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Lettera pubblicata il 14 Gennaio 2015. L'autore, LAD, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Quindi tu, Adam, vivi felicemente con la tua compagna, che tiene nei ricordi del cuore un’altro? È così? E per te è tutto ok? Perchè questo è il tema, e io di questo sto parlando. E ripeto, se porto le mie esperienze è perchè di quelle posso parlare, non della Città del Sole di Campanella e manco del “pendolo” di Bauman. Dove vedi l’imposizione di una mia visione lo sai solo tu, se poi le mie convinzioni ti sembrano impositivie sono fatti tuoi, perchè di quello che fai della tua vita relazionale non mi interessa nulla, sappilo. Mentre vedo che tu sei attento alla mia di vita, e fai la comare su quello che faccio tra le 22 e le 23, quando tu fai quello che faccio io evidentemente. Hai pure ipotizzato, (con un raffinato gioco di richiami) che io mi sia spacciato come Stukas per perorare strumentalmente “la causa”, questo per dire cosa si nasconde dietro l’inappuntabile intellettuale dalle colte letture.
Ripeto, Adam, stiamo parlando di triangoli, non di pendoli. Quelli li lasciamo agli orologiai.
Io ho parlato del mio, parlaci del tuo, e come fa a funzionare. Dai.
Suzy, non mi hanno pubblicato la risposta alla mia “incoerenza”, non so perché. Ma citare un autore per una ipotesi tutta da dimostrare è una cosa, citarne uno o più che hanno dimostrato un’ipotesi credo sia un’altra cosa. Che dici? Facevo il buffone per farmi bello, o i titoli che citavo erano funzionali alle mie pur verbose dimostrazioni?
Sinceramente citare Bauman e il dilemma del pendolo, a me fa ridere in questo contesto, dove il “bombardiere di picchiata” si è scassato la min.... di vivere con una crocerossina che accudisce un cataplasma.
Cercare di sintonizzarsi sull’oggetto in argomento e il contesto in cui si esprime, mi sembra il minimo sindacale se si vuole discutere in modo comprensibile per tutti, o sbaglio?.
A proposito, tu avevi gia letto Bauman? E se sì, si capiva dalle alate parole adamiane che si riferisse all’amletico pendolo e non alle relazioni liquide, aperte? Non ti sembra che una citazione buttata lì ai comuni mortali avrebbe richiesto un minimo di chiarimento?
Lui pensava al “pendolo”…
Golem, io sono stata etichettata come una pseudo-intellettualoide-sinistroide ( presumo che il riferimento alla politica sia in merito alla mia deriva hippie) che parla per slogan, avendo scritto un post un pochino meno personale e più “teorico”. Mi pare di aver specificato che parlo anch’io delle mie esperienze personali, due in questo caso, in cui il mio modo di pensare è stato ovviamente declinato in realtà. Non si capisce perché la tua esperienza sia sempre più rilevante di quella degli altri e il tuo bagaglio culturale sempre più attinente, approfondito di quello altrui. Ricordati che puoi definirmi mediocre ma non stupida (e immagino tu colga il riferimento), quindi non puoi rigirare sempre le frittate a tuo piacimento.
Di Bauman ho letto solo qualcosa sulla società liquida e non conosco il concetto del pendolo, ma presumo abbia attinenza con il discorso.
Sì, Suzy, tutti etichettiamo, anche tu, potrei citarti decine di casi in cui anche i “garantisti” giudicano e quindi “etichettano”. È una necessità psicologica muoversi per punti riferimento. Come dire che per misurare qualcosa si deve avere un punto di partenza e uno di arrivo. È la solidità di quel “punto” la discriminante. Il fatto è che in certe discussioni esiste il cosiddetto “pregiudizio etico”. Per farla breve, e senza allontanarci troppo dal focus del dibattito, nella situazione Paola/Stukas, la prima sensazione che emerge in un osservatore neutro, non condizionato da emotività di parte, diciamo, è la “bontà” di Paola e “l’egoismo” di Stukas, n’est pas? Questa reazione ha origini da un cocktail di “informazioni” sia istintive che culturali che ci fanno essere quello che siamo, difficili da snocciolare con 1000 battute a disposizione, che ci predispongono ad una visione in fondo pregiudiziale. Tu ovviamente mi ricordi che la mia esperienza non necessariamente è più rilevante di quella altrui, corretto, ma quella altrui in cosa consiste?》
》Per essere chiari, tu hai vissuto o stai vivendo bene il triangolo? Il tuo lui è “lieto” della tua frequentazione “ex post”? E il nostro Adam, che come un arbitro mi “fischia” la mia retro-gelosia come uno che sa di cosa si parla, vive il suo felice rapporto con lei che frequenta gli ex? Perchè se vogliamo parlare della filosofia della coppia potrei parlarti per anni teorizzando sui massimi e i minimi sistemi di questa, se invece vogliamo farlo ontologicamente le cose cambiano, e dal possibile si passa al “disponibile”. Quindi, diciamo che io ho vissuto sulla mia pelle l’ontologicità del triangolo, a te è successo o ami vederlo possibile? E il suonatore di cetre, parla con cognizione di causa perchè i Natali lo passano in tre, oppure sull’argomento si “onanizza” l’amigdala con Bauman?
Suzy, non sei né stupida né mediocre, solo vittima di un provincialismo intellettuale che “pre-giudica” delle posizioni partendo da basi teoriche, anzi teoretiche, facendo confronti impossibili fra la vita contemplativa e la vita attiva.
