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LAD
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Ogni volta che si torna a soffermare l’attenzione sul “caso Sally”, si scopre qualche dettaglio in più, che, per quanto mi riguarda, la sposta sul “caso Golem”. Perché riprendere in esame quanto in parecchi anni già è stato sviscerato in lungo e in largo, con analoghi risultati, da almeno una decina d’utenti?
Secondo me, si torna all’origine delle teorie di Golem perché non sono espresse qui come opinioni soggettive ma vengono propugnate con forza come le SOLE VERE, spesso su donne, di solito meno fortunate di Sally, colte in momenti di fragilità.
Se sono abbastanza forti e convinte dei loro vissuti, si limitano a rifiutare l’abituale ferale diagnosi imposta; altrimenti, possono giungere a ridefinire le loro relazioni amorose nei termini suggeriti, anche quando magari queste, che siano state o meno illusioni, rappresentano l’evento più gratificante di un’intera vita. Nessun timore di ferire argina il bisogno ossessivo di ottenere conferme!
Le sue teorie non hanno lo scarso valore di quelle esposte da giovani uomini frustrati e palesemente ancora sofferenti per recenti disavventure con l’altro sesso, ma si presentano nelle parole ben strutturate di un grande esperto, che dai SUOI eccellenti risultati in amore fa derivare le deduzioni più GIUSTE, applicabili in blocco a OGNI rapporto di coppia, persona o circostanza.
Nemmeno Cristo ha voluto imporre un credo, limitandosi ad offrirlo, senza trionfalismi. Almeno altri 2-3 utenti in questo momento stanno affermando con fermezza i loro convincimenti ma senza incidere espressamente su singoli casi, con una durezza che spesso rasenta la violenza.
Quanto ai ricordi, è scontato che non si dimentica facilmente un rapporto amoroso se, nella valutazione di chi l’ha sperimentato, questo ha dato più sensazioni di gioia/positività che di dolore/negatività. Si tende naturalmente ad accantonare chi e quanto ha fatto soffrire più della norma, senza bisogno di negazioni totalizzanti.
segue…
Se Sally avesse amato, poco o mal ricambiata, un personaggio ricco e famoso, forse Golem avrebbe potuto accettare un suo rapporto sessuale e/o sentimentale con qualcuno pari o superiore a lui. Invece di apprezzare la spontaneità giovanile della sua donna, priva di obiettivi pratici, e di rispettarne la personalità, qualsiasi essa fosse, l’ha penalizzata, inducendola con un’estenuante pressione psicologica a rinnegare un’importante parte di sé. Cosa che si sforza indirettamente di continuo di fare anche qui, osteggiando e spregiando chi non la pensa come lui.
A mio avviso, alla luce di quanto segue:
“Tipico degli insicuri. Poi c’ero io che sono esattamente il contrario, dove mai poteva sfogare questo bisogno “materno”? Dietro uno sfigato nato.”
Sally ha conservato per vent’anni anni il piacere di dare, limitandolo a un recondito intento mentale. Non toglieva nulla alla quotidianità con il marito, dimostrando l’enunciato di Jung: “Si sopravvive di ciò che si riceve, ma si vive di ciò che si dona”. Ciononostante, il suo Pigmalione doveva plasmarla, nella sessualità e nel pensiero…
Un uomo, che si vanta di aver corso la cavallina con un numero elevatissimo di donne, come poteva permettersi di diventare l’inflessibile giudice di una sola relazione, classificandola dall’esterno come puramente sessuale, né più né meno di quelle godute da lui?
Entrambi i casi, incrociandosi, restano troppo avvincenti per potersene facilmente disinteressare!
—
PS: Già l’ho precisato più volte ma sono purtroppo spesso indotta a ripetermi:
1) considero sempre OGNI caso come a sé stante.
2) PER ME c’è differenza fra chi tortura i partner per passati amorosi, che non possono più essere cambiati, e chi, invece, premette con assoluta chiarezza di non voler avere a che fare con persone che hanno avuto passati amorosi. La radice principale del problema, pur potendo FORSE essere affine, non porta nei fatti alle stesse conseguenze.
