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Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, LAD, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Trad, in realtà mio padre, che sapeva tutta la storia, anche nei dettagli, mi raccontò che il capitano di mio nonno, dopo settimane di appostamento in trincea da entrambe le parti, visto che la situazione non si sbloccava, chiese un volontario per fare un’imboscata notturna alla postazione di mitragliatrici austriaca, e lui si offrì spontaneamente. Non potrò mai sapere perché accettò una missione che aveva tutte le probabilità di essere un insuccesso, ma intanto la fece. Ricordo che nel racconto paterno lui salutò i suoi compagni quasi certo che non ne sarebbe uscito vivo, ma intanto ci riuscì. Credo che gli austriaci non si sarebbero mai immaginati un’azione così audace, per cui di notte, sicuramente stanchi, allentarono la guardia e colti di sorpresa non ebbero la prontezza di reagire, e furono passati dalla baionetta uno dopo l’altro. Dev’essere stato terribile, inutile negarlo. Ma come ripeto con me non ne ha mai parlato, e fui io a chiede i dettagli a mio padre.
Unica nota positiva di quell’esito? La riconquista di un pezzo di Italia, e poi… me
Rossana-21294:
Non credo sono gli amministratori ad indurti al silenzio, sei tu stessa per ovvie ragioni, che a mio modesto parere sono più che comprensive e legittime.
“Non credo SIANO…”
In Alenilandia non si conoscono ancora le coniugazioni corrette?
A proposito, le “ragioni” saranno pure “comprensive”, e quella è una bella qualità, ma almeno fino a quando non saranno…comprensibili.
Aspetto ancora per il saluto “qualificante”. Ti è concesso un tempo supplementare.
Alieno,
nella scelta di non commentare (come in ogni altra mia scelta) entrano in gioco più motivazioni.
Innanzitutto carenza d’interesse per temi su cui non si ha in pratica alcuna possibilità di influire, nemmeno a livello minimo o soggettivo.
Poi, le ragioni a cui fai riferimento tu, sia intuibili che comprensibili. Amo l’armonia, tendo alla tolleranza e alla comprensione e non ho più voglia di dovermi difendere da aggressività e critiche, spesso ingiustificate.
Non sento grande carenza di partecipazione attiva e di recente ho percepito come poco equilibrata la supervisione della censura, in ambito di una valutazione su temperamenti, che si allineava a quella di MG.
A volte vorrei interagire con qualcuno su argomenti che mi stuzzicano ma è faticoso dover misurare e soppesare ogni concetto e ogni parola. Ne faccio volentieri a meno…
Grazie per l’attenzione.
@Golem,
https://m.youtube.com/watch?v=jb6y5ORtRsA
Rossana, laD è peggiorata molto in questi anni, ti sei accorta che non ci si abitua mai.
Golem, tuo nonno ha avuto molto coraggio. Usare un’arma bianca, infilzando una persona, per l’aggressore è più impressionante che sparargli a distanza.
Una volta io e un mio amico scalammo un monte. Per arrivare fino in cima, dove c’era un camminamento della prima guerra mondiale, bisognava salire un ultimo ghiaione molto erto. A metà strada chiesi al mio amico:”Come facevano a portare i cannoni fino a quassù?” Il mio amico rispose:”Quelli erano uomini!”.
Pensavo che combattere su un sommergibile comportasse meno problemi, finché andai sul lago di Garda a Movieland sulla riproduzione dell’U Boot 571. Ci sedemmo dentro il sommergibile. Simularono un attacco con bombe di profondità. Rumori assordanti, colpi, il sommergibile fuori controllo si inclinava sprofondando, la struttura stava cedendo, facendo entrare zampilli d’acqua. Era piacevole farsi bagnare perché era estate, ma pensate che nella realtà arrivavano spruzzi di acqua dell’Oceano gelata. Ad un certo punto è saltata…
la luce. Terribile. Le sensazioni che si provavano nella realtà dovevano essere terribili. Anni fa lessi il libro dal quale trassero il film U Boot 96, prodotto dalla Germania Federale negli anni 80, mi pare, scritto da un giornalista imbarcato su un sommergibile tedesco nella seconda guerra mondiale. Hanno subito due attacchi da cacciatorpedinieri inglesi. (Gli inglesi erano soprannominati Tommy dai Tedeschi, ma questo soprannome non c’entra niente con il nostro amico fifone che si diverte a fare lo scemo su LaD). Nel secondo se la sono vista brutta. L’addetto all’idrofono controllava la posizione del cacciatorpediniere dal rumore delle eliche:”Eliche in avvicinamento da sinistra. VICINISSIME”.
Si sentiva il rumore del sonar nemico. “Ci cercano con l’ASDIC, bastardi”.
Ad un certo punto il giornalista sentì odore di feci. Qualcuno se la era fatta addosso.
Trad, non so se sia stato coraggio o solo follia da stress. Come ho detto non possiamo sapere come reagiremmo a mesi di tensione, paura, freddo e condizioni igieniche spaventose. Io credo che lui ha creduto di poter interrompere quel tormento e sono abbastanza certo che quell’episodio lo abbia cambiato, perchè non ne ricordo un gesto affettuoso o un sorriso, col senso di poi lo rivedo come un uomo tormentato. E non era un disgraziato economicamente, giacchè quella medaglia oltre a fornirgli un congruo vitalizio gli consentì di vincere un concorso da vigile urbano e poi da comandante, ma ripeto, secondo me viveva una condizione di stress postraumatico, infatti soffriva di cuore, patologia che nessuno dei figli nè dei nipoti ha mai manifestato. A mio parere l’ha ucciso un’angoscia che non si mai tolto dall’anima. In questo senso ha ragione Suzy, ma ripeto, noi dal divano facciamo presto a dire cosa faremmo in certe situazioni, trovarcisi è altra cosa.
÷÷÷
Si Alieno segnatelo invece di scrivere cazzate. Un fiorino.
https://youtu.be/k1F0Ga6Vdfo?si=qvkbQL7tBHDgzvlm
Golem, nessuno ti ha costretto a rispondere alle mie “cazzate” come le intendi. Sei spinto probabilmente dalla voglia irrefrenabile di rompere i co@lioni al prossimo con tue stupide frecciatine, sarà nel tuo DNA, ti posso anche capire. Ma ti sarei grato per la prossima volta di sforzarti di non rispondermi, forza ce la puoi fare.
Facile. It.
Facile. It.
Sarà lapalissiano Trader, ma appunto è altrettanto lapalissiano che usare un’arma al poligono non sia la stessa cosa che contro esseri umani. A discorso banalizzato non si può che rispondere con altrettante ovvietà.