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Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, LAD, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Markus,
avresti forse preferito vivere in solitudine quegli anni? oppure con relazioni superficiali, che ti coinvolgevano poco o niente?
nei fatti, hai amato quella donna forse più di quanto lei abbia amato te, oppure in modo diverso dal suo. guarda realisticamante al benessere provato in quegli anni, SENZA credere ciecamente a quanto ti ha buttato addosso. se non ti avesse colpevolizzato con tanta durezza, magari anche solo per allontanarti, la rottura sarebbe stata altrettanto dolorosa ma meno invalidante.
concordo pienamente con chi ritiene che non esista sulla faccia della terra una persona tutta luce e un Amore tutto immensa e permanente pienezza. anch’io ne ho trovato solo qui un UNICO esempio d’insieme in un’intera vita.
la differenza sta soltanto nel tenersi tutto dentro o nell’essere anche troppo sinceri. a volte il giusto equilibrio è molto difficile, in quanto può accadere più spesso di quanto si possa immaginare che nemmeno il diretto interessato conosca a fondo le oscillazioni della sua consapevolezza nei confronti della sua stessa realtà interiore.
tutto comincia, cresce, raggiunge il punto culminante e poi si stabilizza, decresce o finisce. in linea generale è così, anche per i sentimenti.
Mah Golem, c’è già Acqua che ti lusinga, non vorrei che pensassi poi di avere addirittura i superpoteri 😉
Il mio amico Fernando disse “siamo pozzi che fissano il cielo”; ovvio che si ricerchi qualcosa in più di quella quotidianità a volte banale e disattenta. Altrettanto ovvio che la perfezione non esista se non in dolci proiezioni mentali, ma quantomeno il ricercarla implica di cercare di dare il massimo, almeno a livello emozionale. Su una cosa però sbagli, io non mi sento sfortunata nemmeno un po’ e non credo di aver mai subito più torti di quanti non ne abbia fatti io stessa. È un po’ così per tutti, anche per i lasciati.
Markus,
pongo a te e a chiunque altro voglia rispondere una domanda per pura curiosità di approfondimento di conoscenza di sentimenti amorosi sul campo, anziché sui soli libri:
se si è MOLTO presi da un partner che corrisponde poco o male, sareste inclini a lasciar cadere subito il rapporto, in quanto incapace di lasciar prevedere fin dall’inizio grandi possibilità di durata nel tempo?
in poche parole, se una relazione amorosa non lascia sperare il fatidico, romantico, “per sempre”, vale ancora la pena provare a concretizzarla e a stabilizzarla?
Rossana, come ho già scritto, ho tralasciato molti importanti dettagli che per forza di cose non posso trascrivere su questo forum. Questi dettagli amplificherebbero ancora di più la bruttura della fine di questa relazione. In base a questa bruttura non posso nemmeno conservare dei bei ricordi che sarebbero stati, eventualmente tali, se lei si fosse comportata in maniera diversa. Questa storia in sostanza mi ha solo provocato estremo dolore per cui avrei preferito non viverla e barattarla se non con la solitudine anche con relazioni superficiali o con rapporti più frequenti sia con la mia famiglia che con i miei amici
Per quanto riguarda la seconda domanda, fermo restando che nelle cose bisogna sempre trovarcisi, se sono preso da un partner che corrisponde poco e male, e invece cercassi la relazione del “per sempre” (cosa alla quale non credo più) proverei a concretizzarla, ma per un breve periodo. Dopodichè mollerei
Acqua,
scusa se mi permetto, per esserci passata. fin quando si fanno confronti o conversazioni superficiali, glissando con leggerezza sui punti di contrasto con gli apprezzati interlocutori del momento, l’interscambio verbale non può che andare a gonfie vele.
mi chiedo quale possa essere la differenza soggettiva fra la pesantezza di prendere e mantenere un punto di vista e il lasciarsi in seguito andare a semplici sfumature di socializzante ambiguità. forse sono valide entrambe le tipologie di comunicazione: basta saperle distinguere, almeno a grandi linee, traendo da ognuna di esse la sua specifica valenza.
domanda che non vale solo per le attuali privilegiate sintonie, ma anche per tutte le altre schematizzabili modalità di relazionarsi on line, inclusa la mia e quella di chi si pone fin dall’inizio in netta opposizione.
in tutte c’è sempre sia un pizzico di verità che l’ombra di egocentriche visioni di sé.
