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di LAD
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23.592 commenti

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  • 2301
    Piccolastella78 -

    Il matrimonio è il sacramento che unisce indissolubilmente gli sposi e dà lorola grazia di vivere santamente assieme e di allevare cristianamente la prole. Con il matrimonio i coniugi si scambiano a vicenda il diritto irrevocabile ed esclusivo sui loro corpi al fine di procreare la prole ed educarla cristianamente. Oltre al fine primario del matrimonio (cioè procreare ed educare cristianamente i figli) ci sono due fini secondari: il mutuo aiuto spirituale e materiale dei coniugi; e il rimedio contro la concupiscenza (chi non riesce a dominare la concupiscenza della carne, è bene che si sposi, così eviterà di ardere dalla passione e di commettere qualche peccato di lussuria).

    Il matrimonio può essere celebrato per uno qualunque dei suddetti fini, purché il fine primario non venga deliberatamente escluso. Affinché un matrimonio sia valido, il fine primario è necessario, pertanto chi desidera sposarsi non può avere l’intenzione di escludere di cedere al coniuge il diritto ad utilizzare il proprio corpo per procreare la prole. Tuttavia è lecito rinunciare ad esercitare questo diritto, purché entrambi i coniugi siano d’accordo. Per sintetizzare: la cessione al coniuge del diritto sul proprio corpo per fini procreativi è necessaria per la validità del matrimonio, però è lecito rinunciare ad esercitare questo diritto, purché i coniugi siano tutti e due favorevoli a vivere in castità.

    Non si sta dicendo che le persone sposate non devono mettere al mondo i figli, anzi ho grande stima per le famiglie numerose, quindi incoraggio i lettori sposati ad accogliere con gioia tutti i figli inviati dal buon Dio, e ad educarli cristianamente per farli diventare un giorno dei “cattolici militanti” e veri soldati di Gesù Cristo. Tuttavia, anche nel matrimonio si può praticare la castità.

  • 2302
    Golem -

    Ecco una domanda interessante Acquaricca. L’illusione è diventato un mio interesse proprio grazie alla ricerca su Sally, ma facendo mente locale mi sono reso conto che senza saperlo usavo e subivo gli effetti di questo fenomeno dell’intelligenza. Perchè è chiaro che si tratta con una componente che fa parte della nostra architettura mentale, da quando compriamo un detersivo a quando ci innamoriamo e spesso, sulle indicazioni che ci provengono da essa, possiamo anche rovinarci la vita “credendo” quello che non è.
    In realtà il primo vero interesse c’è stato almeno 25 anni fa in Portogallo (che è bene sapere che un Paese che amo molto, dove vivrei, per intenderci). Ricordo l’episodio.
    Eravamo verso Sesimbra, alla fine della vacanza, e ci eravamo accampati in un bel campeggio, scegliendo un’area libera, grande come un campo di calcio. Si era verso la fine delle vacanze e c’era poca gente, quindi si poteva scegliere. Piantiamo la tenda e andiamo in paese a goderci l’ambiente. Torniamo verso le dieci di sera, e arrivando nel nostro settore, riconosciamo la nostra tenda ma ne troviamo un’altra accanto. A un metro! Mezzo ettaro di terreno e due tende attaccate come facessero parte dello stesso gruppo. Mi sono incazzato come non mai, ed era troppo tardi e buio per spostare tutto l’arsenale. Ovviamente quando sono arrivati i due co......, maschi e spagnoli, era come averli a letto con noi. Se ne sentiva il respiro mentre dormivano. Mi sono chiesto per giorni che c.... di ragionamenti avessero mai fatto quei due cojones per una scelta così ridicola, e ogni volta che vedevo situazioni simili, come quelle di entrare in un’aula di conferenze e sedersi vicino a quello e ha già preso posto, ma mai davanti, mi chiedevo cosa scattasse in testa, perchè ovviamente c’era qualcosa che CONVINCEVA che quella era la scelta migliore. Ma è chiaro che non era così. Era un’altro che aveva scelto per noi, ma questo ci bastava. Perchè?
    >>>

