Vorrei un parere su una questione che non saprei come catalogare, forse “morale” andrebbe bene, ma poco importa la forma e quindi andiamo al sodo. Prossimamente ho la comunione di un parente, a cui sono stato invitato. Ci sarà, suppongo, la funzione e poi il pranzo con famiglia e amici intimi.
La questione sorge ora: io non credo, non vado a messa da parecchio tempo ormai, l’ultima volta è stato un funerale un anno e mezzo fa e prima ancora non ricordo. Ho sempre avuto contatti con “persone religiose” in questi anni, ho persino qualche prete che posso considerare amico, e non sono avulso da problemi spirituali, ma la scelta di smettere di andare a messa e staccarmi abbastanza dal mondo della chiesa è una delle poche cose che posso dire con tutta certezza di non rimmpiangere minimamente nella mia vita, nel senso che non c’è un singolo motivo per cui non rifarei la mia scelta.
La mia famiglia ha una visione diversa, ma dopo i primi tempi, quando avevo 15-16 anni, credo che abbiano capito che è una scelta personale e che comunque sono soddisfatto della mia scelta, per quanto a loro possa dispiacere.
Ecco quindi la mia domanda: posto che non mi sento per niente di dire che credo in dio, posto che credo men che meno nell’istituzione della chiesa, posto che andare a messa costituisce per me – e sottolineo esclusivamente per me, per come la vivo io – una perdita di tempo, dovrei secondo voi andare a questa comunione oppure no? Sicuramente farebbe dispiacere a questi miei parenti, che peraltro non penso sappiano nemmeno di questa mia scelta pure non recentissima, se io non andassi (visto che le occasioni per vedersi sono poche e incontrarli mi fa comunque piacere) o magari se apparissi solo per il pranzo (questa sarebbe proprio pessima…).
Insomma per coerenza con me stesso forse non dovrei andare o quanto meno non assistere alla funzione. Allo stesso tempo però rispetto la loro scelta e credo che un sacrificio per la famiglia valga la pena di essere fatto, almeno una volta ogni tanto. Penso proprio quindi che andrò, ma vorrei sapere se secondo voi un non credente dovrebbe, per coerenza con se stesso, evitare o meno di andare in chiesa in un contesto quale quello descritto.
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Categorie: - Me stesso - Spiritualità
la tua coerenza non c’entra assolutamente nulla col partecipare alla festa di un tuo parente.
Scusa ma non capisco il tuo messaggio, non ne trovo un senso logico.
Se la funzione religiosa fosse per te e avessi scritto che non te la senti ti avrei capito (anche perchè la penso come te) ma non ha assolutamente nessun tipo di relazione con l’andare e partecipare ad una festa, in fondo durante la cerimonia puoi pure startene fuori dalla chiesa, che problema c’è?!?!?
Se è vero che non credi in Dio e nella Chiesa, che cosa ti cambia andare a messa (perché c’è una celebrazione di un parente) o meno?
Cioè…io, che non credo e non ho mai creduto, vado a matrimoni o altre cerimonie. Sto lì perché sono stata invitata e la mia presenza evidentemente fa piacere. Ma sono in Chiesa come potrei essere dal salumiere!
Il fatto che tu gli dia così tanta importanza, fa pensare che tu abbia un interesse a riguardo, seppur nascosto e profondo.
Se davvero non ti importa nulla dell’istituzione ecc, ecc, che problema c’è? Non è che se entri in Chiesa, la tua “reputazione” da ateo viene meno…
E’ come se entrassi in una Moschea o in una Sinagoga. Sono luoghi che per te non hanno significato, luoghi come altri. Ma ci entri proprio perché luoghi come ce ne sono tanti altri. E lo stesso vale per la Chiesa.
Boh…sinceramente la tua lettera mi lascia un po’ sgomenta…
Per coerenza con se stessi allora non si dovrebbero fare tante cose: un vegetariano non dovrebbe entrare in macelleria (o, esasperando un po’ la cosa, a casa di qualcuno che ha in frigo una bella fettina di carne da impanare) e cose così! 😀
Hahahaha! Se ti poni di questi problemi, stai dando troppa importanza al credo e alla Chiesa. Se è vero che te ne freghi, fregatene ed entra in quella Chiesa (che quasi sicuramente è piena di storia e di arte).
Ciao!