Ciao.
P.S. non sei tu la pseudo. Lo sai.
Vi fossero le tre stelle Michelin sulla girata di frittata Golem ne avrebbe diritto ad honorem a vita
Bauman non è stato portato a supporto di niente.
Vi era una riferimento di 4 parole, in parentesi che nulla aggiungeva (o si riferiva) al ragionamento fatto.
Ragionamento spiegato in maniera (credo) semplice e lineare:
“Essere in coppia non vuol dire finire di essere individui, il presente non ha bisogno di vedere cancellato il passato, fermo restando
invece l’importanza della chiarezza, trasparenza e dialogo. Tutto qui.”
Tant’è che Minimalista (a cui era rivolto il post) ha risposto senza alcun problema
Del resto, Baumann era un ”aggettivo” rispetto al bel post di Suzanne:che:
“(per me profuma meravigliosamente di Bauman)”
Perche?
Il bel post 196 di Suzanne mi ha ricordato qualcosa letto di recente di Bauman, da qui l’accenno.
Post di Suzanne:
“Da una parte, tanta sicurezza dell’essere una “cosa sola”, dall’altra la libertà di scegliersi ogni giorno…
Estratto dalla lettura di Baumann
“La relazione ambivalente, dialettica, di odio-amore esistente tra sicurezza e libertà – due valori tanto indispensabili per una vita decente e dignitosa quanto difficili da essere riconciliati e goduti contemporaneamente – è una parte inalienabile e significativa della condizione umana”
Riferimento innoquo e personale,ininfluente sul resto.
Ma galeotta fu Wikipedia,Golem corre a leggerla ne trae rave per fave per di piu’ pontifica (Adam non hai capito Bauman) e ne fa un processo alle intenzioni???
Ci sarebbe da ridere se non avessi dovuto perdere del tempo per spiegare un punto a chi comunque non ascolterà.
Sul resto saro’ breve, tanto è tutto inutile:
1) Golem, mai parlato di imposizione. Smettila di travisare le parole altrui.
2)Nessuna comare, ma se usi il tuo esempio come prova del nove per squalificare costantemente il pensiero altrui è normale ti si risponda restando in tema.
3) La mia storia pur riflesso della visone di cui parlo, non è invece prova del nove per nessuna altra vita altrui.
Capisci?Ovviamente No.
Adam, leggendo il tuo panegirico m’è venuto da ridere perchè mi ha ricordato un episodio di cui io fui protagonista, con le stesse intenzioni (e figura) che hai fatto tu oggi, per quanto mi riguarda. Devo raccontarlo.
Erano i primi anni’80, e stavo andando in Puglia per le vacanze in auto. Arrivato all’altezza di Cerignola mi fermo in una stazione di servizio per l’ultimo pieno e leggo una pubblicità: “Cambia l’olio e ti regaliamo il telo per l’estate”. Quel telo mi piaceva ma l’olio l’avevo cambiato a Milano, che fare? Mi venne un’idea proprio mentre il benzinaio, tondo, rubizzo e “rurale” mi si avvicinava per fare benzina. “Adesso ci penso io con questo” mi dico e elaboro subito un pistolotto come il tuo.
“Buonciorno, dica”;
“Faccio benzina grazie, ma prima volevo proporle una cosa, a me piace, magari piace pure a lei”; “Che cosa”; “senta ho visto l’offerta cambio olio-telo estate”; “meh, e che vuoi?”; “ecco, siccome il cambio d’olio viene 40 mila lire, mi chiedevo se facendo il pieno che viene la stessa cifra》
》potrei avere il telo. Non trova che sia plausibile la proposta?”, e lui, che intanto mi guardava con le mani sui fianchi, la testa piegata da un lato e lo sguardo di chi sta pensando, in barese, “mo’ vogl’ vedè ‘stu fess’ dove vuole arrivare”, con un’uscita che mi ha cambiato la vita mi risponde, alla Nino Banfi: “send’un bò amico caro, tu che parl’ com’un teleggiornale, ficcat’ n’cape ca qua, o ti manci la pasta o ti manci i faggioli, ca la pasta e faggioli non la facciam’ p’ te: e’ capit? Allor’, che facciam’?”;
“il pieno grazie”.
Ogni volta che ci penso mi piscio dal ridere per la lezione che mi ha dato quell’omino.
Adam, ma tu con chi c… credi di avere a che fare quando proponi una frase come: “La relazione ambivalente, dialettica, di odio-amore esistente tra sicurezza e libertà – due valori tanto indispensabili per una vita decente e dignitosa quanto difficili da essere riconciliati e goduti contemporaneamente”.
Non ho più spazio per spiegare quanto sia fuori luogo quel tuo “ragionamento”. Se vuoi il “telo” devi “cambiare l’olio”.
Ciavo
Trader, non mi riferisco al tuo interlocutore, in particolare, ma questo è un “consolatoio”, lo avevo già detto. Se, anche in un discorso di carattere generale metti in evidenza i tuoi traguardi, i perdenti scattano. Il bello è che con quell’atteggiamento mettono in luce proprio la causa dei loro fallimenti, vale a dire quello di negare la realtà è quindi non riuscire (o non voler) trovare una strada per risolvere i problemi. Lo sai come si dice no? Il vincente cerca sempre una soluzione, il perdente una scusa.