C’è un angolo remoto del mondo dove il caos è sempre giustificato dall’uomo,
è il cuore degli uomini e delle donne,
occhi lucidi e parole sprezzanti si contrastano correndomi dietro,
Che strani i tuoi 25 anni,
quante volte si muore in una vita, con esattezza non saprei,
Sai, mi hanno diagnosticato il disturbo della bipolarità,
il dottore mi ha detto che i miei shock emotivi sono la causa di tutto questo,
io sorrido e le pillole non le prendo, preferisco passeggiare e parlare con la gente,
preferisco scrivere canzoni, oppure scrivo su internet è divertente sai?
Pazzo, folle come te, che mi odi così tanto da attraversare il mondo per dirmelo,
Adesso sul mio letto dorme un altra, ma non è un amante, è una piccola amica, che vesto, a cui metto le scarpine, una amica a cui pettino i capelli e la profumo di rosa o mirtillo.
Che fai ti arrabbi, mi odi ti odio, poi mi baci e dopo scappi, piango io piangi tu,
e io rido perché arrivo alla fine, poi capisco che è la fine dell’inizio, il ritorno, poi l’inizio della fine,
insomma maledetto il giorno che t’ho incontrata,
poi mi dicono che sono disturbato, poi arrivi tu e togli il disturbo,
Dormo o faccio finta di dormire, tu canti a squarcia gola le mie canzoni sotto il terrazzo,
Arriva l’altra con un altro cuore infranto da curare, come se fossi il primario degli amori metropolitani, non si scherza con i sentimenti neanche se si è dei professionisti affermati.
Valerio vorrebbe essere un padre migliore del suo, mi chiede qual’è il segreto, io rido, non lo so come puoi farmi queste domande, è tutto così confuso.
Quando vado a fare la spesa con Diana, le signore curiose mi chiedono: “Ma è sua figlia? Mamma mia che bei occhi celesti!” gli dico di si, Diana diventa tutta rossa e mi riempe d’affetto, fa la vergognosa, lei ha 5 anni e tante cose non può capirle, però mi guarda e sembra percepirle, divertente prendere in giro le signore vero Diana?
Diana non piange mai, Diana non fa i capricci, e mi strige forte forte la mano quando attraversiamo via Candia, mi sorride sempre, lei è una bambina splendida tu invece sei sempre la solita arpia, il dolore non ti ha cambiato in meglio.
Il dolere ci rende più pazienti, meno esigenti, più lungimiranti, Il dolore ci fa assomigliare alle nostre madri, ai nostri padri, il dolore ha reso le persone migliori, tu invece no, tu sei rimasta una bambina che le scarpe se le mette da sola però fa i capricci, piange e fai la prepotente, e soprattutto non sai ricevere un “NO” secco.
Non fare figli amore mio, non sei pronta.
Le passeggiate al parco mi mostrano i tuoi falsi desideri di maternità, hai sempre odiato i bambini che urlavano nei ristoranti dove ti portavo, invece pensi oggi che i tuoi saranno diversi, amore mio non mi incastri, non me, cercati un altro uomo sposato.
Premuroso attento e protettivo, si ma con Diana, amore mio tu non hai 3 anni, il tuo si chiama complesso di elettra.
Diana stanca si addormenta sulla poltrona rossa, fra le mie braccia e così dormo anch’io, il suo cuoricino da bambina batte forte, ma prima osservo i tuoi occhi di disprezzo, e ti chiedo la coperta e tu mi rispondi come se ti avessi fatto torto, si ti ho fatto torto hai ragione, t’ho amata come donna, come amica, come confidente, come complice.
Non credere che io possa mai dire una cosa del genere ad alta voce, queste mie parole me le porto nella tomba, non meriti niente.
Vedi se questo fosse un film io sarei un eroe noir, ma il lieto fine non c’è, allora lo scrivo io, da bravo sceneggiatore ti cancellerei, nulla di personale, ti farei morire d’incidente stradale e ti piangerei tenendoti a distanza con una morte irreversibile, perché morire è troppo facile.
Adesso scusami ma riporto Diana al papà, c’è lo zucchero filato in cucina se vuoi mangialo.
Ci vediamo più tardi, mi sono ripreso le chiavi di casa spero non ti dispiaccia.
Come sempre io.
P.S. c’eravamo tanto amati, mi lasci le sigarette nel cassetto grazie.
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Categorie: - Me stesso
…insomma ce l’hai con questa donna…
Incredibile quanto ferocemente ci attacchiamo alla nostra infelicità, l’energia che bruciamo per alimentare la nostra rabbia. Incredibile quanto un momento siamo lì che ringhiamo come bestie, e un momento dopo ci siamo già scordati il come e il perché. E questo non per ore, o giorni, o mesi, o anni, ma per decadi, vite completamente usate, consegnate agli odi e ai rancori più insignificanti. (dal film factotum)