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Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, LAD, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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MG, ho appena risposto ad uno dei casi umani dei più tragici, dove con un minimo di capacità introspettiva ci vedi la discrasia di chi deve combattere tra ciò che crede di essere e ciò che é. Una lotta quotidiana contro le continue risposte no della vita a fronte di aspirazioni che provengono da caratteri disturbati dalla paranoia patologica.
Non c’è sufficiente spazio per fare una disamina psicologica delle cause di questi comportamenti, che tenga conto del brodo di coltura dal quale provengono, ma è certo che l’attuale società, molto competitiva, produca frustrazioni direttamente proporzionali alle aspirazioni del soggetto.
Sono maschi che sono fuori dai giochi, non solo per evidenti limiti di cultura cognitiva, richiamando il dettaglio di cui hai parlato, ma che non riusciranno mai ad accettare il nuovo rapporto con la donna, che rifiutandoli ne aumentano il risentimento sino ai livelli che possiamo osservare. L’unico sfogo è quello che vediamo, in fondo una forna di onanismo virtuale che si somma a quello reale.
Ex creatura eletta:
https://youtu.be/nDmzBFiM2IY?si=i5ZkGa9wEkyi8qgV
In Italia c’ è un problema sociale legato alla visione della donna e al modo di rapportarsi ad essa e mi sembra evidente. Perché bisogna negarlo?
Perché te hai una visione distorta e strampalata della realtà. Secondo te gli uomini invidiano pure le prostitute perché fanno soldi facilmente (che poi tu fantastichi sulle prostitute di lusso che vanno a letto con gli oligarchi 😃). Solitamente sono le donne a invidiarsi e a disprezzarsi fra loro. È che te avrai avuto tua madre che faceva la casalinga e allora a 50 anni ti immagini ancora gli uomini che vogliono sottomettere le donne a casa, quando sarà almeno dagli anni 70 che quasi tutte le donne (almeno al nord) lavorano (anche mia madre lavorava, ma credo avrebbe fatto volentieri la mantenuta) e fanno lavori normali, mica tutte hanno l’ambizione di diventare ricche
Vedi Golem, nella società patriarcale l’uomo inteso come maschio si era abituato a tutta una serie di privilegi che ormai dava per scontati, come il poter avere accesso a donne superiori a lui in termini sia estetici che caratteriali, culturali, ecc… La società impostata su una cultura patriarcale possiamo dire che è di fatto durata fino ai primi anni 2000. Dopodiché quel modello è andato a decadere, le donne si sono riappropriate della possibilità di autodeterminarsi e fare liberamente le proprie scelte, anche andando controcorrente, e non si era abituati a questa loro libertà. Questo ha messo in crisi molti uomini, che ora devono fare i conti con il loro senso di inadeguatezza.
Alcuni uomini, i più in gamba, si sono messi in discussione e hanno saputo reinventarsi valorizzando i loro punti di forza. E la maggior parte di loro oggi sono felicemente accoppiati.
Altri invece sono rimasti a macerare nella loro rabbia e nel loro senso di insoddisfazione perché non possono più avere la ragazza virtuosa, giovane, bella e talentuosa senza che questi tizi abbiano alcun merito a parte la detenzione del pisello e di uno stipendio sicuro. E sono i tizi che poi sfogano il loro disagio nei modi che conosciamo.
MG, tutto giusto, cose peraltro dette chissà quante volte, di una situazione che, per quanto è stata esplosiva dal punto di vista temporale nello stravolgere in un ventennio regole vecchie di duemila anni, assomiglia al meterorite che ha sterminato i dinosauri, e che sta “sterminando” quei non pochi maschi che per vari motivi vivono con l’immagine stereotipate della donna cuoca in cucina, signora in salotto e puttana a letto. Per poi magari ritrovarsi con una signora in cucina, una cuoca a letto e una puttana in salotto, come recitava una simpatica battuta di qualche anno fa.