Se vai in chiesa non muori, fidati. Dio non si offende se stai alla sua presenza. E poi “IO” ha ragione puoi stare fuori, sennò vai solo al ricevimento spiegando le tue motivazioni, non è che fai brutta figura. Vedi te.
Guarda anch’io ho lo stesso problema e la penso come te. Però ormai quando capitano quegli eventi ci vado, se non altro per il rispetto di chi ci crede. E poi mi dico sempre che può essere un’occasione in più per confermare la mia opinione sulla cosa. Infatti, ogni volta sono sempre più perplessa (per non usare paroloni pesanti). E poi nessuno ti obbliga a fare il segno della croce, la comunione e rituali vari. Anzi, come dice IO puoi anche star fuori dalla chiesa.
Grazie per le vostre risposte. Evidentemente non sono stato molto chiaro, anche se rileggendo mi sembrava non troppo contorto il discorso. Ad ogni modo perdonatemi per avervi reso la lettura difficile.
IO – So bene che potrei rimanere fuori dalla chiesa, ma se così facessi sarebbe come andare direttamente solo al pranzo e la questione non si porrebbe. Non dico che non farei bene, ma non è questo che ho chiesto. Non ho chiesto un consiglio su come “uscirmene” senza far rimanere male un parente. L’unico problema, per rispondere al tuo “che problema c’è?!?!?”, è quello di conciliare la coerenza con se stessi e col partecipare ad una festa altrui nel cui significato non si crede. O, se non fosse ancora chiaro, il problema andare a questa funzione, alla quale evidentemente i miei parenti credono, pur essendo una cosa che non condivido.
enù – Per fare un’analogia con la tua domanda di apertura, se non credi in un partito politico, cosa ti cambia se andare o meno ad una riunione/comizio/altro quando il tuo partner ti ci invita? Magari, se non condividi le idee di quel partito, non sei indifferente, quindi ti cambia.
Vedi, tu hai frainteso alla grande il mio discorso: io non ho mai detto che me ne frego, altrimenti perché mi sarei, e vi avrei, posto il problema? …
Il fatto che io non creda in dio o nella chiesa non significa che sia indifferente alla questione spirituale e religiosa né tantomeno ad un’istituzione molto concreta – e quindi poco soggetta al dubbi riguardanti la sua esistenza – quale appunto la chiesa.
Visto che anche tu sei andata di analogia, credi davvero che un vegetariano sia indifferente a stare in una macelleria? Io ne conosco alcuni e so che non lo sarebbero… Se sono vegetariani per rispetto degli animali (conosco anche quelli che lo fanno non per etica ma solo per la propria salute) evidentemente non sono indifferenti alla questione. Altrettanto io non sono, né ho mai detto nella lettera di essere, indifferente alla faccenda.
Per passare ad altri fraintendimenti: entrare in una chiesa, o in una moschea o in una sinagoga o altri luoghi di culto, non mi crea alcun problema, anzi mi piace quando visito un luogo. Però questo nemmeno questo c’entra nulla con la mia domanda: non ho mai detto che mi interessa ammirare l’architettura della chiesa, tantomeno (per citare un ennesimo tuo fraintendimento) che tengo ad una mia presunta reputazione di ateo che verrebbe meno. Non temo nemmeno di prendere fuoco appena metto piede in chiesa, se ti stessi domandando pure questo… Il mio unico problema l’ho riproposto qui sopra (vedi risposta ad IO) e non c’entra granché con quel che hai scritto.
Koala – Grazie, ma anche tu non hai colto, ergo vedi sopra.
falbalà – Grazie, mi pare che tu abbia colto il senso del mio quesito, tranne che la soluzione di rimanere fuori dalla chiesa, pur essendo praticabile, è una pseudo-soluzione. A questo punto tanto vale presentarsi direttamente al pranzo.
Mah…
Per rimanere sull’estremo e continuare a parlare di paragoni, allora un vegetariano non entra proprio al supermercato? Lì di carne morta ce n’è sempre…
Boh, a me sembra che sia davvero una questione di “reputazione da ateo”…e prendi la cosa con tutte le virgolette.
Se non credi nella Chiesa, dovresti entrarci come se nulla fosse, proprio perché per te non avrebbe significato. Che poi tu credi in Dio, in Allah o in Superman, è una cosa tua.
