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Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, LAD, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Scusa Peppì, ma c’è un protocollo dove si vieta l’uso del formaggio su certe ricette o è una questione di gusti? Perchè capisco se mi parli di uno spaghetto allo scoglio o un risotto ai frutti di mare, ma qui si tratta di avvicinare grassi, proteine animali e carboidrati. Cosa succede all’ajo e ojo se gli aggiungi il formaggio, e l’amatriciana con una bella spolverata di pecorino romano in cosa ne perde? Caso mai ci guadagna? Quindi non facciamo dei gusti personali questioni di rigore scientifico da cui trarre conclusioni sull’affidabilità della gente, perchè la ricetta del ridicolo ci vuole un attimo a servirla su un piatto usa e getta.
Trad, sono mesi che ripeto che è inutile cercare ragioni che abbiano una logica nei comportamenti dei casi umani. Questi reagiscono su basi “viscerali”, non razionali. E d’altra parte chi è “viscere” questo può fare, non altro. Come si può replicare a chi ti contesta come passi il tuo tempo o come fai l’ajo, ojo e peperoncino. Non ci vuole molto per capire che le ragioni sono “altre” e, come ripeto, “non dichiarabili”. È infantile fastidio da confronto; sapessi quanti ne ho incontrati e sistemati di questa frequente tassonomia roditoriale. Te lo ripeto, a quei “tubi” non devi chiedere rispetto, te lo devi prendere trattandoli come meritano. I sonetti rimati li congelano nella loro pochezza non essendo in grado di replicare, e quella è la tecnica che usavano il Belli o Trilussa, anche verso personaggi molto più in vista di quei “colon” -con o senza appendici- con un efficacia che perdura anche a distanza di secoli. Prendersi gioco con classe di certi soggetti, è un piacere per palati raffinati. Anzi, e se mi va, alla ricetta gli aggiungo pure il Parmigiano.
Sto leggendo avidamente il decreto n. 127 21 settembre. Oggi ho sentito due sindacalisti di due aziende.
Nell’attesa di vostre notizie, vi racconterò la mia esperienza in più puntate.
Prima puntata de “Il Trader e il coronavirus”.
All’inizio sembrava di essere nel deserto dei Tartari ad aspettare il nemico che non arrivava mai. Eravamo trincerati in casa in lockdown con la televisione sempre accesa su RaiNews. Vedevo scorrere le immagini di bare a Bergamo. La gente era terrorizzata. Alle 18.00 appuntamento fisso con la conferenza stampa della Protezione Civile. Oggi tot. morti, tot. contagiati, tot. terapie intensive. Ogni giorno alle 18.00 incollati alla TV, io e altri tre membri della nostra chat whatsapp trascrivavamo in diretta tutto ciò che diceva la Protezione Civile, così gli altri membri che non potevano assistere alla diretta avevano le informazioni in tempo reale. Era un lavoro importante. Anche se i dati sono raccolti in maniera sbagliata (due tamponi positivi di una…
di una stessa persona conteggiati come due persone positive). Lo stesso facevamo quando parlava Conte. Quando interveniva Conte, faceva preamboli di mezz’ora per poi somministrarci l’amara medicina di altri provvedimenti. E poi dibattiti su quel gruppo, videoconferenze su Skype per capire. Contattai degli Spagnoli a caso su YouTube. Erano fuori di testa dalla paura. Uno era convinto di aver contratto il virus, lavorando in aeroporto. Gli feci gli auguri.
Il lockdown mi divertiva, mi eccitava. Vi ricordate i flash mob sui balconi? Era divertentissimo. Lavoro sempre da casa, durante le ore di lavoro non mi cambiava niente, anche se a volte uscire a fare una passeggiata mi fa riflettere sugli investimenti, mi ispira.
Ma non si ammalò nessuno che conoscessi. Poi pian piano ci lasciarono uscire e credemmo fosse finita. Oh, se ci sbagliavamo! Passò l’estate e con l’autunno tornò il morbo. Questa volta lo vidi. Lo vidi da vicino. Colpì moltissimi conoscenti e amici.
