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Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, LAD, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Io me la sono sempre cavata perchè attaccavo per primo. Certo, bisogna essere un po’ incoscienti, ma questa dote non mi manca. Comunque sono ancora qui, senza nessuno strascico dopo quegli “esipodi”.
Tommy, ma quale vita immacolata che sono in preda all’esasperazione da tutti i casini che stanno succedendo in questo schifo di paese. Guarda se solo potessi andarmene tipo in Svizzera dove almeno li si vive bene, non ci penserei due volte, purtroppo non ho i mezzi per potermelo permettere.
Sono solo i soldi il vero problema, è sempre stato così e sempre sarà!!!
@Salguero,
appunto perché spesso questi bastardi si muovono in branco ci vorrebbe una bella 357 magnum, ma le licenze di “P.D.A” non le rilasciano facilmente, siamo in Italia.
GOLEM, qua c’è gente libera di offendere la famiglia degli altri e a te non pubblicano il commento perché hai scritto “ciao”. Non capisco. Proprio non capisco.
Rossana n.p.
MASSIMO e TOMMY. È vero che per imparare efficacemente le arti marziali ci vogliono anni, come in tutte le discipline. Ma a sua volta non è detto che l’aggressore sia per forza un esperto di lotta. Normalmente un aggressore sceglie la vittima più debole di lui, o agisce in gruppo, oppure usa un’arma, ma non è sempre detto. Conoscere qualche semplice mossa potrebbe rivelarsi utile. Ma l’ideale sarebbe riuscire a gestire la situazione prima dello scontro fisico, disinnescando la tensione a parole o riuscire ad allontanarsi prima che sia troppo tardi.
Il mio amico che mi insegnò la kick boxing mi disse che in strada vince la cattiveria: per esempio usando una bottiglia presa da terra. Non è facile acquisire delle tecniche di difesa che garantiscano di proteggersi. Devi anche essere disposto a fare molto male.
Salguero, esatto la ricetta è proprio quella che dici tu.
Poi naturalmente ognuno può fare le variazioni che vuole, ma quelle sono appunto variazioni sul tema.
Non mi meraviglierei se lo stesso soggetto che mette sull’aglio e olio il parmigiano o il pecorino (come se poi fossero la stessa cosa) ti facesse anche la carbonara con la panna …
Dunque la ricetta è quella ma ognuno può fare le variazioni sul tema, compresa quella del formaggio, peraltro citata dal Salguè. Vedo che quanto a logica e coerenza sei ai primi posti.
Vabbè Vitino, che lo dico a fare: sull’aglio, come aromarizzatore, e e l’olio come grasso di cottura, peraltro presenti in decine di ricette, si mette tranquillamebte il parmigiano.
Non capire un casso -di cucina in questo caso, ma se ne intravedono altri ambiti- e presumere di saperlo, non è un buon modo di presentarsi, ma quando si nasce …oni si trova sempre un modo per dimostrarlo. Tu hai scelto il più appetitoso.
Trad, la risposta destinata a te è “banned”. Segue quindi ricetta.
Purea di fave è cicoria (o catalogna). Per 4
Mettere a bagno circa 300 gr. di fave secche per almeno 12 ore.
Scolarle e deporle in una casseruola, meglio se de coccio, e aggiungere acqua sino a coprirle per due dita, portare ad ebollizione e abbassare la fiamma al minimissimo. Dovranno cuocere almeno tre ore. A mezz’ora dalla fine lessare la verdura, e condirla con olio a crudo e sale. Tagliare a fettine una cipolla di Tropea, e condirla con poco olio, sale e aceto, friggere qualche peperoncino lungo, dolce, e salarlo un poco.
Controllare la consistenza delle fave, se belle morbide, tipo la pasta ben cotta, spegnere, aggiungere almeno 4 cucchiai di olio, un pugno di farina, e mezzo cucchiaino di sale fino. Immergervi il minipiper e frullare il tutto sino a farlo diventare una purea. Assaggiare e aggiustare di sale se serve.
Versare nei piatti e accompagnare con le verdure preparate in precedenza.
Vino: Primitivo o Negramaro a temperatura ambiente.
È un piatto antichissimo e lo mangio oggi. Anzi, mò.
@Massimo.
Pensi davvero che in Svizzera ci entri tanto facilmente? Non illuderti!
Intanto devi trovarti un lavoro, non credere che verrai trattato con i guanti bianchi, specialmente se vai a fare il lavapiatti o le pulizie in qualche albergo frequentato da gente riccona che magari ti comanda a bacchetto, orecchie giù basse e zitto.
Se poi sfiga vuole che perdi il lavoro e non hai ottenuto ancora la cittadinanza tu fili dritto in Italia, senza ma e senza se. Informati meglio.
Trader, quello che conta di più è un corretto atteggiamento mentale, è la prima cosa che insegnano nei corsi.
GOLEM, strano che non ti abbiano censurato anche la ricetta della purea di fave. La fava ha un riferimento sessuale, normalmente ad un Golem o un Trader non è concesso scrivere certe cose. Sono applicati due pesi e due misure nella moderazione dei commenti. C’è chi è libero di scrivere oscenità, insultando e diffamando liberamente gli altri utenti e le loro famiglie, insinuando che facciano chissà che porcate. A noi viene impedito di comunicare normalmente. Mi dispiace, perché mi piacerebbe sapere cosa avevi scritto.
La ricetta no ma alcuni ingredienti sì. In una delle mie precedenti pubblicazioni hanno “oscurato” un noto vino della Daunia, che prende il nome dalla cittadina dove viene prodotto: il “Nero di tro..”. Questo per un’associazione indebita con l’aggettivo col quale si definisce trivialmente una donna di facili costumi. Accadde anche in altri momenti, mentre citavo la famosa città greca che diede i natali alla Elena più nota della Storia.
Sono gli aspetti comici e grotteschi insieme di questo sito, che si sommano a quelli importati dai vari partecipanti di volta in volta. Infatti speravo che le correzioni in campo culinario del recente novello Escoffier laddiano continuassero, per il mio e l’altrui piacere, ma vedo che si sono interrotte. Ma non c’è problema, si tratta di aspettare. Finché c’è Vito c’è speranzo.
Aoh, pure in questa lo hanno semioscurato! tro.. è una cittadina in provincia di Foggia sui monti Dauni, famosa oggi per la produzione vitivinicola. Il suo nome originariamente era “Aecae, e andò distrutta a seguito delle invasioni barbariche, e solo nel 1019 rinacque col nome attuale per volere di Basilio Boioannes, catapano bizantino d’Italia, che la ribattezzò tro.. in ricordo dell’antica città anatolica. Assediata dai Saraceni e poi trasformata in roccaforte dai bizantini, tro.. fu soggetta a numerosi assedi: da quello di Enrico II, a quello dell’imperatore Federico II di Svevia. La città sorgeva infatti in posizione strategica lungo la medievale via Francigena”. Possibile che non si capisca che non ha niente a che fare con l’omonimo termine minuscolo che identifica la maiala, sia a quattro che a due zampe? Sì, qui è possibile.