  • 2303
    Golem -

    >>>
    Scopro che c’è una scienza che studia le nostre collocazioni spaziali secondo logiche che attengono soprattutto all’istinto e poco alla razionalità, la famosa “Prossemica”. Da lì, tramite altre scienze a questa collegate, mi si è aperto un mondo che ha a che fare con la nostra “suggestionabilità”, che ci conduce per mano anche per scelte che riteniamo nostre ma invece non lo sono. Quando manca un’esperienza tendiamo a seguire quella del “trend”. Se fanno tutti così ci sarà un perchè, io non lo conosco, ma qualcun’altro sì. E la logica del branco di gnù. Insomma mi hai capito.
    Non può immaginare come mi sono divertito a creare test. Tipo lasciare l’auto PER PRIMO AL CENTRO di una piazza durante uno spettacolo e vedere i tarelli che si sono aggregati mano a mano, per poi toglierla poco prima che arrivassero i vigili, che hanno fatto carne di porco di multe a quegli sprovveduti. Durante un test psicoattitudinale, forte di quelle cognizioni, entrato in una sala con un grande tavolo rettangolare, su un lato corto vi erano gli psicologi, e tutti si sono distribuiti sui lati lunghi centralmente, solo io su quello corto, di fronte agli esaminatori. Posizione da leader. Non solo per quello, mi classificai “Uno”.
    Insomma, noi spesso facciamo scelte stereotipate senza rendercene conto e senza mai chiederci PERCHE’. Ripeto, dal detersivo all’ammore (l’amore no, quello è COSCIENTE). Io invece da quando ho tre anni non ho ancora smesso di chiedermi perchè una cosa va così e non diversamente, e non sai quante sorprese ho trovato.
    Certe storie d’ammore, hanno la stessa genesi. Noi ci illudiamo che quella sia la scelta giusta, giacchè non potendolo provare razionalmente ci affidiamo all’unica indicazione che ci proviene dall’istinto, e spesso CONTINUIAMO, perchè è così che SUCCEDE a tutti. Non solo per questo, i pubblicitari mangiano grazie a questa nostra facilità ad essere suggestionabili.
    Fine spazio, segue dopo le 18. Cià.

  • 2304
    rossana -

    Kid,
    interessanti le tue osservazioni. In questo caso di certo più serene delle mie. Riprendo alcuni punti.

    – “è giunto alla conclusione che siccome solo un illuso può credere in qualcosa dal quale non può aspettarsi nulla, vive sia l’oggetto del sentimento, nonché il sentimento stesso solo nelle sue fantasie . Per tale ragione , questo meccanismo di autoillusione , più che di illusione , …, può applicarsi in tutti i casi analoghi , indipendentemente dalle qualità intrinseche del soggetto.”

    Nell’ottica di risultati pratici, per un consolidato futuro di coppia, in alcuni casi il concetto di auto-illusione potrebbe reggere. Poiché, però, secondo me gli interscambi amorosi rappresentano passaggi di crescita, fini a se stessi, spesso irrinunciabili, l’esperienza nella realtà porta comunque CONCRETI benefici interiori di vario genere e portata.

    Non è verosimile che si stia dietro a qualcuno se non s’intravedono potenzialità di gratificazioni, che esulano dal mettere su famiglia. Stai con un partner finché questi ti dà almeno in parte quanto stai cercando. Si ama chi e cosa soddisfa in QUEL momento. La delusione può subentrare quando si sono esaurite le possibilità di trovare punti d’equilibrio su una condivisa visione d’ufficializzazione oppure quando uno dei due interrompe il rapporto. Se c’è stata onestà d’intenti, non può non esserci stato, e non permanere più o meno a lungo, il sentimento ALMENO da parte di uno dei due. Gli esseri umani non sono pezzi di legno!

    Credo siano ben pochi quelli che durante il rapporto si auto-illudono, quelli che, dopo i primi 3-6 mesi di conoscenza, non sono in grado di avere un concetto abbastanza chiaro della persona che frequentano. Se non si comprende a tempi bevi l’identità meno evidente del partner, subentrando l’attaccamento, aumenta il rischio di restare invischiati abbastanza a lungo in rapporti insoddisfacenti.

  • 2305
    rossana -

    segue per Kid

    – “portata di un sentimento, ambito in cui entrambe le tesi sono valide e l’una non esclude l’altra, perché come ci si auto-illude di provare un sentimento , ci si può anche auto-convincere, a posteriori, di non averlo mai provato”

    Mentalmente tutto è possibile ma DI PREFERENZA l’opzione dovrebbe avvenire per scelta dell’interessato, non per pressioni esterne. Superata l’adolescenza, credo che chiunque sappia valutare da sé cosa prova o ha provato.

