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di LAD
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 22.906 commenti

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  1. 22901
    maria grazia -

    A parte che ho il diploma di maturità e una cultura e preparazione che tu te le sogni – sono concetti impossibili da far comprendere a chi è convinta che studiare voglia dire andare a scuola a fare il “compitino” – ma le ossa umane sono tra le cose più resistenti che ci siano in natura, si rompono solo a fronte di urti potentissimi. Un’ altra occasione sprecata per tacere.

    Mi spiace. Ti mancano proprio le basi.

  2. 22902
    Suzanne -

    Eh sí, infatti si dice “duro come il femore”. Dopo l’età del ferro c’è stata quella dell’osso : prendevano i resti umani per costruire armi e utensili vari. Si sono estinti dopo una settimana. Saranno stati lontani parenti di Maria.

  3. 22903
    John Macaluso -

    Noi a New Jersey quando incontriamo un persona come Golem, diciamo subito “This man is bananas!”.

  4. 22904
    maria grazia -

    Ho risposto all’ultimo commento di Suzanne con questa lettera:

    https://www.letterealdirettore.it/piano-elite-globalista/

    Qui non mi sarebbero bastati i caratteri.

  5. 22905
    Golem -

    “A” New Jersey.
    Un altro asino.

  6. 22906
    Golem -

    Suzy, tu non eri ancora nata, ma negli anni ’70 precipitò sulle Ande un aereo argentino con a bordo degli studenti. Alcuni di questi sopravvissero per settimane nutrendosi dei cadaveri dei loro compagni prima di essere recuperati dai soccorsi. Ne fecero un libro che si intitolava “Tabù”.
    Pare che la carne umana abbia un sapore dolciastro, e non sia molto saporita, visto che quei ragazzi la mangiarono cruda e a striscioline. Io preferisco una bella bistecca di scottona al sangue, o una succulenta tartare, che d’estate mangio spesso.
    Domani farò il ragù di cinghiale, e spero che quello spezzatino non sia parente di Rufolo, ma ormai è immerso dalle 18 nel vino rosso, con bacche di ginepro, chiodi di garofano e rosmarino, poi lo triterò e lo soffriggerò soavemente assieme alla “santa trinità”: sedano, carota e cipolla, lasciandolo cuocere per almeno tre ore con la salsa di pomodoro. Un barbaresco accompagnerà le pappardelle che accoglieranno quel ben diddio. Next week proverò con le cailles en sarcophague. Vedremo. Sennò farò un risotto con le quaglie

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