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Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, LAD, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Trader,
– per difendersi intendo rispondere ad offese con 1-3, massimo 6 commenti;
– su questo confronto si è finito con il litigare perché OLLA non ha saputo argomentare in modo efficace;
– per me, se non imputabile legalmente, un’opinione non è un delirio da censurare. È sulla censura/sopraffazione, ovvero sull’eccesso di reazione (25 commenti + 10, malcontati, da parte di 2 utenti palesemente coalizzati, con elevate capacità culturali e dialettiche – commenti calcolati solo dal momento in cui la discussione ha cominciato a degenerare) che mi sono permessa di esprimere dissenso, senza voler smentire niente e nessuno.
Considerata la personalità di OLLA e compresi la sua collocazione sociale e culturale, oltre al fatto scontato che portava in sé una ferita, che utilità aveva tanto infierire? Arrivando persino a mettere in dubbio il suo rapporto di coppia per via dei conti separati?
Punto di vista del tutto personale. Non ho grandi simpatie per OLLA ma spero continui a scrivere.
Suzy non conoscevo quella serie, la cercherò su Netflix, ma c’è talmente tanta roba che è difficile orientarsi. Io poi non sono un grande “guardatore” televisivo.
Abbiamo tutto lo scibile di piattaforme sulla TV di casa, perché my wife possa vedersi qualche film il lingua originale, ma faccio fatica ad orientarmi.
Dici bene, JJ Loser è il classico caso di “lost in traslation”. Quello di un soggetto che annaspa all’interno di una realtà dalla quale è di fatto alienato, cercandone una dove possa avere comunque un ruolo, che vediamo configurarsi altrettanto “fuori fuoco”.
Certo, è decisamente la complessità del momento storico che spinge molti individui a rifugiarsi in una bolla, dove i contorni sono i loro paranoici convincimenti, come quelli che abbiamo conosciuto attraverso i deliri olliani.
Piuttosto, tienimi informato sugli sviluppi delle intenzioni dello “scalatore di specchi”. Vorrei dare il mio contributo a “sistemare” quel tipo di furbetti. Uno, in questo caso, che sta disturbando Tettaman, di cui io mi sono autonominato “web step grandfather”. Ammmoree!
Attenzione Trad, se si continua su queste pagine bisogna regolare cultura e dialettica adattandola a quella dell’interlocutore, che magari ti sta trattando come un decerebrato seppure con le sue limitate cognizioni.
La mia opinione, invece, è che non bisogna MAI limitarsi nell’essere sè stessi, altrimenti, come ho detto più volte, si crea una catena di equivoci che altera completamente la conoscenza dell’altro, oltre che di sè verso verso quest’ultimo, con tutte le conseguenze che si sono potute e ho HO potuto osservare.
Opinione personale, ma penso che Olla le “controdeduzioni” le meritasse.
Ripeto, opinione personale, neh?
Lo sappiamo tutti che la follia è declinabile sia al maschile che al femminile, che i disturbi di personalità non hanno sesso ma questo cosa c’entra. Donne di ogni nazionalità sono concordi nel dire che il maschio italiano ha determinate caratteristiche. Ci sarà un perché, no?
Maria Grazia, penso di essere arrivata al capolinea. Non ho speranze, desidero una morte dolce in questo momento.
MG, la mente umana ha bisogno di riferimenti per farsi un’idea delle situazioni, e questi spesso sono fatti di luoghi comuni.
Il maschio italiano negli anni 60/70, per le straniere era visto come un play boy, perchè, tra film ed esperienze sul campo, che all’epoca si limitavano alle vacanze sulla costiera romagnola, le conoscenze quelle erano, che passavano di bocca in bocca creando dei cliché. La mia stessa futura moglie pensò questo prima di conoscermi, vuoi per l’aspetto che avevo che per quel cliché, non avendo avuto precedenti e più profonde conoscenze dei maschi italiani. Ma siamo sposati da 35 anni, e siamo uno la metá dell’altra, fuori da ogni pregiudizio e con due culture di base diametralmente diverse. Io cresciuto da una “deplorevole”, dolcissima madre italiana, oltre che da un gineceo di nonne e zie adoranti, e lei in una classica famiglia piccolo borghese anglosassone, lontana mille miglia dalla mia cultura mediterranea.
