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Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, LAD, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Per Golem
Non metto in dubbio che ce l’avresti fatta comunque. Avevi tutte le basi necessarie per riuscirci. Senza piccoli da crescere e da mantenere, che avrebbero potuto rendere il progetto molto più difficile da realizzare.
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Per Maria Grazia
Mai pensato che ti debba pentire delle tue scelte. Anch’io rifarei tutte le esperienze a cui sono stata indotta dai miei bisogni e dalle mie possibilità.
MG, in generale, come ho detto più volte, e almeno per quanto riguarda le mie considerazioni nei dialoghi che facciamo, tu spesso fai deduzioni che non rientrano nel focus delle cose che ho inteso dire.
Se io scrivo una cosa con una certa intenzione, e tu ne intendi un’altra, non sono io il responsabile di quella lettura, e c’è poco da vedere da diversi punti di vista: non la si è intesa come doveva essere.
Per quanto riguarda le tue vicende familiari, nessuno può fartene una colpa, è ovvio; ma la questione “valore reale della laurea”, su cui si è incentrato il dibattito dopo quello sull’immigrazione, a un certo punto è diventato il terreno dove la difesa delle proprie posizioni sfociava in quella dell’amor proprio. E con le ragioni dell’amore, a chiunque questo sia diretto, è difficile ragionare in modo equilibrato, ça va sans dire.
Per Trader
Mia madre era una contadina e mio padre un operaio, che divenne caporeparto in un’importante azienda straniera.
La famiglia impegnò tutti i risparmi per migliorare la vita delle mie sorelle ma, dopo pochi anni, ci ritrovammo con un fallimento e un’ipoteca sulla casa.
Mio padre non pote’ mantenere la promessa di consentirmi di proseguire gli studi. Ho cominciato a lavorare a 17 anni: anche il mio stipendio era utile per finire prima di pagare i creditori.
Per molto tempo mi è dispiaciuto ma in seguito ho capito che quasi certamente non sarei stata capace di seguire studi universitari.
Mentre già lavoravo, ho frequentato per anni scuole serali, per mettere a frutto l’inclinazione per le lingue straniere, che ho poi perfezionato lavorando all’estero, a inizio anni ’70.
Il lavoro è stato più che soddisfacente anche così! Sono sempre stata economicamente autonoma, libera di decidere come e con chi vivere!