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Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, LAD, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Piccola78, devo dire che è vero. La fascinazione gotica colpisce gli intelletti superiori tipo me e il dottor Golem. Vak, tanto per dire, è fuori tiro.
Ti informo che anche oggi ho provato a fermare uno per strada, ma mi ha gonfiato un occhio.
‘Sta storia nun me piace, in caso di infortunio chi paga?
Nun vorrei finire su ‘sto sito scrauso a impetrare donazioni dal Berlu.
Wak, pensavo che ti avessero preso di mira, invece scopro oggi che sei fuori tiro. Un po’ come il mio wifi ai piani superiori.
In ognuno di noi è presente il bene ed il male: dimmi quale parte di te alimenti e saprai chi sei; si può essere grandi in ogni cosa che si fa, possedendo il seme della grandezza; quindi nel bene o nel male. Grandi peccatori o grandi Santi. Il libero arbitrio decide. Il gotico è l’orrore dei senza Dio che grazie a quella componente di amore romantico che pure lo caratterizza e se ne nutre disperatamente, se vuole, ha la speranza di arrivarci a Dio, vero ed unico Amore. Infatti, dice S. Agostino: chi cerca Dio, Lo ha già trovato.
Yog, non mi dia della narcisista per avere risposte. Passiamo alle cose importanti: il lavoro attivo consiste nel contattare le persone via whatsapp o messenger, o come preferisci, e chiedere loro di diventare membri dell’Opera, i cui impegni sono:
ciascun membro esterno dell’Opera fa proprio il carisma dell’Opera accogliendo la proposta di fare 3 ore di Adorazione Eucaristica a settimana nella propria parrocchia,o online, con noi come già fanno, di diffondere la pratica dell’Adorazione Eucaristica nei propri ambiti, familiare e di lavoro, di partecipare alle riunioni dell’Opera, anche in streaming, almeno una volta all’anno e quando impossibilitati, delegare qualcuno di propria fiducia, in più fa un’offerta libera alla nostra Congregazione secondo le proprie possibilità, per la sede centrale, e per l’apertura della prossima Casa di Adorazione Eucaristica (ramo maschile), in Africa.
Chatta, Piccola, chatta: Mentre l’anima è molto lontana e non pensa neppure di aver da vedere qualche cosa, ecco che d’improvviso le si presenta la visione, la quale mette sossopra le potenze e i sensi con gran timore e turbamento, per poi lasciarli in una pace deliziosa. A quel modo che quando S. Paolo fu rovesciato per terra avvennero nel cielo alcuni tuoni e movimenti, così in questo nostro mondo interiore. Vi succede come una gran commozione, ma poi subito si fa tutto tranquillo, e l’anima si ritrova in possesso di così grandi verità da non aver più bisogno di alcun maestro, perché la vera Sapienza l’ha liberata dalla sua ignoranza, senza che ella si affaticasse. Per qualche tempo l’anima conserva una tale certezza della divina provenienza di questa grazia che, per quanto le dicano in contrario, nulla può indurla à temere d’essere stata in inganno. Ma in seguito, quando il confessore cerca d’intimorirla, Dio permette che ne dubiti, pensando che ciò possa essere in castigo dei suoi peccati.
…Tuttavia non ne è convinta. Vi si trova come nelle tentazioni contro la fede: il demonio può inquietarla, ma non per questo lascia ella di credere. Anzi, quanto più il maligno la combatte, tanto più si convince che beni così grandi non le vengono da lui. Egli non può far molto sull’interiore dell’anima: le sue rappresentazioni non sono mai con tanta verità, maestà ed effetti.
11 – Siccome è una cosa che i confessori non possono vedere, e la persona che ne è favorita non sa alle volte spiegarsi, essi han tutti i motivi di temere. Perciò si deve procedere con circospezione e attendere che il tempo ne mostri i frutti, osservando se l’anima ne esca più umile e più fortificata in virtù. Il demonio, se è lui, darà presto dei segni e si lascerà sorprendere in mille falsità. Il confessore che ha esperienza, ed ha provato queste cose, non tarderà molto ad accorgersi. Dalla relazione che gliene faranno, vedrà prontamente se è l’opera di Dio, dell’immaginazione o del demonio, specialmente se avrà ricevuto dal Signore il dono del discernimento degli spiriti. Se avrà questa dono e sarà fornito di dottrina, lo conoscerà molto bene anche senza esperienza.