Piccola grazie per la tua, a tratti delirante, riflessione religiosa. Non credo affatto che Gesu’ desiderasse che noi pensassimo alle atroci sofferenze della sua Passione e ai nostri innumerevoli peccati. Lui era uno che amava molto i peccatori, che li frequentava volentieri e che offriva loro una visione diversa attraverso il Suo esempio, auspicando in un loro cambiamento cosciente e spontaneo. Sinceramente quando ho una tentazione mi viene in mente di tutto tranne Gesu’ in croce.
Le tentazioni fanno parte della natura umana ed e’ bene riconoscerle senza orrore, viverle e imparare a superarle.
Si MG, l’assioma per una Rossana è automatico. Se è un perdente è stato sfortunato, non può essere che era semplicemente un pirla, e come tale destinato ad esserlo. No, ci deve essere una ragione romantica al fondo, per forza. Sennò come ci si può inventare una nuova opera pucciniana.
Implicitamente in quell’illogico parallelismo ci sono tutti gli stereotipi che hai ricordato, e che fanno parte dell’immaginario di molte donne, anche di età e di estrazione e culture diverse. Ma quello che è comune in queste donne è una cosa sola: LA MANCANZA DI ESPERIENZA. Solo quella ti può far ragionare per stereotipi buonisti e crocerossani. L’ultima chance di chi vuole farsi accettare non ritenendo di averne altre che quelle. In questi comportamenti peró sono presenti DUE componenti opposti: quello della “soccorritrice” da un lato, e dall’altro quella di rendersi “indispensabile”. La radice è un’ammissione di inferiorità, che attraverso una forma di dedizione “sacrificale” tenta di assurgere in realtá ad un ruolo di “controllo” del soggetto “particolare”. Verso il quale è attratta anche perché gli fornisce PIÙ “soddisfazioni” di chi sembra NON AVER BISOGNO di certe “attenzioni”. Non dimentichiamo che il sentirsi “vittime” da comunque una “dignità” in quel gioco di ruolo che sono certe relazioni softsadomaso.
Ma dietro il ruolo della “addolorata” spesso si cela quella strategia ben precisa di “controllo”, che nasce da una “nevrosi” comportamentale molto chiara. Quella di sentirsi “forti” attraverso l’uso di chi appare “debole”, partendo dalla posizione di soccorritrice. Immagina da un rapporto così nevrotico cosa ne può nascere. Specie se il “soccorrendo” non è un Modigliani, ma solo una “cabesa de caraglio” come quella che la nostra Ross difende a prescindere, anche se il “fragile” è solo un gran paraculo come direbbe il Mark.
Quindi, se anche fosse una farsa dell’amore, per la nostra è sempre amore.
Maria, non dire le tue solite scemenze; a me gli stronzi e le stronze non sono mai piaciuti. Anzi, la mia prima cotta fu per un ragazzino che veniva considerato, a torto, gay per la spiccata sensibilità. Disadattati sì, ma non nella tua accezione negativa, cara veggente comica!
Golem, singolare coincidenza; ” falla cummu vu, sempre cocozza fu” è uno dei miei motti preferiti. Allora mi dai ragione?;) Complimenti alla figliola.
La ricerca della felicità vera (trovata).
L’invito all’Amore, da parte dell’Amore, io con grande gioia gli dissi il mio “sì”… quello che è successo dopo è indescrivibile!
Mi ritrovai completamente immersa nella Presenza di Dio, il suo Amore si riversava a fiumi su di me ed era tanta la sua dolcezza che credevo di morirne, se me ne avesse donata un po’ di più non avrei potuto sopportarla! Non pensavo potesse esistere qualcosa di così bello.
Era come guardarlo negli occhi ed essere guardata dalla Sua Misericordia infinita. “Vidi” ancora più chiaramente la mia chiamata alla vita consacrata. Gesù aveva esaudito in pieno la mia preghiera: mi aveva resa sicura della sua volontà.
Da allora niente è stato più lo stesso, ho scoperto Gesù come persona viva e concreta e si è accresciuto in me il desiderio e il bisogno di intimità con Lui. È stato principalmente questo bisogno che mi ha portata a scegliere, tra le varie forme di consacrazione, la vita ritirata della contemplazione.
