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LAD
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Golem, il discorso è complesso e piuttosto sfumato. La femminilizzazione dell’uomo la vedo piú una moda che qualcosa di veramente sostanziale, come quando i grandi artisti come Bowie si truccavano o si vestivano con abiti da donna per i loro spettacoli. Oggi siamo in un’epoca storica in cui si può essere bene o male ciò che si vuole, con molte meno rigide strutture rispetto a un tempo, eppure questa libertà molto spesso si trasforma in un vuoto difficile da modellare (il buon vecchio Fromm parlava di alienazione in questo senso già cinquant’anni fa). Quando sai cosa DEVI essere tutto risulta in un certo modo piú semplice, poiché non hai bisogno di scavare dentro di te per comprendere la tua essenza piú autentica; nessuno te la richiede. Se eri donna ti realizzavi nella costruzione di una famiglia, fingendo di avere un ruolo marginale di supporto al tuo uomo ma nel contempo gestendo praticamente in toto l’economia e le scelte domestiche.
Se eri un uomo dovevi sottostare a certi stereotipi ma bene o male qualcosa riuscivi a racimolare in termini si affetti e considerazione sociale. Oggi tutto è meno definito e ciascuno è libero di essere ciò che desidera (posto che non siano desideri eteroindotti di cui non si è nemmeno consapevoli). Questo da una parte crea spaesamento, e dall’altro sembra che comunque, in tutta questa libertà, i modelli veramente accettati siano sempre e comunque gli stessi. Persone completamente dispiegate agli altri, lineari, forti, risolte, sicure dei propri mezzi, resilienti, attive, propositive, insomma vincenti. Questo crea una ghettizzazione dei piú insicuri o semplicemente di coloro che in qualche modo ancora devono capire e scegliere chi vogliono essere. Ho molti amici single da una vita, ragazzi in gamba con qualità umane e intellettive invidiabili, ma con difficoltà relazionali e magari tante insicurezze ingiustificate. È sempre la triste legge della jungla purtroppo…
Tralascio di commentare le “ignazie” ovvietà, dove apparirebbe immorale che una donna, in termini amorosi, e non solo, scelga quello che ritiene essere il meglio per sè, invece di farlo usando la nobile carità di dedicarsi ai disgraziati che non battono chiodo, e per questa ragione portare l’umanità sull’orlo dell’estinzione. Ne parlo solo per rappresentare un ennesimo, fulgido esempio di grottesca parzializzazione della realtà, e di come sia facile “costruirsi” una ragione ad hoc sentendosi dalla parte della vittima.
Invece, Suzy, giustamente tu citi lo “spaesamento” caratteristico dei nostri tempi, e nello stesso tempo Fromm, che ha saputo leggere il nostro futuro meglio di uno scrittore di fantascienza. Ma a proposito di questo, quanto quello spaesamento al maschile cui accenni, che si manifesta nei mille modi che vanno dai tacchi a spillo, alle manifestazioni di ottuso e violento machismo, sino all’esempio dei tuoi amici forzatamente single, non assomiglia agli esiti letti in quella “Fuga dalla Libertà”, che per me è stato》
》un caposaldo per la comprensione della psicologia sociale, che tutt’ora non finisce di interessarmi?
È evidente che essersi liberati da certi stereotipi crei sconcerto nei nuovi “liberti”, e lo fa sia al maschile che al femminile, con manifestazioni che spesso assumono forme esageratamente “libertarie”, se non proprio folcloristiche, che sottolineano più l’abitudine a una certa “schiavitù” che non la matura acquisizione delle nuove condizioni, favorenti, in teoria, l’emersione delle nostre reali identità e desideri.
È difficile anche per gli addetti ai lavori derimere la matassa di istanze che ci hanno portato ad avere questa società del “solipsismo”, ma è chiaro che per un motivo o per l’altro manca la propensione al “rischio”, anche solo visto come “progetto”, sommata alle illusioni create dalle “alte” aspettative indotte da quella sottocultura di cui si è accennato.