Il Castello interiore – Di Santa Teresa D’Avila
Piccola, capito tutto. Adesso vado giù determinato. Con Whatsapp mi pare meglio, sennò se continuo di pirsona pirsonalmente (qui cito un modo di dire di Pat Cromwell, premio Nobel 2015) ho paura che se je dico de sta cosa fricana quelli mi fanno nero a me.
Per inciso, del nobilissimo ramo maschile fricano non me ne frega ‘na cippa. Vorrei piuttosto contribuire per la casa der ramo femminile in Asia, che io ci ho un debole per gli occhi a mandorla che mi fanno venì pazzo, fammi sapere come faccio.
Il ramo femminile sta in Italia. I nomi dei membri esterni devo fornirteli io per contattarli. Sono già selezionati. No, tu non contribuisci economicamente, tu fa’ solo apostolato eucaristico: questo basta. E damme ‘na mail cortesemente, tipo: yig@cippa.it, grazie!
Ora vado un po’ di fretta. Besos. A dopo.
Il Paradiso di Dio è il cuore dell’uomo:
“Deliciae meae esse cum filiis hominum (Prov. VII, 31). Il paradiso di Dio, per cosi dire, è il cuore dell’uomo.
Dio vi ama? Amatelo.
Prendete il costume di parlargli da solo a solo, familiarmente, e con confidenza ed amore, come ad un vostro amico, il più caro che avete e che più vi ama.
E sí è grande errore, come si è detto, il trattare con Dio con diffidenza, maggior errore sarà il pensare che il conversare con Dio non sia che di noia e di amarezza.
No, non è vero: Non… habet amaritudinem conversatio illius, nec taedium convictus illius [perchè la sua compagnia non di amarezza, nè dolore la sua convivenza] (Sap. VIII, 16). Chiedetelo alle anime che lo amano con vero amore, e vi diranno che nelle pene della loro vita non trovano altro maggiore e vero sollievo, che nel conversare amorosamente con Dio.
Non si domanda già da voi un’applicazione continua della vostra mente per cui abbiate a scordarvi di tutte le vostre faccende e del vostro svago.
Altro non vi si domanda, se non che, senza tralasciare le vostre occupazioni, facciate verso Dio quello che fate nelle occasioni verso coloro che vi amano e che voi amate.
Il vostro Dio sta sempre appresso di voi, anzi dentro di voi: In ipso… vivimus, et movemur, et sumus (Act. XVII, 28).
Non vi è portiere per chi desidera parlargli; anzi Dio gusta che voi trattiate confidenzialmente con lui.
Trattate con lui dei vostri affari, dei vostri progetti.
…Trattate con Dio dei vostri affari, dei vostri progetti, delle vostre pene, dei vostri timori, e di tutto quello che vi appartiene.
Fatelo soprattutto, come ho detto, con confidenza e col cuore aperto, perché Dio non suol parlare all’anima che non gli parla; poiché non essendo abituata a trattare con lui, poco intenderà la sua voce quando le parlerà.
Egli senza aspettare che voi andiate a lui, quando desiderate il suo amore vi previene e si presenta a voi, portando le grazie ed i rimedi che vi abbisognano. Non aspetta se non che voi gli parliate, per dimostrarvi che vi sta vicino ed è pronto ad udirvi e consolarvi (…).
Il nostro Dio abita nell’altezza de’ cieli, ma non disdegna di trattenersi i giorni e le notti con i suoi figli fedeli e fa loro parte delle sue divine consolazioni, di cui una sola supera tutte le delizie che può dare il mondo, e che solo non le desidera chi non le prova: Gustate et videte quoniam suavis est Dominus (Ps. XXXIII, 9).”
Dalle “Opere Ascetiche” di Sant’Alfonso Maria de Liguori, (CSSR, Roma 1933, Vol. I, pp. 316-318).
Yog cambierà sesso…..