Caro Segretario Bersani,
Mi sono sempre vantato con me stesso e con gli altri di essere un uomo affidabile e di parola. Ecco perché alla luce dei risultati odierni e del mio impegno scritto a votare la coalizione di centrosinistra, ho avuto molto da pensare. In effetti, Segretario, io non l’ ho votata, e non l’ ho votata non perché “mi sembrasse più idoneo un altro ma tutto sommato siete nello stesso partito”, non l’ ho votata perché sono, come tanti altri in questo momento storico, un cittadino con un oceano di richieste ed esigenze, e lei non ha fatto, scritto o detto assolutamente niente che mi lasciasse pensare, o anche immaginare che avrebbe mosso un granello di polvere per venirvi incontro.
Ho trovato che chiedere a un cittadino di votare la coalizione indipendentemente da chi e cosa questa proponesse, fosse chiedergli conferma di essere uno di quei cittadini che non pensano, ma si limitano a mettere la croce dove vedono i colori del proprio partito. Fosse chiedergli conferma di essere un elettore (se posso rubare l’ espressione ad un noto economista dei giorni nostri) di quelli che scelgono “la busta dal colore giusto”, anche se ha i contenuti sbagliati.
Ho trovato che chiedere a un cittadino di votare la coalizione indipendentemente da chi e cosa questa proponesse, fosse un po’ come sottoscrivere un mutuo per una casa senza neppure averla vista, come firmare un contratto vincolante senza neppure averlo letto. Perché il mio voto, caro segretario, è la mia essenza di cittadino e di animale politico, e come tale terribilmente prezioso, dunque non può chiedermi di regalarlo tenendo gli occhi chiusi.
Ecco perché, malgrado sia venuto a votare alle primarie, ho deciso che non voterò la coalizione da Lei guidata alle prossime politiche.
I suoi elettori mi hanno sempre detto che la votavano perché sicuramente Lei è una persona onesta. E in fondo anch’io di Lei ho pensato a lungo che in mezzo a tanto marcio e a tanta scorrettezza lei potesse rappresentare in questo senso una garanzia. Ma l’ onestà politica non è solo l’ obbedienza alla legge e l’ osservanza delle regole.
E’ onestà politica presentarsi a concorrere per la guida del partito con un programma di un migliaio di impalpabili parole? Non c’ era nel suo programma un singolo progetto concreto, una proposta tangibile con mano. Ha scritto parole come democrazia, futuro e crescita una volta ogni due righe, e non ha scritto nel suo programma una singola cifra. E’ onestà politica non curarsi di una proposta sapendo che un’ altissima percentuale degli elettori di vecchio corso l’ avrebbe votata a prescindere perché radicato a fondo nel suolo del partito? Io credo che proprio da questo suo ruolo di “sequoia” democratica derivasse la responsabilità e il dovere di formulare una proposta vera all’ Italia.
E’ onestà politica riproporsi in un momento di crisi come questo dopo essere stato quattro volte ministro? Lei ha passato circa un anno a intimare a Berlusconi di fare un passo indietro per il bene dell’ Italia, eppure lei è entrato in politica prima di lui, e l’ unico motivo per cui ha fatto meno male all’ Italia è che semplicemente ha fatto “meno” all’ Italia. Non vorrebbe forse l’ onestà politica che lei dicesse: “io sono stato lì, in quell’ aula dove si faceva marcire l’ Italia negli ultimi vent’ anni e non sono riuscito a impedirlo, è giusto che non sia io adesso a guidare questo paese”?
Ecco caro Segretario, perché non posso votarla alle politiche. Perché lei mi ha deluso. Perché lei non ha fatto proprio niente per meritarsi il mio voto. E per quanto mi dispiaccia tradire la mia parola, mi dispiacerebbe di più vedere l’ ennesima poltrona regalata a qualcuno che proprio non se la merita.
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Categorie: - Politica
Bersani,la vecchia sinistra , con i vecchi volti e le vecchie idee.Cosi’ non si cambia mai ne’ l’italia e ne gli italiani!