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Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, LAD, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Markus,
grazie per il riscontro alla domanda. logico che sia quasi del tutto razionale, perché è scontato che, per immedesimarsi in eventi mai provati, bisogna che questi ricadano sulla propria pelle, con effetto accumulo sui precedenti vissuti emotivi.
ritengo che la mia conoscenza in tema di rapporti di coppia, derivante da esperienze dirette/indirette e da letture/approfondimenti mirati, non sia inferiore a quella di donne che intrattengono rubriche di consulenza amorosa su giornali o riviste. a volte mi piace aggiungere qualche tassello, se trovo chi mi dà supporto in tal senso…
contrariamente a quanto si potrebbe supporre, la mia attitudine di base non è affatto romantica. tende a dare a OGNI aspetto del fenomeno “amore-famiglia” le sue relative valenze.
in una lunga convivenza, come quella fra la regina Elisabetta e il principe Filippo, l’ideale sarebbe di potersi innamorare più volte della stessa persona. resta comunque evidente a chiunque che non tutto va sempre a tarallucci e vino. nella migliore delle ipotesi, come nel suddetto caso, c’è quasi sempre chi ama di più e chi si lascia amare.
rendersi conto del proprio contributo all’evoluzione dei fatti/sentimenti può facilitare una loro più serena accettazione.
Acqua,
hai ragione: i concetti del precedente commento erano difficili da esprimere senza urtare la suscettibilità di più di un utente. una semplice riflessione, suscitata sia dal tuo recente interscambio con Golem che dall’atteggiamento ammorbidito di altri partecipanti ai casi (posti e riproposti) in esame. atteggiamento per me, purtroppo, impossibile da adottare.
cerco di essere più chiara, innanzitutto a me stessa.
un amante dei social ha di recente affermato che quando si partecipa a discussioni on-line ci si ritrova fin da subito come scissi in due diverse identità: quella che si esprime in pubblico (più ideale) e quella che si vive in privato (più reale). questa è una delle ragioni per cui, ad eccezione di amicizie consolidate nel reale, ho scelto di non interagire con utenti che scrivono qui ma che di persona conosco solo superficialmente.
è indubbio che ci sarà chi, anche senza volerlo, si “maschera” meglio o di più, ma, a mio avviso, è scontato che, poco o tanto, lo facciano TUTTI, indipendentemente da intenti/dichiarazioni di trasparenza o superiorità.
ognuno, poi, nei vari riscontri sceglie l’attitudine che più gli è consona: di silenzio, superficiale ambiguità, più o meno “acceso” apprezzamento o netto rifiuto.
Sicuramente Suzy, è una caratteristica solo umana quella di “pro-jettare” nel futuro una ipotesi, “migliorativa” per la vita. Non saremmo diventati quello che siamo se la Natura non ci avesse dotati di queste capacità, unica nel genere animale.
Il punto è a cosa “attingiamo” per realizzare quel progetto o desiderio che fosse, SE non abbiamo esperienze pregresse che ci diano indizi che aiutino la realizzazione di quell’aspirazione. Non abbiamo altro che le esperienze altrui, o meglio, quello che abbiamo assorbito attraverso l’immaginario “perfetto” che riguarda quell’aspetto particolare dell’obiettivo cui tendiamo.
Non voglio ritornare su tutta la vicenda storico sociale che ha caratterizzato la “regimentazione” dell’istinto sessuale, ma certi paradigmi idealizzati sono ormai costituzionali al nostro modo di vedere l’amore, direttamente derivate dalla “perfezione divina” imposta dalla nostra religione. Questo “amore”, mutuato da quello del Dio fattosi carne e della Madre Celeste, contiene anche le sofferenze che ne hanno caratterizzato la Sua presenza in questo Mondo, fino all’atteso happy ending, e seppure non appaia immediatamente, tutto ciò che riguarda l’idea dell’amore ideale deriva da “quell’esempio”.
