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Lettera pubblicata il 5 Marzo 2006. L'autore ha condiviso 20 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Bruno.
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Ben argomentata la risposta Alan, ma certe disquisizioni sull’utilità e l’inutilità dei lavoratori sono “sforzate”, e se leggessi con mente più aperta quello che dico non ne avresti bisogno…
Ah, le “lenti rosa” ti permettono, a differenza delle fette di slame, di vedere dove rischi di andare a sbattere…
Quello di cui si ha bisogno per poter discutere, caro Domenico, sono appunto gli argomenti. Se non se ne hanno, è difficile farlo. Andare avanti recitando slogan e luoghi comuni come se fossero mantra non ti avvicina certo alla realtà.
La mia mente è aperta, ma agli argomenti non alle chiacchiere.
Di quelle ne abbiamo già ascoltate abbastanza in questi ultimi anni.
Sapere dove si va a sbattere non diminuisce la violenza dell’urto. Toglie anzi ogni giustificazione possibile all’incidente: in fondo si poteva evitare…
“Chi ha studiato deve spalare? Certo, perchè no. Potrebbe essere didattico, perfino terapeutico. Si impara ad usare un badile e si capisce il lavoro duro. Magari, se uno lo desidera fin da piccino, potrebbe evitare anche di studiare…
Ho l’impressione che sarà difficile competere con il resto dell’Europa con questo tipo di mentalità.”
Caro Krishna-Alan, tu che non snoccioli slogan (siii…. come no) o non ti rendi conto che sono i tuoi, gli slogan, rileggiti.
Perchè è chiaro che non si compete col resto d’Europa con la tua mentalità. Spalare non è didattico nè terapeutico, semplicemente è quello che tu non consideri: un lavoro.
Ma tu, intellettuale, non un vile meccanico, non lo consideri tale, bensì un propedeutico per quando il laureato troverà un lavoro vero: mettere il culo su una poltrona che ha ragion d’essere solamente nel fargli appoggiare il deretano, cioè un posto di lavoro finto, creato perchè il pargolo non si lamenti rivendicano un diritto che non ha.
Se non ci sono posti statali, caro mio, invece di stare a casa e lamentarti, spala come la gente normale.
Caro Domenico,
ora sei tu che predendi di sapere cosa sono e cosa non sono…
Ti ringrazio per ritenermi un intellettuale, non lo sono e quindi perdonami se non mi sento lusingato dal tuo giudizio.
Prendo atto del fatto che mi consideri un disoccupato: non sono neanche quello e i miei eventuali pargoli godono di ottima salute.
Non ho mai fatto distinzioni in tema lavoro, rileggendo i miei post dovresti anche ammettere che non ho mai parlato di lavoro di concetto: anzi, parlavo proprio di Alfa e di meccanici.
Non mi risulta che i miei post contengano lamentele, ma soltanto valutazioni e commenti sulla nostra società. Credo di avere il diritto di farlo così come ce l’hai tu…Il fatto che esse non coincidano con il tuo punto di vista non dovrebbero renderti così nervoso. Capisco che il concetto di democrazia che trapela dai tuoi commenti non ti consente certe finezze, ma secondo me dovresti sforzarti un po’ di più.
Per ultimo, comincio a pensare che questo mantra senza fine sull’uso del badile e del letame nasconda un lapsus freudiano…
Se ne avessi bisogno, non avrei problemi a farlo. Ti assicuro che non ce l’ho. Il fatto che mi prenda la briga di parlare per conto di chi invece il bisogno ce l’ha probabilmente va troppo al di là delle tue limitate capacità in tema di soliderietà sociale.
Debbo invece darti atto di una cosa.
Mi sembra che nelle tue parole si celi una vera predilezione per l’oggetto da rimestare, al di la del bisogno materiale di un lavoro. E siccome ogni lavoro necessita di passione, credo che nessuno meglio di te potrebbe farlo.