Se entri in Chiesa senza fare la comunione e altre cose simili, non credo che tu stia compromettendo la coerenza con te stesso. Stai semplicemente “entrando in casa di qualcun’altro perché invitato”. Con rispetto, ma senza condivisione.
Questo è ciò che penso…
Ciao Asterix
grazie di pensare che io abbia colto il senso del tuo quesito. In effetti, senza voler sembrare presuntuosa, mi sembra di capire cosa provi quando devi assistere ad una funzione religiosa. Insomma, non collima un bel niente con le proprie convinzioni. A me viene l’allergia quando sento certe prediche. È che proprio non capisco come si fa al giorno d’oggi ancora a credere e aver paura di certe cose. Ma qui aprirei un altro capitolo e non mi sembra il caso. Non ti dicevo che devi startene fuori dalla chiesa, infatti era solo una pseudo-soluzione. Comunque non so bene cosa vorresti sentirti dire come soluzione. Secondo me, o entri in chiesa e fai contenti tutti o non entri. Nell’ultimo caso, in effetti potresti anche chiederti di non partecipare neanche ai festeggiamenti dopo la cerimonia, perché in fondo si continua a festeggiare il fatto che la persona in questione abbia ricevuto la comunione. Quindi insomma, festeggi qualcosa che non condividi. Per coerenza con se stesso un non credente dovrebbe restarsene a casa. Ma nella vita ci sono anche impegni e obblighi e non casca il mondo per questo. Tanto dentro di te sei comunque coerente.
Mi è capitato di dover partecipare a questo tipo di festeggiamenti, per fortuna non sovente, e ti posso assicurare che mi sento sempre un po’ un pesce fuor d’acqua, quindi credo di capirti.
Comunque in generale, da atea, entrare in chiesa non è come entrare in salumeria. In salumeria ci vado per il piacere, in chiesa per il piacere di altri e mi viene sempre un certo senso di oppressione.
enù – Sinceramente non capisco certi paragoni… Se un vegetariano entra in un supermercato, sarà perché gli serve del cibo, no? Il fatto che ci sia carne è un altro discorso, ma i vegetariani non compreranno la carne. Ora il paragone avrebbe senso se io entrassi in chiesa per altri scopi (restauro, turismo, ecc.), e il fatto che ci fosse una celebrazione sia la circostanza non piacevole con cui dovessi convivere (come la carne per il vegetariano).
Ma il vegetariano non entra al supermercato per comprare carne, no? Così solitamente un non credente non va in chiesa per andare a messa, io credo.
Vorrei poi ribadire che il fatto di essere non credenti (che non significa necessariamente atei, peraltro) non significa fregarsene. Se parlo, come ho fatto all’inizio, di “sacrificio”, significa che NON sono indifferente, no?
Con le tue ultime due frasi, che – finalmente! – arrivano a rispondere al mio discorso, mi trovo abbastanza d’accordo, infatti alla fine ho scelto di andare. E il fatto di assistere ad una messa dopo molto tempo mi ha confermato quanto ti avevo già scritto in precedenza, cioè che non rimango indifferente.
falbalà – come ho detto subito sopra, anche io non sono rimasto indifferente. Per carità, il prete sapeva fare il suo mestiere fin troppo bene, ma vedere quei bambini a cui viene fatto il lavaggio del cervello, mi ha confermato che è stata una buona idea allontanarsi da certi ambienti. Per alcuni anni, e forse per tutta la loro vita, molti di quei bambini crederanno di fare peccato se non vanno ogni domenica a messa, se non si confessano ogni mese, e poi chissà quali altre cose.
Grazie a tutti per aver detto la vostra
Hai preso un po’ troppo alla lettera certi esempi e/o paragoni. Si faceva per estremizzare…
Ma non importa. Alla fine ci siamo “capiti”.
Condivido in pieno il pensiero di falbalà. E spero per te che tu non debba ritrovarti di nuovo in situazioni come questa, che suppongo (considerando che ti ha spinto a scrivere qui) possono arrecarti una qualsivoglia forma di disagio.
Sono assolutissimamente d’accordo con enù.
Una cosa che non ti tange non ti crea tutte queste problematiche.
Vai alla cerimonia, magari serve per chiarirti di più le idee. Anche se credo che tu più che mancanza di fede non voglia andarci per paura di far cadere quelle che per te sono delle certezze.