    – “Qualunque altra scelta , anche quella di continuare a discuterne , alimenta nuovamente quel meccanismo perverso che per quanto lo si razionalizzi non offrirà mai tutte le risposte. Non a caso , Golem , si chiede ancora per quale ragione “Portobello” facesse sangue a Sally e probabilmente questa volta non gli sarà d’aiuto Piero Angela.”

    Nonostante tutto il veleno scambiato in questi anni, sono ben contenta che Golem abbia risolto, a modo suo, la SUA crisi di coppia. Non ritengo giusto, però, che il principio elaborato per superare IN PARTE il SUO problema debba essere valido per TUTTI i vissuti minimamente simili. Né che si continui a ribadire, con alterigia,

    che TUTTI gli amori non corrisposti sono illusioni;
    che TUTTE le attrazioni non sono che bisogno di SESSO;
    che esiste un “solo modo VERO d’amare”;
    che NON è amore un sentimento che non dura “PER SEMPRE”.

    Mi sembrano veri e propri eccessi. Non può pretendere che, per pacificare se stesso, gli sia permesso di pisciare in testa a chi non condivide i concetti che quasi QUOTIDIANAMENTE rinnova. Non è in casa sua, dove può affermare quello che gli pare, se i famigliari glielo consentono.

    In un forum pubblico non basta autodichiararsi il più colto o il più esperto per mettere tutti a tacere, calpestando con la dialettica e l’arrampicarsi sugli specchi le opinioni diverse dalla sue.

    Grazie per l’indiretto intento pacificatore del contributo.

  • 2306
    Piccolastella78 -

    Il giudizio temerario è peccato grave, quando senza bastante fondamento giudichiamo che il prossimo abbia certamente commesso un grave male.

    Dal che si deduce, che tali giudizi per lo più sono scusati da colpa mortale, o perché il fondamento si giudica bastante, o perché non sono giudizi, ma sospetti, i quali, benché temerari, non giungono a peccato mortale, se non fossero dubitando, che persone di buona fama fossero ree di colpe gravissime, come d’ateismo, d’eresia, d’incesto commesso coi propri genitori, e simili.

    In questa materia, dunque, bisogna tener presente che molti rozzi si accusano di aver fatti giudizi temerari: in ciò bisogna far loro intendere per 1., che quando vi sono sufficienti motivi di così giudicare qualche fatto, il giudizio non è temerario, ma giusto, e perciò non è colpevole.

    Per 2., che per lo più questi non sono giudizi, ma sospetti, che i responsabili ed i padri di famiglia alle volte sono anzi obbligati a farli, per impedire qualche peccato: per esempio, che le figlie non pecchino praticando con gli uomini e viceversa, e cose simili. Che tali sospetti poi non si comunichino ad altre persone senza necessità.

    Ma chi ha la vera carità, crede bene di tutti, e discaccia così i giudizi come pure i sospetti. Santa notte.

  • 2307
    Golem -

    Ma Rossana, non fare la vittima. Neppure tu sei a casa tua. I “vecchi” ricordano benissimo le tue “guerre” con parecchi altri utenti oltre Golem. E le guerre nascevano dal tuo bisogno costante di emergere “uber alles”, per le stesse ragioni che oggi rimproveri a me. Dai continue prove dei tuoi “giochi”, ed è inutile che pubblichi tutta la sequenza del dialogo con Stella, per coprire l’ultima “apparizione” della vera Rossana. Che ogni tanto sfugge al controllo della “forma”, e si mostra com’è senza “trucco”. L’hai “redarguita” Stella, perché mi ha dato retta, e si è divertita, e a te infastidiva la cosa, e si è pure dovuta giustificare per la “sgridata”. Di Stella e degli altri come lei è il palcoscenico che ti offrono che ti interessa; e ti manca il ruolo di primadonna che hai avuto per anni.
    Parli di specchi forte della tua coerenza al riguardo? E poi, insisti ancora con le pressioni verso mia moglie. Ne sei certa vero? Figuriamoci. E poi vieni a fare la morale a me “che non tutti gli ammori…” Non ti accorgi neppure delle tue incongruenze. Modulate secondo l’indice di gradimento del pubblico.
    Ci conosciamo ormai Rossana. La gente di LaD conosce di me anche i famosi batuffoli sul culo con i quali dovevo morire da piccolo. Non tutti conoscono i tuoi.

