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Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, LAD, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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troppe persone avrebbe destato troppi sospetti, e così sono state distribuite anche dosi innocue. Le cosiddette placebo.”
Ah, quindi hanno inventato una farsa a livello planetario (Russia compresa, ma Putin lo perdoniamo) per sterminare la popolazione umana per costruire manici di ombrello fatte di ossa. Però, per non essere sgamati, hanno deciso di uccidere pochi individui. Dosi placebo di un veleno? Quindi se credo che mi abbiano iniettato veleno, dovrei sentirmi male, anche se è un placebo.
“c’è invidia sociale e risentimento verso chi “ce la fa”
E vabbè che ti frega? Non è un problema che ti riguarda.
MG, tu hai la curiosa caratteristica di andare oltre quello che ti sta dicendo l’interlocutore. Può essere che sia possibile con altri, e io stesso ho spesso richiamato qualcuno a non parlare tra le righe, ma io non sono così, dico quello che penso senza allusioni, anzi, non vado manco per il sottile, quindi ti chiedo di non trarre conclusioni tramite cose che non ho detto.
MG, io stesso sono un emigrante che è emigrato nel proprio stesso Paese da…straniero, e non ti sto a raccontare i tentativi di farmelo pesare, da quando avevo 10 anni sino, credo, a una ventina di anni fa. Ma ti dirò che non mi offendevo; da piccolo se insistevano finiva a mazzate, e le prendevano, quindi la piantavano; da adulto, soprattutto quando lavoravo nell’ente acquedotti, con dirigenza brianzola, ero il terrone e come tale inaffidabile a priori, salvo scoprire che le tangenti le prendevano e le distribuivano quelli…”affidabili”. Insomma, erano tempi più facili i miei? Non lo so MG, se dovessi confrontare quei tempi con quelli di mia figlia》
》direi che non c’è partita, per quanto lei ha trovato tutto quello che le serviva, riconoscendone il valore, e io meno del necessario. Ora, non posso dire con certezza che sia stata quella la molla, una specie di riscatto sociale, in realtà non mi sentivo povero stando in mezzo ai poveri, ho solo cercato la strada che non avevo potuto percorrere quando sarebbe stato il momento di iniziarla, e parlo di quella accademica. Il resto è arrivato di conseguenza, e per capacità evidentemente, non per raccomandazioni che col mio carattere mai avrei chiesto. Mi sono tolto una soddisfazione però, con un dirigente, un brianzolo totale, pure nel cognome, a cui stavo sui maroni sia perchè terrone che poco avvezzo a scodinzolar ai potenti per captar benevolenza. Fingendo di complimentarsi per la mia laurea con un sorriso tirato dalla ipocrisia gesuitica che lo caratterizzava, con leggerezza replicai che “si, grazie, in fondo per arrivare dove arrivate voi bisogna essere bravi il doppio, ma per fortuna non è difficile”. Non tutti al nord, sarei ingiusto, ma lui lo meritava.
MG:”Questa volta sono d’ accordo con Suzanne, dovremmo imparare ad approfondire meglio la cultura, la mentalita’ e le tradizioni di altri paesi invece di crederci sempre i migliori su tutto”
Quindi possiamo fare generalizzazioni solo sull’Italia, affermando che siamo un popolo di provincialotti, criticando il “maschio italico”, ecc. Ma quando si parla di altri paesi guai a fare generalizzazioni e avere pregiudizi. Che incoerenza.
Suzanne ha ragione, del resto in Russia non tutti sono dalla parte di Putin, ma sono morte o hanno fatto carcere duro per averlo contrastato. Sono martiri.
“quando tu hai cominciato il contesto era completamente diverso. Non voglio dire facile, ma senz’altro lo scenario generale era molto meno complesso e, diciamolo pure, per “farsi strada” bastava molto meno.”
Anche qua mi tocca smentire MG. Sono più giovane di Golem, eppure anch’io partendo da zero mi sono fatto una discreta posizione in questo Paese. Si, in Italia. Non ho avuto…
Golem, il tuo ragionamento rimane applicabile sempre ad ogni sistema deprecabile, compreso il nostro fascismo. È però un modo di prendere posizione che non mi piace, perché, ripeto, tende a livellare popolazioni che sono molto piú eterogenee di quanto si voglia pensare e comunque non possono vedere ricadere su di loro colpe di sistemi politici malati che per primi subiscono, anche magari appoggiandoli. Significa sempre polarizzare la realtà, e ciò non aiuta mai a vederne la complessità.
