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Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, LAD, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Suzy, non me ne parlare. “Ma come, tu sei meridionale, dovresti essere abituato…”
Invece non sono abituato per niente! ODIO IL CALDO, che se fosse un animale ucciderei con le mie stesse mani. Giá non sono normale a 20 gradi Celsius, figurati a 38. Amo invece quelle giornate piovigginose di metà ottobre, di una volta, perchè non le vedo più da anni.
Guarda, uno dei massimi momenti di “gioia” meteorologica, di cui ricordo ancora le sensazioni, l’ho provocato a Santiago di Compostella. Credo fosse proprio ottobre, verso le sei o le sette del pomeriggio, ero in piazza de Obradorio, davanti alla chiesa di San Giacomo. Pioveva di traverso quella pioggerellina di cui ti parlavo, che i fari che illuminavano la facciata della chiesa rendeva scenografica come fosse una cortina d’argento che copriva la cattedrale, mentre in lontananza si sentiva il suono struggente di una gaita che sembrava accompagnare con quelle note nostalgiche un momento dal sapore gotico.
Sento ancora i brividi di quel sottile.
Tra la gaita e il Baucho…non so Suzy, devo rifletterci.
Trad, la casa avita non è sul mare, ma nel bellissimo quanto trascurato centro storico di un borgo del tarantino, che si allunga sulle Murge di quella provincia, dominando la valle che va verso lo Jonio, che vedo a qualche chilometro dal mio terrazzo. È una delle tante case bianche pugliesi “povere”, della fine del ‘700, costruita su tre livelli sul sedime delle mura cittadine, che abbracciavano il nucleo urbano antico chiudendosi al castello trecentesco. Questo è posto sul punto più alto della collina e porta ancora le insegne dei Vescovi di Taranto sull’imponente portone d’ingresso. Dal mio terrazzo, posto alla stessa altezza del castello, sul colmo della collina, ne vedo a est il massiccio “maschio” merlato, e a sud la valle, con la linea dello Jonio all’orizzonte che si illumina di mille luci baluginanti dopo il tramonto. Che, Trad, non ho parole per descriverne la bellezza.
Ad ogni tramonto io e lei lo aspettiamo con uno spritz, musica adeguata per goderci uno spettacolo grandioso e del tutto gratuito.
Tra mezz’ora siamo lì, da “democritoepicurei” quali siamo.
Golem, commento di risposta ad un provocatore segato. Non segano ai castori che rosicano, ma segano a chi gli risponde. Non sapevo che su LaD i topi rosicanti fossero una specie protetta.
A questo punto sono costretto ad interrompere, Golem. Provocatori permettendo, perché se continuano sarò costretto a rispondere.
I racconti della tua vita sono suggestivi.
Trad, altra “segatura” alla risposta che ti avevo confezionato. Ed era un bello e articolato intervento sulle caratteristiche antropologiche dei due sessi riguardanti la tendenza alla finzione strategica tesa al raggiungimento di particolari obiettivi.
Tendenza questa di maggiore appannaggio femminile. Cosa che nasce come antichissima necessità di contrapporre l’astuzia alla forza bruta dei mostri come Golem, per non venire da questi sopraffatte. Una
E niente Trad, mediocritas imperat sovrana.
Golem, non so tu, ma con la questione della censura facile di laD francamente a me viene voglia di ritirarmi.
Golem, è piacevole raffigurarsi mentalmente la tua casa e il paesaggio circostante, leggendo la tua descrizione. È un bel contraltare agli insulti dei topi rosiconi.
Peccato per l’ultimo tuo commento mai nato, da come l’hai illustrato a grandi linee doveva essere divertente. La censura vale solo per noi. Per questo è doveroso che io dia un segnale forte. A questo punto l’interruzione della mia frequentazione in chat è inevitabile.
Sal, io sono un trapano a percussione, e un anarchico scassinatore di sistemi, e troverò il metodo per aggirare la mannaia, a costo di usare allegorie. Amo le sfide.
÷÷÷
Trad, stasera dovresti vederci. Siamo in sei di sei nazionalità diverse sul terrazzo a cenare. C’è una piacevole brezza marina, il panorama baluginante di luci, Stan Getz in sottofondo e le nostre risate che completano il quadro.
Abbiamo cucinato bucatini coi fagiolini al cacioricotta, da bere rosato di San Marzano freddo e l’amica di mia figlia, del Kirghizistan, ha fatto una torta alle pesche deliziosa. Ma è straordinario vedere come sei culture diverse comunicano senza problemi usando l’inglese come lingua comune. Ecco, usando un termine usato spesso qui, questi sono momenti veramente arricchenti, perchè la componente “fisica” apporta arricchimento non sostituibile da nessun altro mezzo di relazione.
Come l’amore non si può fare a distanza, così il convivio deve essere di persona.
Non mollare Trad. Cambia registro e divertirti anche quando non ce ne sarebbe ragione. È pure più divertente.
Salvatore, io lo faccio. Mi ritiro intanto dalla chat per dare un segnale. Fallo anche tu.
Trader, Salvatore,
qui la chat, nata per dare spazio a scambi amichevoli o a commenti fuori tema, è diventata quasi subito una jungla, in cui sarebbe preferibile non avventurarsi.
Se lo si fa, soprattutto per dar sostegno a questo o a quel nick, è a proprio rischio e pericolo. Alla stregua di dare il via o di alimentare polemiche verbali, in cui dare prova di abilità dialettiche.
Trad e Sal, lasciando darete la vittoria a tavolino ai detrattori, sappiatelo. Io resto, come un novello Don Chisciotte a combattere i mulini a vento, per arrivare alla fin della tenzon come Ciran, e così dichiarar:
io tocco.