  • 2308
    acquapassata -

    In generale, Rossana, nemmeno io credo in tutti questi principi assoluti. A mio parere non c’è una verità assoluta e credo che il fatto di non conoscerla dipenda dal nostro essere “limitati” dalla nostra fisicità e dall’unicità della nostra esistenza. Io credo che siamo tutti esseri imperfetti e che in ognuno di noi emergano in modo fluttuante delle contraddizioni e dei dubbi, anche in chi è convinto di aver raggiunto la conoscenza completa di se’ e degli altri.Io e Suzy ne avevamo brevemente discusso qualche tempo fa.

  • 2309
    Golem -

    Acquadotta, riprendendo il discorso, credo che a questo punto avrai capito che di fronte alla scoperta di un comportamento “curioso”, l’esperienza di cui ho accennato abbia fatto da “rompighiaccio”. E infatti, “per quanto mi riguarda”, ho scoperto un mondo di “sentimenti” che ha più contatti con la “suggestione” che con la realtà, e che da questa tanti nostri comportamenti amorosi che riteniamo nostri, altro non sono che un cocktail di suggestioni appunto. E poiché queste “solleticano” certi automatismi subconsci, se il risultato non corrisponde all’immagine che la suggestione ci ha fornito, il passaggio all’illusione diventa “necessario” per continuare a “crederci”. Quello che può accadere con una condizione mentale del genere se non è “riconosciuta”, come nel tuo caso, oltre che in casa mia a suo tempo, io lo leggo qui un giorno si e uno no, e non solo per gli amorazzi. E non c’è bisogno di essere dei professori per capire che non è difficile “ingannare” ed “ingannarsi”. Non serve neanche la mente umana se vogliamo. Gli animali campano grazie agli “inganni”, come e i politici, e i pubblicitari che almeno sono più onesti dei primi. E l’istinto sessuale non è forse una suggestione, come lo è la corolla di un fiore per un’ape? Lo sforzo sta nel saperli riconoscere, e quello che mi interessava è stato riconosciuto. E senza “pressioni”, come ritiene la Ross. Che non mi piace, per le ragioni che avrai più volte letto. Perchè non trovo realmente “sentita” neppure una cosa di quello che dice. Quello è l’unico VERO problema.

    La gelosia per come l’hai letta non mi torna. Lo sono stato al momento della scoperta, poi ho capito che il problema era lei, e ho fatto quello che ho ritenuto giusto, con tutte le sfumature emotive che possono esserci state, L’analisi di Kid può aver mostrato quello che io non vedevo. Ma conta il risultato no?
    P.S. non era lo sciacquone. Ma io che bevevo acqua…fresca.

  • 2310
    Piccolastella78 -

    Una ragazza partecipò più per curiosità che per devozione alla Messa “in Coena Domini” del giovedì santo. Nella tarda serata tornò in chiesa per l’adorazione eucaristica. Pensò alle ultime ore di Gesù buono su questa terra, quando Egli, pur essendo Dio, si umiliò nel lavare i piedi ai suoi Apostoli, ed istituì il Sacramento dell’Eucaristia per poter fare comunione con gli esseri umani sino alla fine del mondo. Pensò anche alla sua agonia nell’orto del Getsemani, ma ciò che la colpì maggiormente fu il pensiero che Gesù aveva patito tutte quelle sofferenze per lei, per espiare al suo posto le pene meritate dai suoi peccati. Il giorno seguente meditò sulle atroci sofferenze del Redentore nel giorno della sua morte in croce. Pensare che Gesù buono si sarebbe lasciato giustiziare innocentemente per salvare anche lei sola, la fece piangere di tenera compunzione. Sentiva di essere amata in modo ineffabile da un Dio così buono e misericordioso, e nello stesso tempo sentiva che a causare la dolorosa Passione di Cristo furono anche i suoi peccati. a quel giorno cominciò a meditare anche sulla vocazione, aveva 17 anni ed era studentessa di ragioneria. Cominciò a seguire la Messa ogni giorno, e fece amicizia con un’altra ragazza che frequentava quotidianamente la chiesa. Diplomatasi in ragioneria, si iscrisse ad economia e commercio, ma un giorno la sua amica la invitò alla professione religiosa di sua sorella, la quale era entrata in convento. Quando vide queste giovani suore, rimase incantata dalla luce quasi magnetica che emanavano i loro volti. Erano persone piene di gioia interiore, e questa gioia traspariva sui loro volti, una gioia che non si trova sulle facce delle persone mondane, anche se immerse nei divertimenti sfrenati del secolo. La gioia delle suore era una gioia vera. Così quella studentessa decise di fare un ritiro di alcuni giorni presso un convento. Fu un’esperienza straordinaria, le sembrava di stare in paradiso.

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