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Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, LAD, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Segue.
Da quel momento la civiltà occidentale, e la relativa “intelligenza” che la sosteneva, è andata via via prevalendo su quella islamica, che lentamente si andava radicalizzando dal punto di vista religioso, con le conseguenze di “freno” di cui si è accennato, mentre in Occidente succedeva il contrario, con l’inizio di una secolarizzazione che “apriva” a una nuova soggettiva visione della realtà (presente e futura) sempre meno dipendente dai dogmi della Chiesa e dalle sue “minacce”.
Ma la cultura scientifica islamica ha tenuto banco nel campo della scienza, della tecnica e della medicina almeno sino a tutto il XIII secolo, partecipando, paradossalmente proprio con le conquiste scientifiche, allo sviluppo di quella cristiano occidentale, basti pensare che lo stesso Galileo partì dagli studi degli astronomi islamici per arrivare alle conclusioni che conosciamo.
Sono stati studi che comportarono una spiccata attenzione per ampie aree disciplinari, in particolare, appunto, l’astronomia, la matematica e la medicina.》
》Altre materie di studio furono anche l’alchimia e la chimica, la botanica e l’agronomia, la cartografia e l’draulica, e in questo furono imbattibili, per la capacità di organizzare, e distribuire ogni risorsa idrica sino all’ultima goccia, e chi avesse visitato l’Alhambra può averne visto un esempio.
Dobbiamo ricordare che ogni ricerca scientifica era destinata alla conoscenza della realtà in una (inizialmente) genuina necessità di avvicinamento ad Allah. Gli studi di geografia, per dirne una, servivano per avere un più preciso orientamento verso la Mecca, come pure i calcoli algebrici (si noti la radice islamica “Al Jabr”, dal nome del matematico che ne elaborò le regole) e così è stato per tutte le altre discipline. Ma mano a mano che si radicalizzava lo scontro col mondo cristiano tutto divenne più “orientato” e meno libero, e la restrizione non risparmiò le libere intelligenze, al contrario di quanto accadeva in Occidente.
E così oggi possiamo notare come quel fondamentalismo abbia fermato il fiorire dell’intelligenza, della conoscenza e della Civiltà.
Gabriele è vero, non mi faccio contaminare da certe culture. Del resto perché dovrei? A ME PIACE LA MIA, cioè la cultura secondo la quale il proprio Dio è Gesù Cristo resuscitato, secondo la quale esiste il perdono cristiano, secondo la quale si può mangiare il maiale e bere il vino e secondo cui le ragazze sono libere di girare senza velo in testa e indossando le minigonne. La cultura islamica non mi piace e non mi interessa. Ma questo non significa non rispettare chi appartiene a quella cultura. Se però una donna islamica bardata dalla testa ai piedi mi guarda male perché giro in minigonna ( già successo ) o un uomo islamico pretende di imporre qui da noi la sua ideologia, permettimi che mi incazzo perché la cosa non mi sta bene!
E nelle scuole e istituzioni italiane e occidentali va appeso il crocifisso, chiaro? IL CROCIFISSO!
Conosco bene la differenza tra fenotipo e genotipo ( termini che usavo abitualmente BEN PRIMA che tu comparissi su questo forum ),
e non mi manca di certo la proprietà di linguaggio, mi sembra evidente.
Quindi se io so di aver ragione o comunque di avere un pensiero abbastanza logico, devo accettare di piegarmi alla visuale altrui solo perché “il resto del mondo va in un’ altra direzione”? Questo è proprio il principio alla base dei regimi totalitari, lo sai, si?
Comunque ti sconsiglio caldamente di fare certi discorsi ai familiari delle vittime di attentati terroristici di matrice islamica. No, così, giusto per fartelo presente.
Ciavo ( per dirla alla Golem. Io sarei meno elegante ).
Golem, però sei sempre stato tu a dire che se uno ha successo nella vita ( per quello che viene comunemente inteso ) vuol dire che è intelligente, mentre se fallisce significa che è un incapace, escludendo così tutta una serie di fattori concomitanti che possono incidere sul risultato della propria impresa ( intesa come progetto di vita ).Secondo questo tuo assunto tutto è demandato unicamente alla capacità dell’ individuo. Ora hai cambiato idea nel merito?
MG, qui stiamo parlando di “psicologia collettiva”, che ha dinamiche molto diverse rispetto a quella soggettiva del singolo individuo. Un movimento di milioni di persone che vanno in una direzione, magari indicata da regole religiose, è come una portaerei per quanto riguarda la massa d’acqua che sposta e i tempi di reazione, rispetto alla barchetta di 4 metri, che può virare in pochi secondi e metri, pensi avrai compreso la metafora. Oltre a ciò va sottolineato che il successo ha una faccia sociale e una personale, e non è detto che corrispondano. Io mi ritengo di successo perchè ho raggiunto tutti gli obiettivi prefissati, a prescindere che alcuni di questi coincidano cin quelli normalmente riconosciuti dal nostro “piano culturale” non so se mi sono spiegato.
