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Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, LAD, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Gabriele, è appunto quello che intendevo dire.
Yog, non vi è alcun dubbio! 🙂
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rossana – 26 giugno 2018 12:46
Massimo,
purtroppo, la sola attenzione serve a ben poco. talvolta anche le parole suonano storte: non ci si sente dire quello che si vorrebbe udire… (…)
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Golem – 26 giugno 2018 19:19
(…) Talvolta non ci si sente dire quello che si vorrebbe udire…, ma quando succede non è detto che sia quello che serve. (…)
—
Evviva l’eco perenne!
Tanto per rimarcare il NULLA in confronto alla CONCRETA capacità di dare supporto!
Infatti, basta suggerire di “cambiar canale” per per consentire a chi confida di pensare da tempo al suicidio di ritrovare entusiasmo e gioia di vivere…
Ok, il problema di quello che Lei afferma è che la morale non rientra negli “interessi meritevoli di tutela”, cioè io ho capito, che Lei vorrebbe che l’interpretazione del reato di truffa e frode, fosse esteso anche al caso di dichiarazioni false all’interno di un matrimonio o Unione di fatto, ma questo esclusivamente di una persona che avrebbe conseguenze psicologiche tragiche, tipo un geloso retroattivo? E a prescindere da ciò, esiste una definizione in psicologia del geloso, o anche gelosa retroattivo/a?
Sa qual è il problema? Che la giurisprudenza non tutela l’esclusività della morale di una persona in qualsiasi ambito, ci possono essere delle aggravanti, ci possono essere dei risarcimenti in procedimenti civili, ma ancora non vi sono leggi o decreti o articoli che tutelano ciò che Lei propone.
C’è stato il caso di un uomo, che in un incendio di un immobile perse la ciocca di capelli che conservava di una propria ex ragazza. Questo uomo ovviamente voleva essere risarcito
… Ha fatto causa al padrone di casa ecc., e la Corte in quell’occasione ha stabilito che era impossibile quantificare il danno, su una base patrimoniale, quindi questo uomo non ha avuto nemmeno un centesimo. Questo in ambito civile. Figuriamoci in ambito penale, che cosa sarebbe successo, se già nel Civile, su un danno esclusivamente basato sulla morale, veniva negato qualsiasi ristoro.
JJ bad,
Per far saltare il banco occorrerebbe individuare chi sono gli utenti che scrivono sul LaD, scoprendo quindi che ne so, che Golem e Maria Grazia sono la stessa persona, idem per Metatron e la signora fan di Mirabella. Sicuramente sarebbe bello andare nel reparto in cui e’ internato e ridere vedendo un poveraccio che si contorce sulla tastiera senza poter mostrarsi in modo diverso dalla realta’. Ma in fondo cosi’ si perderebbe la possibilita’ di parlare liberamente (nei limiti) che LaD offre ai suoi utenti. Forse tu cureresti un male ma ne introdurresti uno peggiore. Cioe’ anche se lui e’ uno zero, altri che sono molto piu’ importanti possono avere uno spazio per comunicare. Il prezzo da pagare e’ accettare che esista anche lo zero.
Le cose sensate le dici solo tu, lo sappiamo tutti. Sempre le stesse, per tutti, rassicuranti, consolatorie e accoglienti, da due decenni. Su questo nessuno ha dubbi.
Piuttosto, quella parola doveva essere “sgamare”, “scoprire”, non “affamare”, ti ho comunicato la correzione con un altro post, il 734 in “Favole…”. Controlla. É il nuovo telefono che ha deciso quella parola col T9, e mi è sfuggito.
Invece, come al solito si nota come “adegui” il tuo “stile” alle circostanze. In questo caso, dimentica di avermi redarguito per “intromissioni” non pertinenti, ma tuttavia “rosa” (o “rododendra”. Diciamolo coi fiori) dal “fastidio” della risposta che mi ha dato Giorgio, non si poteva non contraddire la regola che vorresti che fosse applicata per i “tuoi clienti”, alla bisogna.
We know our (flexibles) chickens.
P.S. “stupidotto” é quasi affettuoso. Ho avuto un moto di tenerezza nel leggerlo. Usalo più spesso che mi piace.
“Un geloso retroattivo e’ come una persona allergica a qualcosa. Se la donna gli fa mangiare quel qualcosa, sapendo che gli fara’ male, con l’obiettivo di trarne beneficio e’ reato.”
Hai capito? Reato di procurata allergia.
Anch’io per esempio sono allergico agli juventini. Se stringo amicizia con un “gobbo” che omette scientemente di dichiararlo, ma poi lo scopro, è reato. Questo perchè chiunque menta è mentitore, chiunque prezzemolo é prezzemolatore e chiunque basilico è basilicatore e così via. Non si scappa.
Quando uno è divino è divino, che vuoi dirgli. Ogni frase è una sentenza.
Stupidotto,
scrivi quello che ti pare, a chi ti pare, come faccio anch’io… SENZA però farmi l’ECO, come fai troppo spesso, nel dubbio che qualche utente possa essere incapace di leggere e di valutare per conto suo.
senza di te, chi mai capirebbe con chi ha a che fare e cosa può offrire? indispensabile daaavvveeero un esperto in traduzioni, sia espressive che caratteriali!
sei noioso, e fastidioso, come moscone impazzito, in tutte le stagioni!
qui NON hai “facoltà” di giudicare chi dà meglio o di più, nemmeno dopo aver incontrato (in AEREO) il prof. Mirabella.
nella risposta alla signora Luisa sei stato capace di sorprendermi (cosa che ormai non accade quasi più).
mi sarei aspettata altri toni di riscontro ma, evidentemente, stai maturando, sia come forumista che come opinionista, specializzato in esperienze amorose, avulse da tutte le teorie che sei andato a scovare per risolvere la tua crisi di coppia.
vivi e lascia vivere, moscone!
PS: non m’importa un fico secco con cosa scrivi e in quali errori puoi incorrere o rettificare…
No Ross, cerco di sottolineare le parole “vuote” che fanno capo spesso proprio a quelle consolatorie. Nel caso specifico esordisco con una demenzialità che non è mancanza di rispetto verso l’interlocutore, ma il tentativo di stimolarne un sorriso per cercare di dargli il senso di come tutto è relativo nella visione delle cose, ma poi gli ricordo che la forza per uscirne deve trovarla da sè. Nessun aiuto esterno “compiacente” potrà risolvere il SUO problema, anzi spesso lo accentua, facendo sentire chi lo ha “dipendente”, e quindi “incapace”. Ecco perchè penso che sentirsi dire (o dire) quello che si vuole sentirsi dire (quando si è in certe condizioni) sia spesso solo un prolungamento dell’agonia e non un atto carità, che a volte serve più a chi lo fa che non a chi lo riceve.
Gabriele, la gelosia retroattiva non e’ collegata con la morale della persona.
Il rifiuto della donna non vergine e’ istintivo. Il rapporto con la donna non vergine crea dolore e crisi psicologica misurabile e quantificabile, come un danno da infortunio (tabelle punti).
Di conseguenza se un soggetto torce il dito ad un altro e gli causa un danno reale,determinabile e quantificabile, cosi’ il geloso retroattivo riceve un danno con le medesime qualita’.
Se il danno e’ prodotto con dolo, con l’intento di averne beneficio, allora e’ reato.