>>>
>>> Quello che penso possa essere successo alla ex compagna di Markus è proprio l’aver “sperimentato” un “altro” Mondo attraverso questo terzo soggetto che ne ha “cambiato” il punto di vista, probabilmente legato a convinzioni assorbite nei termini che cerco di spiegare da tempo, e dovute all’interpretazione dei sentimenti attraverso quei condizionamenti socio culturali idealizzati, di cui ho parlato sin’ora. Si spiegherebbe diversamente un voltafaccia così drastico se nella testa di quella donna non si fosse affacciata la possibilità che abbia vissuto una “recita” sentimentale? Anche inconsapevole, intendiamoci. Possiamo pensare che se avesse amato “realmente” Markus l’avrebbe mai lasciato con quella “facilità”? Tu lo faresti? No, è impossibile. Quella donna ha “immaginato” di amare, cercando persino di autoconvincersi, seguendo probabilmente il paradigma della “brava donna che ama il suo uomo”, come la tipa del treno con me e altre come lei che ho incontrato. Che è un po’ quello che succedeva a Sally finché non ho cercato di capire cosa c.... le passasse per la testa riguardo l’idea di amore. Solo che lì il terzo incomodo era l’uomo che la amava, che le ha mostrato il Mondo nel quale “ESISTE” l’amore.
Rossana, non ho capito nemmeno io quel che vuoi dire. Comunque, per quanto mi riguarda, trovo illogico sia lodare, che svilire persone di cui non sappiamo assolutamente nulla. L’unico aspetto rilevante qui sono le opinioni, non chi ci sta dietro, almeno per me.
“L’unico aspetto rilevante qui sono le opinioni, non chi ci sta dietro, almeno per me.”
Anche per me Suzy, purchè l’opinionista per lo stesso argomento le mantenga salde, e non le adatti all’interlocutore del momento. Che dici? È sbagliato?
Suzy, per quanto mi riguarda io credo di non aver mai svilito chi scrive qua dentro e nemmeno lodato o adulato, semplicemente ho scritto quello che penso e affermato più volte che sia Golem che Rossana “appaiono” ,entrambi, interlocutori carismatici , interessanti e capaci di argomentazioni valide. Mi sembra di essere in sintonia con te su molte cose, ma forse mi sbaglio e credo che Markus sia una persona onesta, spontanea e sensibile. Se poi qualcuno vuole mascherarsi anche nel virtuale peggio per lui…certo è più facile essere come si vorrebbe scrivendo , piuttosto che dialogando di persona, ma penso siano due forme di comunicazione entrambe efficaci anche se diverse.
Che stupenda lettera è mai questa! E’ veramente avvincente e ficcante! Spero che arrivi almeno a 300 pagine perché non posso più fare a meno di leggervi ogni giorno! argomenti
sempre vari e dire interessanti e’ dire poco! Un grandissimo grazie di cuore a tutti voi, ogni volta che vi leggo sono sempre emozioni forti e scariche di adrenalina allo stato puro! grazie
Golem, certo, la coerenza è importante, tenendo conto di quella contradditorietà insita in ogni essere umano. Ritengo altrettanto importante l’autocoscienza di sé, delle proprie potenzialità e limiti.
Acqua, il mio era un discorso generale e non voleva prendere in esame nessuno, anche perché ognuno fa come gli pare. Ti dirò che io sono molto diversa nella mia vita reale, molto più morbida col prossimo e meno “rompina”, perché ovviamente subentrano moltre altre componenti e non si valutano solo le opinioni dell’interlocutore. Però non capisco che importanza abbia giudicare Markus sincero, sensibile ecc..(qualità che sicuramente possiede) al fine del dialogo. A nostro modo siamo tutti sinceri ma non lo è nessuno.
Acqua,
le mie osservazioni erano generiche, rivolte a tutti e a nessuno, me inclusa, nell’intento riportare l’interscambio alle sue fondamentali valenze. anni fa scriveva qui un’utente, alquanto apprezzata, che concludeva quasi sempre i suoi commenti con “ognuno sa per sé”, che è anche la base granitica su cui fondo le mie scelte e i miei sentimenti.
LaD, come specchio della realtà trasposta nel virtuale, per me non è solo spazio di confronto ma è anche, spesso, spazio di testimonianza.
quando mi appresto a leggere un saggio, mi documento prima su chi l’ha scritto, così come, quando prendo in considerazione un’opinione, cerco di collocarla nell’ambito per lo meno del sesso e dell’età di chi la esprime, meglio ancora se tali informazioni sono corredate da altri dettagli sul suo ambiente e sui suoi vissuti.
a mio avviso, le opinioni possono essere contrastate ma le testimonianze dirette, anche le più rare e le più insolite, dovrebbero avere maggior rispetto. rappresentano l’essenza di una persona reale, che non dovrebbe essere né sminuita né ridicolizzata, come talvolta si tende a fare nei confronti di chi ha visioni esistenziali diverse dalle nostre.
in amore come nella vita, non esistono certezze né assoluti.