Ma è normale che se io giudico l’Islam odierno come una cultura fallimentare e incivile, lo faccio attraverso principi che appartengono alla mia cultura in cui credi, che nessun fondamentalista islamico riterrebbe giusti, anzi per loro sarei io l’incivile, lo stupido.
Qui sto dando un esempio del “senso” che un’intelligenza può dare alla persona che la utilizza, perchè un conto è la cultura a cui si riferisce in termini generali, altro sono le scelte che possono avere declinazioni soggettive. Se in Italia lentamente nel Medioevo il soggettivismo si è sostituito al generalismo controllato dalla Chiesa, è perche qualcuno ha cominciato a usare la propria intelligenza e VISTO una nuova direzione, collegando tra loro “nuovi elementi”, sia casuali che voluti, che si stavano presentando nella vita. C’è stato chi li ha colti subito e chi più tardi, ma uno dopo l’altro da pochi sono diventati massa e poi cultura di massa, quindi una forma di “intelligenza” globalizzata, dove appunto ci saranno “successi” generalizzati e soggettivi.
Come paradosso pensa a un italiano che si è islamizzato qui, vivrà in una cultura dove certe scelte saranno generalmente non capite nel valore che ORA Mariohammed ritiene importanti ai fini di un SUO “successo”. Che ha voluto, e NON subìto. Spero di essere stato chiaro malgrado il poco spazio disponibile.
Secondo uno studio britannico, piú cresce il valore del Q. I., piú il gap tra uomini e donne aumenta ( a favore dei primi che risulterebbero appunto più intelligenti). In base a questi risultati, se si considera il Q. I. come unico parametro dell’intelligenza di un individuo, bisogna riconoscere che le donne sono piú stupide degli uomini;
Sei sempre così cattiva con Maria 😄
E pensa Suzanne che il “tizio ad cazzum” di cui ho postato un video nel mio commento n. 23018 è uno studente di filosofia in procinto di dare gli esami di laurea. Quindi insomma, ha il tuo stesso background.
Ho provato ad ascoltare quel video che hai postato tu sulla non esistenza delle razze, ma già dopo i primi 15 minuti sinceramente ho mollato perché non ce la facevo.. un’ accozzaglia di tesi ideologiche improntante all’ etica della libertà, della libera circolazione e dell’ accoglienza, una disamina espressa con scarsa capacità comunicativa e che si focalizzava soprattutto su aspetti geopolitici e culturali più che su analisi di carattere genetico/scientifico. Sinceramente ho preferito chiudere lì. Ma come dico sempre sono pronta ad essere smentita da chiunque e in qualsiasi momento, se si apportano argomenti VERI.
Non mi sono contraddetta. Come già si è evidenziato il QI misura il livello dell’ intelligenza logico-matematica. Chi ha un pensiero logico è poco propenso agli scontri violenti e quindi anche alle guerre ( guerre di genere, guerre tra stati, guerre religiose, ecc.. ), salvo che non sia affetto da narcisismo patologico o da psicopatia, o da altri gravi disturbi della personalità. Un individuo perfettamente sano anche sotto il profilo psicologico e che abbia un QI elevato, tende a vivere in modo pacifico e a utilizzare le sue capacità e le sue conoscenze per l’ evoluzione della civiltà. Non a caso nessun grande pensatore della storia era maschilista e violento. Mentre è stato evidenziato che uomini con alto QI ma narcisisti, tendevano a diventare criminali o dittatori. Il che accade ancora oggi del resto.
Golem, converrai con me che se un singolo individuo non ce la fa, inteso come realizzazione di obiettivi personali, non sempre ciò è dovuto a scarse dotazioni. Non tutti possiamo beneficiare delle stesse condizioni di partenza, per cui è verosimile che per alcuni manchino completamente i presupposti di base per concretizzare determinate aspirazioni. Bisognerebbe conoscere le storie e le vite degli altri prima di dare giudizi sommari. Mentre un intero popolo, se si unisce, può davvero fare cose miracolose e facilmente.
Anche il discorso della “relativa civiltà” delle varie culture e religioni mi spiace ma proprio non regge. Un sistema come la Sharìa è un sistema arcaico. Dobbiamo accettare che con alcuni popoli, culture, religioni, tradizioni o modi di pensare, noi europei cristiani di oggi siamo semplicemente incompatibili.