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Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, LAD, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Golem, non posso che concordare con ciò che hai scritto. Anche a noi donne fa piacere potersi confrontare apertamente con gli uomini come te, disposti a capire fino in fondo le nostre sfumature ed il nostro modo di essere, a differenza di altri qui dentro secondo cui le cose stanno in un modo e fine, la soluzione è l’annullamento dei fidanzamenti e delle relazioni.
Markus, di te penso che si, ti sforzi di dialogare con noi, ma delle volte sembri non essere in grado di capire realmente (e lo dico senza offesa, che sia chiaro), cosa può spingere una donna a prendere certe decisioni. Scrivi messaggi molto lunghi e prolissi, ma che alla fine vanno sempre a parare sul fatto che non riesci a capacitarti di come vanno certe cose. Almeno tu però almeno ci provi ad avere un confronto, di questo voglio dartene atto.
Annalisa mi fai sorridere !
Ma perché tu lo sai cosa può spingere un uomo a prendere certe decisioni ?
Sei convinta che siano solo le donne a lasciare, ma mi pare di averti già consigliato di farti un giro anche su questo forum per verificare quante volte sono le donne a lamentarsi di essere state abbandonate.
Ogni storia è un caso a sè e bisognerebbe conoscerla prima di esprimere giudizi. Poi però c’è chi si erge a profeta……
Troppo lungo e prolisso ?
Molto interessante. La tua trattazione dell’argomento mi è piaciuta molto. Ti ho fatto questa serie di domande perché il mio modo di valutare il “tradimento” e’ mutato radicalmente negli anni. Prima di sposarmi, ma ancora forse prima di fidanzarmi, il mio giudizio morale, sicuramente derivante da influenze di tipo educativo e culturale, era ferreo ed indiscutibile. Infatti quando ho iniziato ad avere “pensieri devianti” dal mio rapporto di coppia, seppur molto giovane, mi sentivo tantissimo in colpa, tanto da informare entrambi gli interessati di questa mia “frattura interna” e rimanendo comunque sempre fedele alla mia scelta. E’ capitato negli anni successivi all’adolescenza che giocherellassi, a livello solo virtuale e mentale, con perfetti sconosciuti, ma eclissandomi sempre prima del pericolo che qualcosa si potesse concretizzare ( atteggiamento collegato a mia immaturità emotiva ed anagrafica o più semplicemente alla curiosità di sperimentare nuove modalità di comunicazione). Circa 10 anni dopo ho subito io un tradimento (non so se “tutto” o come dichiarato da lui “parziale”) in un momento in cui non me lo sarei aspettato ( il nostro primo bimbo aveva solo 8 mesi ed era veramente pestifero, non dormiva mai, io lavoravo già da qualche mese, avendo partita iva, ed ero veramente stanchissima). La mia reazione è stata ovviamente “minacciosa” e me ne sono andata di casa una settimana approfittando del periodo di vacanza.
Lui ovviamente si è umiliato e ha detto che se l’avessi lasciato, si sarebbe buttato da un ponte ed altre sciocchezze del genere…Ho deciso di dargli un’altra possibilità valutando le sue “ragioni”, anche se a quel punto ero diventata sospettosa ed intollerante e controllavo il suo cellulare in modo maniacale cazziandolo di brutto se trovavo messaggi anche solo di “semplice innocente amicizia”. Alla fine mi è passata, nel senso che ho capito che lui aveva in realtà ferito il mio orgoglio e la mia autostima e che per “amore” sia verso di lui che verso me stessa era necessario che mi sforzassi di superare certi sentimenti negativi.
Ora sento che la mia “valutazione” del tradimento è molto ponderata, credo perché ho riconosciuto che questo, proprio come hai detto tu, nasce da una “mancanza”, più che da una ricerca di qualcosa in più. O forse perché vivendo in prima persona questo tipo di “mancanza” (sottolineo però solo a livello mentale) tendo ad essere indulgente. Sono d’accordo che la premeditazione ( ed aggiungo anche il tradimento reiterato ) rendono odioso questo comportamento e che in determinati casi risulta impossibile un riavvicinamento, ma , come hai detto tu “il momento di debolezza” è umano e ci può stare.