E comunque, come vedi, la legge della giungla resta sempre l’eterno discrimine nelle nostre scelte di massa, anche quando la “rete” non è fatta di liane ma di bit.
Ignazio che ci vuoi fare, è il prezzo della libertà. Nella vecchia società patriarcale questa libertà non c’era, tutto era ben definito e prestabilito. Se uscivi da quei canoni ( che tu fossi uomo o donna ) c’erano il giudizio e la condanna del resto della comunità. Bisognava solo portare avanti il progetto della famiglia tradizionale secondo una visione di stampo religioso e non vi era nessuno spazio per l’ individuo in quanto tale. Chiaro che un mondo di quel tipo non sarebbe potuto durare per sempre, se non altro perché la spinta delle voci dissidenti non poteva che, con il tempo, diventare sempre più forte. Poi parliamoci chiaro: a cosa aveva portato questo impuntarsi a tutti i costi su certi modelli? Non mi pare che il mondo costruito dai vecchi patriarchi fosse assolutamente giusto, perfetto e ben governato in tutti i suoi aspetti, senza contare che se alcune nascite si fossero evitate non avremmo avuto guerre sanguinose e altre atrocità.
C’è sempre un altro lato della medaglia Ignazio, bisogna solo imparare a vederlo..
“se alcune nascite si fossero evitate non avremmo avuto guerre sanguinose e altre atrocità.”
A proposito di altro lato della medaglia, se altre nascite si fossero evitate, non avremmo avuto pace e prosperità.
Viola, non credo che ciò di cui si discute sia una caratteristica prettamente della famiglia patriarcale, ma anche matriarcale. A prescindere dal patriarcato o matriarcato, la religione (non solo cristiana, guarda per esempio il film Mustang, ambientato in una musulmana Turchia bigotta dei giorni nostri) e la morale sociale condannavano (e condannano) i rapporti sessuali prematrimoniali. Se volevi avere un rapporto sessuale dovevi sposarti e fare un figlio. Questa mentalità era necessaria per il controllo delle nascite. Se una figlia di una famiglia povera resta incinta, è un problema. L’unica soluzione era il matrimonio riparatore.
Non sarebbe meglio fare educazione sessuale e lasciare che anche chi non ha la fede al dito si diverta sessualmente parlando?
Uomini e…
Donne si innamorano, si mettono insieme, è naturale. La morale sociale vuole che non vadano oltre ai baci finché sono fidanzati, poi devono sposarsi, e a quel punto, si può fare sesso.
Ma la nullafacente non va a farsi l’ennesima vacanza, lei che può? Sputa veleno come un mamba.
“La razionalizzazione non è uno strumento per penetrare la realtà, ma un tentativo a posteriori di armonizzare i propri desideri con la realtà esistente.” E. Fromm
Ecco che questa necessità di razionalizzazione può generare mostri pericolosi, per noi stessi e per gli altri. Letto tantissimi anni fa, ma Fromm inseriva questa disamina della fuga dalla libertà nella comprensione psico-sociale dei nazionalismi totalitari. Riportata al momento attuale, ecco che a livello individuale si costruiscono le piú astruse teorie su redpillati, incel e spazzatura simile, in cui ci si può rifugiare in gruppi di piagnucolatori seriali e razionalizzatori delle proprie frustrazioni.
Le relazioni amorose sono in crisi? Ecco che ogni gruppo si polarizzerà in una legge a proprio uso e consumo, creando ulteriori fratture in una società costituita ormai da atomi inassemblabili.
Addirittura c’è chi ricorre ai musulmani per terrorizzare queste donne libertine moderne.
Golem, debbo ritrovare il libro…
Analisi corretta Suzy, dove ognuno si gonfia un metaforico “giubbotto di salvataggio” per galleggiare in una realtà nella quale sente di annegare. Galleggia, certo, circondato da altri naufraghi “galleggianti” dai quali spera un aiuto, ma che a loro volta sono in cerca di qualcosa o qualcuno a cui aggrapparsi per sopravvivere. Un Titanic storico di cui spesso vediamo alcune scene anche da questo modesto oblò.