Caro Direttore dall’ultimo piano del palazzo in cui vivo dietro piazza Venezia ho una visione dei tetti piuttosto ampia ed in questa stagione, ancora l’anno scorso, potevo assistere ad una moltiplicazione dei nidi di gabbiani e dei loro cuccioli. I tetti quest’anno appaiano deserti, completamente. Può darsi che il freddo abbia influito, una cova davanti alla mia finestra non si è schiusa, ma è sicuro che molti residenti si sono organizzati tanto che ho visto salire sui tetti per rimuovere i nidi. Questo ha scatenato un’ansia predatoria nei gabbiani che non hanno neonati rispetto ai piccoli altrui. Ovviamente sono sottomesso ai dispositivi di legge in vigore, ma certo i gabbiani non sono una specie a rischio, lo siamo più noi a sopportarli. Comunque credo che i concittadini che sono intervenuti loro sponte fanno quello che dovrebbe fare un comune con un minimo di buon senso, contingentare le nascite di questi animali invasivi e territoriali che oramai si cibano principalmente di rifiuti e attaccano tutti gli altri volatili. Ogni anno assisto almeno ad un paio di smembramenti di poveri cardellini da parte di questi animali protetti. Cordialmente Riccardo Bruno
Altre lettere che potrebbero interessarti
Categorie: - Cittadini
A me i gabbiani piacciono perché è un uccello che so dargli un nome, diverso da quello generico di “uccello”, che si usa – in vari solecismi – per volatili purtroppo molto ancorati ai luoghi di origine in modo pressoché definitivo. Ricordo certe traversate, ora scomparse (ne ho nostalgia), in mezzo al guano in piazza Indipendenza, da Termini al Palazzo dei Marescialli, spero solo che i gabbiani tengano duro.
Certo, per i poveri cardellini non saprei che dire, De Crescenzo ha scritto “Zio cardellino”, ma non riferiva di smembramenti molesti.
Bon, il post pare chiuso qui: dei gabbiani e dei cardellini non gliene frega una mazza a nessuno.
Ci sta.