Come puoi notare Annalisa, vi sono molti uomini in età che sono ancora convinti che certe “cose stanno in un modo e fine”, come eschimesi che pensano di sapere come si debba vivere all’equatore, e in fondo sarei disonesto se non ammettessi di essere stato anch’io “abituato” a vedere “quelle cose” in un certo modo. Purtroppo è la tanto decantata famiglia di una volta ad averci trasmesso certi parametri interpretativi, che vengono applicati supinamente nonostante poi si dichiari che ogni storia è a sè stante. Questo sfortunatamente vale anche per molte donne che, abituate da certi esempi materni, tendono ad assumere un atteggiamento troppo assecondante col compagno, pensando al quieto vivere nella coppia, ma frustrando spesso esigenze e desideri anche elementari che probabilmente servirebbero a crescere, sia singolarmente che come coppia. Questo sino a quando non emerge l’insoddisfazione profonda, proprio per aver accettato compromessi che ne hanno mortificato a volte anche la dignità. Una volta si incassava e si tirava avanti, oggi non più. Oggi una donna che non ha dipendenze economiche, ma non solo, ti lascia, e quando lo fa è perchè come ho detto in altre occasioni una qualche misura è colma.
Un uomo che abbia una minima apertura mentale e che sta vicino a quella donna da tempo non può non accorgersi di quelle che tu chiami sfumature se quella donna la ama.
Non riuscire a sentire i campanelli d’allarme, >>>
>>> che ci sono sempre, è un suo problema, forse di chiusura mentale, troppa sicurezza, uso di standard comportamentali stereotipati o banale disinteresse, per poi sorprendersi se l’abbandono gli appare improvviso. Ma proprio quella chiusura mentale, quell’eccesso di sicurezza, quell’applicare certi stereotipi e quant’altro gli impedisce di vedere sè stesso attraverso gli occhi altrui. “È così e fine”, proprio come dici tu, e io mi immagino quante volte quella compagna avrà dovuto accettare quella conclusione sia pure condita da dolcezze e bacetti utili a far ingoiare la pillola del “sifacosìdasempreperchècambiare”.
Invece bisogna cambiare per capire, perchè le relazioni, anche quelle sentimentali si orientano sullo spirito del tempo, e le donne, con tutti gli errori che si fanno quando si esplora un territorio quasi sconosciuto come la propria completa libertà, cercano giustamente di realizzarsi con strumenti che forse solo 40anni fa non si sognavano neppure di poter avere. Sta a l’uomo che le ama capire, e aiutarle in quella realizzazione.
Nella vita si “deve” cambiare perchè la vita cambia continuamente da quando è iniziata sulla Terra, e proprio questo che ha consentito l’uomo di “evolvere”. E cambiare, nel caso specifico, significa avvicinarsi all’animo della persona che si ama in ragione delle esigenze che manifesta, se queste servono a quella realizzazione di cui parlavo. Chi non lo fa viene “eliminato”. È la selezione naturale.
Golem e’ assolutamente così, è proprio quello che ho notato e noto anch’io, la mancanza da parte di molti uomini della voglia di aiutare la donna nella sua realizzazione personale! Tutto ciò è possibile notarlo anche all’interno di questo forum, che sempre di più considero lo specchio di quello che è la vita reale!
