Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, LAD, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
Pagine: « Prec. 1 … 1.258 1.259 1.260 1.261 1.262 … 2.291 Succ. »
Pagine: « Prec. 1 … 1.258 1.259 1.260 1.261 1.262 … 2.291 Succ. »
Max 2 commenti per lettera alla volta. Max 3 links per commento.
Se non vedi i tuoi ultimi commenti leggi qui.
“non posso farti fesso perchè già lo sei”. Passy, fai tenerezza, ma non puoi capire perchè. “E ho detto tutto”, come dice Peppino. La più nota spalla di Totò.
Grazie Rosanna. Si, per me la chiusura di Indymedia è stata una mazzata.
Massimo, credo che il problema stia nel guidatore, non nell’automobile. Per guidare bisogna avere un minimo di intelligenza, che evidentemente manca a molte persone. Per non parlare del fatto che ci sono alcolisti con la patente
Trader, invece io credo che il problema è proprio perché ci sono motori di grossa cilindrata che hanno una potenza di velocità molto elevata, vanno a benzina. Perciò bisognerebbe PROIBIRLI: https://www.youtube.com/watch?v=V0ZnJ9iUUXw
Ciao Golem, ho letto un libro bellissimo : “Fiori per Algernoon”. Non so se lo conosci, rientra nella categoria fantascienza, ma diciamo che l’elemento fantascientifico è un espediente per indagare la psicologia umana, sia quella di un disabile mentale, che dello stesso personaggio mentre acquisisce sempre maggiore intelligenza e, al contempo, dolorosa consapevolezza. Mi ha fatto molto riflettere su quanto non ci serva a nulla un’intelligenza smisurata, senza al contempo avere la stessa maturità emotiva e una reale, genuina, apertura verso gli affetti. Forse non siamo destinati ad essere animali troppo intelligenti, condizione che porta spesso ad un distacco eccessivo dal mondo e dai suoi attori, con una deriva solipsista e infelice. Proprio ieri ascoltavo una prosopopea di Odifreddi sulla stupidità, durante la quale ha etichettato Dostoevskij (e molti altri) come malati mentali che hanno trasposto il loro disagio psichico su carta. Ecco, non so dove volevo arrivare, semplici…
Massimo, in effetti non ci si rende conto della pericolosità della velocità. Tra l’altro per fare tragitti brevi non si risparmia tanto tempo correndo piuttosto che andando più piano: per fare due chilometri, se vai a sessanta all’ora impieghi due minuti, se vai al doppio della velocità, centoventi all’ora, ci impieghi un minuto. È solo un minuto di differenza, ma si rischia molto, molto di più.
Il sito storico di Indymedia è ancora visibile, molto bene.
C’erano attivisti come Vittoria Oliva, Claudio Maffei.
Stamattina dovrei fare giornali, uff!
Ciao Suzy, l’ho cercato su Wiky, e non vorrei sbagliare ma credo di averlo letto almeno mezzo secolo fa durante il servizio militare, quando amavo ancora la fantascienza dell’adolescenza e mi avvicinavo alla psicologia dopo aver scoperto Eric Fromm. Infatti non credo di aver potuto fare all’epoca le riflessioni che hai proposto tu. Che trovo corrette, nel momento in cui la condizione che ci proviene dalla coscienza della nostra “naturalità” genetica viene sostituita lentamente da quella tecnologica degli ultimi tre secoli, come “protesi” per superare quei limiti naturali. Fino ad allora le “Colonne d’Ercole” della nostra esistenza fisica e morale.
A voler fare un sunto della storia umana ci sarebbe da discutere su quanto l’Uomo faccia da sempre uno sforzo… “inumano” per affrancarsi dall’ineluttabilità della Natura, riuscendoci per certi versi ma perdendo lentamente quel poco di “Paradiso Terrestre” che gli rimaneva. Arriverá il momento in cui l’Uomo sarà solo “mente”, se non si sarà autoestinto prima. Non ci saremo per vederlo, ma la strada è segnata》
》Non ho potuto sentire Odifreddi ma immagino quello che può aver voluto dire riguardo certi “disagiati” come Dostoevskij. Lo immagino quando penso alla “normalità” e a come questa sia stata “calibrata” di volta in volta secondo la “legge dei vasi comunicanti” prodotta dalle società dove quelle “anomalie” dell’intelletto si manifestavano. È invece interessante osservare quanto certi “disagi” aprano “gattache” verso aspetti dell’animo umano che un’osservazione “vincolata dalla norma” non consente di fare. D’altra parte, come diceva Guglielmo da Baskerville ad Adso, mutuandolo su certi “esploratori disagiati”, “solo i pazzi e i bambini dicono la verità.”
Ce ne fossero di “malati mentali” come Dostoevskij, quante nuove cose di noi scopriremmo, invece abbondano solo disagiati mentali…tradizionali.
Comunque mò io mi sto leggendo le recenti uscite “repubblicane” di letteratura “storica” di Barbero.
Come faccia quell’uomo ad avere in testa tutta quella roba non si capisce. Con questa canicola infernale verrebbe voglia di chiederlo a… Odifreddi.
Trader, sarebbe bello ritornare ai vecchi tempi dei cavalli e le carrozze, ma come disse Giulio Cesare: il dado è tratto. Vabbè…si dovrà comunque mettere dei paletti!
SUZANNE:”Mi ha fatto molto riflettere su quanto non ci serva a nulla un’intelligenza smisurata, senza al contempo avere la stessa maturità emotiva e una reale, genuina, apertura verso gli affetti.”
Maturità emotiva che comporta intelligenza emotiva. Si può avere altri tipi di intelligenza, ma non avere intelligenza emotiva, empatia, capacità di relazionarsi e tutto ciò che esula dalla semplice capacità di risolvere problemi matematici. Secondo me è più importante avere la prima che la seconda.
Trad, “L’intelligenza emotiva è un aspetto dell’intelligenza legato alla capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie ed altrui emozioni…”. Le altrui emozioni, attenzione.
Ma le altrui “emozioni” non sempre sono…sincere. Quindi, per me, l’intelligenza deve saper riconoscere a che gioco si sta giocando nei rapporti interpersonali. Io non ho molta stima dell’umanità, che, al contrario degli animali superiori, sa anche fingere emozioni e sentimenti, persino a sè stessa, e in fondo lo dimostrano le infinite ingiustizie, sofferenze e le incoerenze del mondo in cui viviamo. Personalmente sono tranchant nei rapporti umani, e se nell’altro percepisco falsità o “pose” di circostanza non mi trattengo. Insomma, non amo il prossimo come me stesso per convenzione. Per questo ho pochissimi amici ma “secolari”, perchè come per l’amore, i sentimenti veri non possono cambiare. Se cambiano non erano veri, e se non erano veri che senso ha l’empatia. Su cosa empatizzi, su una menzogna? Quindi io empatizzo solo con chi lo merita.