Auguro a tutti di sentirsi amati dell’Amore di Dio, che sazia i cuori pienamente. Santa notte.
Golem, l’eventualità che una persona dimostri, anche dopo svariati anni, di non meritare il tuo amore, non conduce consequenzialmente all’annullamento del sentimento provato. É del tutto illogico; ci si può pentire di essersi innamorati e di aver mal riposto la nostra fiducia, ma non si può cancellare quel che si è provato. Questa sì che sarebbe una finzione. Poi, peccherò di presunzione o ingenuità, ma sinceramente non credo proprio che una persona possa rivelarsi dopo tempo così diversa e spregevole, a meno che non lo sia stata fin dall’inizio, con nostra tacita accettazione. Interessante la riflessione sulla soccorritrice che, attraverso il suo intervento salvifico, esercita un bisogno di controllo e assoggettamento del prossimo. Lo si nota in modo ancor più netto nel rapporto madre-figlio, laddove questo meccanismo risulta ancor più deleterio. Comunque, la propensione ad invaghirsi di persone “difficili”, può anche semplicemente essere un riconoscersi nelle debolezze e nella singolarità dell’altro, senza intenti particolari se non quello di prendersi per mano e sentirsi meno smarriti.
Acqua, mi hai fatto morir dal ridere con la tua uscita sui pensieri peccaminosi:) Sarò blasfema, ma il Gesù della storia e non del cattolicesimo credo non sia mai stato troppo interessato a soffocare i pensieri impudici… il pensiero non si controlla, per fortuna!!!!!
Yog con i tuoi “ciumbia cazziatone di itto”_mi hai fatto morire!…
Piccola cosa c’è? Perché pensi alla morte adesso dai! Sei ancora giovane….un po matta e simpaticissima!
Stai con noi OK? Dai…non parliamo di morte…per favore…
Un abbraccio..
Pax che fine hai fatto?…..
“Mi manchi” sai? Non hai più voglia di tirarti un po i capelli con ME… Te e itto sparite…il gatto e la volpe siete…
Dai prometto che non ti parlerò più del pannolone!
Ma certo, Golem è pacifico. In questi cosiddetti rapporti il “dono puro e disinteressato” di cui qualcuna parla non centra nulla, mentre l’ attitudine a dedicarsi all’ altro ha unicamente fini “strumentali”. Del resto è lo stesso identico meccanismo che vediamo in quei rapporti tra genitori e figli nei quali i primi non accettano l’ avvenuta maturità e voglia di indipendenza di questi ultimi, e quindi tentano di “sabotarli” proprio perchè il genitore possa continuare a sentirsi “necessario”, e quindi non “inutile” e non marginale. Naturalmente tutto questo crea disappunto dall’ altra parte. La quale, una volta compresi i meccanismi da cui eravamo mossi ( magari anche inconsapevolmente ) da quel momento in poi tenderà a rifuggire da noi per quanto attiene a un legame fatto di reale “complicità”, se non addirittura a “disprezzarci”. Mi ricordo bene a un certo punto che il bandito, come anche il ragazzo rumeno, erano talmente contrariati da me e dalla mia persona da sfiorare addirittura la violenza fisica. Si sentivano “oppressi”, ma non sapevano nemmeno loro spiegare il perchè. E figuriamoci se allora potevo immaginarlo io. Oggi so che quelle loro reazioni emotive apparentemente incomprensibili ( che in parte somigliavano a quelle che avevo avuto a mia volta verso i miei familiari ), erano dovute al fatto di aver “captato” che in qualche modo “mi servivo” di loro e delle loro debolezze, in una sorta di “gioco vampiresco”, seppur lo facevo del tutto in buona fede e convinta di essere nel giusto, proprio come le donne che scrivono qui. Non sto giustificando l’ atteggiamento di questi uomini nei miei confronti, sia chiaro. Atteggiamento, il loro, che era dettato sopratutto dalla mancanza di vero amore nei miei riguardi. Sto solo analizzando con occhio “clinico” una circostanza di fatto..