Risultato: abbiamo una bella famiglia internazionale con conti in comune e altri separati. Maschio italiano, donna inglese. Work very well.
Golem, non si rifiuta una persona per le sue origini. Anche il ragazzo che frequento è per metà italiano. Questo non mi ha certo impedito di donarmi a lui mente e corpo, ma sarebbe valso lo stesso anche se non fosse stato di mamma tedesca. Se apprezzi qualcuno ne apprezzi le sue qualità non il dna. Non si può però negare che in Italia c’è tutta una cultura e una mentalità di un certo tipo, che inevitabilmente influenza le persone in una certa direzione. Su questo forum ne abbiamo visto un campione significativo nel corso degli anni, i famosi “tubi” di cui parli sempre anche tu, che fanno gli evoluti ma sono più provinciali di quanto oggi lo sarebbe stata mia nonna se fosse ancora viva. Questo, mediamente parlando, poi è chiaro c’è sempre chi si “eleva” rispetto al gregge. Si tratta però di casi circoscritti. Gli ambienti web nostrani così come quelli nel reale pullulano di ignoranti e non lo si può negare.
Poi, non so se si tratti di analfabetismo funzionale o di influenze derivanti da famiglia e società. Comunque qui in Germania gli uomini sono tendenzialmente diversi, più in armonia con il mio modo di pensare, ecco. O almeno questa è la mia impressione.
Romina mi dispiace tantissimo. Non ti dirò le solite frasette di circostanza perché ci sono passata e so che sarebbe inutile. Posso solo sperare che, qualunque siano le difficoltà che devi fronteggiare, riuscirai a trovare uno scopo e a dare un senso alla tua vita. A questo proposito ti dedico questo brano indimenticabile:
https://m.youtube.com/watch?v=StRtFh01XUo&pp=ygULdmFzY28gc2Vuc28%3D
Un grande abbraccio
MG, parlerei a mia volta a colpi di pregiudizi se ti dicessi che tutto il mondo è paese, ma vivendo un matrimonio “misto” conosco diverse coppie miste con base maschile italiana. Quella femminile di questi matrimoni è inglese, svedese, spagnola, francese, cinese, slovacca e russa, vivono tutti a Milano e dintorni e mi pare vada tutto bene, hanno figli e ormai una certa età. Li vedo dall’esterno, tranne quella calabro svedese, con la quale siamo intimi, ma quello che li caratterizza è che sono tutte persone intelligenti e di buona cultura. Perchè il segreto è tutto lì: la capacità di ragionamento, che spesso, se manca, sommata a quel provincialismo di cui parlo spesso, produce gli equivoci che conducono alle crisi quando non si sono avute le possibilità di confronti con “ambiti” culturali diversi, che appunto l’intelligenza sa tradurre in esperienza reale.
Guarda, non negando le mie capacità, è stata mia moglie che mi ha “sprovincializzato”, ma se fossi stato uno stupido, forse sarei rimasto solo quel playboy che lei ha pensato fossi, e che in parte ero. Chissà.
Lo sappiamo tutti che la follia è declinabile sia al maschile che al femminile, che i disturbi di personalità non hanno sesso ma questo cosa c’entra.
C’entra che il mainstream è impostato sulla donna vittima e sulla propaganda femminista
Donne di ogni nazionalità sono concordi nel dire che il maschio italiano ha determinate caratteristiche. Ci sarà un perché, no?
Embè? Anche gli stranieri avranno le loro opinioni sulle italiane. Ricordo un manager americano, in Italia per lavoro in una multinazionale, che sui social metteva in guardia dall’ipergamia delle italiane. Scriveva che con le app di incontri era riuscito ad ottenere appuntamenti in tutta Europa, tranne con le italiane perché sono le più pretenziose di tutte.
E comunque i dati dicono che la maggioranza delle coppie miste in Italia riguarda uomini italiani e donne straniere ,specie dell’Est. Le italiane continuano a preferire gli italiani e ci mancherebbe