Fine prima puntata.
Anche il vicino di casa, poveretto. Penso che prese una bella mazzata. Un altro, 55enne, finì in semintensiva, proprio lui che non prendeva sottogamba il virus. In febbraio il tipo con cui ho chiacchierato domenica sviluppò la polmonite. Qualcun altro ebbe forti dolori, da andare in bagno camminando a quattro zampe. Uno lamentò che gli era rimasto per giorni lo strascico di un dolore sul collo, la dottoressa disse che era normale. Ma disse anche che non aveva avuto sintomi gravi, come un’influenza. Gli altri l’hanno avuto in forma leggera, addirittura vari asintomatici. Un giovane di cui molto colleghi erano stati contagiati, sperava di prenderlo per stare un bel po’ a casa in malattia. I casi gravi erano così rari, che il clima era questo. Perfino un componente della nostra chat whatsApp lo prese. Per un po’ di tempo non sentì odori e gusti ed ebbe stanchezza.
Intorno a me lo prendevano tutti. E io? Feci il sierologico prima di fare il vaccino, negativo. A me non mi fila…
nessuno, manco il coronavirus. Vabbè, non me lo filavo manco io, ci ignoravamo a vicenda. Non potrò mai vantarmi di avere avuto la BESTIA, di essere stato uno di quelli che ebbero la malattia del secolo e sono sopravvissuti. La malattia più famosa della storia dell’umanità. Un giorno esagerai agitandomi a casa, urlando:”CORONAVIRUS, VAFF…!”, “CORONAVIRUS, PRRRRR!”, mentre facevo il gesto dell’ombrello. Mia moglie mi calmò, disse che non dovevo fare così. Ok, meglio non sfidarlo. Io lo rispetto e lui mi rispetta. O per meglio dire, io non lo filo e lui non mi fila. Ebbi lo stesso atteggiamento menefreghista nei confronti del vaccino. Per me farlo o non farlo era uguale, non temo un granché manco quello. “Boh, si, lo faccio” pensai, prevedendo che tanto prima o poi ci avrebbero costretto. Speravo che alle vaccinazioni non ci fosse tanta fila, che non ho tempo da perdere, ma fanno molto veloci.
Fine seconda puntata
«Ciò che il gregge odia di più è chi la pensa diversamente; non è tanto l’opinione in sé, ma l’audacia di pensare da sé, qualcosa che non sanno fare.»
(A. Schopenhauer)
Continuo a monitorare la situazione sociale. Tra poco c’è una manifestazione no green pass.
Ieri sera ho mangiato la pizza con amici favorevoli al green pass, poi vi racconto.
Schopenhauer ha usato solo un modo elegante per affermare una “triste”(ma in vari casi “divertente”)certezza:la madre degli imbecilli è sempre incinta!
Terza puntata de “Il Trader e il coronavirus”.
Sarà che noi lupi di Wall Street siamo dei gran giocatori d’azzardo, ma io ho affrontato il Covid-19 abbastanza tranquillamente, e altrettanto tranquillamente mi sono vaccinato, senza paura. Sempre rispettando i provvedimenti, indossando mascherine, facendo il distanziamento sociale, lavaggio sociale delle mani.
Temevo di più le conseguenze socio-economiche che quelle sanitarie. Tumulti, rivolte, quelli mi preoccupavano.
In realtà un paio di volte restai sgomento: qualche giorno prima del lockdown, quando un conoscente mi disse che erano stati inviati trentamila soldati americani in Europa per un’esercitazione e questo faceva supporre che avessero già il vaccino. Soldati, guerra… Questo si che mi fa paura. Dovette portarmi via un altro amico, andammo a prendere il caffè per calmarmi (i bar erano ancora aperti). I giorni subito prima del lockdown eravamo confusi, non si capiva bene cosa fare.