Si Suzy, lo si cerca quel qualcosa d’altro, ma non c’è. E non c’è perchè nei secoli dei secoli si sono stratificate troppe aspettative romantiche intorno a quelle deliziose sensazioni che ci provengono dal corpo, e che chiamiamo convenzionalmente amore, immaginandole “eccelse” quando sono semplicemente fisiche.
Ma chi ha voglia di ammetterlo? Quasi nessuno.
Ma quanti errori si sono commessi inseguendo quei miraggi? Infiniti, perchè più che pozzi che fissano il cielo, siamo pazzi che lo fanno.
La figura di Acqua che insegue sempre “il sogno” mentre in casa vive quella realtà del colore del cioccolato, è paradigmatica di quanto è stato appena detto. Ma lei almeno sa che il suo è un gioco, che serve ad “impegnare” la sua vivace libido in maniera tutto sommato lecita. La maggior parte lo ignora.
In pratica si separa in due entità distinte l’amore, quello della banalità quotidiana da un lato e quello del sogno dall’altro. Sogno che è bene che resti tale, perchè se portato nel reale, in poco tempo acquisterebbe quel color tabacco d’harar perdendo i colori dell’arcobaleno che i prismi ottici della cultura romantica ci fanno vedere
Per questo l’amore è una continua illusione che oscilla tra realtà e immaginazione.
Markus, ma sai quanta gente “recita” delle parti inconsapevolmente? Un’infinità. Anche qui ce ne sono che “recitano” una parte senza rendersene conto o semplicemente “credendo” di essere come si mostrano.
Ho parlato a lungo di Sally e di come “recitasse” un copione che le era stato dato da una certa cultura morale, che ha faticato ad abbandonare per ragioni che ormai conosci. Lo ha riconosciuto stando con me, ma con un piede da un’altra parte, proprio per colpa di quel “copione”.
Immagina invece che avesse convolato col Benigno, avendo in testa il “copione” inculcatole da “altri” infondo. Sarebbe durato fino a quando qualcosa o qualcuno la avesse “illuminata”. Non è un’ipotesi, è sicuro, e lei lo sa, e lo sapeva anche “durante” la fase di cosiddetto “amore”.
Se Sally ha “convissuto” quasi vent’anni con il copione in testa, perchè non potrebbe succedere a altre donne? Ho già scritto a Suzy che solo qui ne ho intraviste più di una e fuori sono stato protagonista di quelle “illuminazioni”, quindi parlo a ragion veduta.
Non so cosa abbia “illuminato” la tua ex, ma una cosa è certa, ed è che se ti ha lasciato, e in quel modo, è perchè si è accorta di aver seguito un copione appunto.
Se ti amava non ti lasciava.
Bè Acquaontherocks, oggi, se lo vorrai, hai modo di “conoscere” meglio alcuni interlocutori, magari leggendo tra le righe le vere ragioni di certe puntualizzazioni. Che erano attese da tempo, vista la qualità dei nostri ultimi scambi epistolari, dalla “socializzante ambiguità”. Eh sì, I know my chicken very much my “apprezzata” “interlocutora” del momento e della “privilegiata sintonia”.
Che stile eh? Privo di ambiguità.
Rossana, il tuo commento è un po’ criptico e non capisco se è rivolto a me o a Golem (oppure forse sono io che sono mentalmente molto stanca e ho difficoltà di comprensione e deficit intellettivo): per favore spiegami meglio e in maniera più esplicita cosa intendi dire e a cosa ti riferisci esattamente. In linea generale concordo con te sul punto dell’egocentrismo in questo tipo di “dialogo” da parte di alcuni utenti, me compresa, e sul fatto che non esista una verità assoluta.
Stasera non ho tempo di scrivere altro. Forse domani. Ciao a tutti.
Golem, c’è anche una terza possibilità, che è quella di voler ricercare nella propria relazione quel quid in più, che la renda degna di essere vissuta, indipendentemente da come vada a finire. Non è sempre possibile, d’accordo, ma è quello il desiderio di infinito, non certo quello che ci proviene da spinte pulsionali. Si ricerca un incastro che vada al di là di quello fisico, possibile più o meno tra tutti i corpi del mondo. Io credo che per certe persone sia più importante di altre cercare di mantenere sempre alta l’aspettativa, pena il pensiero di essere sostituibili o di sostituire con immensa facilitá. Magari è ciò che è mancato alla donna di Markus, chi lo sa.
Se l’essenziale è solo il finale, allora tantovale organizzarsi una morte spumeggiante ed evitare di perdere tempo a vivere…