me, andrei sicuramente diretta al tappeto (con lui sotto). O forse no, non dovrei dubitare della forza della mia parte razionale che fino ad oggi e’ sempre intervenuta in mio aiuto e non mi ha mai tradita.
Siamo ormai esseri troppo complessi ( ahimé) per poter essere determinati in primis dalla componente biologica. Sono piuttosto convinta che una persona con l’attitudine all’evasione non abbia necessariamente bisogno di una componente chimica per crearsi una fuga amorosa dalla routine. Come nel film “Her”, ambientazione futuristica ma non troppo, il protagonista, per sfuggire alla propria solitudine, si innamora e instaura una profonda relazione con un software generato appositamente per single. Ma, anche negli innamoramenti più fantasiosi, la fregatura è sempre in agguato, e il finale è drammaticamente esilarante.
Perché ci si “innamora” anche di un volto sconosciuto attraverso semplici parole scritte su uno schermo? Semplicemente perché ne abbiamo bisogno: non di sesso, facile da reperire soprattutto per una donna, ma di evasione mentale ed emotiva, di una spinta cosí impetuosa da farci dimenticare la nostra quotidianità, le brutture, le insoddisfazioni, o più semplicemente la…
Noia. In questo senso il sesso può essere relegato ad una semplice ipotesi molto lontana, perché ci serve soprattutto la fantasia di quel momento, che sappiamo bene svanirebbe nel momento in cui ci apprestassimo a renderlo reale.
Golem, la mente ci sovrasta e schiavizza tutto il nostro Io, comprese le nostre emozioni e le sensazioni più naturali. Non si raggiunge orgasmo senza che la nostra mente lo permetta, e non c è spinta biologica che possa, purtroppo, ricondurci ad una sana dimensione “animale”. Siamo ormai sempre più cervelli in fuga da noi stessi.
Golem, credo che ognuno di noi sia il risultato di diversi aspetti, al di là della biologia. È vero, di base i meccanismi sono gli stessi, ma credo tu tenda ad essere troppo “matematico” sull’ argomento, anche quando parli di uomini e donne.
In questo caso, credo che acqua non abbia bisogno delle emozioni date da un rapporto di amicizia, ma di altro genere. Magari un’altra nella stessa situazione non patirebbe nessuna mancanza.
Mah, che dire, voi vivete dell’estorcere felicità a voi stessi e non avete capito che il latte si ciuccia gratis alla Fonte giusta!
Ovviamente mi aspettavo le reazioni “umanocentriche”, e non sarò certo io a negarle, ma qui si tratta di decidere da dove “nasca” il desiderio, e quello, checchè se ne dica, parte da normalissime esigenze istintuali che sono state “organizzate” socialmente e moralmente, ma l’istinto viene prima di queste, e nessuno può negarlo. È altresì evidente che non si può omettere che nei millenni le culture hanno creato sovrastrutture che hanno indirizzato la manifestazione interiore ed esteriore di tali bisogni, tanto è vero che si fa sesso come 10mila anni fa, ma l’articolazione del “gesto” è completamente diversa, e corroborata da “messaggi” sessuali che i nostri lontani predecessori non avevano per quanto erano “elementari” quelle culture. Banalizzando è come paragonare il modo di mangiare di un uomo del Neolitico rispetto alla “raffinatezza” nei modi, persino estetici, coi quali ci si nutre oggi. Se ieri era essenziale soddisfare la fame, oggi questa viene solleticata da tutta una serie di “riti” e “ingredienti” >>>
>>> che a quegli antenati non direbbero niente, mentre a noi servono per rendere l’atto di nutrirsi un “evento” in certi casi.
La differenza tra i due momenti è SOLO la gestione MENTALE del piacere. Così come mangiare quando si ha fame dà “piacere” e appagamento, lo stesso è per il sesso, per il quale la natura ha pensato a quel “premio” per farlo “fare”, con tutte le variazioni possibili dovute sia a condizionamenti ormonali che psicologici che possono intervenire nel merito.
La dimostrazione di quanto la fase sessuale sia inizialmente “scollegata” da quella sentimentale, la danno proprio le testimonianze di quelle donne che in buona fede dicono di “amare” il proprio partner (che a proposito di parallelismi col cibo è ormai la “solita minestra”) ma di desiderare “amorevolmente” un altro uomo, pur con tutto il “romanticismo” necessario. Allora, in che ambito siamo, non è puro “appetito” di nuovi “cibi”, di nuovi piaceri?
La componente mentale è fondamentale per provare piacere. Inoltre nel mio caso si tratta di un innamoramento “consapevole” e quindi del tutto privo di concrete aspettative. Di conseguenza non mi impegno al massimo per ottenere il risultato, ma “mi dondolo” per provare le vertigini, rimanendo) (più o meno) saldamente ancorata alla mia altalena.