Io leggendo i post di tanti di questi uomini ci vedo la difficoltà di “adattarsi” a queste nuove condizioni culturali con le più disparate reazioni, dove la più tristemente grottesca è quella di chi si chiude nell’illusorio castello fatto di quel “carismatico”, penoso orgoglio che, invece di dimostrare la presunta sicurezza da uomo che non deve chiedere mai, ne mostra la fragilità dello sconfitto. Quasi il segno di una selezione naturale che prelude alla loro estinzione. Amen.
Sono gli uomini che in genere parlano delle prostitute come di tizie che guadagnano facilmente e senza sforzo e lo fanno con tono dispregiativo, che è tipico di chi prova invidia.
Mia madre ha fatto la casalinga per sua scelta, non perché l’ avesse obbligata mio padre. Mio padre ha sempre apprezzato le donne indipendenti e ha fatto di tutto per rendermi sfrontata e combattiva e per indurmi a sviluppare delle abilità anche tipicamente maschili. Credo che avesse puntato tutto su di me perché mio fratello ha un carattere remissivo che mio padre vedeva come una debolezza.
Non era cattivo ma purtroppo era narcisista, aveva il culto del “Super Uomo” ed era fissato con l’ educazione militare. Con lui era un continuo dover dimostrare qualcosa.
La donna che si occupa della casa e della crescita dei figli non è una mantenuta come la chiami tu, ma una donna che ha rinunciato alle sue velleità per dedicarsi alla famiglia. Poi alcune lo fanno per convinzione, altre – come mia madre – lo hanno fatto perché non avevano abbastanza fiducia nelle proprie capacità. Ma anche qui, bisognerebbe capire il perché tante donne sono così poco confidenti in se stesse.
Tu continui a confondere la realizzazione con l’ arricchimento. Sono due cose diverse.
Argo, ma non hai ancora capito come funziona qui? Un sito come questo è utile, tra le altre cose, a riscrivere la realtà nel modo che è più congeniale e gratificante. Non costa nulla, si commenta per far sapere agli altri ciò che si vorrebbe essere.
Di recente ho letto alcuni commenti che sarebbero anche divertenti se non fossero tristemente seri: difetti madornali proiettati sugli altri, mai un’ autocritica, continue autocelebrazioni, mai un dubbio, una presa di coscienza.
Si va avanti così, giorno dopo giorno, basta non dover fare davvero i conti con se stessi.
Golem, non sono molto d’accordo sul vostro discorso. Ad essere in crisi sono soprattutto uomini mediamente giovani, che non credo abbiano mai desiderato la donna cuoca/signora/puttana. Non sono una sociologa quindi evito letture banalizzate del problema, ma sicuramente un femminismo misandrico e ignorante non aiuta, una società che rivolge l’attenzione solo ai problemi femminili e minimizzando quelli maschili non aiuta, e men che meno questo continuo parlare di patriarcato a sproposito come se fosse il peccato originale insito in ogni uomo. Io, da donna da sempre indipendente e “autodeterminata” mi sento imbarazzata per le derive del femminismo di oggi. Anche se forse bisognerebbeincluderlo in un quadro culturale complessivamente desolante.
Tettaman ha iniziato il nido e io tra lavoro e lavori nella casa annaspo e mi barcameno alla macchina meno peggio. Ahhh i nonni, che risorsa patrimonio dell’umanità!
“gionni”, so chi sei veramente, ma non lo dirò. Mi limiterò a dire il motivo per cui sei qui. Sei qui perché non sopporti che si dica la realtà dei fatti, non sopporti di essere tra quei “carismatici” di cui parlava Golem, non sopporti che le cose per me non siano andate come pensavi e speravi. Ti aspettavi che sarei finita lungo il ciglio di un vicolo, disperata, abbandonata a me stessa, inzuppata dalla pioggia, con il mascara che mi cola sul viso e in mano una bottiglia di vodka. Vuota. E invece no. Non sono finita come tu volevi che finissi, cioè distrutta, avvizzita, ingrassata e appesantita. Non sei riuscito a nutrirti del mio dolore e ad annientare la mia anima, nonostante tutti i tuoi sforzi. Invece sono qui, più forte e più splendente che mai, divenuta ormai del tutto impermeabile alle cattiverie e alla malignità di chi, come te, cerca di trascinarmi verso il basso.