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Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, LAD, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Boss, comunque bisogna ammettere che è illuminante apprendere che l’ elemento principale che alimenta il desiderio in certe situazioni non è la presenza, BENSI’ L’ ASSENZA del soggetto interessato. Credo sia la stessa identica dinamica che muove gli uomini sposati che a un certo punto si trovano l’ amante. Anche in quel caso si tratta di una dimensione perloppiù immaginata che perderebbe gran parte della sua attrattiva se trasposta nel convivere quotidiano. Penso dipenda anche e sopratutto da questo se i fedifraghi e le fedifraghe mai sostituirebbero i loro partner ufficiali con i loro amanti. Perchè si rendono conto che le storie “altre” probabilmente non reggerebbero la prova con la REALTA’. In questi casi le donne che sono consapevoli di ciò che stanno vivendo e non scambiano tutto questo per “amore” secondo me sono una minima parte. Casi come quello di Francesca sono emblematici da questo punto di vista. I mariti fedifraghi invece no. Loro sono realisti. Loro..
..Loro sanno a PRIORI che quello vissuto con l’ amante non è amore, ma solo una piacevole evasione dalla routine matrimoniale. Penso che noi donne abbiamo molto da imparare dagli uomini da questo punto di vista. In certe circostanze essere più pragmatiche e più “ciniche” come fanno loro ci risparmierebbe tante amare delusioni. A proposito, te la ricordi Dany, la tenace e fiera amante di un tizio sposato che scriveva qui fino a un pò di tempo fa? chissà come procede il suo idillio d’ amore.. io un’ idea ce l’ ho, e credo coincida con la tua. Poi, chissà..
No Acqua, il risultato è scontato, almeno per quella che è stata la mia esperienza e gli approfondimenti che ho fatto al riguardo. Quella dipendenza è tossica in quanto quei recettori ne chiedono dosi sempre più alte. È una forma di masturbazione in fondo, che soddisfa al momento ma non sazia, non so se mi sono spiegato. Ci si masturba per “chiudere” quel climax che sta crescendo fisicamente dentro per ragioni eminentemente fisiche. Infatti, una donna si potrebbe masturbare tranquillamente tre volte al giorno ma non scoperebbe, per le stesse ragioni, con tre uomini diversi al giorno. Questo modesto esempio spiega in parte il perchè di quelle fantasie amorose giustificanti.
Quando la mia “lei” si è liberata da quelle fantasie ha acquistato una sessualità “visibile” che non conosceva, nè lei e nè io, mi hai capito, sì?
Acqua, cerchiamo di capirci, quella dipendenza è il problema, non la soluzione. Ti sto ripetendo da mesi che se non prendi il toro dalle corna un giorno sarai anche tu una “francescana”. Ciao.
Maria, tutto abbastanza condivisibile, persino il fatto che sia un libro aperto. Ma con chi decido io, quando lo voglio io…L’assenza all’inizio intriga, affascina, ma poi a me non basta più, se sono realmente coinvolta.
MG, noi dovremmo sempre tenere presente che il “piacere” nasce dalla soddisfazione di bisogni essenziali, per poi “elaborarsi”, attraverso lunghi percorsi culturali, in comportamenti “morali”, ma la stanzetta da dove partono le “comande” è sempre il cervello rettile, il più antico. Poi i vari funzionari dei diversi “piani” cerebrali sovrappostisi nei millenni, lo traducono in linguaggio corrente.
Detto ciò, il “mistero” che tanto affascina le donne, non è altro che la traduzione in termini “correnti” dell’attrazione che si ha per lo “straniero”, lo SCONOSCIUTO che porta con sè tanti bei cromosomi nuovi di pacca, che migliorano la specie. E siccome una femmina si fa un culo così per fare e allevare un figlio, è attratta da tutto ciò che può darle il miglior risultato possibile.
L'”amore” anzi, l’ammore, fatto di quelle fantasie “francescane”, non è altro che un’allegoria in chiave moderna di quegli antichi messaggi sessuali. “L’altro” nasce in stanze più alte. Dove siamo GIÀ “presenti” come uomini senzienti.
Sto sorseggiando un prezioso calice di Frappato, raro vitigno autoctono ragusano: una vera delizia.
Imitatemi, invece di ciarlare di amore, fregola e robe che manco sciura Maria inchiappettata da un mau mau cascato dalla nave Diciotti.
Incompetenti.
MG lo so bene come siete, ma grazie anche a te per aver ribadito questi concetti. Io la paternità non la sento grazie al cielo. La solitudine men che meno. Non c’é pericolo per cui…
MaryG, essere femmine comporta non essere maschi e quindi impossibilità di assumere attitudini che non ci appartengono. Anche a me sembra, in generale, che la nostra maggiore sensibilità e tendenza alla “complicazione” ci esponga a più elevato rischio di delusioni e drammatizzazione .
Tuttavia e’ da sempre che l’essere umano mette in atto finzioni utilizzando la sua fantasia e le sue invenzioni: dalla scrittura al teatro, fino al cinema e adesso ahimè anche i “social” . Ha sempre amato“rappresentare” e “guardare” la realtà spesso distorcendola con aggiunte qua e la’ di un po’ di sale, pepe o zucchero, per renderla più eccitante. Il rischio di immedesimarsi in un “personaggio” o in una trama e di assumerne inconsciamente alcuni tratti “tipici” e’ alto per molti.
E così chi si sente “principessa” si aspetta di essere trattata come tale e “salvata” dal cavaliere misterioso; chi “lupo” di mangiarsi le pecore e farla franca, chi “fatina” di risolvere magicamente i problemi degli altri,…
Golem, si’ ho capito, ma se il tuo impeccabile ragionamento scientifico è corretto, questa “dipendenza” dovrebbe esaurirsi spontaneamente con la fine dell’età fertile (per cui meno di dieci anni per me). Perché quindi sforzarsi troppo adesso se la guarigione comunque avverrà da sola e in un tempo relativamente breve? (sono un po’ pigra, lo so).
Suzy, l’assenza non basta no, serve una presenza “distante” e “ intermittente”per riuscire a “sfiorare, senza toccare” “comunicare, senza dire”, “guardare, senza fissare”
Acqua, ma noi donne già ci siamo “mascolinizzate” sotto vari punti di vista. Noi donne di oggi già facciamo molte cose che le donne di un tempo non si potevano neanche sognare: studiamo, lavoriamo, guidiamo, viaggiamo da sole, abbiamo una vita sessuale libera ( intendendo con ciò il fatto che non dobbiamo per forza sposarci per intrattenere una relazione con un qualsivoglia soggetto maschile ), arriviamo all’ altare non vergini, e via dicendo. Quindi non mi sembra così surreale l’ ipotesi di riuscire a vivere certe situazioni con maggior distacco emotivo. Tutto questo è un bene, è un male ? Ognuno tragga le sue conclusioni. Personalmente penso sia un bene se la donna perde la sua “innocenza”, si confronta con LA REALTA’ e prende consapevolezza delle cose. Questo la rende meno indifesa, meno vulnerabile. La fa uscire da quella condizione di “ameba” in cui il patriarcato per secoli l’ ha relegata, facendo in modo che venisse assopito il suo potenziale. A mio avviso..