Oh Marí, ma l’hai capito che qui ti si sta a perculare, sí? Le spari talmente grosse che risulta divertente trattarti come la scema del villaggio perché tu stessa ti poni in questa condizione.
Solita fallacia argomentativa : le mie scarse esperienze servono per decretare leggi universali demenziali. Per almeno trent’anni in Italia c’è stato il mito del berlusconismo, con tanto di slogan “essere inprenditori di sé stessi”.
L’italiano medio stima la capacità di farsi da sé e raggiungere il potere e la ricchezza a qualunque costo. Poco importa se sono un corrotto, mafioso, ladro, truffatore, l’importante è raggiungere l’obiettivo, ovviamente in termini individualistici. Ora spiegami dove rientrerebbe il comunismo. E aprilo ogni tanto un libro, non morde!
Bisogno di scappare all’estero per lavorare. E non faccio il cameriere. Credo che le mie due professioni siano molto qualificate. Opero sui mercati finanziari con buoni risultati e sono anche un addetto al servizio di prevenzione e protezione di un’azienda di seicento persone e faccio anche la formazione.
MG non capisce che dare la colpa agli altri dei propri fallimenti non giova.
“dai posti di lavoro ero sempre io ad andarmene, quando capivo che non era quella la mia stradaai miei datori dispiaceva, ci restavano male e non poco.”
Immagino, oggi come oggi non è facile trovare chi sia disposto a fare lavori umili. Vabbè, MG va per i cinquanta anni, dunque è giovane e ha tutta la vita davanti per realizzarsi lavorativamente trovando il lavoro che le piace.
“forse sono semplicemente troppo di livello”
Insomma, la società non ha capito MG. Ecco perché sta ancora cercando il lavoro della sua vita. È sempre colpa degli altri.
Suzy, il tuo ragionamento funziona teoricamente, ma in pratica quel plebiscito cosa ti dice a cascata di quel popolo, da vent’anni gradisce quell’animale? Tu ragioni con categorie morali che evidentemente non appartengono a quella cultura, e francamente da un russo medio sarebbero oggetto di derisione. Facendo un parallelo con l’egiziano cui affittai l’appartamento a Milano a 700 euro, spese comprese che dopo tre mesi abbassai a 500 perchè non ce la faceva, e con una serie di successivi benefit che non sto ad elecarti, il risultato fu che un giorno mi disse che uno come me “da lui” sarebbe stato considerato un fesso, così, dopo averlo “uscito” di casa spendendo altri quattrini, gli confermai che sì, con lui mi ero comportato da fesso. Ma non perchè lo fossi, ma perchè nella sua cultura quei comportamenti, che da noi hanno un certo significato nella loro ne hanno un altro.
Se tu pensi che quei russi con cui ho lavorato siano una sfortunata eccezione ti sbagli, perchè quel ragazzo serbo che faceva da consulente traduttore》
》-oggi con un dottorato di ricerca in Architettura- non si sorprese quanto me, avendo un padre ingegnere che aveva lavorato in Russia e di certi episodi aveva sentito parlare in casa, ritenendoli normali nelle relazioni interpersonali. Che sono frutto di una “educazione siberiana” di cui il maiale del Cremlino va molto fiero, e che assimila alla virilità del macho russo/sovietico.
Siamo a questo punto Suzy, perchè è chiaro che se tu pensi in senso lato alla Russia intellettuale e colta -limitata per ovvi motivi numerici- è un conto, se si parla del popolino è un altro, ma come dappertutto, alla fine è quello che fa “identità”, non certo i Solženicyn o le Politovskaija.
Nel 2001 feci un tour in Turchia, e nei vari hotel dove pernottavamo i russi non mancavano, distinguendosi per la rozzezza dei modi. L’ultima sera a Istambul ci portarono nel locale tipico, e dopo la danza del ventre misero in palio una bottiglia tra gruppi in una gara di canzoni tipiche: loro Kalinka, noi Volare. Vincemmo noi, e loro incazzati e…russi di rabbia. Gentaglia Suzy, believe me.