Markus, non rimanerci male te ne prego ma mi sembra che continui a non capire scusami. Io non ho detto che sono solo le donne a lasciare. Ma di sicuro che questo accade per la maggior parte delle volte, ed è innegabile, è stato scritto anche da altri uomini qui dentro, e sono costretta a concordare. Perché è l’uomo (come giustamente dice Golem) che non è in grado di sostenere fino in fondo la donna nelle sue esigenze e nelle sue aspirazioni/aspettative, e non la donna che non riesce a comprendere l’uomo. Nella maggior parte dei casi è così, e il tuo sembra essere un caso lampante, chiaro. E credo che nessuno vuole ergersi a profeta qui. Suzanne e Acqua stesse hanno pazientemente tentato di spiegarti tutto, da che mi ricordo da quando sono approdata in questo forum che cercano di spiegarti e consigliarti il giusto comportamento in una relazione con una donna e le relative aspettative. Stiamo cercando di spiegartelo in tanti da un po’ ormai….
Beetle, hai ragione, talvolta pretendere sempre “forza e protezione’” da un uomo e’ un’abile mossa per togliersi dall’impiccio di dover assumere noi stesse un ruolo scomodo che richiede energia.
Il problema che io vedo è che alcune caratteristiche tradizionalmente tipiche del maschile e del femminile si sono sovvertite a seguito dei cambiamenti socio-cultural. In parte questa inversione fatto contrasta con “la natura delle cose” creando confusione e contraddizioni. È quindi necessario uno sforzo da entrambe le parti per “adeguarsi” ai tempi e a questi nuovi ruoli e modi di essere.
Annalisa, continui a farmi sorridere. Scrivi che il mio caso sembra un caso lampante. Ti ergi a profeta anche tu senza sapere come stanno le cose ? Ti espongo un dettaglio della mia storia che dovrebbe farti chiarezza: la mia ex convivente dopo qualche tempo che se ne era andata, pensò bene di riavvicinarsi, sostenendo che forse aveva sbagliato qualcosa, che aveva esagerato e che si poteva ricominciare. Strano per una donna il cui vaso è colmo, che voglia tornare con un uomo che l’ ha disattesa, pieno di difetti e di cui si era disamorata. Sembrava tornata quella di un tempo, salvo poi, mollarmi di nuovo poco dopo un mese. Morale della favola ? Con “l’altro” stava attraversando una “crisi” e il tizio sembrava sfancularla.
Annalisa, far passare tutte le donne per madonne mi sembra un tantino esagerato. I segnali “subliminali” ne ho mandati tanti anche io durante il nostro rapporto, ma non mi sono mai sognato di lasciarla.
Certo, a sentire alcuni profeti, che tu non vedi, mi viene da domandarmi cosa avrebbe detto la gente di me se mi fossi fatto un’amante e poi l’avessi lasciata, visto che tante “giustificazioni” avrei potuto tirarle fuori anche io.
Suzanne e Acqua hanno tentato pazientemente di spiegarmi tutto. Ma tutto cosa ? Che do tutto per scontato ? Che l’amore non è un obbligo ? Che bisogna mettersi costantemente in gioco ? E che tutto può diventare routine ? Se Suzanne sostiene che può avere una lunga storia
con una persona senza esserne presa sentimentalmente ed emotivamente io alzo le mani. Sono punti di vista non spiegazioni.
C’è anche chi sostiene che un uomo non può non sentire i campanelli di allarme di una donna. E figuriamoci se chi lo sostiene è qualcuno che li ha sentiti dopo venti anni di convivenza. E poi si pretende di venire ad insegnare il padre nostro quando non si sa nemmeno come è fatta una croce.
Se hai letto bene il dettaglio che ti ho esposto avrai compreso che la mia ex sarebbe tornata con me tranquillamente e la crisi, da parte sua sarebbe stata superata. E chiaramente direi, venendo a mancare l’attenzione del “il terzo” che aveva sconvolto il tutto. Figuriamoci se fosse passato a miglior vita. Quindi forse non c’era tutta questa disattenzione da parte mia e neanche avevo un comportamento sbagliato. Semplicemente c’era un terzo
Se ci sono problemi reali te ne accorgi cara Annalisa e se ami davvero cerchi di risolverli, non vai a cercarti altre persone.